11. La mente di un adulto e il corpo di un bambino.

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Brian:"Tieni presente Marcelo Petit?"
Io:"Continua..."
Brian:"Proprio cinque minuti fa hanno riaperto il caso di Made. L'hanno riaperto perché tu ti sei svegliata dalla coma, senza di te le indagini non potevano andare avanti e quindi archiviammo il caso. Adesso che sei sveglia sono partite le indagini e tu ci sei di mezzo ma per fare l'interrogatorio, sei una sospettata."
Io:"Già si sapeva, indoviniamo: è stato l'ispettore a dire che ero io la sospettata." Lui annuisce.
Io:"Quello stronzo."
Brian:"Sono stato interrogato anche io, perché ho dichiarato di essere stato con voi. Ho detto che tu hai sparato per legittima difesa, e la pistola non era neanche tua, ma la mia."
Io:"Sei impazzito? Sai benissimo che i poliziotti non possono girare per la città con le proprie armi se non sei di ruolo, almeno che... non si è in borghese."
Brian:"Non preoccuparti. Io sono lo sceriffo, sono io il capo. Decido io cosa fare con la mia arma. Comunque, ho detto codeste parole: eravamo in famiglia e lui ha iniziato a rinfacciarti tutto del passato e ti ha minacciata di morte. Mentre te ne stavi andando, lui caccia la pistola e ti colpisce al braccio. Ti accasci a terra e perdi molto sangue, io vengo a soccorrerti, tu mi rubi la pistola e gli spari.
The end."
Io:"Dovevi fare lo scrittore, hai una bella fantasia."
Brian:"Lo so. Comunque aprimi, sono fuori al cancello."
Io:"Mh..?"
Esco dalla stanza e scendo le scale.
Apro il cancello e la porta.
Io:"Perché sei venuto?"
Dico a Brian. Ha una busta di carta in mano con qualcosa dentro. Indossa una camicia bianca con sopra un gilet nero elegante con pure i pantaloni abbinati. Ha i capelli sistemati con del gel.
Entra una bambina con i capelli biondi e occhi azzurri.
"Dove sono Artem e Artemis?"
Corrugo la fronte.
Io:"Tu sei Isabell?"
"Certo che sono io zia."
Guardo Brian.
Io:"È tale e quale a te." Dico a Brian. Lui sorride.
Riguardo la bambina.
Io:"Non chiamarmi zia."
Isabell:"Mi ha detto Jade di farlo."
Corrugo la fronte.
Isabell:"Perché a te da fastidio."
"Hey Isabell."
Guardo verso le scale.
Jungkook ha Artem seduto sulle spalle e in mano ha quella macchinetta dell'aerosol. Scende le scale.
Jungkook:"Isabell adesso Artem dovrebbe fare la sua cura."
Brian:"Aspetta Isabell. Giocherete dopo."
Scende Artemis.
Artemis:"Isabell! Ti stavo aspettando."
Le due bambine si corrono contro.
Artemis:"Papà mi ha comprato dei giocattoli nuovi, invece ad Artem no."
E si mettono a ridere.
Artem:"Hey! Mi ha comprato un pallone da calcio nuovo."
Isabell:"Ne stai facendo una collezione."
Io, Jungkook e Brian stiamo ad ascoltare la loro conversazione.
Jungkook:"Vai Artem, vai a giocare. Facciamo dopo la cura."
Lo fa scendere dalle sue spalle.
Artem:"Grazie papà."
Batte il pugno con lui.
Jungkook:"Andiamo a giocare tutti sopra?"
E i bambini urlano un "Sì!".
Jungkook:"Andiamo! Chi arriva per ultimo è un moccioso." Corre verso le scale e si mette a giocare con i bambini.
Salgono sopra.
Io:"Vedo Jungkook molto più legato ai suoi figli."
Brian:"Jungkook ama i suoi figli. Quando eri in coma non faceva altro che andare davanti e indietro per loro. Per curarli, tutti e tre, per farli divertire."
Lo guardo con la fronte corrugata.
Mi prenderò io l'affidamento dei miei bambini, quindi non preoccuparti. Potrai vivere la tua vita liberamente senza che i mocciosi o i marmocchi ti ronzino intorno al lavoro.
Mi viene in mente quello che gli ho detto.
Io:"Beh ha imparato ad essere un genitore."
Dico guardando la scala.
Mi giro e cammino verso il soggiorno.
Lui mi segue.
Ci sediamo.
Io:"Ti va un caffè?"
Chiedo a Brian.
Lui annuisce.
Chiamo a Carol.
Carol:"Di' pure signora."
Io:"Fai due caffè per favore."
Carol:"Certo."
Se ne va in cucina.
Io:"Allora? Mi stavi parlando del caso."
Brian:"Ma certo. Comunque ci può essere un bel collegamento sul caso di nostro padre."
Io:"Ovvero?"
Dico accavallando le gambe.
Brian:"Ricordi cosa mi avevi chiesto? Su cosa io dovessi indagare?"
Io:"Certo. Sull'organizzazione criminale e il collegamento con i Johnson e nostro padre, certo che ricordo."
Brian:"Esatto. Una volta che ti sei resa innocente puoi mettere l'organizzazione criminale in mezzo, e io ti aiuterò ad aprire un nuovo caso."
Io:"Come faccio a parlare dell'organizzazione criminale improvvisamente? Sospetteranno."
Brian:"No. Non sospetteranno di nulla. La polizia ha indagato sulla vita di Made ed è venuta a scoprire che faceva parte dell'organizzazione e che ne era addirittura il capo, da quand'era piccolo."
Corrugo la fronte.
Io:"Cosa? Quanti anni aveva..?" Viene Carol. Porta i caffè e se ne va.
Brian:"Aveva diciotto anni. Sconfisse a spadaccina l'ex capo dell'organizzazione criminale così da prendere il suo posto."
Io:"Chi era l'ex capo?" Prendo il caffè e lo bevo, così fa anche lui.
Brian:"Non lo so. So solo questo che ti ho detto. Per questo ti ho detto di indagare. Ci vuole solo la tua mente in questo caso, la tua e di nessun altro." Prende la busta che aveva prima. Fa uscire una divisa bellissima.
Lo guardo confusa.
Brian:"Questa è la divisa delle investigatrici. Bella, vero?"
Io:"Si... è stupenda. Ma a me a che serve?"
Brian:"Per risolvere il caso, ti serve anche la divisa." Sospiro.
Io:"A risolvere il caso al posto mio, c'è il detective Dawson."
Brian:"Si c'è, ma il caso è nelle tue mani, lui già è impegnato su un altro caso. È stato chiamato giusto qualche minuto fa."
Io:"Di che tipo di caso si tratta?"
Brian:"Omicidio."
Io:"Voglio vedere. In che parte si trova?"
Brian:"Non dista molto da qui. Vuoi venire?"
Io:"Certo. Risolverò questo caso insieme a lui, così da ricevere il suo aiuto nel mio."
Brian:"Quindi adesso vuoi andare sulla scena del crimine?"
Annuisco.
Brian:"Eh va bene, andiamo."
Usciamo dal soggiorno.
Io:"Carol dici agli altri che sono con mio fratello se mi cercano."
Carol:"Certo signora."
Salgo sopra ed entro nella mia stanza.
Devo cambiarmi.
Vado nella cabina armadio e prendo un vestito lungo e attillato verde bottiglia. Questo vestito ha uno spacco sulla gamba sinistra, mi piace. Metto i décolleté bianchi in pelle lucida e poi prendo la borsa bianca di Gucci.
Metto i guanti bianchi in raso per non lasciare impronte sulla scena del crimine. Però per essere più elegante metto degli anelli in oro bianco con i diamanti bianchi.
Scendo giù.
Io:"Prendo la mia macchina. Aspettami fuori."
Brian annuisce.
Vado in garage e prendo la macchina.
Esco dal cancello. C'è Brian che aspetta nella macchina.
Io:"Vai avanti, ti seguo." Lui inizia a guidare e io lo seguo.
Metto gli occhiali da sole.
In cinque minuti arriviamo sul posto.
Parcheggio e scendo dalla macchina.
Io:"Questa è la scena del crimine?"
Dico vedendo che è una chiesa, la chiesa dove io e i ragazzi andiamo a pregare.
Guardo Brian.
Entro nella chiesa.
Vedo tutti poliziotti ma non vedo la vittima.
Mi avvicino all'altare.
Cazzo.
Non ci credo.
Mi avvicino di più.
È il nostro prete...
È situato sulla statua di Gesù Cristo, essa ha le braccia aperte... e il prete è proprio tra le sue braccia. È una cosa fatta apposta. Mi tolgo gli occhiali.
Mi inchino leggermente al prete che mi doveva far anche sposare con Jungkook.
Vedo il detective Dawson. Mi avvicino a lui.
Io:"Com'è stato ucciso?"
Lui sobbalza.
Alzo un sopracciglio.
Detective:"Agente Made, sta bene?"
Io:"Certo che sto bene, non si vede?"
Guardo un bambino che è vestito davvero elegante.
Ha un completino blu, una camicia bianca e un papillon blu. Ha i capelli marroni e ricci ben curati e degli occhi del medesimo colore. Porta gli occhiali e la montatura è di colore oro.
Un bambino su una scena del crimine?
Corrugo la fronte.
Guarda il corpo senza vita con uno sguardo pensieroso.
Ha l'indice e il pollice poggiato sul mento.
Detective:"Lui è mio figlio."
Lo guardo.
Io:"Sei sposato?"
Detective:"Si... da quasi nove anni ormai."
Corrugo la fronte.
Io:"Quindi Jungkook era geloso per niente?" Penso ad alta voce.
Detective:"Esatto. Non ho detto che ero sposato apposta. Ho visto dal primo momento che era geloso di me e quindi l'ho tenuto nascosto."
Io:"Perché hai portato tuo figlio qui? È un bambino."
Detective:"Lui non è un bambino qualsiasi, lui è mio figlio. Risolviamo i casi assieme. Anche lui è un piccolo detective. Vero James?"
Il bambino lo guarda.
"Si papà, comunque qui qualcosa mi puzza." Dice con un tono abbastanza serio.
Alzo un sopracciglio.
Un piccolo detective?
Io:"Cosa?" Chiedo curiosa.
Il bambino mi guarda e non parla.
Io:"Hey, rispondimi."
Detective:"Hey, James puoi dirlo a lei. Anche lei è una detective. Lei è quella che ha risolto il caso su Manfite Johnson e Furto Kid."
"Davvero?" Risponde lui.
Io annuisco.
"Non era in coma?"
Detective:"James." Lo richiama.
Io:"Certo che lo ero. Mi sono svegliata pochi giorni fa. Oggi ho tolto i lavaggi." Dico facendo vedere il mio braccio con la medicazione.
Detective:"Ti sei svegliata pochi giorni fa e già sei qui a lavorare?"
Io:"Certo. Cosa faccio a casa?"
Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Comunque... voglio offrirti un caso." Dico a Dawson.
Lui mi guarda.
Detective:"Già sto lavorando a questo..."
Io:"Infatti ti aiuterò a risolverlo più presto possibile... anche questo sembra un caso piuttosto difficile e interessante." Dico guardando la vittima.
Io:"Quello era il prete che doveva far sposare me e Jungkook."
Detective:"Perché? Non l'ha fatto?"
Io:"No. Non ci ha più sposati. Era malato gravemente."
Ci penso su.
Corrugo la fronte.
Cerco con lo sguardo i chierichetti del prete.
Eccoli.
Poggio gli occhiali, la borsa su una panchina.
Mi avvicino ai chierichetti.
Io:"Scusatemi. Sono un'altra detective. Sono Jade, piacere." Allungo la mano e loro due l'afferrano.
Io:"Il prete stava eseguendo i matrimoni?"
"Certo che sì."
Io:"Avete una lista con i nomi degli sposi?"
"Sì, ma adesso che c'entrano i matrimoni?"
Io:"Voglio assicurarmi di un mio dubbio."
Loro mi portano nell'ufficio del prete.
"Ecco la lista matrimoniale."
Sono di quest'anno.
Io:"Avete quella dell'anno scorso?"
"Certo." Uno di loro due mi da l'agenda dell'anno scorso.
"Scusate, chierichetti... la polizia vi vuole interrogare." Dice un poliziotto.
"Certo, veniamo subito." I chierichetti mi salutano e se ne vanno.
Mi siedo sulla sedia dietro la scrivania e inizio a cercare.
Io:"Ottobre... ottobre... eccolo."
Leggo tutti i nomi.
Ecco i nostri nomi, mio e quello di Jungkook.
"Cosa cerca?"
Sobbalzo.
È quel moccioso.
Io:"Mi hai fatto spaventare."
Lui fa mezzo sorrisetto.
"Mi scusi."
Io:"Dammi del tu."
"Va bene, scusami Jade."
Alzo un sopracciglio.
Io:"Hai scoperto qualcosa riguardo al caso?"
"Sì, credo che tu c'entra qualcosa in questo caso."
Io:"Vuoi dire che sono stata una complice del delitto?"
"No, sto dicendo che il delitto è stato messo in atto per te."
Io:"Cosa te lo fa pensare?"
"Hai chiesto ai chierichetti della lista matrimoniale, dovevi sposarti con quel Jungkook che hai parlato prima... hai detto che il prete era malato, ma ho chiesto ai chierichetti, prima che arrivassi tu, se il prete stesse bene e loro mi hanno risposto che stamattina ha anche celebrato tre matrimoni senza problemi. Ho chiesto così la lista matrimoniale e ho chiesto anche quella dell'anno scorso e ho notato questo."
Allunga le braccia.
"Mi prendi imbraccio? Non ci arrivo."
Corrugo la fronte ma lo prendo lo stesso.
Lo faccio sedere sulle mie gambe.
Prende la lista e mi fa vedere.
James:"Tutti i matrimoni del quattro ottobre sono stati celebrati senza problemi... solo quello di Jeon Jungkook e Jade Made è stato cancellato con una penna rossa, ed è scritto cancellato."
Io:"Anche io l'avevo visto. Secondo te perché è stato cancellato così?"
James:"Qualcuno avrà già minacciato il prete per non farti sposare con Jungkook. Semplice."
Interessante. Davvero interessante.
Io:"Hai controllato anche la lista di quest'anno?"
James:"Non non ci sono riuscito perché un poliziotto me li ha tolti da mano."
Prendo la lista di quest'anno e cerco novembre.
Io:"Oggi che cos'è?"
Guarda il suo orologio.
James:"È il quattro novembre."
Cerco.
Io:"Si, oggi sono stati celebrati tre matrimoni."
Sfoglio altre pagine.
Una pagina è strappata.
James:"Perché questa è strappata?"
Io:"È stata strappata anche la data..."
Vedo la pagina prima di quella strappata.
Io:"Questa strappata dovrebbe essere del dieci novembre."
James scende dalle mie gambe.
Io:"Dovrebbe essere da qualche parte la pagina strappata."
Io:"E se è stata strappata tempo fa?"
Mi alzo dalla sedia.
James:"Beh basta avere fortuna, comunque la verità verrà a galla."
Io:"Ben detto ometto."
Va vicino al bidone dell'immondizia.
Prende dei guanti dalla tasca interna della sua giacca.
Li indossa.
Io:"Sei ben attrezzato."
Lui annuisce.
Io:"Il prete faceva la raccolta differenziata, meglio."
James:"Ecco la carta." 
Prende la busta. Iniziamo a cercare.
Apriamo tutte le carte incartocciate.
Niente di niente.
Apro un foglio.
È una lettera.
Edo Kid.
Corrugo la fronte.
Io:"Edo Kid?"
James:"Mh?"
Io:"Ho sentito questo nome."
James prende qualcosa dalla tasca.
James:"Ho trovato questo foglio sulla vittima."
Firmato, Edo Kid .
Io:"Anche un cuore?" Faccio mezzo sorrisetto.
James:"È una persona simpatica."
Ridiamo entrambi.
Io:"L'hai fatto vedere a qualcuno?"
James:"No. L'ho visto quando tu stavi parlando con mio padre."
Io:"Oh..."
Guardo la lettera e la leggo ad alta voce.
Io:"Come il sole risplende e sorride, la pioggia è infelice e piange. Come io risplendo e sorrido, tu, prete, sarai infelice e piangerai per sempre. Firmato Edo Kid."
Io e James ci guardiamo.
James:"Aveva avuto una lettera minatoria."
Metto da parte la lettera, così da non perderla.
Io:"Continuiamo a cercare."
Lui annuisce.
Dopo qualche minuto lui parla.
James:"Eccola. Ho trovato la pagina strappata."
Si alza e prende l'agenda.
Mi alzo e vado vicino a lui.
Facciamo combaciare il foglio alla pagina strappata.
Io:"C'è scritto qualcosa."
Nuovi sposi: Jeon Jungkook e Jade Made.
Anche qui c'è segnata la penna in rosso con un 'no' sopra.
Io:"Mi sa che c'entro proprio io con la morte del prete."
James:"Tu e tuo marito."
Prendo il foglio dell'agenda e lo piego.
Prendo la lettera di Edo Kid.
Io:"Ricevetti una lettera da Edo Kid."
James:"Che cosa?"
Io:"Sì. Adesso ricordo da dove avevo sentito questo nome."
Io:"Vieni con me."
Prendo la mano del bambino.
Andiamo sulla scena del crimine.
Prendo la mia roba.
Brian:"Jade dove vai?"
Io:"Vado a casa."
Brian:"Con il bambino?"
Io:"Si. Vuole fare un giro nella Ferrari."
James:"Hai una Ferrari?!"
Io:"Sì. Dawson! James è con me!"
Detective:"Certo... tanto sono in pausa caffè."
Usciamo dalla chiesa.
Improvvisamente mi fermo.
Mi sono sentita osservata.
Ho visto qualcuno con la coda dell'occhio.
Mi guardo intorno.
Jadeide..?
James:"Che c'è?"
Io:"No niente. È stata un'impressione. Niente di che." Iniziamo a camminare.
Andiamo in macchina.
James:"È stupenda."
Dice euforico.
Io:"Adesso che ti comporti come un bambino mi fa uno strano effetto."
Metto in moto e parto.
Mentre guido lo guardo.
Anche da com'è esteticamente non mi sembra un bambino, sembra già un ragazzino di dodici anni circa.
Io:"Quanti anni hai?"
James:"Otto, quasi nove."
Lo guardo sorpresa.
Io:"Sei davvero un moccioso allora."
James:"Ho il corpo da bambino ma la mente di un adulto. Ho un quoziente intellettivo più alto rispetto ai bambini della mia età. Mi piace parlare con gli adulti e non mi piace giocare con i bambini... mi stanno tutti antipatici."
Io:"Perché?"
James:"Sono troppo ingenui per me."
Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Anche i miei figli sono piccoli ma da come parlano sembrano molto più grandi. C'è la mia Artemis che ha quasi tre anni ma azzecca tutti i verbi... cosa che a volte mi confondo anche io." E ridiamo.
James:"Quanti figli hai?"
Io:"Tre. Il primo ha diciassette anni, e i due gemelli... Artem e Artemis. Tu? Hai un fratello o una sorella?"
James:"No. Sono figlio unico. La mia mamma non può più avere figli a causa di un'operazione che ha avuto."
Io:"Oh mio dio, mi dispiace."
James:"A me no. Amo stare da solo. Se avessi una sorellina o un fratellino non potrei più tenere una stanza tutta per me, la mia collezione di Arthur Conan Doyle, i libri di Sherlock, non starebbe più in pace e non potrei addirittura risolvere i casi."
Io:"Perché?"
James:"Quello che risolve tutti i casi sono io non mio padre. Se nascesse un altro essere umano nella mia famiglia mio padre dovrebbe accontentare me e l'altro... e così per me non ci sarà più molto tempo... e così non potrei più risolvere i casi. Io dico tutto a mio padre e lui si fa un'idea. Mio padre è bravo a fare il poliziotto ma non il detective."
Io:"Davvero?"
James:"Sì. Sto lavorando anche ad un caso molto interessante."
Mi guarda.
Io:"Dimmi."
James:"Marcelo Petit."
Lo guardo di scatto ma subito riposo lo sguardo sulla strada.
James:"O meglio, Back Made. Mi intriga tantissimo. Anche se è morto e non posso sbatterlo in prigione, mi intriga il fatto che è un caso molto eccitante e importante."
Io:"Cosa hai scoperto fino ad ora?"
Arriviamo fuori al cancello di casa mia. Mi fermo e spengo la macchina. Metto il freno a mano.
James:"Che è stato ucciso da sua figlia per legittima difesa... ma io so che non è affatto così."
Io:"Stai dicendo che ho commesso un omicidio?"
James:"Sì, però l'hai fatto sempre con buone intenzioni ma sempre sei un'assassina."
Sorrido.
Io:"Questo non lo dirai a nessuno, vero?"
James:"Affinché non risolverò il caso di Petit non svelerò nulla."
Io:"Anche io voglio aprire quel caso. Vogliamo lavorarci insieme?"
James:"Certo. Se ci tieni tanto. Ho scoperto molto di più rispetto alla polizia. Sai chi c'entra in questa storia?"
Io:"Certo, i Johnson."
James:"Esatto. Sei molto sveglia." Corrugo la fronte. Un bambino mi dice che sono sveglia? Bah.
Io:"Ho solo fatto due più due. L'organizzazione criminale ha attaccato i Johnson più di una volta e io lo so grazie a Jadeide Johnson."
James:"È un tuo amico? Un criminale è un tuo amico?"
Io:"No. È solo un uomo che ha perso la testa per me sin da quand'era ragazzo."
James:"Davvero?"
Io annuisco.
James:"Beh lo capisco, sei una bella donna e se lo dico io è vero. Non faccio mai complimenti."
Sorrido.
Io:"Grazie."
James:"Comunque, una sospettata di questo caso è ancora viva."
Io:"Femmina? Sarebbe?"
James:"Tanfeide."
Io:"Che?"
James:"Si, proprio lei."
Io:"Come conosci queste persone?"
Io:"La polizia già sta indagando ma ancora devono aprire un caso."
Io:"Stai dicendo che la polizia ha puntato i Johnson?"
James:"Già da quando hai arrestato a Manfite."
Io:"Ho fatto puntare i Johnson dalla polizia senza farlo apposta?"
Lui annuisce. Perché Brian non me l'ha detto?
Io:"Adesso però risolviamo prima questo."
James:"Certo. Può darsi che troviamo anche qualche cosa in comune tra questo caso e quello di Petit." Lo guardo ma lui non mi guarda.
Sa qualcosa questo bambino.
Accendo la macchina, tolgo il freno a mano.
Faccio aprire il cancello.
Entro.
Fermo la macchina all'entrata della casa.
Scendiamo e la chiudo.
James:"Questa è casa tua?" Chiede incredulo.
Io:"Certo."
Apro la porta.
Andiamo di sopra.
C'è la porta della stanza dei gemelli aperta.
Jungkook:"Dai! Smettetela!" E si mettono a ridere.
James guarda io no.
Io:"Andiamo, quella è la mia stanza."
Entriamo e vado nella cabina armadio.
Io:"Dove cazzo la nascosi?" Dico mettendomi una mano sulla fronte.
Io:"Scusa per la parolaccia."
Dico ricordandomi che è solo un bambino.
Lui non risponde.
James:"Vedi, è quella?"
Dice indicando uno scaffale.
Io:"Si, è questa."
La prendo. Guarda qualcosa e distoglie subito lo sguardo. Arrossisce.
Corrugo la fronte e guardo dove lui ha guardato poco fa.
Io:"Arrossisci per un paio di mutandine? Mi cadi in basso James." Sorrido. Ha guardato il mio intimo esposto.
Lui mi guarda storto ma non risponde. Sorrido e gli scompiglio i capelli mentre esco dalla cabina armadio.
Mi segue.
Mi siedo sul letto.
Io:"Siediti se vuoi sederti."
James:"Sì, grazie."
Si siede di fianco a me.
Apro la lettera che era ancora sigillata.
James:"Quanto tempo fa l'avesti?"
Io:"Prima di andare in coma... anzi, proprio il giorno in cui ebbi l'incidente."
Lui corruga la fronte.
Leggo la lettera.
Io:"Anche se tu non mi conosci, ti ho fatto un bel regalo. Tu solo con un uomo puoi vivere e non è Jeon Jungkook..." mi fermo un attimo.
James mi guarda.
Zane.
Sono stata solo con lui prima di Jungkook.
Edo Kid... Furto Kid, allora ha qualcosa a che fare... non è una semplice coincidenza.
Continuo a leggere.
Io:"Ho fermato un atto ingiusto, ho messo fine ad un matrimonio... sentiti onorata mia cara Made. Tra poco la vita ingiusta sarà. Firmato Edo Kid."
James:"Sai dove ho sentito un nome simile a questo?"
Lo guardo.
James:"Furto Kid. L'assassino che avevi arrestato tu insieme a Manfite Johnson."
Abbasso un po' lo sguardo.
"Jade." Guardo verso la porta.
Jungkook.
Io:"Jungkook, che c'è?"
Dico alzandomi dal letto.
Jungkook:"Chi è questo bambino? Non eri con Brian?"
Io:"Certo. Brian è sulla scena del crimine. Io sto indagando. C'è un nuovo caso omicida... e indovina chi è stato assassinato."
Lui alza un sopracciglio.
Io:"Il prete della nostra chiesa."
Jungkook:"Che cazzo dici?"
Io:"Sì... voglio scoprire a tutti i costi chi è stato."
Jungkook guarda James.
Jungkook:"E tu chi sei?"
James:"Sono James Dawson. Piacere." Dice avvicinandosi a lui e porgendogli la mano. Jungkook esita per un attimo ma gli da lo stesso la mano.
Jungkook:"Io sono Jungkook."
Ritira subito la sua mano.
James:"Sei coreano?"
Jungkook:"No. Non vedi ho lo scotch che mi sta tirando gli occhi?"
James lo guarda storto.
Io:"Sì James, è coreano. Comunque adesso andiamo ad indagare sul posto. Può darsi che scopriamo qualcosa in più."
Jungkook:"Un bambino che indaga su un caso omicida?"
Io:"Esatto. Lui non è un semplice bambino. È un piccolo Sherlock Holmes."
Dico sorridendo.
Gli porgo la mano.
Io:"Andiamo?"
Lui annuisce e afferra la mano.
"Papà quando vieni?"
Artemis.
Artemis:"Ciao mamma." Viene vicino a me.
Mi abbasso e le do un bacio.
Io:"Ti stai divertendo?"
Lei annuisce guardando James.
Io:"Lui è James. Presentati."
Dico ad Artemis.
I due si fissano, ma non spiccano parola.
Guardo Jungkook con la fronte corrugata e lui fa spallucce.
James sorride.
James:"Sono James Dawson. Piacere di conoscerti."
Dice porgendo la mano ad Artemis.
Artemis:"Io sono Artemis Soyon Jeon."
Dice afferrando la sua mano.
Ha una parlantina incredibile questa bambina.
Restano lì a guardarsi.
Io:"James, Artemis."
James si ritira la mano. Artemis fa finta di tossire.
James:"Andiamo?"
Io:"S-sì..."
Mi prende la mano e mi tira.
James:"Ciao Artemis."
Artemis:"Ciao James."
Io:"Ciao Jungkook ci vediamo dopo, ciao piccola della mamma."
I due mi salutano e andiamo via.
Saliamo in macchina.
James:"Quanti anni hai detto che aveva tua figlia?"
Prendo le chiavi della macchina.
Io:"Quasi tre anni, perché?"
James:"No niente."
Lo guardo e sorrido.
Accendo la macchina ed esco dal cancello.
Io:"Adesso ti racconto una storia."
Lui mi guarda.
Io:"I miei nonni materni, stettero insieme per sessant'anni. Mio nonno aveva vent'anni e mia nonna ne aveva quindici. Avevano, insomma, cinque anni di differenza. Sono morti entrambi di vecchiaia. Mio nonno mi disse una cosa bellissima. Gli chiesi perché si era sposato con la nonna... siccome lei era così piccola e lui mi disse guarda Jade, onestamente non ho mai visto l'età in tua nonna. Ho sempre visto con me come si comportasse ed ho sempre messo il mio amore al primo posto. Ti puoi innamorare di chiunque nella vita, anche da bambini ci si può innamorare, ma la cosa giusta da fare è sempre mettere l'amore al primo posto. Mai l'età, mai la bellezza, mai l'aspetto fisico, mai nulla se non prima l'amore."
Lui mi guarda.
Io:"Hai capito il concetto?"
Lui fa 'sì' con la testa.
Io:"Cresci con questo discorso in mente, ti sarà più facile l'amore."
Dopo qualche minuto arriviamo in chiesa.
Io:"Brian. Avete scoperto qualche altra cosa?"
Mi tira il polso e ce ne andiamo da parte.
Brian:"C'entrano i tuoi amici con i coltelli." Mi metto a ridere.
Brian:"Che ridi a fare?"
Io:"Sei buffo."
Esce mezzo sorrisetto anche a lui.
Io:"Comunque... perché loro?"
Brian:"Perché è il tuo prete, vi doveva sposare. Quel Jadeide è innamorato di te, avrebbe fatto di tutto per non farti sposare."
Corrugo la fronte.
Kaito Kid.
Cazzo.
Adesso ricordo dove avevo sentito questi nomi.
Sento un tuono.
Io:"Brian, aspetta. Devo andare un attimo in un posto."
Brian:"Adesso esci di nuovo? Non dovevi indagare?"
Io:"È quel che sto facendo."
Gli mando un bacio da lontano e faccio per andare.
James:"Jade dove vai?"
Io:"Devo fare un attimo una cosa. Tu va' a vedere tuo padre cosa combina."
Lui annuisce.
Esco dalla chiesa.
Salgo in macchina.
Parto.
Vedo l'ora: 05:50 pm.
Tra venti minuti il cimitero chiude.
Accelero un po'.
Noto una cosa: una macchina bianca dietro di me.
È una BMW.
Faccio mezzo sorrisetto.
Io:"Credi che non ti abbia riconosciuto amore mio? Ti sbagli di grosso."
Arrivo al cimitero e la macchina va avanti, non si ferma.
Parcheggio.
Scendo dalla macchina e corro vicino al cancello del cimitero.
Vado dritta vicino la lapide di Zane.
Eccola.
Io:"Ciao amore mio, scusami per il disturbo. Devo risolvere un caso importante per me."
Dico frettolosa con mezzo sorrisetto.
Mi inginocchio e leggo la dedica che gli ha lasciato la famiglia sulla lapide.
Al nostro defunto Zane, al nostro secondo figlio, il nostro Kaito Kid.
Sei stato una grande sorpresa per la tua famiglia, sei stato sempre il migliore tra i Kid.
Il criminale più umile e rispettoso di sempre.
Al nostro Kaito Kid.
Io:"Furto Kid, Kaito Kid, Edo Kid. Ma certo. Jason, Zane e Will. I tre fratelli." Guardo la foto di Zane.
Io:"Sto per avverare un altro tuo desidero, ho risolto il caso."
"Finalmente hai capito che ero io."

My euphoria, 3. JkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora