Kader non credeva di poter provare così tanta angoscia solamente vedendo sorgere l'alba di un nuovo giorno. Alla consapevolezza di aver perso il conforto del manto scuro di tenebre notturne si aggiunse quella che il sole, ora in procinto di ascendere al suo posto nel cielo tinto di tonalità arancioni e rosa, l'avrebbe giudicata da lì a poche ore.
Erano solo le cinque del mattino, ma il popolo di Khepri non si fece scrupoli a destarsi e a occupare gli spalti della Gloriosa Arena. Kader era arrivata lì a sua volta un'ora prima dell'alba, ed era rimasta colpita dallo spettacolo che le si parò davanti. L'arena era scavata nella roccia, vicina al cuore della città, non aveva tetto e per questo motivo bastarono i primi timidi raggi della giornata a rischiarare il fossato circondato dalla cavea, che ospitava le tribune nella forma circolare tipica di un anfiteatro. A lei, però, non fu riservato l'accesso degli spettatori che pian piano iniziavano a prendere posto dove più gradivano. Insieme a Ri e all'ancora zoppicante Erys fu condotta in una stanza speciale, un'anticamera che fungeva da luogo d'incontro e accoglienza degli ospiti e che dava sul terrazzo più in vista della Gloriosa Arena, ossia quello dedicato alla famiglia reale gianese. Tutto sommato, il loro spazio riservato era molto vicino a quello del popolo comune, tanto che gli spalti continuavano sopra il balconcino. La ragazza dai capelli nivei non impiegò molto a comprendere che la scelta fosse dovuta al desiderio di umiltà dei sovrani, che chiaramente volevano sentirsi vicini alla loro gente.
Erys, per fortuna, si rifiutò di insistere oltre nell'attimo in cui Auria e la sua famiglia accolsero il gruppo della Resistenza nel piccolo ufficio. La sera prima, quando avevano organizzato l'incontro e stabilito l'orario, la guerriera aveva fatto di tutto per convincere non solo il capovillaggio Igni Cael, ma anche Ri, di essere perfettamente in grado di prendere parte alla sfida del giorno seguente. Non serviva chiederle di camminare per avere una dimostrazione del contrario, e Igni le rivelò che gli infermi, così come gli infortunati, nel suo caso, non potevano scendere sul campo per affrontare la prova. Sarebbe stato sbagliato e immorale. Così Erys dovette mettere da parte il suo spirito di sacrificio, ragion per cui passò l'intera serata a fare la paternale a Ri e Kader che, in una delle sale da pranzo del Sol Marat, cercarono di mettere nello stomaco quanto più cibo possibile per fare il pieno di energie.
«Qualunque sia il nemico,» aveva esclamato a gran voce e con tono così burbero da far sussultare uno dei servitori che in quel momento stava poggiando una zuppa calda sul tavolo davanti a lei, «non sottovalutatelo mai! Se si tratta di un gruppo, per quanto siano numerosi, tentate di giocare d'astuzia! Rimanete sulla difensiva!» sbraitò consigli mentre incrociava le gambe sulla sedia accanto alla sua, per poi lamentarsi del dolore alla gamba ferita.
Kader guardò altrove, ruminando il suo stufato di zucca e ceci a occhi bassi. Quello era un dettaglio che la preoccupava in maniera particolare: non avevano la benché minima idea di chi o cosa sarebbe stato il loro avversario. Un gruppo di gloriosi? Un campione scelto fra gli Erranti? Inutile qualsiasi tentativo di fare pressione sul capovillaggio o la sua famiglia per scoprirne di più. Che la riservatezza sull'argomento fosse una legge dell'arena o una semplice vendetta da parte della famiglia che rischiava di vedersi portar via la giovane Auria per quanto di sua volontà, rimase a sua volta un mistero.
Per poco non le andò di traverso il boccone, quando notò gli occhi di colore diverso della guerriera inchiodarla alla sedia.
«E tu? Come speri di sopravvivere?» latrò non appena lo sguardo fu contraccambiato.
Kader mandò giù di fretta e tossì. «Grazie per l'incoraggiamento.»
«Sai a malapena usare uno scudo di legno! Come combatterai domattina?!»
Che Kader sapesse usare uno scudo, e anche male, era vero. Ancora qualche osso le doleva per l'allenamento che Erys le aveva riservato alla residenza della governatrice Ophelia, giorni prima. Eppure Igni Cael le aveva detto, quel pomeriggio, che avrebbe potuto avere a sua disposizione qualsiasi arma avesse scelto.
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KADER - Erede della Luna
FantasyUn tempo serenamente governato dalla dinastia Moongem, il trono di Domiin fu usurpato dal leader dei Cavalieri di Cenere, che sterminò la famiglia regnante e si incoronò imperatore. Il culto della Dea Ephela, protettrice dei Moongem, fu bandito e so...