14. Un altro caso risolto.

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Io:"È un omicidio bubi. Un omicidio quasi perfetto."
Jungkook:"Si ma chi l'ha ucciso? La cameriera o la vicina?"
Io:"Non lo so. Ho una mezza idea."
Jungkook:"Quale?"
Io:"Ti vedo sempre più interessato. Un criminale che vuole acciuffare i criminali. Buffo."
Jungkook:"Hai descritto te stessa."
Beh in effetti.
Faccio spallucce.
Io:"Voglio controllare anche fuori. Voglio vedere se qualcuno poteva entrare dal retro oppure che ne so..."
Jungkook:"Quindi ancora non sei sicura di chi l'abbia ucciso?"
Io:"Certo. Ma ci sono i filmati che provano che le due sospettate hanno un alibi di ferro."
Jungkook:"Quindi devi trovare qualcosa per incastrare l'assassino."
Io annuisco. Faccio per uscire dal bagno ma lui mi afferra il polso.
Jungkook:"Quando arriveremo a casa ti faccio vedere."
Io:"Finirò questo caso in men che non si dica allora." Mi bacia ma subito ci stacchiamo.
Esco dalla stanza e scendo le scale inseguita da lui.
Io:"Signorina, mi saprebbe dire le abitudini della vittima?" Chiedo alla cameriera.
"Certo. Amava lo sport. Andava in palestra tre volte a settimana e seguiva una dieta. Beveva moltissima acqua... quindi ho preso l'abitudine di riempire una brocca d'acqua e lasciargli un bicchiere vicino. Così quando doveva bere già sapeva dove trovare l'acqua."
Io:"È questa la brocca?" Dico indicando la brocca sul tavolino.
Lei annuisce.
"Portiamo via il cadavere detective?"
Io:"Sì. L'ho ispezionato, e ho trovato cose molto interessanti. Ah, devo prendere una cosa, aspetti." Mi avvicino al cadavere.
Prendo quello che devo prendere. Guardo i suoi occhi aperti ma glieli chiudo.
Io:"Grazie. Potete portarlo via."
Così fanno.
Devo guardare meglio la casa. Devo vedere come ha fatto l'assassino a costruirsi un alibi di ferro. Sono sicura che è lei.
Prendo la mano di Jungkook.
Io:"Vieni con me."
Brian:"Jade! Dove vai?"
Io:"Fuori." Dico senza neanche guardarlo.
Esco dal retro.
C'è un piccolo giardino.
Mi guardo alla sinistra. Niente di strano.
Mi guardo alla destra, dove abita la vicina di casa. Strano, non ha la porta che va sul giardino.
Entro di nuovo in casa. Il lavello è bagnato.
Ci sono solo quattro bicchieri, di solito il set è da sei.
Il quinto ce l'ha la vittima e il sesto?
Io:"Manca un bicchiere."
Dico a Jungkook.
Jungkook:"Cosa?"
Io:"I bicchieri dovrebbero essere sei e ne sono cinque. Quattro qui puliti e uno ce l'ha la vittima. Il sesto bicchiere dov'è?"
Jungkook:"Forse si è rotto?"
Io:"No, no. Jungkook guarda questa casa. È moderna e di lusso, anche se si fosse rotto un bicchiere la vittima ne avrebbe comprato altri sei buttando direttamente quelli vecchi."
Jungkook:"Sì hai ragione. Quindi supponi che da qualche parte è nascosto?"
Io:"Sì."
Riguardo il lavello bagnato.
Ma certo, che stupida sono. Perché non ci ho pensato prima.
Vado di nuovo in soggiorno.
"Insomma possiamo andare? Non sappiamo perché si è suicidato." Dice la vicina.
Io:"Chi dice che è un suicidio?"
Tutti mi guardano.
"Cosa?" Dicono le due insieme.
Si guardano.
Io:"E se fosse un omicidio? Come la mettiamo se fosse così?"
Brian:"Quindi hai solo dedotto che sia un omicidio."
Io:"No fratello, ho tutte le prove necessarie per provare che è un omicidio e addirittura chi è l'assassino... o meglio: l'assassina." Tutti mi guardano perplessi.
Io:"La vittima è stata avvelenata."
Brian:"Jade non c'erano tracce di veleno dell'acqua, questo significa che la vittima avrà preso qualche pillola."
Io:"Non ho mai detto che nell'acqua è stato messo il veleno."
Mi guardano ancora più confusi.
Io:"Il veleno era allo stato liquido. È stato messo intorno al bordo del bicchiere. La vittima così bevendo ha assaporato il veleno."
Jungkook:"Esatto, ottima deduzione."
Io:"Adesso non è più una deduzione Jungkook. Questa è la spiegazione di come sono andati i fatti. La vicina di casa... non le ho chiesto cosa facesse lei nella vita."
"Ero un'infermiera."
Io:"Come temevo. Il modo in cui si lava le mani accuratamente lo fa pensare subito."
Lei corruga la fronte.
Io:"Temo che lei era una brava infermiera e aveva un ruolo importante per accedere alla stanza dei stupefacenti e dei veleni, vero?"
Lei non risponde. Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Posso fare una domanda alla cameriera?"
Lei mi guarda.
Io:"Perché manca un bicchiere in cucina?"
"Si è rotto."
Io:"Chi l'ha rotto?"
"Il mio padrone. Era arrabbiato e ruppe un bicchiere."
Io:"Ma non c'è nessuno che può provare che sia la verità. Giusto?"
Lei annuisce.
Io:"Beh io ti posso provare che è una bugia invece."
"Che cosa? È la verità."
Io:"Ha la lavastoviglie, ma lava i piatti nel lavello. Perché?"
"Io non lavo i piatti nel lavello."
Io:"Perché è bagnato in questo momento?"
"Io... io non lo so."
Sono compiaciuta in questo momento. Sto mettendo in difficoltà tutte e due donne.
Brian:"Dove vuoi andare a finire? Non fare i tuoi soliti giochetti e non tenerci sulle spine."
Prendo dalla tasca la fede oro, quella che ho trovato sulla vasca da bagno, e quella in argento che ho preso dal cadavere prima che lo portassero via.
Io:"In questa fede oro c'è scritto: Irene Robinson. E in questa argento: Allison Blair. Sapete darmi una spiegazione? Anzi... posso vedere i vostri anelli? Li vedo identici a questi che ho io."
Loro due ritirano la mano.
Io:"È un ordine. Datemi immediatamente gli anelli." Dico seria.
Dopo qualche secondo ci pensano su e me li danno.
Io:"C'è scritto in tutti e due: Chase Lawrence."
Faccio mezzo sorrisetto.
Brian:"Avevano lo stesso marito..?"
Io:"No. Erano soltanto fidanzate con la vittima. Lui pensava solo ai soldi e alle donne. Faceva credere a una che l'amava ma poi, contemporaneamente, lo faceva con l'amante... la prima in questione è la cameriera, e l'amante è la vicina. O sbaglio?"
Le due non rispondono.
"Come potrebbe essere così certa?" Mi chiede la vicina.
Io:"Nel bagno della vittima c'è una spazzola con dei capelli lunghi e mori... la cameriera ha i capelli biondi e corti, completamente l'opposto."
"Come fa a dire che io e il mio padrone stavamo assieme?" Dice la cameriera.
Ma è scema o cosa?
Io:"Ma che domande, le fedi lo dimostrano. Di solito le donne puliscono sempre le spazzole, specialmente le donne con i capelli lunghi. La vicina, siccome era l'amante, non doveva farsi scoprire dalla cameriera e quindi veniva solo quando lei non era in casa. Però, oggi, credo che la cameriera è venuta un po' più presto e lei non se lo aspettava. Mentre si stava pettinando i capelli, dopo aver fatto le vostre cose, ha sentito la cameriera entrare e lei è scappata dal retro."
"Detective ma come ha fatto ad entrare a casa sua? Non c'è nel filmato della telecamera. Almeno che non avesse la porta sul retro. Avrebbe scavalcato i cancelletti che dividono i giardini delle diverse proprietà, e sarebbe entrata in casa... e così nessuno l'avrebbe vista." Dice un poliziotto.
Io:"La signora non ha la porta sul retro. Prima sono uscita fuori e ho osservato attentamente il giardino di questa casa, ma ho notato che lei non ha la porta sul retro."
Brian:"Allora le tue deduzioni sono errate?" Scuoto la testa in segno di negazione.
Io:"Semplicemente ha una scala in giardino. Dai ragazzi, svegliatevi un po'. Ha una scala in bella vista in giardino, la usa per salire dal balcone che c'è sul retro della casa."
"Questa è una follia. Ci stiamo raccontando delle fiabe?" Dice la vicina.
Io:"Anche se è una follia comunque lei l'ha fatto."
"Potrei chiedere adesso cosa c'entra questo con il suicidio?" Dice la cameriera.
Io:"Sta attenta a non confondere l'omicidio con il suicidio, questo è il movente dell'omicidio. Irene Robinson è l'assassina di Chase Lawrence."
Lei mi guarda stupita.
"Io ho un alibi più che evidente! Come spiega ciò?"
Io:"Semplice, mi ha detto chiaramente che lei preparava l'acqua della vittima in una brocca con un bicchiere, così che lui già lo avesse a disposizione. Lei sapeva bene che mentre era fuori a fare la spesa la vittima avrebbe bevuto l'acqua così avrebbe ingerito il veleno e sarebbe morto quando era da solo a casa, così da farlo passare per suicidio."
Ispettore:"Ma nell'acqua non è stato trovato il veleno e neanche nell'acqua del bicchiere. E' stato trovato solo dove c'era l'impronta della sua bocca, sul bordo del bicchiere."
Io:"Di nuovo? Non ho detto che l'acqua è stata avvelenata, è stato avvelenato il bicchiere, ma se adesso, non ci fossi stata io, voi non ve ne sareste mai accorti."
"Non ha nessuna prova!" Dice la cameriera. Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Crede davvero che una detective accusi senza avere prove?"
Jungkook:"Il lavello bagnato, il bicchiere mancante."
Io:"Esatto Jungkook. Non usa mai il lavello per lavare i piatti... e anche se lo facesse comunque lo asciugherebbe senza alcun ombra di dubbio. Lei è una cameriera è il suo dovere far sembrare la casa un diamante, o sbaglio?"
"E questo cosa c'entra?"
Io:"Ha lavato qualcosa con fretta e furia, e non ha avuto tempo neanche di asciugare il lavello. Sa qual è la prova schiacciante? Un misero errore, ma che a me non è sfuggito: il bicchiere mancante. Quello è nella lavastoviglie, l'ha lavato anche lì dentro per far togliere ogni traccia di veleno dal bordo del bicchiere. Ha preso un altro bicchiere, senza guanti però... giustamente se avesse dichiarato alla polizia che lei aveva preparato l'acqua col bicchiere, vicino al bicchiere 'falso' non ci sarebbero state impronte e questo risultava strano. Poteva prendersi una scusa, del tipo: avevo i guanti in gomma, visto che avevo finito di lavare per terra. Infatti, in cucina possiamo trovare un secchio e una pezza semi asciutta, nel caso fosse successo... ma credo che la polizia non avrebbe creduto ad una scusa banale."
"E allora? Anche se il bicchiere fosse lì non significa che sono l'assassina."
Io:"La lavastoviglie non è in funzione." Lei mi guarda con gli occhi spalancati. Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Il veleno vicino al bicchiere c'è ancora."
Mi guarda sconfitta. Le scende una lacrima.
"Ecco il bicchiere." Dice un poliziotto.
Sorrido.
Non ho controllato se c'era il bicchiere in lavastoviglie... era una deduzione ma l'ho fatta passare per affermazione.
Io:"Adesso però devo farle una domanda. Perché ha messo la telecamera alzata verso la casa della vicina? Non era per crearsi un alibi. Già i filmati delle telecamere mostravano l'alibi." Mi soffermo un attimo sul mio ragionamento.
Io:"Oh cazzo, ma certo! Come ho fatto a non pensarci?" Guardo la vicina di casa.
Io:"Lei doveva crearsi un alibi con la telecamera, non la cameriera. Anche lei aveva intenzione di uccidere la vittima. Quando è uscita la cameriera lei era fuori al balcone, si vedevano però solo piedi. Mentre la cameriera è uscita, lei è andata sul balcone per tre o quattro volte, e dopo per un tot di tempo non si è vista più. Era venuta qui, scavalcando il balcone come le ho descritto io, ha passato qualche minuto con la vittima, lei è andata in bagno e la vittima nel mentre ha bevuto l'acqua. Lei, in precedenza, aveva scoperto che era un'amante, e pensava che dunque la vittima la stesse solo usando, così da arrabbiarsi e volerlo eliminare. Essendo un'infermiera poteva procurarsi del veleno senza problemi, e così ha fatto. Si stava pettinando i capelli quando ha sentito le urla della vittima quando stava morendo. Ha esaminato il bicchiere e si era accorta che c'era del veleno dall'odore. Dopo capisce che è stata la cameriera e così va via, essendo che non poteva far più nulla. Quando la cameriera torna a casa lava con fretta il bicchiere così da eliminare le impronte della vicina e anche le tracce di veleno."
Brian:"Quindi questa volta non hai per davvero le prove?"
Jungkook:"Certo che le ha. La spazzola con i capelli della vicina. Ho fatto esaminare dalla scientifica un capello ed è della signora Allison Blair." Dice leggendo su un foglio. Non gli avevo chiesto di far esaminare i capelli. Sorrido.
Io:"Complimenti a tutte due, avete giocato davvero bene... ma ho vinto io. Arrestatele."
"Perché dovrebbero arrestare anche me? Io non ho fatto niente, non ho neanche sfiorato la vittima." Dice la vicina.
Io:"Allison Blair, la dichiaro in arresto per aver tentato un omicidio. Irene Robinson, la dichiaro in arresto per aver commesso un omicidio." Le mettono le manette.
Io:"Mai giocare con me. La verità viene sempre a galla. Adesso andiamo Jungkook, andiamo a prendere un gelato, lo voglio al caramello."
Lo prendo per mano.
Jungkook:"Io al cioccolato. Beh noi andiamo. È stato un piacere, per la prima volta, stare con voi poliziotti."
Tutti corrugano la fronte.
Gli do una gomitata.
Io:"Sta scherzando."
Jungkook:"Affatto."
Brian:"Va bene, allora ci vediamo." Dice Brian per fermare Jungkook.
Io:"Va bene, ciao."
"Detective Made." È l'ispettore.
Io:"Sì?"
Ispettore:"Grazie per aver risolto anche questo caso."
Lo guardo perplessa. L'ispettore che più odio mi sta ringraziando.
Ispettore:"Mi dispiace per tutte le volte che ho sospettato di te per ogni cosa, e mi dispiace anche per te, signor Jeon. Avete delle menti geniali, fate una bella coppia insieme."
Jungkook:"La mente della coppia è lei. Io sono solo la parte bella."
Io:"Su questo devo ribattere."
Alcuni ridacchiano.
Io:"Accetto le scuse Blanc. Ma adesso voglio il gelato. Ci vediamo."
Mi giro e vado, insieme a Jungkook, verso l'uscita.
Usciamo e iniziamo a camminare.
Io:"Sai a volte mi stupisci. Riesci a fare delle deduzioni interessanti."
Jungkook:"Per noi criminali è più facile. Noi già siamo nel mestiere quindi immagini quello che avresti fatto tu e lo applichi alla situazione in cui ti trovi."
Io:"Quindi tu avresti fatto così?"
Jungkook:"Certo che no. Io non ho bisogno di crearmi un alibi per assassinare qualcuno. Lo uccido e basta."
Io:"Beh si."
Jungkook:"A proposito. Sai perché Jimin non esce più di casa? L'ho chiesto a lui ma dice che è stanco e vuole riposarsi, non è nulla di particolare, ma io non lo credo."
Io:"No, non lo so. Credo che sarà uno dei suoi periodi dove nessuno deve parlargli."
Il telefono squilla.
Lo prendo dalla borsa.
Il detective Dawson?
Io:"Pronto?"
Detective:"Hey detective Made... devo chiederle una cosa."
Io:"Dica."
Detective:"James dice che deve venire a casa sua per una questione urgente, può venire?"
Io:"Beh in questo momento non sono a casa..."
Detective:"Ah no? Allora non fa niente. Lo vedo un po' strano. Ha speso la sua paghetta comprando un mazzo di fiori."
Io:"Un mazzo di fiori?"
Lui annuisce.
È un altro caso?
Io:"State risolvendo un altro caso?"
Detective:"No. L'ultimo caso l'abbiamo finito mezz'ora fa, e adesso siamo in pausa."
Io:"Beh potete venire a casa quando tornerò. Ti chiamo."
Detective:"Oh davvero? Mi faresti togliere molte curiosità. Da quando James ti conosce è strano. Disse che venne già a casa tua e conobbe la tua famiglia."
Io:"Sì. Non conobbe tutta la famiglia ma diciamo di sì."
Artemis. Ha una cotta per Artemis. L'avevo notato sin da subito.
Anche Artemis mi chiede sempre di lui. Mi chiede se ho qualche caso da risolvere perché vuole venire con me... e poi dopo un po' mi chiede se c'è anche James.
Io:"Beh non so che dirti."
Ridacchio.
Detective:"Allora aspetto la tua chiamata."
Io:"Certo. A dopo."
Ci salutiamo e stacchiamo.
Jungkook:"Cosa voleva? Perché deve venire a casa?"
Io:"Non è lui che vuole venire a casa nostra, ma il figlio."
Jungkook:"James?"
Annuisco.
Jungkook:"Beh sono un po' titubante su quel ragazzino. Artemis non fa altro che chiedere di lui e non mi sta bene."
Io:"Dai Jungkook, sono bambini."
Jungkook:"Alcune volte i bambini non fanno i bambini."
Lo guardo.
Mi guarda con mezzo sorrisetto.
Jungkook:"Io non mi sono comportato da bambino quando lo ero." Mi fa l'occhiolino. Roteo gli occhi.

My euphoria, 3. JkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora