Vedremo

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Vetro, sangue, ovunque.
Vedo tutto offuscato, mi si chiudono gli occhi, le orecchie fischiano, non riesco a stare in piedi, devo.
Devo uscire, mi appoggio da qualche parte e trascino le gambe in avanti una per volta, gira tutto vorticosamente. Mi è venuta anche la nausea, dove sono?
In strada, a terra.
Cos'è successo?
Vetro, perché c'è vetro?
Ah sí, devo scappare, giusto, ancora un attimo.
No, devo andare, mi prenderanno, vai cazzo, alzati Diana, alzati.
Il mondo smette di ruotare per un attimo e corro più lontano che posso per poi ributtarmi a terra accasciata contro ad un muro. Sto perdendo sangue, mi fa male la testa. Strappo i cocci, fortunatamente non ce ne sono di grandi dimensioni, e riallaccio i tessuti più velocemente che riesco. Le orecchie lentamente smettono di fischiare e l'aria riprende ad essere respirabile. Mi pulisco il volto con un braccio, ho il labbro tagliato, sento il sapore del sangue.

È tutto silenzio, solo qualche sirena in lontananza, si staranno dirigendo a quel negozio. È esploso tutto in un secondo, niente bip-bip questa volta. Niente avvertimenti. Solo l'esplosione.
Stavo uscendo, avevo un piede a mezz'aria fuori dalla porta quando mi sono sentita trapassare il corpo da un rumore e mille vetri. Com'è possibile? Sarei potuta morire se solo fossi stata indietro di un passo. Un solo passo.
In questa c'era senza dubbio intento omicida, non può essere solo una coincidenza; così la spiegheranno i giornali, ma non a me trapassata dai cocci di quel negozio.
Ultimamente pago cara la cena...

Passo praticamente tutta la notte lí senza capacità di rialzarmi per la stanchezza e il dolore, solo appena prima dell'alba torno a casa e mi butto sotto alla doccia per lavarmi via la nottataccia. Di fronte allo specchio sistemo le ferite e le botte, chissà quando mi andranno via le cicatrici, ora ne ho anche sulla schiena, diamine.
Metto un'abbondante dose di correttore per le occhiaie, mi preparo ed esco.
Due volte in due settimane... non vorrei rischiare anche la prossima. Spero che Peter non venga a cercarmi anche oggi, sembrava abbastanza convinto che non fossi io la causa di quell'esplosione.

Mentre cammino verso l'entrata qualcuno mi strattona afferrandomi il braccio e tirandomi indietro. Mi volto « Ma che ca-» ,
« Un'altra volta. »
« un'altra volta? »
« Sí, non puoi ammettere che non sia causa tua adesso. »
« Senti, ora ho lezione, ne parliamo dopo. » tiro il braccio a me liberandomi dalla sua presa. Dio, che male, non mi sono ancora rimessa del tutto.
Come non detto, Peter è venuto a cercarmi. Mi aspetta fuori dall'aula, in realtà non so se è stato lí per tutta la durata della lezione, ma alla mia uscita mi ha fulminato con gli occhi almeno sei volte.
« Non ti fidi ancora? Ti ho mostrato che la prima a essere rimasta danneggiata sono io. »
« Come faccio a fidarmi se sei sempre sul luogo del crimine? »
« Sh! » Gli metto l'indice davanti alla bocca, ha intenzione di farmi scoprire da mezzo Campus? « Altrove. » dico.
Mi guarda con disapprovo e inizia a camminare verso l'uscita. Lo seguo velocemente fino alla parte del giardino più coperta dove mi aveva portata l'altra volta.
« Tu ignori quanto sia pericoloso fare esplodere dei negozi vero? Sai che potrebbe andare a fuoco tutto il palazzo o peggio. »
« Pensi che non lo sappia? Ho la schiena a fettine grazie a qualche coglione. »
« Sei tu che vai a rubare nei negozi, e non sono del tutto convinto che non faccia anche altro. »
« Non puoi paragonare quello che faccio a un'esplosione del genere. » i toni si inaspriscono, non mi piace essere attaccata così.
« Tu sai fare di peggio. »
« Bastardo, non mi conosci più, vero? Non rischierei mai di uccidere persone per qualche- » mi fermo « non so nemmeno cosa ci guadagnerei a fare esplodere l'edificio! »
Si avvicina a me « Ti conosco fin troppo bene e so che sei determinata e che se avessi provocato un'esplosione così sicuramente ti saresti accertata che ci fossero tutte le precauzioni per evitare che qualcuno venisse ferito, ma non riesco a capire perché. »
« Sei sulla strada sbagliata. » gli dico riprendendo un tono di voce normale, è a un palmo di mano da me ormai.
« Vedremo. »

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