Episodio XXI - Una Questione di Fiducia

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"Chi era l'agente che si è intrufolato nel mio rifugio? Rispondimi!" ringhiai, mentre sferravo l'ennesimo pugno verso il viso del giovane uomo davanti a me. Il colpo, che scagliai con calibrata violenza, gli fece torcere la testa di lato. Un altro schizzo di sangue andò a macchiare la parete dietro di lui.

"Te l'ho già detto! Non lo so!" rispose Sygin in tono sofferente, tornando a fissare lo sguardo su di me. "Ho solo avuto istruzioni su dove e quando incontrarmi con lei."

Fin dal primo momento avevo capito che c'era il mio gregario dietro l'intrusione avvenuta la notte del ciclo precedente. Solo Sygin conosceva con precisione la posizione del rifugio e, se questo non bastasse, il fatto che l'agente nemico avesse usato la via di fuga di emergenza per provare a prendermi alle spalle, era la prova definitiva della sua colpevolezza: lui era l'unico, oltre a me, che sapeva di quell'accesso segreto.

Inoltre, quando piombai nel suo appartamento e l'ebbi immobilizzato con un proiettile sparato alla gamba destra, Sygin era chiaramente intento  a impacchettare la sua roba per andarsene. Non provò nemmeno a negarlo, sapeva che sarebbe stato inutile e cosa lo aspettava. Era stupido provare a mentire. Non avendo tempo ed essendo troppo rischioso provare a portarlo a uno degli altri rifugi sicuri, avevo deciso di interrogarlo direttamente lì, sistemandolo su una sedia e legandogli le mani dietro alla schiena.

"Si tratta di un agente Mykan, so solo questo" concluse.

"Che altro gli hai detto oltre alla posizione del rifugio? Quante altre informazioni gli hai venduto?" gli chiesi quindi con voce gelida.

"Gli ho detto del motore ad arricchimento, che non è stato un incidente ma un sabotaggio e che ci sei tu dietro. Gli ho anche raccontato di come si è svolta l'operazione all'inizio e della tua copertura alla TAT."

Il colpo successivo non lo sferrai perché reputavo insoddisfacente la risposta, ma fu una reazione di pura rabbia nei confronti del giovane uomo. Col suo folle gesto stava rischiando di mandare completamente a monte tutta l'operazione che avevo svolto! Se per caso, anche se era molto improbabile, i Mykan avessero deciso di lavorare con i Trekk, condividendo con loro le informazioni, il sabotaggio e tutto il lavoro svolto per portarlo a termine sarebbe stato vano.
Però mi sorprendeva la facilità con cui Sygin stava rispondendo alle mie domande: pensava davvero di salvarsi la pelle così facendo?

"Nient'altro? Gli hai detto qualcosa riguardo al tecnologo e dello stratagemma per tenerlo in pugno? Gli hai rivelato dove sono anche gli altri rifugi?"

Sottolineai l'ultima domanda afferrando la sua gamba destra, nel punto in cui c'era la ferita che gli avevo provocato poco prima, e la strinsi con forza. Sygin mandò un urlo di dolore. Mantenni la stretta per qualche secondo, sentendo scorrere il sangue fra le dita, mentre lui si dimenava. Non dovevo preoccuparmi che qualcuno potesse sentirci: Sygin si era occupato di insonorizzare completamente il suo appartamento, quando era stato assegnato qui a Dert. Così come erano insonorizzati anche tutti i rifugi.

"No" rispose facendo un cenno di diniego, boccheggiando nel tentativo di riprendersi dal dolore. "Riguardo al tecnologo non ho detto niente , era la mia garanzia. Lo avrei rivelato solo a lavoro compiuto... Anche degli altri rifugi non sanno niente."

Nel male almeno una buona notizia c'era: forse ero ancora in tempo per trarre qualcosa in salvo da quella situazione. Ma prima, e ammetto che la prospettiva mi preoccupava, mi sarei dovuto mettere in contatto con il capospia Agvas, per riferirgli quanto accaduto e ricevere nuove istruzioni. Rimasi a fissare il mio gregario per qualche istante, in assoluto silenzio. C'era ancora una cosa che volevo sapere da lui.

"Perché Sygin?" chiesi all'improvviso.

Il giovane uomo mi guardò con espressione stranita, non capendo il significato della mia domanda, probabilmente ancora stordito dal dolore, per cui specificai:

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