« Ciao Peter, mi sei mancato. »
Non sai quanto.Apro gli occhi, é passata tutta l'estate, un blitz temporale di cinque anni, mentre io ero congelata nel tempo insieme all'altra metà della popolazione globale ed un altro anno. Una volta tornata mi sono sentita più disadattata di prima, ragazzi della mia età erano diventati adulti e per me non era passato nemmeno un giorno.
Ho passato l'ultimo anno di scuola insieme ai miei coetanei e a dei ragazzi nati cinque anni dopo di me. Le città erano distrutte, le persone pure, numerosi eroi hanno combattuto ed alcuni hanno perso la vita. Peter ha perso la sua figura paterna di riferimento, di nuovo.
Luke e Carla hanno continuato a frequentare la scuola con me, mentre Fede é cresciuto. É rimasto da solo senza nessuno di noi ed é cambiato radicalmente in quei cinque anni; fisicamente si é imbellito, la sua massa muscolare é aumentata ed é anche migliorato notevolmente nell'attività fisica. Quando mi ha rivista si é messo a piangere, io non l'avevo nemmeno riconosciuto inizialmente, mi ha presa in braccio arrivando quasi al punto di stritolarmi. Mentre vedendo Carla gli si sono spenti gli occhi, forse rivederla dopo così tanto tempo, dopo aver rimpianto di non essersi dichiarato al momento giusto, l'ha destabilizzato nel profondo.
Quando abbiamo ricominciato a vederci cercava di farmi sentire a mio agio spiegandomi di tanto in tanto i cambiamenti avvenuti in quegli anni, ma non ce n'era realmente bisogno; abbiamo un legame profondo, siamo in situazioni simili e ci siamo accettati in ogni versione di noi stessi.Il sorriso di Carla é rimasto raggiante e Luke non ha modificato la sua attitudine per lo studio. Loro non hanno subito grandi cambiamenti dopo il blitz temporale, come me d'altronde.
L'ultimo anno é passato piuttosto velocemente: le giornate sono state quasi tutte uguali, né brutte né belle, come se fossero tutte tendenti a un grigio calmo in cui i giorni si sciolgono e mischiano senza distinzione l'uno dall'altro. Gli unici momenti felici che ricordo dell'anno scorso sono le giornate in biblioteca con Carla e gli allenamenti con Fede.
É da qualche mese che ho iniziato la vita da universitaria, se due anni fa, o sei anni fa se così é meglio dire, pensavo che i miei crimini si stessero riducendo a meno di niente, non avrei nemmeno immaginato la mia situazione attuale.
Frequento l'ESU, Empire State University; sinceramente non so cosa ci faccia qui, é un'università di ricerca privata a New York facente parte del Ivy League. Mi hanno offerto una borsa di studio e così ho accettato senza neanche considerare le altre, non ci potevo credere. Vivo praticamente tra laboratorio e lezioni e grazie a questi macchinari e le nuove conoscenze che ho appreso e apprenderò potrei anche scoprire più informazioni sul mio passato e sull'origine di questo strano potere.
Riguardo a Peter, non l'ho più visto. Dopo tutto quello che é successo abbiamo passato un anno ad evitarci accuratamente e finito il liceo non ce n'é stato più bisogno. Avrei voluto contattarlo in ogni modo mentre c'è stata l'invasione della Terra, penso che quel giorno fosse in gita scolastica, ma non ne sono del tutto sicura; quando mi sono vista scomparire ero a tavola con Fede e sono sfuggita dalle sue braccia mentre cercava di rassicurarmi e mi teneva stretta, non ho nemmeno pensato a Peter, non capivo niente.
In ogni caso, anche dopo quell'episodio ho pensato a lui spesso, quasi ininterrottamente, ma non ho mai agito, avevo paura e ce l'ho tutt'ora. Non posso presentarmi da lui solo perché ne ho bisogno. Dopotutto oramai farà fatica a ricordarsi di me quasi, insomma é fine ottobre e noi due quel giorno siamo un ricordo lontano.
Sarà ora di alzarmi dal letto. Il mio appartamento in affitto é un bi locale di un sottotetto, é carino e ho l'università a due passi, dato che é a Manhattan. Continuo ad indossare parrucca e lenti a scuola, solo con Gabri e Steve posso stare senza. Steve é invecchiato parecchio, lui ha passato i cinque anni del blitz sulla Terra mantenendo la biblioteca aperta. Quando sono tornata era sollevato, ma tranquillo della situazione, come se se lo aspettasse. Mi ha raccontato le imprese compiute dai supereroi, la vedova nera, ironman... mi dispiace averlo abbandonato, passo a trovarlo solo nei weekend, anche se gli scrivo spesso. Gli ho lasciato Meow, non avrei potuto portarlo qui ed ora gira tranquillo per la biblioteca sonnecchiando e facendosi coccolare dai lettori.
Appoggio i piedi sul pavimento e vado in bagno a fare una doccia, indosso un maglione blu e verde scuro e dei jeans a zampa ed esco. L'ESU é grande e fuori ha un bel giardino, che ora é ricoperto da foglie multicolore, mi piace pensare sia la mia scuola. Non conosco praticamente nessuno qui, l'unico con cui sono entrata più in confidenza é il professore Warren, evidentemente mi ha preso in simpatia, mi ha fatto incontrare dei suoi studenti più grandi per mostrarmi alcuni progetti e chiedermi se volessi collaborare, dice che ho « degli occhi analitici » e che le persone così devono applicarsi. Non so bene cosa intenda, ma non mi dispiace darmi da fare per studiare chimica, quindi accetto volentieri le proposte che mi offre.
« Williams, aspetta alla fine della ora se puoi, devo parlarti. » mi dice a inizio lezione mentre entro in aula.
« Certo, non c'è problema. » vado a sedermi.
Aspetto la fine della lezione e lo raggiungo.« Ecco, oggi pomeriggio dovresti fare un tour del laboratorio ed esporlo a i nuovi ragazzi, c'è chi cambia scuola ed entra in questo mese, una ragazza brillante, qui da poco più di un mese, dovrebbe invogliarli a studiare qui.
« S-sicuro, ci sono. Per che ora? »
« Alle quattro davanti all'entrata principale. Tieni la lista dei partecipanti, » me la porge e la infilo tra i libri che ho in mano « grazie mille. Allora ci vediamo più tardi. »
« Si figuri, arrivederci. »É già l'una, rientro in casa, mangio un panino di fortuna e accendo il computer. Devo ripassare la storia dell'Univeristà e nomi e funzione delle apparecchiature all'interno dei laboratori.
Non ci voleva proprio.
Lancio un'occhiata all'orologio, ho circa un'ora e mezza e poi devo uscire. Ce la posso fare.Chiudo il computer stanca già prima di iniziare a fare il tour ed esco di nuovo di casa.
« Ciao, sono Diana Williams e sarò la vostra guida per il tour della scuola oggi, avete domande prima di iniziare? » dico sedendomi sui gradoni all'entrata.
I ragazzi scuotono le teste, cavoli sono davvero tanti, non riesco nemmeno a vederli tutti. Faccio l'elenco dei nomi e alzano la mano uni ad uno.
« Bene, direi che possiamo procedere. Questa scuola fa parte del Ivy League ed é una delle scuole più prestigiose per quanto riguarda l'ambito scientifico in tutti gli Stati Uniti... » entro e inizio a mostrare le varie aule per arrivare in laboratorio, sono tutti in silenzio, sembra quasi una processione.« Per favore non toccate niente, sono macchinari altamente pericolosi e sperimentali; questo, per esempio, » mi avvicino a un neutralizzatore di particelle-materia, « é un apparecchio che serve per annientare quark, elettroni e neutrini. »
« Un neutralizzatore di particelle... » si sente un brusio dal fondo.
« Sí... » rispondo leggermente scocciata, come fa a saperlo? « Non siamo ancora in grado di dividere a metà una particella subatomica seppure in questi anni la scienza é stata in grado di tagliare a metà un atomo; diciamo che siamo ancora ben distanti dall'... »
Mi fermo, una voce dal fondo parla ininterrottamente sottovoce, é sempre la stessa, faccio un bel respiro e riprendo « ...Nostro obiettivo. » cambio tono. Non riesco nemmeno a vedere chi sia, scorgo solo un cappellino che si muove leggermente quando sento il brusio.Durante tutta la durata del giro non smette un attimo di parlare. Ho per giunta spezzato la matita dal nervosismo.
« Bene, abbiamo terminato, » dico tornati davanti all'entrata principale « spero che la visita sia stata di vostro gradimento, arrivederci. »
« Hey, sei stata molto carina, non é che ti andrebbe di usc- » si avvicina un ragazzo piuttosto fiero di sé, mentre mi volto verso di lui noto quel cappellino che se ne va.
« Scusami, torno subito. » lo congedo senza neanche guardarlo in faccia e faccio qualche passo fino al ragazzo col cappello che ha disturbato durante tutta la visita.
« Senti, » gli dico toccandogli la schiena con un dito, si ferma « se quello che ho detto non ti interessava, saresti anche potuto restartene a casa. »
Mi ero ripromessa di stare in silenzio, ma uno così sicuramente non avrebbe scelto questa Università visto il suo scarso interesse.
« Scusa? » si volta.
« Ho detto che- » mi arriva il cuore in gola, che cosa ci fa qui? É da troppo tempo che non lo vedevo.
Mi blocco letteralmente, « niente, come non detto. » abbasso la testa e mi volto, il mio respiro si fa affannoso. É cresciuto, decisamente, faccio un paio di passi per tornare indietro, tra tutti proprio lui dovevo incontrare?
« Scusa, ero interessato comunque. » urla da lontano.
« Come no. » dico tra me e me.
« Non crederci. » risponde. Cavolo! É vero che mi sente.Accenno un mezzo sorriso di spalle, ci risiamo.
Ciao!!! É passato un po' di tempo e ho deciso di scrivere un secondo volume... spero che il primo capitolo vi sia piaciuto❤️
STAI LEGGENDO
Incontri segreti 🕸 II
FanfictionSequel di "Incontri segreti", la storia di Diana e Peter. Sono passati diversi anni, Diana va al college e non parla con Peter da quel terribile giorno in cui tutto è finito, vive la solita vita abbastanza solitaria a eccezione dei suoi due amici. T...