8.

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Lo ammetto, anche se da fuori non sembra, sono molto agitata per l'incontro di questa sera, i miei riflessi da umana e la mia forza fisica non sono più dei punti di forza, anzi, peggio.

Porto lo sguardo sugli occhiali appoggiati sul mio comodino e sospiro...

Sono davvero convinta di poterlo fare? Non importa se lo sono o meno, devo farlo... devo esserne in grado. Per loro. Per il branco, anche se non ne faccio parte. E probabilmente è l'unico vero motivo per cui mandano me...sono uno scarto, se mi perdono, chi ne risente? Nathan? Il professor Jackson? E poi? Non ho neanche più una famiglia, sono sacrificabile.

<<Togliti quelle stupide idee dalla testa Aveline Rose>> il mio sguardo scatta su quello del professor Jackson.

Alcuni vampiri, hanno diciamo, dei poteri, quello di Jackson, è leggere nella mente. Ma solo quando uno cala le barriere, ed io, credo purtroppo di averlo davvero fatto.

Lo guardo mentre si avvicina <<Posso?>> chiede indicando il posto accanto a me e annuisco, per poi riportare lo sguardo sulle mie mani.

Si siede appoggiando i gomiti alle ginocchia e incrociando le mani fra loro, in modo da potersi sporgere per cercare il mio sguardo.

<<Perchè devi sempre vedere la parte negativa delle cose? Pensi davvero che io abbia deciso di mandare proprio te, perchè sei sacrificabile?>> domanda ma non rispondo, così afferra il mio mento per voltarmi e far incrociare i nostri occhi.

<<Lo pensi davvero?>> scuoto la testa.

Sospira per poi spostare la mano fino ai miei capelli e sistemarmeli dietro all'orecchio.

<<Sei come una figlia per me Aveline, non ti getterei mai in pasto ai leoni se non sapessi che tu sapresti domarli>> accenna un sorriso.

<<Che vuoi dire?>> domando con un filo di voce.

<<Che dovresti vederla come un opportunità Avy, lasci che ti chiamino omega, scarto, e so che lo fai solo perchè se gli spaccassi il muso saresti sospesa e non hai dove andare. Ma dovresti vedere il fatto di compiere questa missione come un'opportunità, che non sei solo un'omega, ma sei molto di più. Più forte, più intelligente. Non è il colore dei tuoi occhi e l'altezza del tuo rango a definirti Aveline, questo ricordatelo sempre>> mi sorride, sa sempre come confortarmi.

<<Io credo in te>> il suo sorriso mi contagia facendone comparire uno anche sul mio mentre arrossisco.

<<E ora vai da Nathan, è preoccupato per te anche se cerca di non darlo a vedere, è in camera sua, l'ho incontrato poco fa in corridoio, mentre pensava se entrare o meno in camera tua>> una leggera risata lascia le labbra di entrambi e ci alziamo insieme.

<<Grazie>> esclamo abbracciandolo e ricambia prima di darmi un buffetto sul naso e uscire.

Prendo un bel respiro e poco dopo lascio anche io la mia stanza richiudendola a chiave. Percorro il corridoio fino in fondo per scendere le scale e raggiungere il piano di sotto, dove è situata la stanza di Nathan. Si in effetti questa scuola è molto piccola, pochi piani, penso che questa più che una scuola sia un rifugio, un bellissimo rifugio accanto al mare, dove poter essere noi stessi. Un posto che ci salva dal mondo crudele là fuori, oltre il bosco, appena ti immetti sulla Road. Lì le barriere del mondo perfetto crollano e c'è solo pericolo, e io tra poche ore tornerò proprio nella tana del lupo.

Un piccolo sbuffo di risata lascia le mie labbra alla frase contorta, ironico no? Si dice nella tana nel lupo, proprio come se non ci fossero dubbi che è proprio lui a essere il cattivo, il lupo.

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