« Chi sei. » sento la voce della persona che è qualche metro dietro di me, non la riconosco.
Non è Peter.
Però è una bella voce. Mi volto, « Potrei farti la stessa domanda. »
Vedo pochissimo, non ci sono luci se non quel poco che filtra dalla finestra rotta; riesco solo a riconoscere che ha la parte superiore del volto coperta, gli vedo le labbra.
« Sei stata tu? » domanda rimanendo a distanza, « Non vedo come ti potrebbe interessare. » continuo a fissarlo cercando di capire qualcosa di più.
Chi diamine è questo qui che spunta dal nulla?!?Improvvisamente mi si fionda addosso portandomi una mano al collo e bloccandomi i polsi con l'altra.
« Cosa vorresti fare? » rimango inerme, mi sbatte contro al muro « Cosa ci fai qui? » stringe la presa intorno al mio collo.
« S-stavo solo facendo un giro. »
« Come no. » mi allontana e mi fa risbattere la testa contro la parete.
« Chi sei? » ripete « E perché sei qui? »
« Te l'ho detto, stavo solo facendo un giro. Non ti ho mai visto da queste parti. »
« Non giro di qui di solito- » si blocca e piega il volto come se fosse in ascolto di qualcosa.
« Stavi piangendo. » afferma « E come l'hai capito? Dagli occhi rossi e appannati forse? Sí, non mi stavo facendo una canna se è questo che vuoi sapere. Non è che per caso sei uno sbirro? Avete cambiato uniforme? Devo dire che non mi dispiace questa. » gli dò un'occhiata veloce.
« Pensi che sia un gioco? Dimmi perché cazzo eri qua o- »
« Conoscevo la ragazza. » lo interrompo tornando seria. « Questa volta non è direttamente colpa mia. » sospiro.
« Questa volta? »
Alzo lo sguardo « Non sai chi sono? Seriamente non pensavo che fosse così difficile riconoscermi... È vero che ultimamente non sono più molto attiva, ma comunque ai tg ogni tanto si sente parlare di me... »
« Non fare la spiritosa ragazzina. » mi alza da terra per un attimo, ma mi rimette subito giù come se si fosse accorto di aver esagerato.
« Sul serio non hai riconosciuto i capelli bianchi? È vero che ho su il giubbotto, ma pensavo che trovandomi su una scena del crimine fosse abbastanza facile unire i puntini. »
« Stai ancora fa-hai detto bianchi? » stringe i miei polsi rilassando leggermente la presa sul collo.
« Non è che quella maschera ti offusca un po' la vista? Fa stile, ma non so quanto sia comoda a questo punto. » mi sporgo in avanti, il mio petto sfiora il suo.
« Credimi, non è la maschera il problema. » accenna un sorriso « Quindi non sei stata tu? » riprende.
« No. »
« Stai mentendo. »
« Non sto mentendo. »
« Sei stata tu? »
« No! »
« Ti senti nella posizione di dirmi cazzate? »
« Non sono stata io. » ripeto ferma.
« Non riesco a capire. » dice tra sé e sé « Perché non reagisci? » tira un pugno al muro di fianco alla mia testa.
« Non ho voglia. » la sposto istintivamente pensando che mi avrebbe colpito.
« E va bene, » mi lascia andare facendo un paio di passi indietro « Non è l'ultima volta che ci vediamo questa. » inizia a camminare per tornare sui suoi passi.Chi diavolo è quel tipo? Cosa vuole da me? Non capisco se sia soltanto un bell'imbusto o se ci sia qualcosa di più sotto, in certi punti della conversazione mi è sembrato quasi troppo imbecille, in altri perspicace. Mi basta solo che esca da quella porta adesso e mi lasci qui, non poteva beccarmi in momento peggiore.
Anche se, ripensandoci; un'altra persona incognita che si catapulta nella mia vita come se niente fosse, non posso permettermi di temere anche lui. Non voglio sentirmi costretta a fare qualcosa per ricatto come...
« Hey- » lo chiamo, sta per uscire dalla porta, si ferma.
« In realtà mi è tornata la voglia di reagire. » lancio a terra la giacca correndogli in contro, si abbassa, schiva perfettamente le mie mosse, non ho alternative: devo ferirlo.
Gli prendo il bicipite distruggendo la tuta e la sua pelle, lo sento respirare profondamente; ma come, neanche un urlo?
Mi abbasso e gli passo tra le gambe prendendogli le caviglie e premendo, il tessuto è più duro di quel che sembra; non si lamenta ancora.
Sto per afferrargli la gamba per farlo cadere quando fa un salto facendo una capovolta in aria atterrando a cavalcioni sopra di me, avvinghio le mani al suo collo prima che possa bloccarmele.
Nel silenzio si sentono solo i nostri respiri affannosi, sinceramente preferirei fare altro in questo momento che concerni questo sforzo fisico.
« Non ti voglio rivedere mai più, mi hai capita? »
« Mi rivedrai fino a quando non sarò certo che non hai fatto del male a nessuno. »
« Chi cazzo sei? Un giustiziere benigno per caso?! Perché spunti fuori solo ora?? » cerco di prendere fiato tra una parola e l'altra.
« Te l'ho detto, non giro spesso da queste parti. »
È provato anche lui, le ferite che gli ho inflitto non sono gravi ma bastano per destabilizzare, anche se non sembrava soffrirne molto sul momento.« Non sei nessuno per impedirmi di fare quello che voglio! Non sei la cazzo di legge in un tribunale! » gli urlo, sono fuori di me, non riesco a pensare a dover provare la stessa paura che provo per quella donna per un'altra persona.
« La legge, già... » di nuovo quel mezzo sorriso « Non essere così impaurita, non cercherò di farti del male. »
« Ora sei tu che mi prendi in giro?! Perché dovrei essere impaurita? Non vedi dove sono le mie mani, potrei farti fuori da un momento all'altro. » mi fingo calma come al solito.Che cazzo ha quest'uomo, non posso neanche più pensare adesso, il mio cuore batte come una macchina per l'ansia.
« Ascolta, » mi prende lentamente i polsi, « dimmelo di nuovo che non hai fatto tu questo. »
Sgrano gli occhi, non capisco perché lo voglia sentire ancora; ma il gesto che ha fatto è stato in un certo senso dolce.
« Non sono stata io. »
« Non mi stai dicendo tutta la verità, ma è abbastanza. Prima non ne sembravi così sicura. »
« Non ci rivedremo mai più? »
« Solo se scopro che hai mentito. »
« Non l'ho fatto. » rispondo decisa.Stacco le mani dal suo collo, ora i miei palmi sono bagnati e gelidi, a sua volta mi lascia andare.
Rimango stesa a terra ancora stupefatta.Come sempre il mio pensiero torna a Peter: dovrei dirglielo di questo tizio? Potenzialmente non è una minaccia dato che non abbiamo fatto nulla, ma potrebbe andare a cercare anche Peter...
Mi alzo e torno a prendere il giubbotto a terra giusto a qualche metro dal sangue rappreso. Accendo una sigaretta e chiamo Peter mentre esco.
« Pronto? È tardissimo. »
« Lo so, in questi giorni sei tornato al club? »
« No. »
« Sul serio? »
« No, perché tu? »
« Ecco, diciamo che una persona mi ha chiesto se fossi stata io a fare quello che è successo. »
« Chi? » risponde improvvisamente coinvolto.
« Non lo so, volevo solo dirti che magari potrebbe succedere anche a te. »
« Ma era un poliziotto o qualcosa del genere? »
« No no, »
« Un violento? »
Esito a rispondere, se gli dico di sì mi riempirà di domande e verrà sommerso dai sensi di colpa « n- »
« Ti ha fatto male? »
Ho aspettato troppo.
« No, no. »
« Sai dire solo questo adesso??? »
« No! Cioè no, diamine. »
Ride « Sí, va bene, a proposito, hai più sentito della signora Ylang? »
« No, perché? »
« Al telegiornale han detto che è scomparsa, probabilmente si starà nascondendo da qualche parte. »
« Sí. » rispondo un po' pensierosa « Da qualche parte... » chissà dove, non mi sembrava tipa da scappare.« Allora ci vediamo in Uni, »
« Sí certo, buonanotte Peter. »
« Buonanotte. »
« E stai atten- » riattacca.
Non mi ha sentita.
STAI LEGGENDO
Incontri segreti 🕸 II
FanfictionSequel di "Incontri segreti", la storia di Diana e Peter. Sono passati diversi anni, Diana va al college e non parla con Peter da quel terribile giorno in cui tutto è finito, vive la solita vita abbastanza solitaria a eccezione dei suoi due amici. T...