☾ 16 - Daazul ☽

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La grande sala illuminata dai raggi del sole era in fermento, come il resto del Sol Marat, d'altronde. Non v'era stanza, corridoio o atrio in cui non risuonassero le stesse identiche parole, pronunciate in gianese, o per meglio dire sussurrate, tra gli abitanti e i visitatori del grande palazzo. Era quasi mezzogiorno, e la notizia si era già diffusa anche al resto della città. Da ogni angolo di Khepri erano accorse persone di ogni tipo, distinte dai loro tradizionali tatuaggi, poiché attirate dal pettegolezzo.

"Una dei prigionieri ha richiesto udienza al capovillaggio." E ciò poteva significare una cosa solamente.

Erys aveva ricevuto la notizia un po' per caso, mentre suo malgrado cercava di mandare giù la zuppa di verdure che la solita infermiera le aveva portato, puntale come ogni altro giorno.

Tra un soffio e l'altro per raffreddare la manciata di cibo nel cucchiaio, la guerriera allettata notò il brusio nei corridoi.

«Cos'è che li entusiasma tanto?» sbuffò, volendo solo un po' di pace per riposare ancora un po' prima di tornare ai suoi allenamenti quotidiani. Ormai riusciva a stare in piedi quasi alla perfezione, ma zoppicava ancora e non poteva correre.

L'infermiera era seduta accanto al suo letto, composta e tranquilla, ma la sua domanda le fece piegare la testa, in confusione.

«Credevo che tu lo sapessi già. Questa mattina la tua amica ha chiesto udienza al capovillaggio.» spiegò lentamente.

Erys per poco non le sputò la zuppa addosso. Si alzò di scatto, subendo la vendetta della propria gamba che fu attraversata da una scossa lancinante, ma non si arrese. Iniziò a barcollare verso la porta pensando a cosa diavolo fosse saltato in mente a Kader, dato che non poteva trattarsi di altri, e cercando di inventare un modo creativo in cui ucciderla, studiandone non pochi durante il tragitto.

L'infermiera la inseguì, almeno finché lei non se la scostò di dosso con poca gentilezza, ripetendole che non poteva ancora essere dimessa.

Per fortuna Erys incontrò Ri in un corridoio nel giro di qualche minuto, lungo la strada verso la sala del trono. A giudicare dallo sguardo attonito del giovane comandante, che guizzò su di lei all'improvviso, anche lui era già al corrente della situazione.

«Dovresti essere a letto!»

«Alla malora il letto. Che diamine ha combinato questa volta Kader?»

Purtroppo nessuno dei due aveva realmente idea di cosa fosse capitato. Non c'era un motivo apparente per il quale la loro protetta avrebbe dovuto chiedere udienza al capovillaggio. L'unica soluzione possibile alla quale riuscirono ad arrivare, una comunque niente affatto piacevole, fu quella per cui Kader fosse stata scoperta durante la ricerca di una via di fuga dalla città. Forse era quella la realtà dei fatti, e le voci messe in giro si sbagliavano.

Si sbalordirono comunque di vedere la ragazza in piedi, nel bel mezzo della navata centrale della sala, davanti ai troni imponenti e alla minacciosa statua del Dio del Sole. Non era in catene, né in ginocchio. Le gambe le tremavano un po' e aveva lo sguardo perso in un punto impreciso non troppo lontano dai propri piedi. Aveva provato a guardare in alto, ma gli occhi dorati di Khalios l'avevano perforata, quasi come a marchiarla come la nota stonata che aveva distrutto la quieta armonia di Khepri e del suo popolo.

In effetti le persone accorse a vedere lo spettacolo non le stavano risparmiando chiare offese o commenti negativi. Nulla sapevano del fatto che Kader fosse in realtà abituata a tutto ciò. Era sempre stata vista come una piccola macchia d'inchiostro che rovinava la pagina candida delle vite altrui. Sperava solamente di non aver fatto, questa volta, il passo più lungo della gamba.

Ri aveva aiutato Erys a reggersi in piedi per tutto il tragitto, e fu ancora più difficile sgusciare tra la folla di curiosi che faceva addirittura la fila fuori dalla sala, ma alla fine riuscirono a raggiungere un punto non troppo distante da Kader. Ri non poté fare altro che adagiare con delicatezza la compagna d'arme su una panca non troppo lontana e dirigersi verso le prime file, cercando di affiancare la ragazza. Un soldato gli si parò davanti e usò la propria lancia per sbarragli il passaggio. Ri cercò in ogni modo possibile di convincerlo a lasciarlo passare, ma nessuno dei due poteva comprendere l'altro e non sarebbe stato saggio da parte sua ricorrere alla violenza, non quando Kader era una preda così facile.

KADER - Erede della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora