La serata Strip Club

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« Non c'è un bagno qui? » si scosta da me sedendosi.
« Nella stanza no Peter, è proprio necessario? » rispondo.
« Abbastanza. »
« Non puoi farla a casa? »
« Non è quello il problema. »
« Ah. » rispondo senza aver capito immediatamente « Ahh, oh, beh. » finalmente ricordo il problema.
« Hai perso la parola? » domanda scocciato.
« No, ecco, puoi farlo qui. »
« Non davanti a te. »
Mi avvicino e gli appoggio una mano sulla spalla « Sei troppo duro con te stesso, non è mica la fine del mondo. »
« Fai pure le battutine? »
« No, mi è venuta così giuro. » trattengo una risata, quasi mi fulmina.

Si gira verso di me « Tu non sei neanche un po' eccitata? »
Che domande mi fai.
« Cosa chiedi Peter?! »
« Giusto per capire, sembro l'unico che non si sa controllare. » si indica il cavallo dei pantaloni.
Mi passo la lingua tra i denti « Per noi femmine è più facile non darlo a vedere, poi è comprensibile, con indosso questo sono effettivamente mozza fiato. » pizzico le calze tenute dalle giarrettiere.

« Simpatica oggi. »
« Sei tu che ora sei inverso. »
Dato che la situazione sembra stagna la prendo in mano io « Ascolta, masturbati adesso, io non posso andare dall'altra parte della stanza perché ci vedono se sto in piedi altrove, ti ho già visto venire Peter. »
« Era una situazione diversa. »
« Dai, l'avrai fatto una volta da solo o non sei capace? » alzo un sopracciglio tentandolo volontariamente.
« Diana, »
« Non possiamo stare qui fermi tutto il giorno, vorrei anche tornarmene a casa ora. »
Senza chiederglielo gli slaccio la cintura e i pantaloni « A volte sei così sicuro da far paura e ora ti prendi male per questo? »
« Ora però devo farlo pensando a te, ne sei cosciente? »
Mi si stringe lo stomaco, so che è per le circostanze ma ora sta eccitando me terribilmente; annuisco.
Infila una mano dentro alle mutande e estrae il suo membro, cerco di non guardare ma è praticamente impossibile.
« Chiudi la bocca te. » sorride malizioso, mi ha vista solo con la coda dell'occhio.
Riporto rapidamente il labbro inferiore a contatto con quello superiore accavallando le gambe.
Lui inizia a muovere la mano dal basso all'alto lentamente socchiudendo gli occhi, poi si velocizza iniziando a respirare affannosamente. Lo massaggia e lo tocca come solo lui sa fare con se stesso.
Devo distogliere lo sguardo o rimarrò ipnotizzata, mi metto a fissare la luce soffusa della lampada, anche se il suo respiro spezzato è ben più distraente.
Inizio a mordicchiarmi il pollice tentando di resistere alla tentazione di fianco a me, nel mentre passano i minuti, sinceramente pensavo ci sarebbe voluto di meno.
A una certa infila una mano tra le mie cosce e ne stringe una, non faccio in tempo a voltarmi e a prendergli il polso che lo vedo venire sul tatami accennando un sorriso compiaciuto. « Scusa, » ritrae la mano « ne avevo bisogno. » , stringo le gambe tra di loro.

« Ok, posso chiederti una cosa? »
« Sí. » si risistema gli slip e la cintura.
« Puoi dirmi in cosa consiste in pratica il piano? »
« Venerdì c'è la serata Strip Club, »
« Ma questo non è già-? »
« No, fino a una certa ora sarà uno strip club, quindi ci saranno pali da lap dance e la potrete fare su i clienti, mentre loro stanno nella stessa sala. È proprio questo, sembra strano, ma molti degli accordi più illeciti li fanno qui: sono sbronzi, spesso anche drogati, e in più non c'è nessuno di compromettente che possa filmare o vedere ciò che fanno. »
« Ah, »
« Non ti serve sapere di più. »
« E con i soldi? Questo posto costerà un sacco e in più tu non ci sei manco andato veramente a puttane. »
« Qui i clienti mettono tutto sul proprio conto e pagano a fine mese, solo che a fine mese al posto mio ci sarà qualcuno che chiederà alla gentile Ylang di tenere la bocca chiusa per evitare di chiudere. »
« Vuoi ricattarla? »
« N-no, non precisamente. » mi guarda come se si fosse reso conto di essere colpevole.
« Tranquillo, sai che lo fai per una giusta causa. » mi alzo e vado verso la porta; mi segue, anche se non è un altone riesce a superarmi anche con indosso questi spaventosi tacchi.
Scendiamo le scale, lo lascio nella sala principale e vado verso gli armadietti, in questo momento voglio solo tornare a casa a dormire e magari anche farmi una doccia.
In quella stanzina ci sono già due ragazze, la prima mora si sta cambiando, mentre l'altra è Georgia, seduta che fuma una sigaretta vicino alla finestra, stanno parlando di qualcosa, ma non riesco a capire bene l'argomento.
« Hey, come è andato il primo giorno? » si rivolge a me Georgia, « Non l'ho visto in volto, ma l'uomo con te sembrava avere un bel fisico, un buon inizio direi. » continua l'altra.
« Sí, devo ammettere che sarebbe potuta andarmi peggio. » mi infilo i pantaloni.
« Quanti anni pensi che possa avere? »
« Non so, » rispondo « sulla trentina. »
« Che culo! » esclama Georgia.
L'altra la riprende e si rivolge verso me « Scusa, è che qui siamo abbastanza abituate ai soliti clienti e lui è giusto qualche giorno che lo vediamo e non è mai andato con nessuna, sembrava scrutasse il territorio. »
« Sei stata proprio fortunata, è da un paio di giorni che mancano tre ragazze, se è uno standard è probabile che ti cercherà più volte; poi ti ha tenuta lì un bel po', si vede che è giovane, i vecchi a volte in due minuti sono già stanchi, non che sia un male, eh.  » conclude Georgia « Vieni qui a fumarti una sigaretta. » apre il pacchetto e me ne passa una con l'accendino insieme.

Me la metto in bocca e l'accendo, lei se ne accende un'altra.
« Se solo fossi terza, quanti soldi potrei fare venerdì. » sospira Georgia.
« Già, » annuisce l'altra.
« Perché? » domando io, Georgia mi guarda confusa, « Ah vero, non puoi saperlo, » si riprende « venerdì c'è la serata in cui si guadagna di più, viene molta più gente e per più di metà sera basta che fai qualche lap dance e sono contenti. Solo che a una certa ora due o tre uomini si scelgono le prime in classifica e le fanno dimenare come delle dannate anche tra di loro pagandole un'infinità. »
« Anche solo per guardare? » domando quasi sinceramente incuriosita.
« Già, » annuisce di nuovo la mora, è diventata un disco rotto.
« Ma sai cosa c'è? Quelli sono gay in realtà ma così fieri della loro mascolinità che rifiutano di ammetterlo. » constata Georgia « A volte quando ti scopano si sente che preferirebbero ci fosse un altro tipo di corpo lá sotto. »
« Che strano. » rispondo.

Dopo un po' torno a casa e finalmente mi butto sotto alla doccia, non aspettavo altro. Ripenso alla conversazione con Georgia, diventare una delle prime in classifica è necessario per sentire di cosa parlano quelli. Sinceramente non ho ancora ben chiaro come funzioni la classifica, ma devo trovare il modo per arrivare in cima.

Io che alle cinque di notte penso a come diventare la migliore prostituta del Club: dove sono finita.

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