Episodio XV - Lacrime degli Dei

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Alta circa otto metri e larga quattro, la gigantesca impalcatura metallica che sorreggeva il primo esemplare di motore ad arricchimento era stata realizzata al centro dello spiazzo in cemento grigio sul quale erano presenti, a qualche decina di metri di distanza, anche i due siti di lancio dei razzi. C'era voluto quasi l'intero ciclo per ultimare i preparativi e portare fuori dall'hangar il motore. Come se non bastasse, nel primo pomeriggio aveva anche iniziato a piovere e ciò aveva rallentato ulteriormente le operazioni.

In fin dei conti quello che avrebbero svolto non era molto diverso dai collaudi che venivano effettuati per un motore più nella norma, come quello destinato ad un ARBAN: si trattava di accenderlo e tenerlo fermo, fissandolo da qualche parte. Durante il test, una folta schiera di sensori, installati nei vari punti nevralgici, avrebbe svolto tutte le misure necessarie: vibrazioni, temperatura, campi elettrici e magnetici ecc. Subito dopo i dati ottenuti sarebbero stati confrontati con il modello teorico simulato, al fine di capire se tutto funzionava a dovere. In un secondo momento sarebbero stati valutati gli eventuali accorgimenti e calibrazioni da apportare.

L'impalcatura aveva richiesto qualcosa come venti cicli per essere realizzata, passando attraverso non pochi problemi di varia natura ed entità. Primo fra tutti, i calcoli necessari per far sì che la struttura fosse in grado di reggere allo stress a cui un test del genere l'avrebbe sottoposta. Poi avevano dovuto trovare un sistema per alimentare i sedici irradiatori, i quali avrebbero generato i campi elettromagnetici che erano un elemento chiave per la creazione del Ti-Hyprex.

Ma, nonostante tutto, il grande momento era arrivato: gli sforzi fatti nel corso dell'ultima rivoluzione convergevano lì e Albion ne sentiva tutta l'importanza gravargli sulle spalle. Anche Zefyr era piuttosto nervosa. Lo dimostrava il fremito quasi impercettibile dei suoi capelli dorati e le lievi venature bluastre a lato degli occhi. Ma aveva i suoi buoni motivi: in fondo erano stati lei e il suo team ad occuparsi in larga parte della costruzione del motore. Una volta concluso con successo quel collaudo, il passo successivo sarebbe stato, dopo qualche ulteriore test, quello di installarlo. Dopodiché si trattava solo di completare la nave, ma era solo una questione di tempo in quanto tutti gli ostacoli maggiori erano già stati superati. Il momento in cui si sarebbero levati alla volta si Gantyr si stava avvicinando sempre di più.

Guveen stava cominciando a tramontare quando tutti i preparativi furono ultimati. La pioggia invece continuava a scrosciare e si era trasformata in un temporale, con saette bluastre che solcavano il cielo seguite dal rimbombo dei tuoni. Ovviamente l'impalcatura aveva un tetto che avrebbe protetto il motore dagli elementi. Quell'atmosfera però incuteva una discreta inquietudine in Albion, il quale più volte si trovò a pensare alla leggenda delle Lacrime degli Dei. Stando ad essa la pioggia era il pianto degli Dei, i quali versavano le loro lacrime per la perdita di qualcuno o per qualche tragedia, già avvenuta o in agguato dietro l'angolo. Era un percepita quindi come un presagio di morte ed avvenimenti funesti. Tuttavia era anche vero che poteva anche essere presagio di avvenimenti positivi. In fondo, si versano anche lacrime di gioia. Prima che il test iniziasse, Gyon Ertz radunò tutti presenti ed esordì dicendo:

"Sapete che io non sono tipo da grandi discorsi e che di solito non mi lascio andare ai sentimentalismi. Stavolta però mi sento di fare un'eccezione. Mi sembra giusto e doveroso complimentarmi con tutti voi per i grandi risultati che abbiamo raggiunto. Nel corso delle ultime due stagioni avete tutti svolto un ottimo lavoro, che ci ha permesso di arrivare qui. E avete anche dato prova di grande competenza e professionalità."

Dal tono, che stavolta non era quello distaccato che usava quando parlava in pubblico, traspariva abbastanza chiaramente l'emozione che l'aygidiano provava in quel momento, per quanto stesse mantenendo la sua espressione totalmente imperturbabile. In ogni caso, l'emozione che provava il Direttore era condivisa dalla quasi totalità dei presenti.

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