Angolino dell'autrice: la storia è narrata in prima persona da Elise, ma ci sono alcuni capitoli in terza persona in cui a parlare è Louis. Questo è il primo.
(LOUIS)
Gli One Direction si trovavano in Irlanda e trascorrevano la maggior parte del tempo tra un concerto e l’altro, confinati nel tour bus a morire di noia.
Zayn stava dormendo, Liam e Niall erano andati a dare il tormento ai ragazzi della band, gli altri due erano sdraiati nei loro letti, impegnati con i loro cellulari.
Louis stava guardando per l’ennesima volta le foto che aveva scattato a Elise e Luc al parco giochi, senza neanche accorgersi che le sue labbra si distendevano in un sorriso sempre più grande a mano a mano che ricordava i particolari di quella giornata.
-È Niall da piccolo, quello?- chiese Harry sporgendosi dalla sua cuccetta posta sopra quella dell’amico e sbirciando la foto sul suo telefono.
-No, è il figlio di Elise.
Non c’era bisogno di rammentargli che si trattava della ragazza dell’albergo di Londra, ormai Harry ne aveva sentito parlare così tanto da considerare familiare quel nome.
-Quando eravamo lì non me ne ero reso conto, ma assomiglia a Nialler in maniera impressionante!
-Chi è che mi somiglia?- chiese il diretto interessato entrando di corsa e guardandosi alle spalle per essere sicuro di non essere inseguito, mentre fuori si sentivano grida disumane e rumore di secchiate d’acqua.
-Questo bambino- disse Harry, togliendo il cellulare dalle mani di Louis per mostrarglielo.
-Jeez è vero, ma a quell’età avevo i capelli più scuri. Il naso e gli occhi, però. sono identici ai miei e anche la bocca.
Louis si tirò su dal letto appoggiandosi sui gomiti.
-Senti Niall, a quanti anni hai perso la verginità?
-Quattordici circa.
-E com’è successo?
-Louis! Smettila!- intervenne Harry che aveva capito dove volesse andare a parare l’amico.
-A una festa, credo, ma ero ubriaco e non ricordo nulla, per questo dico sempre che la mia prima volta…
Non fece in tempo a finire il racconto perché Louis si alzò all’improvviso, lo afferrò per il colletto della camicia e inchiodandolo alla parete, iniziò ad urlargli contro:
-Idiota irresponsabile! Sai cosa significa scopare ubriachi? Vuol dire dimenticare la protezione e rischiare di mettere incinta la tua partner. Ce l’hai fatta a controllarti, Niall? Sai cos’è successo a quella ragazza? O te ne sei tornato tranquillo a casa?
Niall era incapace di reagire, stupito dal comportamento dell’amico sempre solitamente tranquillo e di buon umore. Toccò a Harry far ragionare Louis: lo afferrò per le spalle obbligandolo a mollare la presa, poi lo abbracciò e lo accompagnò fuori affinché si calmasse.
Si sedettero per terra, appoggiandosi al retro del bus in modo da non essere visti dalle fans, Harry cominciò a sbucciare una banana e a mangiarla a piccoli morsi, aspettando che la rabbia dell’amico scemasse del tutto, poi gli disse:
-Fermati a ragionare un attimo. La tua è un’ipotesi assurda, anche se ci sono tante coincidenze. Rifletti. Il Westmeath è grande: quante possibilità ci sono che Elise e Niall fossero alla stessa festa? E anche se fosse accaduto, non ti sembra assurdo che tra le migliaia di ragazzi che si sono presentati ai provini di X Factor, tu sia stato messo nella stessa band della persona che l’ha messa incinta? Non essere ridicolo, nemmeno il più ingenuo degli scrittori ricorrerebbe ad una trama così fuori dal mondo.
Harry aveva ragione, come sempre, ultimamente i loro ruoli si erano invertiti: l’altro aveva messo la testa sulle spalle e lui si stava comportando davvero come un diciassettenne impulsivo e immaturo.
-Torno dentro a chiedere scusa a Nialler.
-Aspetta. C’è un’altra cosa che vorrei chiederti.
-Spara.
-Questa ragazza, Elise, che ruolo ha nella tua vita?
Louis non era pronto a rispondere ad una domanda tanto intima e così diretta, si passò nervosamente una mano tra i capelli e poi balbettò:
-Elise è… è la mia Chérie!
-Eh?
-È più di un’amica, ma meno di una fidanzata.
-Ah è una flirtationship!- esclamò Harry con l’aria di chi la sapeva lunga.
-Cosa?
-Un’amicizia con i benefici di una relazione, niente sesso, solo qualche coccola. È questo che siete?
-Non so dare un nome a quello che siamo.
-Te lo chiedo perché sono un po’ preoccupato, ti vedo molto preso da lei: appena abbiamo un minuto libero corri al Pilot, ne parli in continuazione, hai le vostre foto sul cellulare. Rifletti bene: lo fai per la scommessa o c’è qualcosa di più?
-Abbiamo messo dei paletti: non dobbiamo innamorarci l’uno dell’altra, questa è la regola della scommessa.
Harry sorrise in maniera indulgente, come fanno le madri quando ascoltano i figli che raccontano loro delle frottole ignorando che sono a conoscenza della verità.
-Lo sai vero che le farfalle sanno volare e se ne fregano dei paletti? Che sono bellissime, ma hanno le ali fragili?
-Non sono innamorato di lei, se è questo che vuoi sapere.
-Allora cosa provi per Elise?
Louis chiuse gli occhi e reclinò la testa all’indietro, sospirando.
-Non esiste una combinazione tra le ventisei lettere dell’alfabeto in grado di descrivere quello che sento quando siamo insieme.
Harry si chinò per grattare via una macchiolina di fango dagli stivali, poi alzò la testa e rivolse all’amico uno sguardo talmente penetrante da mettere Louis in imbarazzo.
-Non giocare con lei, ha già sofferto abbastanza.
-Non ho intenzione di prenderla in giro, voglio solo proteggerla da se stessa e aiutarla a trovare la felicità.
-Nobile intento, ma chi proteggerà te? Chi salva l’eroe quando non è in grado di farlo con se stesso?
A Harry piaceva fare il filosofo, buttare là frasi apparentemente profonde, ma che poi non significavano nulla o dire cose banali che in realtà avevano mille sfaccettature; Louis non gli rispose e prese in mano il telefono per non sostenere più il suo sguardo indagatore, mentre l’amico tornava nel bus.
Andò su Twitter, postò qualcosa sul concerto di quella sera poi andò a controllare il profilo di Elise; lei aveva scritto che le cose migliori della vita iniziano per F e sono food e family. Quasi senza pensarci, Louis commentò che avrebbe dovuto aggiungere anche “fun”, in contemporanea al suo tweet apparvero anche la risposta di Niall che si diceva d’accordo sul cibo e quella di Harry che suggeriva “fuck”. Quei tre tweets, uno sotto l’altro, erano l’anticipo di una catastrofe che avrebbe voluto evitare, Louis sbiancò, entrò nel tour bus come una furia e apostrofò gli amici:
-Siete due coglioni! Come vi è venuto in mente di rispondere entrambi a Elise dopo che lo avevo fatto io? Vi rendete conto che avete appena puntato un faro gigantesco su di lei?
-Cancelliamo subito quello che abbiamo scritto!- si affrettò a dire Harry.
-Troppo tardi- fece osservare Niall mostrandogli il numero di preferiti e retweet che cresceva vertiginosamente.
Si guardarono tutti e tre con aria smarrita.
-E adesso?- chiese Louis, prima che Paul li chiamasse per andare a pranzo.Quel pomeriggio Elise, ignara di tutto, stava stirando in camera sua, mentre suo figlio, ai suoi piedi, giocava con la pista delle macchinine. Si sentiva felice perché quella sera ci sarebbe stato l’ultimo concerto in Irlanda e Louis le aveva promesso che sarebbe passato a trovarla l’indomani approfittando del giorno libero prima dei concerti di Manchester. Ad un tratto entrò Léonie con fare concitato.
-Cugina è una catastrofe! Ci sono i giornalisti.
La velocità del gossip era impressionante quando si trattava degli One Direction: i media si erano già fatti diverse domande sul motivo per il quale Louis Tomlinson si recasse così spesso al Pilot ed era stato paparazzato diverse volte nel cortile del pub. Erano girate anche voci che avesse una relazione con una cameriera del locale, ma nessuno era riuscito ad avere conferme, fino a quel momento.
-C’è un inviato del Mirror che chiede di te, vuole fare una chiacchierata su come mai tu abbia ricevuto tre risposte dagli One Direction su Twitter e se conosci Tommo. Tuo padre gli sta spiegando che qua non c’è nessuna Elise, ma quello non demorde.
Il cervello di Elise lavorò in fretta.
-Mandami su Jean- chiese alla cugina, mentre prendeva il telefono per chiamare Louis.
Sperò che il concerto non fosse già iniziato, ogni squillo a vuoto le faceva salire l’ansia.
-Dai Tommo, rispondi!
-Chérie! Che succede?
Elise tirò un sospiro di sollievo e sfogò la sua tensione sull’interlocutore, nonché causa dei suoi guai.
-Questo me lo devi spiegare tu! Tu e i tuoi amichetti avete combinato un casino con i tweet di stamattina: al piano di sotto c’è un giornalista del Mirror che vuole parlare con me.
A quel nome Louis si sentì ribollire il sangue nelle vene: erano gli stessi che avevano gettato fango su sua madre e sul suo nuovo compagno, non poteva permettere che facessero lo stesso con Elise.
-Che facciamo?
-Scrivimi un tweet, adesso, in cui chiedi a Jean come mai abbia un profilo da femmina, fingeremo che il mio sia l’account di mio fratello. E digli che vi vedrete domani al pub. Dovrebbe funzionare.
Funzionò. Jean spiegò al giornalista che @EL91 era lui e il giorno successivo Louis venne fotografato al Pilot mentre sorseggiava una birra in compagnia del fratello di Elise. Per completare l’opera postò una foto su Twitter ringraziando l’amico per la bevuta e Harry e Niall commentarono salutando Jean, fingendo di conoscerlo.
L’allarme era rientrato. Elise, però, era molto triste perché a causa di tutta quella messa in scena, non aveva potuto vedere Louis. Dopo cena si mise seduta su una poltrona nella sala comune fingendo di leggere un libro, senza rendersi neanche conto delle lacrime che scorrevano sulle sue guance.
Benoit si mise a sedere sul bracciolo accanto a lei e le asciugò il viso con la manica come quando erano bambini.
-Sarà così per sempre. Togliti dalla testa quel ragazzo se non vuoi passare la vita a nasconderti dai giornalisti e dalle fans. Fallo adesso prima che sia troppo tardi, fallo per Luc.
Elise guardò il fratello.
-È tutto a posto, non preoccuparti, ho la situazione sotto controllo- invece non era affatto così, non era affatto pronta ad affrontare tutto ciò che implicava anche avere una semplice amicizia con Louis Tomlinson.
Quella stessa sera, in un albergo di Manchester, Louis voltò le spalle a Eleanor dicendo che si sentiva molto stanco, spense la luce e si mise a pensare a Elise e al ruolo che aveva nella sua vita.
-“È la mia Chérie”- aveva spiegato a Harry, senza rendersi conto di averla collocata in una parte del suo cuore di cui neanche lui sospettava l’esistenza
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A Letter to Elise (Ita)
Fanfiction-Da bambina immaginavo il futuro come un immenso foglio bianco su cui disegnare la vita. Poi, a diciassette anni, mi sono ritrovata in mano un test di gravidanza positivo e quel foglio si è improvvisamente trasformato in un modulo prestampato cui ri...