All'alba, Kader e il resto del gruppo avevano lasciato le calde terre di Giana. Alle loro spalle il deserto sarebbe rimasto presto solo un ricordo e questo, almeno un po', faceva stringere il cuore di Auria Gaia.
Gli Erranti li avevano guidati per diversi giorni e notti attraverso le dune sconfinate, finché davanti a loro non era apparso il grande mercato di Rahmet. Non era una città come Khepri, raffinata e altezzosa, ma la gente del posto non era diversa. Il fiero portamento gianese sembrava essere una caratteristica peculiare dell'intera regione. Ovunque erano messe in mostra splendide stoffe, spezie colorate, gioielli e gingilli di ogni tipo, brillanti sotto la forte luce solare.
Per un solo giorno erano rimasti in città, dormendo in una casa messa a loro disposizione per ordine del capovillaggio Igni Cael, e nel pomeriggio avevano acquistato tutto ciò che serviva loro per il viaggio, compresi viveri. Kader aveva adocchiato delle frecce che un armaiolo stava vendendo a gran voce lungo la strada. Non aveva soldi con sé, ma fu Ri a comprargliele. Le fece una sorpresa, donandogliele quella sera durante la cena. Al tramonto, consumarono il pasto sul terrazzo della casa osservando il cielo tingersi di rosso e poi di blu, e infine andarono a dormire, recuperando del tutto le energie per il viaggio.
Partirono l'indomani alla volta delle mura settentrionali di Rahmet. Kaer li accompagnò, con il suo gruppo, fino a lì. Auria tradusse per loro, quando si scambiarono gli ultimi saluti.
«Badate alla strada sotto i vostri piedi e all'orizzonte lontano,» pronunciò la ragazza mentre guardava l'Errante negli occhi e intanto accarezzava la criniera di Sol, immobile accanto a lei, «E che il Sole possa sempre guidare il vostro cammino.»
Salutare Kaer e gli altri fu difficile anche per Kader. In qualche modo, in quei giorni si era affezionata a lei. La sera, attorno ai fuochi che accendevano per accamparsi fra le sabbie di colpo più fredde, aveva raccontato loro storie di avventure passate, incontri fatti in notti come quelle, con creature e negromanti che in quelle ore si risvegliavano e vivevano lontani dalla luce di Khalios. Forse, anche loro avrebbero vissuto avventure altrettanto pericolose e memorabili. La strada verso Empiria, verso Selenite, era ancora lunga, e il loro viaggio appena cominciato.
D'altro canto, per poco Kader non sentì le lacrime affiorare quando rivide la grande distesa verde del Bosco dei Due Mondi, dove il deserto si arrestava per lasciare spazio all'erba, ai fiori e alle piante che aveva già visto, per tutta una vita, in Venturea. Era lontana da casa, ma aveva attraversato boschi come quelli su un vecchio carro in compagnia di suo padre, quando si recavano a Diantha per vendere giocattoli ai bambini degli aristocratici o di chiunque altro avesse qualche moneta da dargli.
Erys si era ripresa a meraviglia. La sua gamba non presentava più lividi o venature nerastre, e anche se ogni tanto una fitta o due le davano fastidio, ora era perfettamente in grado di reggersi da sola, camminare e andare al galoppo. A tal proposito avevano scambiato i docili animali forniti loro a Khepri con comuni cavalli, più adatti ad ambienti come quello in cui erano appena approdati. I quattro ripresero il loro viaggio senza intoppi, superando la muraglia di pietra bianca e raggiungendo il bosco, continuando a muoversi verso nord. Era entrati, a tutti gli effetti, nella regione di Albora, ma si tennero sempre e comunque a una certa distanza dall'isola di Arcadia. Come qualcuno le aveva detto, Kader sapeva che era meglio non disturbare coloro che la abitavano.
A mezzogiorno, Auria si stupì della temperatura. L'aria era calda, ma non quanto quella del deserto in cui era nata e cresciuta. Sopra di lei, le foglie degli alberi non le permettevano a tratti di vedere la luce del sole. Si strinse a Sol, che fece le fusa e le disse qualcosa che gli altri non potevano sentire.
«Ora che abbiamo lasciato Giana, la cosa migliore da fare sarebbe ricongiungerci con uno dei distaccamenti della Resistenza», propose Ri lungo il tragitto, «Non è raro che i gruppi si spostino in risposta ai movimenti dei Cavalieri di Cenere, ma ci sono delle sedi fisse nascoste in Freesia e Vezira.»
STAI LEGGENDO
KADER - Erede della Luna
FantasyUn tempo serenamente governato dalla dinastia Moongem, il trono di Domiin fu usurpato dal leader dei Cavalieri di Cenere, che sterminò la famiglia regnante e si incoronò imperatore. Il culto della Dea Ephela, protettrice dei Moongem, fu bandito e so...