Libri

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Guardo la penna tamburellare sul banco, quando finirà quest'ora?
Il professor Warren ci congeda «... Ah, Williams- »
« Si. » mi fermo prima di uscire.
« Uno dei miei alunni ha assistito al tuo tour di settimana scorsa sotto mia richiesta, e me ne ha parlato positivamente. Sei stata brava anche se te l'ho chiesto all'ultimo minuto. Grazie. »
« G-grazie a lei, credo. » mi giro per uscire.
« Ah, e mi ha detto che ha cercato di essere fastidioso ma che hai mantenuto la calma, non me l'aspettavo. »
« Cosa? » spalanco gli occhi.
« Non te ne sei accorta? »
« No, sì, ecco, ehm, arrivederci. »
Cazzo.
Un suo alunno? Non l'ho mai visto in classe, ma questo significa che frequenta l'Università con me. Non ci posso credere. 

Scendo le scale in preda alla confusione: ho passato un anno a evitarlo in ogni modo, entravo a scuola prima e uscivo appena suonava la campanella, attuavo furti minimi e sempre in zone sperdute. Non é possibile che ora me lo ritrovi come alunno del mio stesso insegnante e di nuovo nella mia stessa scuola!

A pensarci meglio però quando mi hanno offerto la borsa di studio mi avevano detto che stavano cercando altre due persone della mia stessa scuola, ma non avrei mai immaginato che Peter fosse una di loro.

Mi squilla il telefono: é fede, rispondo.
« Pronti. »
« Ci sei? Ho fame. »
« Sto arrivando, »
« Sono qui fuori, ti aspetto. »
« Ti ho detto che arrivo, cia- » metto giù.

Apro il portone ed esco, é infondo al selciato seduto sull'erba.
« Hey, mi hai portato il pranzo? » osservo ciò che sta tirando fuori dallo zaino.
« Avevi dubbi? » mi passa un panino e mi siedo di fianco a lui.
« Come va a lavoro? » cerco una bottiglietta d'acqua dentro alla borsa.
« Fare il ricercatore d'informatica in Università é difficile, figuriamoci quando sei il novellino... »
« C'é qualche bella collega che ti ha preso di mira? » alzo le sopracciglia prendendolo in giro.
« Ma magari, solo quel vecchio bastardo del custode a cui non piaccio. »
« Beh, ci sono gusti e gusti... » ammicco.
« Non ci pensare nemmeno, che schifo, ora chi se lo mangia più il panino. » si tira indietro immaginandosi una scena di cui non vorrebbe essere protagonista. « ...Luke invece mi ha detto che lì c'è una ragazza che gli va dietro. »
« Mai successo. » accenno un sorrisetto.
« Non fare la stronza Diana, e... Carla? L'hai più sentita? »
Mi fa tenerezza quando ci tenga. La mia espressione si modifica diventando più sincera « Ci sentiamo spesso, si trova bene e mi ha detto che le mancano un po' i vecchi tempi. Vecchissimi per te... »
« Già, mancano a tutti. » sospira, mi guarda « Diana non fare quella faccia triste e persa, mi prendo male lo sai. »
« Scusami stavo solo pensando che sei stato da solo per cinque anni. » distolgo lo sguardo dal suo.
« Non ero solo, ho trovato altri ragazzi nella mia stessa situazione. »
« Mi dispiace. »
« Smettila scema, non mi ci far pensare. » mi dà una pacca sul braccio. Gli sorrido leggermente.
« Ah, ho una cosa da dirti! » appoggio le mani sulle ginocchia.
« Dimmi. »
« Sai chi ho scoperto che viene in Università? » spalanco gli occhi.
« No, non lui. » si mette a ridere « Non ci posso credere! E come l'hai scoperto? »
« Me l'ha detto il mio professore, letteralmente poco prima di uscire. »
« Ah, quindi lo sai da poco! Bello, no? »
« Vorrei poterlo dire. »
Finiamo il pranzo e andiamo alla biblioteca universitaria ho un paio di libri da prendere. É molto diversa da quella di Steve, non ha le poltrone di legno foderate di rosso, i tappeti persiani e quell'atmosfera dolce e accogliente. É luminosa e vi sono tavoli e sedie per chi vuole fermarsi, adatta ad un ambiente più studentesco, e tendenzialmente é abbastanza fornita.

« Mi scusi ma La Valle dell'Eden non l'avete? » mi rivolgo alla bibliotecaria dopo aver scrutato attentamente gli scaffali.
« Dovrebbe esserci... » va a controllare, ma torna a mani vuote sistemandosi i capelli arruffati.
« Ho cercato anche nella sezione fumetti, ma é praticamente vuota, se non per qualche foglio stracciato, non é che-? »
« Ma sul serio? » corre in quella direzione, rimango ferma ad aspettarla, Fede trattiene una risata vedendomi innervosita.
« Non saprei, un fantasy? Avete la Storia Infinita? »
« Tesoro, stai elencando solo libri già presi in prestito. Però potrei controllare quale studente li ha... »
« Lo può sapere? » domando incuriosita.
Accende il computer e inizia a digitare mentre mi risponde « Uno studente che abita nel Campus ha la possibilità di tenere il libro più a lungo lasciando il numero della sua camera, così che, nel caso in cui lo trattenga troppo a lungo sia possibile recuperarlo. Il problema é che nessuno in effettiva controlla che le scadenze siano rispettate o si prende la briga di andare a disturbare gli studenti... » fissa concentrata lo schermo.
« 91756! » alza lo sguardo verso di me vittoriosa.
« Cosa? » rispondo.
« La camera, se vuoi la Valle dell'Eden devi andare lì. »
« E per La Storia Infinita? »
« Fammi guardare... 03646. »
« Ma in che ordine sono i numeri delle camere? Mi sembrano troppo alti... »
« Non perdere tempo a ragionarci, i numeri più alti sono nei piani più alti, ti basta questo. »
« G-grazie? » scrivo i numeri sulle note del telefono e io e fede usciamo.

« Penso che debba andare ora, torno a lavoro. »
« Va bene, ci vediamo, io allora vado a cercare i ladri di libri. Scrivimi quando arrivi. »
« Come se avessi bisogno di dirlo a una piccina come te. »
« Bastardo, hai solo un anno più di me! »
« Sei! » mi fa una smorfia, ricambio e si allontana.
Tiro dritta verso i dormitori. Parto dalla 03646, dovrebbe essere a piano terra se non sbaglio... trovata! Busso.
Nessuno. Grande!
Mando gli occhi al cielo e salgo le scale, quattro piani esattamente prima di trovare la stanza giusta. Busso piuttosto scocciata e stanca. Mi apre la porta-
Peter.
Non é possibile che sia sempre lui?!
« Ho bisogno del libro che hai preso dalla biblioteca. » non mantengo il contatto visivo.
« Quale? »
« La Valle dell'Eden. » rimango impuntata davanti alla porta mezza aperta.
« Entra, ne ho un po', cercatelo. » apre la porta e mi fa passare senza spostarsi di un millimetro.

La stanza non é troppo grande, ma non é male, ha un poster di Spiderman, il letto rifatto, la scrivania in legno in disordine e tanti, tanti libri.
« Non pensavo leggessi così tanto, posso guardare qui? » mi sistemo i capelli dietro alle orecchie mentre indico i libri ammucchiati per terra.
Annuisce. La maggior parte sono volumi di scienze, matematica, fisica e talvolta informatica.
Sento il clack della porta che si chiude, mi batte il cuore, dannata me, possibile che mi emozioni per così poco? Dopo più di un anno mi fa ancora effetto, diamine.

Con la coda dell'occhio lo vedo andare verso il letto, io sono accovacciata per terra, mi supera per andare a sedersi.
« Tsk, non lo trovo. » dico tra me e me.
« Prova in quella pila là. » mi fissa, sono in soggezione.
Annuisco e mi sposto, « È scaduto il tuo permesso su questo libro, si può rinnovare se ti serve più tempo per leggerlo... » gli comunico.
« Non l'ho letto. »
« Ma? No, fa niente, non cercherò di capirne il motivo. » evito di approfondire la discussione.
« Sapevo saresti venuta a cercarlo. »
Rimango di schiena rannicchiata a cercare il libro, non capisco cosa stia dicendo.
« Sí? Beh, Steinbeck è molto bravo. » rispondo disinteressata.
Alzo una pila di libri e mi cade brutalmente dalle mani. « Dio, se mi aiutassi farei in fretta e sarebbe meglio per entrambi. » mi volto scocciata vedendo che non si è nemmeno mosso di un centimetro.
« Bastava chiedere. » si inginocchia di fianco a me.
« Avresti potuto proporti... » mando gli occhi al cielo.
Scosto alcuni libri e trovo La Storia Infinita, lo prendo in mano e lo apro, è di proprietà della biblioteca. « Com'è che ce l'hai? » glielo mostro.
« Non lo so, è qui da un po'... ma che libro è? »
Mi accorgo di averlo girato dal lato sbagliato, lo volto.
« Ah, sì, Bastiano io proprio- » alza lo sguardo,
« -non lo sopporti. » termino la sua frase, incrociando il suo.
« Sí. » rimane fisso a guardarmi. Quegli occhi.

Mi alzo di scatto, « Non c'è problema, si è fatto tardi, passerò a prenderlo un altro giorno, forse. » lo scavalco avvicinandomi alla porta, si alza e mi segue.
Si mette poco dietro di me e allunga una mano per aprire la maniglia, faccio un paio di passetti indietro andandogli addosso, si sposta dopo poco.

« Bene, ci vediamo, » dice.
« Sí » annuisco andandomene. Che tensione.

Incontri segreti 🕸 IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora