Ossitocina

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« Pronto. » scorro il dito sull'icona di risposta.
« D-Diana? »
« Sí. »
« N-non sto bene, ti pre- » affanna.
« Ti sembro un ospedale? Un'infermiera? » rispondo abbastanza brusca.
« Mary non sto bene, tutto gira e la testa mi sta esplodendo, il corpo ribolle e faccio fatica a respirare. »
« Vai in Ospedale Peter. »
« N-non posso, non mi era mai successo, e se in Ospedale scoprissero che sono Spiderman sarebbe finita. »
« Hai su la tuta? »
« Eh, sì, non ho le forze per tornare a casa a cambiarmi per poi andare in osped-ale. »
« Va bene, dove sei? »
« Sotto casa tua. »
« Ma- perché non puoi andare da Ned? »
« È a casa dei suoi, Diana domani iniziano le vacanze di Natale, sono tutti a casa. »
« Vero... »
« Ti prego, sei l'unica che sa di me qui, non mi reggo in piedi. »
« Scendo a prenderti. » attacco. Infilo un paio di pantaloni della tuta e chiamo l'ascensore, non arriva, scendo le scale velocemente.
Sembra uno spaventapasseri, apro la porta e praticamente mi cade addosso.
« G-grazie. »
« Su, vieni, ma che diamine hai fatto per ridurti così? » richiamo l'ascensore e lo faccio appoggiare al muro.
« Non lo so proprio, stasera non mi sentivo un gran che, ma qualche ora fa ho iniziato a stare così. »
« Qualche ora fa?!? » l'ascensore è arrivato, saliamo.
« Sí, cioè, all'inizio era diverso, mi sentivo solo accaldato, poi hanno iniziato a formicolarmi le gambe e ora è così. »
« Quindi dici che può cambiare? »
« S-si, sinceramente ora lo spero. » entriamo in casa e lo faccio sedere sul mio letto mettendogli un paio di cuscini dietro alla schiena. Prendo la maschera dalla sua mano e la appoggio sul comodino.
« Non riusciresti a dormire? » cerco di capire la situazione.
« Per niente, sono sveglissimo grazie a questo mal di testa. »
« Ti porto un po' d'acqua e zucchero, non saprei, serve sempre. » corro in cucina.
« A meno che tu non sia diabetico. » torno col bicchiere in mano, « Sempre ironica tu, eh? » si avvicina il bicchiere alle labbra e beve.

Ragiono un attimo sul da farsi, dei geni ragno modificati non sono proprio il massimo da trattare. « Allora, hai qualche idea sul motivo per cui tu stia così? »
« Zero. »
« Sei stato ferito ultimamente? »
« Poco niente. »
« Sicuro? »
« Sí, vuoi controllare? » alza le braccia.
« Hai freddo? » lo ignoro.
« No, caldo, te l'ho detto. »
Lo osservo un attimo « Ti porto dei vestiti, magari starai più comodo. » apro i cassetti cercando qualche pantaloncino un po' largo e una delle magliette che uso per dormire. Glieli lancio sul letto.
Cerca di alzarsi in piedi e sento dal rumore che fa cadere la tuta sul pavimento, chiudo la cassettiera e mi giro « Sarà meglio che esca... » mi dirigo verso la porta.
« Aiutami, gira tutto. » sono costretta a voltarmi verso di lui, quel fisico, era troppo che non lo vedevo e non avrei doluto vederlo.
« Sí, » gli faccio girare il braccio intorno alle mie spalle per appoggiarsi, « dai, alza un piede alla volta, »
« Lo so cosa devo fare, non sono scemo, ma perdo l'equilibrio. »
« Tieniti a me. »
« Diana, non riesco a chinarmi, cado. » risponde un po' infastidito di dover ammettere così esplicitamente di aver bisogno d'aiuto. 
« E va bene. » mi abbasso inginocchiandomi e gli sfilo la tuta del tutto, mi passa i pantaloncini e glieli porto su.
« Siediti ora. » lo rifaccio mettere sul letto, è sudato e ansima.
Mi metto di fianco a lui « Peter pensaci, cosa può essere stato a ridurti così, è importante. » cerco anche io di fare mente locale su cosa possa essere successo.
« Io, non lo so, ma forse... può essere perché mi sono sottoposto a quell'ignezione del prof Warren? »
« Ma sei uscito di testa?!?! Lo sai che hai un DNA diverso! Non hai pensato alle possibili conseguenze?! Essí che dicono tu sia un genio! »
« Io, io non ci ho pensato che potesse avere effetti del genere. »
« P-Peter! Ma è possibile?! Almeno sai cosa c'era dentro? »
« Non mi picchiare. » mi guarda colpevole.
« Ma perché l'hai fatto? Non è possibile! » mi passo le mani tra i capelli « Prova a ricordare qualcosa, le possibili conseguenze.»
« Sí, forse qualcosa a che fare con l'aumento di ossitocina... »
« L'ossitocina?!?! Peter sai cos'è? »
« Certo che lo so, ma non sono eccitato ora, non pensavo facesse sul serio o potesse succedere qualcosa di così evidente. »
Non è possibile che abbia accettato a farsi immettere qualcosa che portasse all'aumento di ossitocina, tra tutti gli ormoni proprio questo?! Almeno per ora non c'è nessun segno visibile.

« Dai mettiamoci su la maglietta e proviamo a dormire. » prendo in mano la T-shirt.
« Cos'è? Ora mi parli come si parla ai bambini? »
« Magari così non ti ecciti. »
« Magari la prossima volta tieni su i pantaloni mentre sei in casa se vuoi prevenire questo. »
« Ma li ho su... » guardo in basso quasi stupidamente per controllare se ci siano.
« Diana, posso vedere al dilà di una finestra anche se non è al piano terra. »
« Dio, ma tu mi spii! »
« No, ho solo visto la luce accesa. »
« Non fa niente, sdraiati. » alzo le coperte e lo faccio stendere, « Bene dai, io vado di là, se hai bisogno di qualcosa chiamami. » gli dò una pacchetta sul braccio incapace di fare altro dato il nostro attuale livello di confidenza.

« No, Diana. » mi afferra la mano mentre mi alzo. « Cosa? »
« Stai qui. Resta, un altro po'. »
I suoi occhi, il suo sguardo, mi ricordano una delle prime sere che abbiamo passato insieme, quando abbiamo lavorato al progetto di scienze.
Potrei perdermi quando mi guarda così.
« Va bene. » torno seduta « Ma sei sicuro di non riuscire a dormire? Io in realtà ho abbastanza sonno. » sbadiglio involontariamente.
« Te l'ho detto, sto ribollendo. Ma tu sdraiati, basta che stai qui. » si sposta verso l'altro lato del letto, allora prendo il pigiama da sotto al cuscino « Girati. » gli ordino mentre mi spoglio, lo fa senza proferire parola e mi infilo nel letto.
« Allora, io provo a dormire, spengo la luce e ci provi anche tu, ok? »
« Ma ti ho detto che-»
Mi volto verso di lui appoggiando i gomiti sul cuscino « Non fare il bambino, hai affrontato di peggio, provare a dormire non sarà così difficile. » mi volto riappoggiando la testa sul cuscino.

Riesco a chiudere gli occhi e addormentarmi, se non fosse per il fatto che poco dopo mi sveglio improvvisamente tremando, non è molto diverso dal solito, se non fosse che Peter mi sta tenendo forte tra le sue braccia. Non so come sentirmi, giro il volto dietro di  me per cercarlo, sembra dormire, forse è meglio stia zitta e continui a dormire.
« Passi tutte le notti così? » apre solo la bocca.
« Non lo so, alcune... »
« Sei peggiorata. »
« Grazie per averlo notato. » mi rigiro, non si è ancora spostato, pensa di stare così tutta la notte?
Allunga una mano sul mio petto « Il cuore ti batte all'impazzata, non dirmi che è colpa mia. »
« Questo sarebbe provarci? » cerco di ignorarlo e tornare a dormire.
« Diana mi spiace, ma in questo momento vorrei farti diventare il collo viola, mi sento pulsare ovunque. »
« Ti spiace? Allontanati Peter, non mi devi stare attaccato per forza e io non vorrei cadere dal letto... in più ora che hai i capelli un po' più lunghi mi fanno il solletico se mi stai così vicino. » biascico già mezza addormentata.
« Non hai capito, » ha cambiato tono.
« cosa c'è ancora? » mi volto aprendo leggermente gli occhi, si mette sui gomiti « Non sai cosa ti farei in questo momento, potrei scoparti così forte da non farti alzare dal letto per una settimana. » sta quasi affannando nel dirlo; non batto ciglio « Sul serio? »
« Questa cosa, mi ha dato alla testa, non riesco a non pensarci, a non guardarti, a non volerti. »
« Forse dovrei andare in salone- » scosto le coperte dal mio corpo.
« Non ci provare, » afferra nuovamente la mia mano e la porta sotto alla sua maglietta facendomi passare tutta la fila di addominali e il petto liscio per poi scendere fino all'elastico dei pantaloni, sospiro.

Quindi fa sul serio, non pensavo fosse così una conseguenza di quell'ignezione su di lui. Ritiro leggermente la mano « Peter, io... » non so cosa dire, non so cosa fare.
« Non ci sto più dentro, so che mi vuoi, non fare così. » avvicina il suo volto al mio, cerco di tirarmi indietro per quanto possibile.
« No Peter, non sei in te, non hai testa in questo momento. »
« Quando mai ti sei rifiutata di scopare con me? Sono peggiorato così tanto? »
« N-non sei peggiorato, è che non posso, sei tu. » faccio fatica a restare concentrata e a non andare contro a ciò che sto dicendo, lui mi guarda così e mi tiene ancora stretto il polso.
« Non serve che andiamo fino in fondo, basta che... » abbassa lo sguardo come se stesse rimuginando.

Inizio ad alzarmi « Peter, ci vediamo do- », mi afferra il collo stampando le sue labbra sulle mie, sgrano gli occhi e appoggio una mano al materasso per non cadere.
Non stacca più le sue labbra dalle mie, sono socchiuse ma immobilmente contro le mie; diamine, io dovrei cercare di stargli lontano.

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