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Carla mi raggiunge, forse ho urlato e l'ho svegliata.
« Hey, stanchina da ieri? » mi sorride ancora assonnata.
« Non dirmelo, se ricordo qualcosa è un miracolo. » ritorno al mondo normale.
« Dai, e quel messaggino che mi ha scritto Peter dal tuo telefono ieri sera??? »
« Co-Cosa?! »
Apre i messaggi, si schiarisce la voce e inizia a leggere: « Ciao Carly, sono tornata a casa perché non mi sentivo un gran che, faccina con la lacrimuccia, spero che tu passi comunque la migliore delle serate, un bacio, Diana. »
Nascondo la testa nel cuscino del divano « Non ci credo! » scoppio a ridere, « Pensa veramente che ti scriva così tutti i giorni sui messaggi? »
« E la faccina da boomer? No perché mentalmente ha 50 e rotti anni. » ride anche lei.
« Cos'hai risposto tu? »
« Certo Peter. »
« Muoio, ma non penso l'abbia letto. »
« Insomma, cos'è successo? » ammicca alzando le sopracciglia.
« Cioè, non è che ricordi proprio i dettagli, perché diciamocelo, ero bella andata, ma sono abbastanza sicura di averci fatto sesso, e che la colpa sia di base mia. »
« Diana! Ma sai come ti ha trattata! Devi andare oltre, è solo un nerd come altri; ammetto che possano piacere quei muscoli e quel viso da bravo ragazzo, ma non è mica biondo, alto con- »
« gli occhi azzurri, stavi per dire? »
« N-no! Ma va, perché? » si scompone.
« Forse 5 anni più grande di te??? »
« No. Non ne parleremo. »
« Sí invece, scrivigli, gli manchi. »
« Gli manco? » mi risponde con un che di malinconico.
« Sí, » la rassicuro « il vostro rapporto non deve chiudersi per sempre per via di quel che è successo negli ultimi anni che ha vissuto e tu no. »
« Non lo so, talvolta mi sento così piccola quando gli parlo. »
« È normale all'inizio, ma fidati, Fede è sempre lo stesso. »
« Va bene... » si mette in bocca un pezzo di merendina.

Nel pomeriggio io e Carla ci salutiamo, è difficile pensare che potrei non averla più accanto tra qualche giorno, inammissibile. Devo trovare un modo per fermare quella donna.
« Carla, »
« Si? »
« Scrivimi. »
« Certo, » mostra quel suo stupendo sorriso « sciocca, sei tu che spesso non rispondi! »
« Sono terribile, » alzo gli occhi al cielo ricambiando il suo sorriso, « ma non succederà più. »
« Come no! » mi saluta e se ne va.

Chiudo la porta e mi siedo di fronte alla scrivania, non ho idea di cosa fare, le mie faccende personali non devono avere a che fare con questo, non può fare del male alle persone migliori che conosco.
Fino ad ora ho cercato di non includere Peter, pensavo fosse la scelta giusta per tutelarlo, ma a questo punto avrà notato anche lui che le innumerevoli sparizioni non possono essere casuali e si starà dividendo in quattro per cercare un qualche indizio su chi possa essere.

Accendo il telefono, squilla per qualche istante
« Pronti, »
« Peter, »
« Come stai? » tentenna prima di parlare.
« Devo parlarti, è importante, riguardo a quello che sta succedendo a New York negli ultimi giorni. »
« Stanne fuori, non farti carico di questa faccenda. » cambia improvvisamente tono, lo fa sempre eppure non me ne capacito ancora di come faccia.
« Probabilmente ne so più di quanto ne sappia tu, possiamo incontrarci stasera e ti dico tutto. »
« Tra due ore a due isolati da casa tua. »
« Ma isolati in che direz-»
Attacca.

Col calare della notte mi cambio e mi allontano tranquillamente da casa, saltando da un palazzo all'altro mi troverà velocemente.
« Cosa volevi dirmi? »
Eccolo, « È una lunga storia, forse è meglio che ti siedi, »
« Facciamo due passi. »
Con un po' di esitazione iniziale gli racconto delle mie visioni e che cosa concernono; annuisce lasciandomi procedere finché smetto di parlare. Rimane in silenzio, « Peter, mi dispiace, avrei dovuto dirtelo ma non pensavo che la cosa sarebbe sfociata in tutto questo e non volevo che ti preoccupassi. »
« Tranquilla, oramai sono abituato alla tua superficialità. » risponde calmo, « non mi aspettavo agissi diversamente anche in una situazione del genere. »
Aia.
Socchiudo la bocca pronta a rispondere a tono rendendomi poco dopo conto che non sono nella posizione di farlo. Ha tutte le ragioni di essere arrabbiato o deluso.
« Tu sapevi qualcosa? Hai qualche pista? » chiedo passando sopra al suo commento.
« Niente di niente, non so come agire, ora però dobbiamo pensare ad un modo per farti rincontrare con questa donna misteriosa. »
« Attento Peter, uno dei motivi per cui non ti ho detto nulla è anche che sa di te, sa di noi. »
« Di noi? »
« Sí, » rispondo quasi imbarazzata « sa che ci tengo a te. »
« Va bene, » alza le sopracciglia quasi come se avessi detto qualcosa di inopportuno, « come la incontri di solito? »
« Non è una mia scelta, in un momento qualunque è come se svenissi e mi risvegliassi da un'altra parte. »
« Un'altra parte dove? »
« Nel nulla. »
Annuisce un paio di volte, « Bene, abbiamo decisamente una pista così! » esclama ironico,
« Ascolta Peter, non so chi sia questa donna o perché  sia venuta da me, mi dispiace di non saper risolvere tutto come fai tu ma non siamo tutti come te. » sbotto, so si non essere nella posizione migliore ma il suo atteggiamento arrogante mi ha stancata.
Mi punta il dito contro il petto « Tu non cercare scuse, lo dici come se avessi mai preteso che tu fossi qualcun'altro. »
« Ah! Sembrava ti piacessi quando ero qualcun'altro. »
Si mette le mani tra i capelli, « Ma com'è possibile che tu voglia solo litigare con me, non ce la fai ad essere un minimo razionale?! Quello è il passato, credevo fossimo andati oltre a questo punto. Anche perché se vogliamo proprio ripescare fuori certe questioni è meglio che tu stia zitta. »
Silenzio.
« Scusa? »
« Cosa c'è? Hai perso la memoria tutt'a un tratto? »
« Tu ce l'hai ancora con me perché ti ho mentito. » lo guardo negli occhi.
Si muove freneticamente « Io-io non ce la faccio più ad amarti Diana, ogni volta trovi un modo per deludere ciò in cui credevo. »
Sento una fitta al cuore, mi paralizzo, « Questo discorso me lo avevi già fatto. »
« Forse è perché non impari. » risponde severo, non mi può vedere, io non riesco a vederlo.
Gira in torno snervato « Probabilmente non ricordi nemmeno ciò che è successo l'altra sera. » dice tra i denti.
« Chi ti dà il diritto di parlare così? »
« Beh, ti ricordi o no? » mi viene quasi addosso, il suo respiro trema e così il mio, « Ti serve una replica o pensi che possa andare bene un Sí? »

Alza le sopracciglia stupito « Chiaramente, il momento giusto per scherzare. »
Rompo la tensione andandomi a sedere su una gradinata al lato della strada, « Ascolta, non so nemmeno perché questa discussione sia iniziata, ora dobbiamo pensare a qualcosa: ho bisogno del tuo aiuto Peter. »
Si lascia cadere sull'altro lato della via « Sí, hai ragione. »

« Sai se le persone che scompaiono siano morte? » alza il capo.
« Sono intrappolate in un'illusione, vive ma non per molto. Il loro corpo reale non ha nessun tipo di nutrimento e il loro cervello lavora in modo frenetico, non resta loro molto tempo. »
« Dici che potrà andare avanti di questo passo, non ha un limite il suo potere? »
« Non ne ho idea. »
« Vuole che affini i tuoi poteri tramite l'utilizzo delle emozioni giusto? »
Lo guardo di sbieco « Sí e quindi? »
« E sa che tieni a me? »
« Certo, te l'ho detto qualche istante fa. »
È immerso nel suo mondo ora, sta calcolando, non ho idea che cosa, ma sta per arrivare a qualcosa.

« Mi terrà per ultimo. »
« Scusa, perché? »
« Se mi facesse scomparire ora tu saresti solo arrabbiata, ma se tu continuassi ad allenarti nei mesi successivi in cui continua a fare scomparire persone, con la costante ansia di potermi perdere, daresti il meglio di te; ed inoltre una volta rimasti solo noi due, rimanere sola sarà mille volte peggiore rispetto a non avermi più ma avere amici e conoscenti. »
« Quindi cosa pensi di fare Peter? »
« Io- »

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2022 ⏰

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