20 Treasure

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(LOUIS)

Gli One Direction si trovavano a Los Angeles per le ultime tappe prima della pausa che avrebbe permesso a Liam e Niall di festeggiare i compleanni con le proprie famiglie e a tutti loro di rigenerarsi prima di ripartire  per l’ultima parte del tour che li avrebbe portati in Nuova Zelanda, Australia e Giappone.
Eleanor era andata con loro e per forza di cose, Louis non aveva sentito Elise così spesso come avrebbe voluto. Erano state settimane gravose e strane in cui aveva sentito la necessità di prendere in mano la sua vita e di farle imboccare finalmente una sola direzione. Sapeva che non era giusto tenere impegnati i cuori di due ragazze, che prima o poi avrebbe dovuto scegliere, ma non era in grado di farlo.
Lasciare Eleanor avrebbe significato rivoluzionare tutta la sua esistenza: sua madre l’adorava, le fans la rispettavano ed era la persona perfetta per far parte di quel mondo con cui, invece, Elise sembrava non aver alcun punto in comune. D’altra parte, però, erano mesi che non faceva l’amore con lei, “sono stanco” le diceva, ma in realtà non riusciva nemmeno ad eccitarsi ed aveva paura che potesse sfuggirgli un altro nome. Era come se avesse paura di contaminare il suo legame con Elise, un rapporto che gli procurava piacere, vergogna, passione e sensi di colpa, tutto insieme.
E poi c’erano tutti gli impegni: il tour, il film in uscita, il nuovo album. Sempre di corsa tra l’aeroporto, nuovi alberghi e concerti, interviste, trasmissioni. Era così sballottato, da non aver nemmeno la calma necessaria per riflettere e questo lo portava ad adagiarsi in quella situazione di comodo.
La cosa peggiore di tutte, però, era Harry: dover affrontare ogni giorno il suo sguardo accusatore, il modo in cui riusciva a dirgli le cose senza nemmeno aprire bocca. Sapeva che pretendeva da lui una decisione definitiva, ma lui al momento non era in grado di prenderla, non da solo, almeno: le fans, la band, Eleanor, le loro famiglie, Luc… c’erano troppi interessi in ballo e alla fine la felicità di alcuni, sarebbe stata l’infelicità di altri, questo era inevitabile.
Si affacciò al balcone della sua stanza, aveva una voglia matta di una sigaretta, ma dopo quanto era successo a Miami, doveva farlo di nascosto e non c’era gusto. Lanciò un’occhiata distratta in giardino e vide Harry appoggiato ad un albero che scriveva chissà cosa in quel quadernetto marrone che portava sempre con sé e che non mostrava mai a nessuno. Non gli aveva mai chiesto cosa contenesse, sapeva solo che era l’ultima parte che rimaneva di Harry Styles, l’unica celata al mondo sempre affamato di nuove notizie su di lui.
Scese in giardino e gli sedette vicino, Harry chiuse immediatamente il quaderno.
-Louis, hai un aspetto orribile- gli disse strizzando gli occhi offesi dalla luce del sole.
-Sono stanco- rispose l’altro porgendogli i suoi Ray Ban.
-Portare avanti due vite è sicuramente spossante- commentò Harry, sarcastico.
-Per favore, aiutami, dimmi quale delle due devo scegliere.
Harry prese un elastico che teneva intorno al polso e raccolse i capelli in un ciuffetto sulla sommità della testa che lo rese simile ad un cagnolino da salotto, poi chiuse gli occhi e alzò il viso verso il sole, rimanendo in silenzio. Louis si arrabbiò.
-Rispondimi almeno!
L’altro si tolse gli occhiali e lo guardò con gli occhi appena socchiusi e un’aria quasi scocciata:
-Smetti di chiedermi consigli, le cose accadono, non esiste sempre una spiegazione logica per tutto.
-Sì, ma… Harry che faresti al posto mio?
-Al tuo posto non avrei problemi.
L’altro lo guardò come se non capisse e Harry perse la sua proverbiale pazienza.
-Sarò chiaro, e duro, una volta tanto. Se sei indeciso tra due donne devi scegliere la seconda, perché se tu fossi stato davvero innamorato della prima, non avresti mai cercato l’altra.
-Ma io Elise, non l’ho cercata: è capitata nella mia vita e non l’ho frequentata con lo scopo di innamorarmene.
-Appunto è questo che cercavo di dirti. Non si può scegliere in amore, è un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo al cortile. Beatrice non la si sceglie, Giulietta non la si sceglie. Tu non scegli la pioggia che t’inzupperà le ossa all’uscita di un concerto.
-Harry smetti di farti grande con i paroloni: questa l’hai presa sicuramente da un libro.
-Sì, “Rayuela”, me l’ha regalato Elise, tra l’altro. Dovresti leggerlo, ti aprirebbe la mente.
-A me sembra invece che a forza di leggere o guardare film come “The Notebook” e scribacchiare su quel quaderno, tu stia perdendo il contatto con la realtà. Dammi un consiglio concreto, per favore.
-Dovrei scegliere al posto tuo e liberarti da ogni responsabilità? È questo che vuoi? Fammi sapere quello che vuoi sentirti dire e facciamola finita. Cosa devo consigliarti? Di scegliere Eleanor perché è la ragazza perfetta per uno che fa il nostro mestiere? O Elise, perché suo figlio vede in te il padre che non ha mai avuto e ne soffrirebbe anche lui?
Louis nascose la testa tra le ginocchia, mentre Harry andava avanti con le domande a cui non avrebbe avuto risposta.
-Allora? Vuoi che ti dica che devi restare con Eleanor perché l’hai presa in giro tutti questi mesi? O Elise, che ti ha riportato sulle labbra il sorriso di quando ti ho conosciuto? Se vuoi che sia un pessimo amico lo sarò, basta che tu la smetta di raccontarti bugie o farti domande a cui non vuoi rispondere.
Louis si alzò stizzito, al diavolo Harry e la sua filosofia: aveva bisogno di un aiuto reale, Zayn stava riposando e Liam era sparito, forse Niall avrebbe potuto aiutarlo. Per trovarlo gli bastò seguire le urla di Dan, martirizzato come al solito dagli altri membri della band che gli stavano facendo la ceretta.
-Siete dei bambini- li rimproverò Louis.
-Una volta riuscivi a divertirti anche tu, che ti è successo? È da quando siamo in America che sembra che ti abbiano staccato la spina- gli disse Josh.
-Ti manca Elise?- azzardò Sandy, ma Louis rispose con una smorfia e prese Niall sottobraccio per parlare in privato con lui.
-Cosa c’è?
-Lo sai.
-Quello che ha detto Sandy?
-Harry sostiene che dovrei essere in grado di scegliere tra Elise ed Eleanor, ma io non ci riesco perché le amo tutte e due, seppure in modo diverso.
-Se dici così significa che non vuoi bene a nessuna delle due. Quando ami davvero una persona la sceglieresti sempre e comunque senza alcuna esitazione. Non nasconderti Louis, so che conosci la risposta. Chi vorresti al tuo fianco per sempre?
-Elise- rispose l’altro di getto, poi si morse le labbra e aggiunse- ma…
-Elise- disse Niall con un’espressione seria che aveva difficilmente- Elise, senza alcun “ma”.
Louis aprì la bocca per ribattere, ma Niall gli mise il dito sulle labbra.
-Non aggiungere altro, ti sei risposto da solo. Io torno a giocare, se vuoi unirti, sei il benvenuto, perché ho come l’impressione che quei famosi diciassette anni tu li abbia persi nel giro di quindici giorni.
E detto questo scappò via correndo.
Erano tutti così bravi con i problemi degli altri, ma cosa ne sapevano di quello che accadeva dentro di lui? Avrebbe voluto vederli al suo posto!
Fece una lunga passeggiata all’interno del resort che li ospitava, una bellissima prigione dorata, ma pur sempre fatta di sbarre invisibili, come quelle che ingabbiavano il suo cuore e contro cui si feriva ogni volta che provava a distendere le ali. Da lontano vide Niall e Josh con un pallone in mano che cercavano un posto tranquillo in cui fare due tiri, avrebbe dovuto unirsi a loro per scaricare la tensione, ma aveva paura che l’amico riprendesse il discorso affrontato poco prima e cambiò strada per non incrociarli.
Non aveva bisogno di consigli, né di qualcuno che gli dicesse che la decisione definitiva avrebbe dovuto trovarla dentro di sé: voleva qualcuno che gli ordinasse cosa fare, che facesse le cose al posto suo.
Purtroppo per Elise lo trovò.
Liam se ne stava disteso al sole, canticchiando sereno, notò Louis che  camminava come se non avesse la più pallida idea di dove andare. Ultimamente lo aveva  visto sempre più distratto, assente; un momento era euforico e subito dopo si rintanava da qualche parte con aria depressa. Liam sapeva bene di quanto fossero dolorose e devastanti le battaglie che si combattono contro se stessi e non era sicuro che Louis fosse abbastanza forte per farcela, così decise di aiutarlo.
-Ehi Tommo, che fai?
“Tommo”, Elise lo chiamava sempre così, sorrise senza rendersene conto e si avvicinò a Liam.
-Niente, sto morendo di noia come al solito.
-Stai morendo di altro, invece. Si tratta di quella ragazza, vero?
-Per favore, non mettertici anche tu, non dirmi che devo cercare la risposta dentro di me, perché non sono in grado di vedere nulla.
-Non lo farò- disse Liam allungando il braccio per prendere il quaderno su cui stava appuntando idee per le canzoni del nuovo album, strappò un paio di fogli e poi li diede all’amico assieme alla penna.
-Cosa devo fare?
-Siediti e scrivile una lettera di addio, sarà molto più facile dire ciò che pensi se non senti la sua voce o se non la guardi negli occhi. So che ti piace, che ti fa tenerezza, che adori suo figlio, ma hai bisogno di un altro tipo di donna al tuo fianco. Una donna che sia tanto bella da essere inattaccabile dalle critiche delle fans, una ragazza con una vita normale, senza scheletri nell’armadio che non possa essere tormentata dai media, una ragazza come Eleanor o come la mia Sophia.
-E l’amore, i sentimenti? Non puoi scegliere chi avere al tuo fianco, come faresti con l’auto da comprare- improvvisamente a Louis fu chiaro il discorso di Harry.
-Comportati pure da egoista, allora, e lascia che tutti facciano a pezzi la tua ragazza madre con le cosce cicciottelle e ricorda che, anche se tutti noi pensiamo che sia una cosa stupida e assurda, Luc rimane la copia vivente di Niall. Sai che notizia ghiotta per i giornali! Vuoi davvero bene ad Elise e a suo figlio? Allora lasciali andare, starà male per un po’, ma poi troverà un ragazzo in grado di volerle bene e che faccia da padre a quel bambino.
Liam aveva toccato i tasti giusti.
-Hai ragione, seguirò il tuo consiglio.
-Puoi finirla in aereo, gliela porto io immediatamente quando sbarchiamo a Londra stasera, così non avrai tempo per ripensarci.
L’altro se ne andò, lasciando Louis seduto al tavolino con la penna in mano, il cuore spezzato e lo sguardo perso dietro quelle righe che la mente induceva la mano a scrivere.


A Letter to Elise (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora