☾ 10 - Il Guardiano delle Sabbie ☽

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Tra i solchi di sabbia calò un cupo silenzio e l'aria si caricò di tensione. Il guardiano delle sabbie sibilava piano, scuotendo la coda in un cenno che lasciava intendere quanto fosse infastidito. Il sonaglio produsse una musica vibrante mentre il mostro fissava Munin come se avesse appena scoperto il piatto forte del suo pranzo.

Il Corvo della Memoria aveva molte paure, non poteva nasconderlo, e per un attimo quella creatura entrò a far parte di esse. Ebbe bisogno di un po' per respirare e calmarsi, ricordando che i demoni che vivevano nella sua mente lo spaventavano molto di più di quella belva affamata. Doveva restare concentrato, se voleva mettersi in salvo ed evitare di rischiare le vite dei suoi commilitoni.

Fece indietreggiare il cavallo più lentamente che poteva, dato che l'attenzione del mostro era su di lui, ma questo non servì.

Dall'altro lato, oltre il corpo sinuoso e squamato del guardiano delle sabbie, Kader assistette con un sussulto al momento in cui il gigantesco rettile si tuffò di nuovo sotto la sabbia. Questa si sollevò e fu spinta via a causa del tocco, e parve di vedere il deserto diventare un grande mare dorato. Un'onda di granelli e polvere si avviò rapida verso di lei e i suoi compagni, e Ri scosse le redini, ordinando agli altri di tornare alla loro fuga. Il serpente aveva puntato la preda più sostanziosa, ossia il gruppo più numeroso dei Cavalieri di Cenere, e davanti a un pasto prelibato come quello poteva persino lasciar correre che degli stranieri si stessero insediando più in profondità nel suo territorio.

«Non fermatevi per nessun motivo al mondo!» urlò il giovane comandante, e stavolta neanche Erys osò ricordargli quanto quella scelta fosse rischiosa.

Alle loro spalle, Munin sentì il terreno aprirsi sotto di lui. Un attimo dopo, il suo cavallo era immerso nella sabbia fino ai fianchi. Nitrì terrorizzato, e suo malgrado Munin dovette saltar via e abbandonarlo lì. Nel girarsi, lo vide sparire in un vortice giallo. Lo stesso stava accadendo ai due Cavalieri di Cenere subito dietro di lui: uno non ebbe la prontezza di fuggire, e scomparve a sua volta sottoterra. Sudore freddo gli bagnò la fronte. Se fosse rimasto un attimo di più nel posto sbagliato, avrebbe fatto la loro stessa fine.

In ogni caso ora era a piedi e questo lo rendeva un bersaglio facile, dal momento che non poteva scappare. Il mostro si muoveva visibilmente sotto di lui ma poteva attaccare all'improvviso e trascinarlo con sé o spalancare le fauci e divorarlo anche intero, vista la sua stazza. Non attese che accadesse, correndo subito nella direzione da cui era arrivato poco prima. Mosse un braccio in aria per ordinare ai suoi subordinati di ritirarsi, senza aprire bocca. Non poteva sprecare il fiato che gli sarebbe servito per continuare a fuggire. Il sole brucente su di loro non lo aiutava affatto.

I Cavalieri di Cenere abbandonarono presto la loro audacia in favore del mero istinto di sopravvivenza. Chi aveva trovato il coraggio di seguire Munin ora non aveva quello di restare e fronteggiare il guardiano delle sabbie. Gli diedero le spalle e presero a correre o cavalcare. Il loro comandante chiudeva la fila, e mentre fuggiva sentiva i piedi sprofondare nel terreno.

Il serpente che vi strisciava sotto diede un brusco colpo alla superficie: Munin fu sbalzato in aria e cadde sulle ginocchia e sui gomiti. Imprecò, rimpiangendo di non aver rifiutato quel maledetto incarico, a cui aveva acconsentito solo per dimostrare a suo padre che aveva torto sul suo conto. Che odiosa situazione: se fosse morto lì, nel bel mezzo del deserto e a causa della stupida idea che aveva avuto scegliendo di penetrare nei territori di Giana, sarebbe risultato agli occhi di Alastor come un totale fallimento. Forse non avrebbe neanche pianto la sua morte. D'altronde, quando mai il generale del re della cenere aveva dimostrato di provare sentimenti, persino nei confronti dei suoi stessi figli? Hugin... per lui sarebbe stato più difficile. Sapeva bene quanto suo fratello tenesse a lui, anche se non lo dimostrava nella maniera più ovvia. Hugin lo aveva cresciuto, addestrato, lo aveva reso il giovane uomo che era oggi. Se c'era un motivo per cui doveva sopravvivere e tornare indietro, quindi, quello era senza dubbio suo fratello.

KADER - Erede della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora