La magione di Miss Krävinge si articolava in due ali che abbracciavano un giardino tondo, circondato da alte colonne di marmo bianco. Il tappeto elegante si arrestava sulla soglia d'ingresso, dove due porte di vetro potevano essere spinte per raggiungere il verde al di là delle mura.
Kader si lasciò scortare nel cortile senza fiatare, anche perché non sapeva bene cosa dire. Le erano state promesse risposte ma ciò non la rendeva meno preoccupata. Tutti i suoi sensi erano all'erta, anche mentre procedeva lungo la strada con le mani giunte davanti al bel vestitino che aveva infilato prima di uscire.
Era stata scortata in camera solo qualche minuto prima, e il cavaliere che era con lei aveva chiesto in tono cortese a due inservienti di portarle un cambio d'abiti. Non sapeva se quella veste fosse appartenuta alla padrona di casa, magari quando aveva qualche anno in meno ed era più bassa di statura, o se in una villa bella come quella tenessero appositamente vestiti di tutte le taglie per gli ospiti. Non aveva mai indossato nulla di così carino e, poteva scommetterci, costoso. Si trattava di una veste bordeaux, un colore che stonava sia con il suo colore di pelle che con quello di occhi e capelli, ma non per questo le piaceva di meno. Sotto di esso, essendo smanicato, aveva abbinato una camicetta bianca di lino dalle maniche un po' troppo lunghe ma morbide, che lasciavano intravedere solo la punta delle dita. La gonna era abbastanza lunga da nascondere sottoveste e polpacci, quindi non le era rimasto che scegliere delle scarpette nere e lucide che aveva trovato fuori dalla porta. Sui polsini della camicia e sulla cintura che i servitori le avevano portato era ricamato in filo d'argento il simbolo dei Krävinge di Diantha: un fiore sbocciato, uno di quelli di cui Kader non conosceva il nome ma che vedeva spesso non lontano dalle spiagge della baia. L'emblema era diverso da quello dei parenti elysiani, che al contrario mantenevano ancora la figura del corvo. Per qualche motivo, ora quell'animale non era considerato di buon gusto da chi voleva tenersi fuori dagli affari politici del continente. La ragazza non era sicura che fosse vero, ma aveva sentito parlare dei Corvi del re della cenere. Due guerrieri spietati, più forti e temibili del resto dell'armata. Su di loro aleggiava il mistero, tuttavia, e si vociferava che fosse meglio non parlarne troppo e, soprattutto, non ritrovarseli mai davanti, specialmente se in combattimento. Logico che gli oppositori o i più timorosi non volessero rubare loro quel simbolo. Il governatore di Elysia, però, se ne vantava di continuo, dicendo che con quello stemma avrebbe fatto bella figura. Non era un segreto che parteggiasse per la dittatura sin dagli albori dell'esercito dell'usurpatore.
Mentre ci ripensava, Kader si morse la lingua. "Allora perché ha lasciato che Elysia venisse attaccata? Se tanto gli piacevano i Cavalieri di Cenere, avrebbe potuto mediare ed evitare che accadesse." Pensò a testa bassa, mentre superava una delle quattro stradine di ciottoli chiari che partivano da ogni punto cardinale per poi unirsi in una piccola piazzetta al centro del giardino, con una fontana in cui sguazzavano tartarughe e pesci rossi tra le foglie e le rocce e, ai lati, delle panchine di pietra senza schienale, ottime per soffermarsi a leggere romanzi alla luce del tiepido sole primaverile o per indulgere in chiacchierate o corteggiamenti durante le feste.
Quando sollevò il viso, vide che oltre il giardino il quadriportico con il tetto a spiovente in mattone si chiudeva sopra un cancello in grata metallica, sorvegliato da due guardie, separava la magione da una strada che conduceva al cuore di Diantha. In lontananza, la giovane scorse cittadini che camminavano per le strade, alcuni che alta voce urlavano notizie in cambio di qualche corona venturiana che i passanti lanciavano nei loro cappelli sporadicamente. Uno di loro annunciò qualcosa riguardante Elysia, ma nella confusione e a causa della lontananza lei non riuscì a capirlo.
Il cavaliere si fermò quasi al centro della piazzetta interna al cortile, a un passo dalla fontana. Kader non poteva vederlo in viso, perché era voltato di spalle, ma il ragazzo sembrava piuttosto inquieto. Le sue mani strette a pugni e le spalle rigide tradivano la sua apparenza pacata. Fece silenzio per qualche secondo, e lei attese senza osare mettergli fretta. Dopotutto, era stato il più gentile nei suoi confronti da quando avevano lasciato Elysia, e a differenza della compagna che l'aveva colpita lui non le faceva paura. Pensò di ricambiare con la propria pazienza, dato che si trovava in palese difficoltà, anche se non comprendeva per quale motivo fosse tanto in soggezione.
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KADER - Erede della Luna
FantasyUn tempo serenamente governato dalla dinastia Moongem, il trono di Domiin fu usurpato dal leader dei Cavalieri di Cenere, che sterminò la famiglia regnante e si incoronò imperatore. Il culto della Dea Ephela, protettrice dei Moongem, fu bandito e so...