Buonanotte

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« Peter... » dico aprendo appena la bocca, mi ha ipnotizzata. Scuoto la testa e mi riprendo « Non è successo niente, lasciami andare. » scosto la sua mano dalla mia schiena, o almeno cerco di farlo, perché oppone resistenza, non ha intenzione di lasciarmi.
« Niente... » si passa la lingua sui denti « a chi pensi di raccontarlo? » mi stringe il braccio con la mano con cui tiene la ragnatela, guardandomi alzando le sopracciglia. « Non sono obbligata a dirti quello che mi succede. » cerco nuovamente di andarmene, ma mi tiene.
« E questo chi lo dice? »
Rimango a bocca mezza aperta per l'ovvietà della risposta « Beh, qualcosa come la Legge? »
« E da quand'è che la segui? » accenna un sorrisetto.
« Touché, » smetto di fare resistenza fisica « comunque parlavo per te. »
Torna serio « Dai, dimmi cos'è? »
« Cosa? »
« Che ti ha reso così? » mi squadra da testa a piedi. Non posso rimandare ancora, devo dirgli qualcosa e anche subito, « Come mai ora ti interessi? Mi è sembrato avessi altro a cui pensare... »
« A cosa ti riferisci? »
« Piuttosto "a chi" » rispondo acida, ho trovato.
« Non capisco. »
« Certo che no, hai fatto finta di non vedermi. »
« Silvia. » ci è arrivato finalmente.
« Amore andiamo a casa, voglio fare le cosacce!!! » lo imito canzonandolo.
« Non la chiamo Amore. Comunque non ti ho vista seriamente. »
« Eri troppo concentrato su ciò che avresti dovuto vedere poco dopo, no? »
« Sei una bambina Diana, non puoi dirmi che sei così ostile con me per questo, o che eri così abbattuta per lo stesso motivo. »
Qualcosa lo capisci, peccato che io sia una ragazza sensibile e vederti con quella là mi abbia fatto venire voglia di prenderti a pugnalate sulla schiena.
« Che cosa ne sai tu. » abbasso lo sguardo, strizzo gli occhi cercando di farmi uscire le lacrime, la mia scusa non reggerà a lungo se continuo a parlargli così, ma fare la vittima non mi viene facile.
« Peter, non volevo parlarti, o toccarti, perché mi ripugni, » non ce la faccio, non ce la faccio « pensarti con un'altra ragazza non mi dà fastidio, ma non riesco a reggere il pensiero che tu ti sia messo proprio con lei. » continuo a tenere lo sguardo basso, mi sto mordendo il labbro per evitare di ridergli in faccia o strappargli un braccio.
« Ci siamo rincontrati poco fa e mi ha chiesto di uscire, poi è andata come è andata. » dice quasi come se non fosse colpa sua.
« L'altra sera mi sembravi tu quello più convinto. »
Prende il mio volto con una mano lasciandomi andare il braccio « Mi dispiace, non avrei voluto farti vedere quella scena, su, ti accompagno a casa. »
« Non mi serve, grazie. » mi lascia andare togliendo la mano dalla mia schiena, alzo la mano e mi volto per proseguire, ma sento i suoi passi dietro di me. Non posso nemmeno provare a incolparlo di qualcosa che si scusa, diamine Peter!
« Peter, ti ho det-» « -Lo sai che non mi convincerai, manca poco tanto. »
« Come lo sai? » lo guardo inquieta, poi realizzo « Ah, sí, mi seguivi. »
« Segui* » mi corregge.
« Come? Oggi no. »
« Ti piacerebbe, ti ho tenuta d'occhio tutto il tempo, è per questo che ero così preoccupato. »
« In che senso? »
« Nel senso che ti stavo guardando, ho sbattuto gli occhi ed eri un'altra persona. »
« Un-un'altra persona? » sto iniziando ad avere ansia.
« Sí, sei improvvisamente diventata così- » mi indica « -così vuota. »
« Grazie. » giro gli occhi, ci mancava essere definita vuota.
Tuttavia ciò che mi ha detto Peter è interessante, lui non ha visto niente, è successo tutto in un battibaleno, quella donna ha un'abilità strana, e quindi saprà anche manipolare il tempo in un qualche modo, ci mancava.
« Peter, ma scusa, quando sei arrivato mi hai chiesto se avessi fatto qualcosa anche se sapevi che non avevo fatto niente? » gli chiedo confusa, mentre continuo a camminare passando da un tetto all'altro.
Sorride « Era una scusa, dovevo dire qualcosa, e avresti comunque potuto darmi qualche informazione, non si sa mai. »
Perchè a quel ragazzo hanno dato la possibilità di sorridere? Altro che morso di ragno, quello basta come super potere!
Arriviamo sopra al palazzo di fianco al mio « Beh, sono arrivata. » alzo le spalle fermandomi. Si gira verso di me « Buonanotte, vuoi che ti porti giù? » lancia un'occhiata dritta alla mia finestra.
« No, io, riesco da sola. » scuoto la mano per salutarlo; con un movimento fulmineo, mi afferra e salta nel vuoto, il mio corpo si irrigidisce, siamo già alla mia finestra.
« Odio questa cosa. » lo folgoro, accorgendomi solo dopo di essere a cavalcioni su una sua gamba che tiene piegata, se la ritirasse finirei come una sottiletta a terra.
« Abbiamo fatto prima. » risponde abbastanza compiaciuto della mia reazione, mi allungo verso l'apertura della finestra e la rompo facendo forza per aprirla. Lui si inclina verso il muro per facilitarmi l'impresa e mi lascia entrare.
« Beh, notte. » gli dico, « Buonanotte Diana. » accenna un sorriso e sfugge dalla mia vista.

Cado sul letto priva di qualunque forza: quella donna, che cos'è? Cosa vuole da me?
E Peter: la scusa che ho cercato di vendergli non mi sembra l'abbia totalmente convinto, e in realtà non so nemmeno se è una scusa; certo non mi sarei messa a piangere perché esce con Silvia, ma la voglia di staccagli un arto ce l'ho; e in più proprio lei tra tutte!
Domani andrò a cercarlo per scusarmi per la scenata di oggi e chiedergli di dimenticare, non posso permettere che venga coinvolto in questa storia, non deve rimanere vittima dei miei problemi personali, non questa volta.
Parlargliene è fuori discussione, si farebbe subito carico della protezione del mondo, ma questa volta non sta a lui risolvere questo casino; ce la farò, se si ripresenterà troverò un modo per comprendere se quella donna è una reale minaccia e quali sono i suoi obiettivi, beh oltre a me.
Non appena presa questa decisione crollo nel mio solito sonno tormentato.

Suona la sveglia, mi preparo come al solito ed esco di casa. Finite le lezioni provo a cercare Peter andando al suo dormitorio, busso alla porta, la sento aprirsi « Senti, scus- e tu che ci fai qui? » aggrotto le sopracciglia quando vedo che il ragazzo ad aver aperto la porta non è Peter, ma Matteo.
« Volevo chiederti la stessa cosa. » mi guarda leggermente divertito. « Io, ho sbagliato stanza penso... » faccio un passo indietro, che situazione imbarazzante.
« E io che pensavo fossi venuta per me, » rimane appoggiato allo stipite della porta, « che strana coincidenza, già... » mi guardo intorno nel corridoio, la stanza è quella giusta, perché c'è Matteo allora?!
« Chi stavi cercando? » mi chiede, « Io, sai, la biblioteca mi aveva detto che un libro era del ragazzo di questa stanza, mi ha detto il nome, ma non ricordo bene. » mi passo una mano tra i capelli, non avrei potuto inventare scusa peggiore.
« Forse è il mio compagno di stanza, lui legge molto e poi si dimentica di riportare i libri; entra, ti aiuto a cercarlo. » mi lascia spazio per entrare.
« S-si? Ah, grazie mille. » non posso dirgli di no ora!
Ora i letti sono due, dai lati opposti della camera, si fa fatica a camminare tra i libri e i quaderni sparsi per terra.
« Scusa per il disordine, sai il mio compagno è un mio amico d'infanzia e, dato che sono arrivato dopo, tutte le camere singole erano occupate e quindi mi ha offerto di stare con lui. »
« Gentile, » rispondo mentre mi metto a cercare un libro che non mi serve.
« Ma alla fine è quasi come stare in camera da solo, di notte è sempre fuori, penso che dorma dalla sua ragazza. »
Mi sale un groppo in gola anche se so benissimo che sta fuori per altri motivi.
« Allora ti è andata bene, » dico « eccolo! Era questo che cercavo! »
« Il Signore degli Anelli? »
« Sí, sai, letto e riletto, ma sempre bellissimo. » me lo stringo al petto come se avessi trovato il Sacro Graal, devo uscire da qui prima che arrivi Peter. Vorrei evitare equivoci del tipo "Hey, io e il tuo amico d'infanzia ci conosciamo, e sai perché? Beh, immagina." Anche perché farebbe totalmente tracollare la scusa che gli ho detto ieri.
« Beh, grazie di avermi aiutata, » mi avvio verso l'uscita; si avvicina per aprirmi la porta « Ci vediamo allora, » allunga una mano sulla maniglia girandola.
« Sí, sí, » mi sposto indietro per non prendere la porta in faccia.
« E io che stavo per usare le ch- Diana? » mi guarda stranito.
Sbatto contro Matteo « Ciao! » accenno un falso sorriso.
« Hey, quindi vi conoscete! » risponde Matteo.
Peter mi guarda in cerca di risposta, io giro lo sguardo, come glielo spiego?

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