Sconvolta

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« Vi annienterò stronzi, con il mio raggio verde!!! » urla ridendo Carla dall'altra stanza. « Sei una scema. » dico tra me e me mentre sistemo il mantello, che cosa scomoda per un supereroe.
« Non sembro proprio una studentessa universitaria, eh? » dice affacciandosi alla mia camera.
Mi volto « Lo dici solo perché hai paura dei miei raggi viola... »
« Ahhh, allora è così che la mettiamo! » si avvicina a me e mi butta sul letto « Ora cosa vuoi fare? Ti distruggo. »
« Oh, no, ti prego, risparmiami. » la imploro stando al gioco.
« Potrei anche darti retta... solo perché i capelli viola ti donano. » mi tende una mano sorridendo.
Mi rialzo e infilo il giubbotto, usciamo. Carla ha portato la macchina così le dò il numero civico che mi ha dato il ragazzo e mette in moto.
« Parlami di questo ragazzo che ti ha invitata... » ammicca.
« L'ho incontrato quando ho fatto quel tour dell'Univeristà, era uno dei partecipanti. In realtà non l'avevo molto notato all'inizio, me l'ha ricordato lui qualche giorno fa quando mi ha invitata alla festa. »
« Mmmh... e com'è? Intendo fisicamente eccetera. » rimane con lo sguardo fisso sulla strada sorridendo scherzosamente.
« Sembra uno sicuro di sè, capelli rasati, occhi scuri e abbastanza alto. »
« Ma è bello? »
« Carino dai. »
« Ah, e come si chiama? Che stupida, non te l'avevo nemmeno chiesto. »
« Matteo, penso »
« Vedremo... è questa la casa? » cerca di inquadrare il numero civico.
« È enorme e piena di gente, suppongo di sì. ».
Parcheggiamo sulla strada qualche metro più in là e camminiamo fino al giardino, è zeppo di ragazzi travestiti e alticci che ballano a ritmo della musica che arriva da dentro, ma che si sente chiaramente. Carla mi sorride eccitata ed apriamo la porta d'entrata.
La musica qui è assordante, ma il posto è stupendo, o almeno lo sarebbe se ogni angolo della sala non fosse ricoperto di bicchieri mezzi vuoti e bottiglie. Matteo alza un braccio da lontano e si avvicina, è vestito, o meglio, svestito da Acquaman.
« Hey! » mi dà un bacio sulla guancia che non mi sembrava di aver richiesto.
« Ciao, lei è Carla, una mia amica. » la indico, lei tende la mano e si presenta. Torna a parlare con me, « Non pensavo saresti venuta sul serio... »
« Perchè? » mi acciglio,
« Non mi hai più scritto, »
« Oh, ah, ecco, scusa, mi sono dimenticata... » rispondo imbarazzata, e ora chi glielo spiega il perché?
« Sí, beh, ho capito, cercami se ne hai voglia. » ci saluta con la mano e si immerge nella folla.
Carla si volta verso di me aprendo la bocca « Ma è carinooo! Perché gli hai dato un bidone?! »
« Non lo so, non mi convinceva, quei capelli... »
Mi tira una pacca « Non raccontare cazzate, se c'è qualcun altro che ti interessa puoi dirmelo, no! Non dirmi che è ancora... »
« No, non ci pensare nemmeno! » spalanco gli occhi.« Sí che è lui! È- » le tappo la bocca « Non dirlo, non è vero. »
« Ti piacerebbe. » biascica e mi prende il polso spostandolo, « Io vado a prendere da bere, vuoi qualcosa? »
« No grazie, ci penso dopo, ti aspetto qui. » mi appoggio ad una libreria mentre lei si infila tra la gente in cerca del tavolo delle bibite. Al suo ritorno iniziamo a bere, e a bere, e a bere di nuovo, la stanza inizia a girare e la musica diventa ascoltabile tanto da farci mettere a ballare insieme agli altri. Carla mi toglie il mantello buttandolo da qualche parte e lasciandomi solo col body. Ad un certo punto sento che qualcuno mi tocca la spalla ripetutamente, chi diamine è ad essere così insistente? mi volto scocciata, ma quando riconosco la persona rimango ancora più sconvolta: è Silvia.
Cosa ci fa qui? E soprattutto perché è venuta a parlarmi?
« Ciao Diana, Corvina, giusto? »
« Ciao Silvia, e tu saresti Harley Quinn, non l'avrei mai immaginato. » dico ironica.
« Non pensavo che anche le ragazza come te frequentassero certe feste, magari ho sbagliato io... »
« Sempre simpatica, vero? » le sorrido con una smorfia.
« Ora che sei entrata in un'Università prestigiosa ti si è alzata l'autostima vedo- » viene interrotta « Ho voglia di andare a casa Si, » vedo una mano che le afferra il braccio, una mano con una cicatrice, non vorrai dirmi che è
« No, Peter ancora un attimo. » si volta.
P-Peter?
Peter con Silvia? Quella Silvia? Quella che ci provava con lui mentre stavamo insieme, quella di cui non mi dovevo preoccupare, quella che mi prendeva sempre in giro???
Si sposta e riesco a vederlo: maglietta gialla e jeans blu, alzo lo guardo, sí è Peter.
« Dai, andiamo a casa e... » le parla standole attaccato con mano sul suo fianco per tenerla a sè, non mi ha nemmeno vista, non ancora.
Carla si volta e mi afferra il braccio per farmi capire che è qui per me.
Vorrei scomparire.
Che bastardo.

Silvia riporta lo sguardo su di me « Scusa, devo andare, sai... va beh, ci vediamo! » viene tirata da Peter e le persone riempiono immediatamente i buchi del loro passaggio.
Carla mi guarda per cercare di capire come mi senta, ma non lo so nemmeno io: perché dovrei fargliene una colpa se vuole uscire con Silvia?
In ogni caso il pensiero di loro due insieme mi dà ribrezzo. Dopo una mezz'oretta vedo che Carla si è trovata un ragazzo carino che le fa il filo, le faccio un cenno con gli occhi e cerco Matteo guardandomi intorno. « Hey, » si trova dietro di me, « Ti cercavo. » mi volto, « Si? » sorride, annuisco accennando un sorrisetto, si abbassa e senza farselo ripetere due volte mi bacia afferrando saldamente il mio fondoschiena e spingendomi verso di sè.
« Troviamo un altro posto. » mi dice all'orecchio, « Sí. » rispondo. Il ragazzo non si fa pregare. Mi porta al piano di sopra in una camera da letto, chiudendo la porta a chiave. Cadiamo sul letto e si posiziona sopra di me, lo osservo mette si slaccia i pantaloni. Ho ancora in mente quelle dannate immagini di Silvia e Peter insieme, non riesco a togliermele dalla testa, devo pensare ad altro.

Matteo scosta il body e le mutandine per entrare dentro di me. Ho la vista offuscata dall'alcol, inizio a vedere Peter al posto suo, mi sorride, Dio perché sto vedendo lui! Sbatto gli occhi, « So che vorresti me al posto suo. » ho la sua voce nella testa, non esce.

La mattina dopo faccio ritorno a casa insieme a Carla, teniamo gli occhi socchiusi e pronunciamo qualche frase sconnessa a stento. « Quindi tu e quel Matteo...? »
« Sí, e tu? »
« Forse, più o meno, ma Peter e...? »
« Sí. »


Ciao a tutti!!! Spero vi stia piacendo la storia, so che per il momento non è molto movimentata, ma il bello deve ancora venire...

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