Capitolo 4: Adelheid & Rose

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Le luci dell'alba di Vienna illuminarono il già affollato Distretto Centrale storico della capitale austriaca.
Ogni negozio o ristorante portava già una bandiera con sopra inciso il logo del tanto atteso King of Fighters, e le strade straripavano di turisti stranieri, locali e non.
Ottimi affari in arrivo per i gestori del luogo, oltre che una meraviglia per chi era appena arrivato in piena città ed aveva deciso di aggirarsi per il distretto più antico di Vienna, restando ammaliato dall'imponenza di monumenti come il Duomo di Santo Stefano.
Certo, tuttavia, l'attenzione generale era tutta accesa più a Sud, nei pressi dello sfavillante Imperial Hotel, dove era stata prenotata per gentile concessione della famiglia Bernstein una suite per ognuna delle squadre, rendendo la struttura una sede privata in quei giorni.
Inutile dire che le strade attorno all'Hotel fossero piene di fan in attesa di riconoscere alcune delle squadre in arrivo.
Nel giro di pochi minuti, alcune limousine arrivarono, e con una rapidità fuori dal normale i giornalisti cominciarono a tirare fuori le macchine fotografiche.
Le commentatrici erano in brodo di giuggiole nel parlare dell'arrivo dei loro beniamini, anticipando chi sarebbe uscito da quale macchina.
Da una di esse, videro quasi subito uscire un giovane uomo con un invidiabile fisico ed i lunghi capelli biondi sciolti.
Indossava un vestiario composto da maglietta attillata e pantaloni tipo jeans sul bianco.
Appena uscito dalla macchina, quasi si mise a fare un gesto della pistola.
"I'm back again, babies! Preparatevi all'effetto shock and awe delle mie tecniche micidiali." esclamò con aria da seduttore il giovane in questione, mentre mirava il dito a un gruppetto di ragazze ai lati della strada, che ci mancò poco iniziassero a strapparsi i capelli mentre strillavano con voce acuta.
Fuori dalla limousine, poi, uscì fuori un ragazzetto dai corti capelli mori con una fascia bianca sulla testa, oltre che un vestiario composto da una divisa scolastica giapponese sul blu, scarpe bianche da ginnastica e maglietta sotto.
Per ultimo, si mostrò un vero armadio di uomo con addosso solo i pantaloni bianchi tipici del judo con annesse calzature di legno, e una fascia sulla sua testa con la bandiera giapponese su capelli neri e corti.
La gente, tuttavia, non applaudì gli ultimi due come fece per Benimaru Nikaido, e il ragazzo, Shingo Yabuki, ci rimase un po' male.
"Andiamo... non sarò il maestro Kyo, ma sono a TANTO COSI' dall'usare le fiamme! Quest'anno me lo sento! E' la volta buona!"
L'omone dietro di lui, Goro Daimon, non disse nulla:
Si limitò a guardare dinanzi a sé... forse... difficile dirlo con gli occhi perennemente chiusi del judoka.
Una volta che il primo team fece per entrare, la seconda limousine si aprì...
E in un attimo, ecco che fuori balzarono una squadra parecchio strampalata:
La prima, una giovane ragazza dai capelli blu corti e vestita con una maglietta blu e pantaloni della tuta sul bianco.
Appena fu smontata, assunse una posa degna di un telefilm tokusatsu e gridò: "Eccoci qui! Gli eroi del nuovo mondo! HENSHIN!"
Al che, dalla limousine sbucò fuori un vero e proprio uomo-cyborg di qualche tipo con una strana armatura da ninja futuristico, e con una capriola, si erse a braccia incrociate alla sinistra della ragazza, May Lee.
Le persone rimasero esterrefatte da tale presentazione...
Ma si accorsero poi della mancanza del terzo componente.
Quando anche gli altri se ne resero conto, May Lee ridacchiò per mezzo secondo...
Prima di camminare vicino alla porta della limousine e tirare fuori il terzo componente:
Un ragazzo poco più alto di lei con una strana capigliatura scompigliata sul castano ed un abito da supereroe di qualche serie tokusatsu giapponese.
"Avanti... mettiti in posa, Hero!" intimò la ragazza coreana, con lui che scosse la testa più e più volte mentre il cyber-samurai sospirò profondamente a occhi chiusi.
"Era diverso... quando eravamo in privato..." mormorò il ragazzo con fare nervoso.
"Allora immagina che siamo in privato! Solo io e te, d'accordo?" fece lei con un buffettino sul viso di lui.
Lo sguardo del ragazzo si fece determinato e cominciò a fare una posa tipica da supereroe insieme a May Lee.
Una volta che il Cyborg recepì il segnale si mise anche lui in posa, ed il pubblico applaudì.
"Beh, signori... sembra che abbiamo una variopinta squadra formata da membri di diverse squadre riuniti insieme per combattere... ehm... il male, suppongo?" commentò una delle giornaliste sul posto, davanti alla telecamera.
"Hai visto, Hiroshi? Ci sei riuscito!" esclamò May Lee con un sorrisone, mentre lo abbracciava.
La risposta del ragazzo, Hiroshi Hiyama, fu un: "Eh..." con un sorrisetto imbarazzato, per poi farsi piccolo piccolo davanti a lei per via delle sue effusioni.
"Ragazzi, conviene fare spazio agli altri partecipanti." suggerì con voce tranquilla il Cyborg, Kabuto.
"C-Concordo!" esclamò Hiyama, cosicché May Lee portasse i due dentro l'atrio dell'Hotel.
Subito, l'attenzione passò ad una nuova auto in arrivo...
Dove la porta si spalancò a causa di una gigantesca pancia.
La persona in questione ci mise un po' ad uscire a causa dell'immenso volume del suo corpo:
Era un familiare omone pancione e barbuto con la pelata e una palla di ferro enorme e con indosso un'uniforme da Tae Kwon Do.
"Era meglio se scendevi per ultimo, Chang Koehan... almeno, non correvamo il rischio di rimanere incastrati." commentò una voce maschile dietro di lui.
Era un uomo alto di bell'aspetto con lunghi capelli bianchi, pelle olivastra, pantaloni bianchi una canotta attillata viola bluastra e delle scarpe di color nero, come segno particolare aveva degli occhiali da sole.
La sua bella presenza attirò più dell'attenzione di una sola ragazza, specialmente la letale combo capello lungo e fisico scolpito nel marmo.
"Come sempre, fai colpo sul cuore delle ragazze! Vero Juhn?" commentò l'ultimo componente del Team, un uomo vestito con una divisa da karateka bianca , di bell'aspetto e con dei capelli castani corti.
"Una vera seccatura... il mio cuore, purtroppo, non potrebbe andare a nessuna di loro..." fece l'uomo dai lunghi capelli color platino, Jhun Hoon, con aria fascinosa e seria...
Che però si sciolse appena vide arrivare la successiva limousine, accompagnata da cori di fan adoranti.
Ne uscì per prima una graziosa ragazza dai lunghi capelli viola con un abito rosso decisamente adorabile, qualcosa che solo una celebrità avrebbe indossato.
"A-Ath-"
Jhun non riuscì a finire la frase che venne coperto dalla voce dei fan oramai in brodo di giuggiole.
"Athena! Una foto, per favore!"
"Posso avere un autografo?"
Nel sentire quelle frasi la ragazza, Athena Asamiya, fece un saluto energico verso tutti con un sorriso.
"Non vi preoccupate! Arrivo per tutti!"
Dietro di lei, curiosamente, non emersero i soliti compagni Sie Kensou e il maestro Chin Gentsai, bensì due ragazze:
Una era una ragazzina con abiti comunissimi e sportivi, una t-shirt rossa e una bandana dello stesso colore con i capelli biondi.
L'altra era una ragazza parecchio alta con la pelle abbronzata e i capelli bianchi a caschetto, con addosso un costume a due pezzi di stoffa bianco con vari ornamenti in tutto il corpo; inoltre, non aveva calzature e girava a piedi nudi.
"Quindi, questa è Vienna? Ci sono parecchie persone vivaci!"
"Blah, a me sembra una città per vecchi incartapecoriti con la puzza sotto al naso! E' una noia!" fece la biondina con la bandana, incrociando le mani dietro la testa con aria strafottente.
"Malin! Siamo ospiti in una città importante! Cerchiamo di comportarci bene!" Esclamò Athena mantenendo il sorriso.
La ragazzetta, Malin, fece spallucce.
"Sì, sì. Sbrighiamoci a vincere 'sto titolo e torniamo a casa... spero almeno che ci siano persone divertenti a questo cosiddetto torneo!"
"Esatto! Così mi farò un sacco di nuovi amici!" esclamò la ragazzona abbronzata alle loro spalle, Elena, con gli occhi pieni di curiosità.
"Brava. Elena!" disse allegramente la Asamiya. battendo le mani coperte dai guanti bianchi; "Questo è lo spirito giusto!"
Malin fu tuttavia di opinione diversa.
"Cosa? Non eravamo qui per pestare i fessi?"
"Certamente! Ma non sottovalutare mai i tuoi avversari! Potresti trovare gente molto forte!" rispose Athena...
Facendo poi cenno alle altre due di seguirla dentro l'Hotel.
Dalla limousine successiva, intanto, uscì un ragazzone abbronzato dai capelli argentati ben pettinati con un vestiario tipico di un cowboy di colore azzurro.
Non portava camicie, ma solo un gilet che lasciava in bella vista il suo pettorale scolpito, e indossava dei guanti di pelle color nero, oltre che degli stivali color marrone scuro.
"Eccoci a Vienna! Che dite, farò conquista?" chiese il nuovo arrivato a chi c'era nella limousine.
"Sei sempre il solito, Soiree..." commentò il ragazzo che lo seguì:
Vistosi occhiali da sole rossi dalla lente triangolare e allungata, capelli rossi con una ciocca bianca, abiti fra il rosso e il nero.
Alba Meira.
"Lascialo fare, Alba..." lo esortò l'ultima persona ad uscire dalla limousine:
Una donna di bell'aspetto dai capelli neri raccolti a coda di cavallo bassa, occhi rossi e un vestito da monaca guerriera di color nero con delle simpatiche sfumature rosse.
Il pubblico fu interessato a quei nuovi arrivati, conoscendo del gruppo solo la donna, Kurenai Bandou, appartenente ad un team che vinse un'edizione passata del torneo.
"Ooh... è pieno di belle ragazze, qui! SALVE!" esclamò il primo del gruppo ad essere uscito, Soiree Meira, salutando con un cenno della mano a tutto quel pubblico di donne.
"Fratello... andiamo, avrai tutto il tempo per fare conquiste." commentò Alba.
Soiree si imbronciò.
"Con voi é IMPOSSIBILE divertirsi... pazienza, stasera un giro per locali non me lo leva nessuno! Andremo al bowling!"
"Deciso! Andiamo a farci una bella mangiata assieme!" esclamò Kurenai, facendo battere il pugno destro sul palmo sinistro.
Il ragazzone vestito da cowboy sorrise soddisfatto e mise un braccio intorno alle spalle della donna.
"Seriamente, Bruder, lei é sprecata per un musone come te!"
"Possiedo altre qualità che lei apprezza..." commentò in risposta Alba.
"Sù sù, non discutiamo... andiamo dentro... così lasciamo spazio agli altri."
Nel dire quelle parole, Kurenai si prese a braccetto i due fratelli Meira, per poi dirigersi dentro la struttura alberghiera.
Subito, un'altra macchina costosa si fermò davanti all'hotel, e da essa ne uscì fuori l'idolo della folla maschile:
La ninja Mai Shiranui.
Immediatamente, gli uomini si fecero prendere dalla frenesia di fronte alle curve sinuose e la succinta mise della kunoichi, che invece di vergognarsi si mise in posa per loro lasciando sobbalzare il suo florido seno a ogni movenza.
Quando si videro poi apparire alle sue spalle la poliziotta Blue Mary nella sua tipica uniforme con top rosso e jeans larghi, gli applausi salirono alle stelle.
"Good morning, people!" fece lei, alzando le braccia vittoriosa...
Per poi fare una posa sexy con le braccia dietro la testa e la gamba leggermente alzata.
Inutile dire che i fan della Ryan la elogiarono al massimo, chiamandola a gran voce...
Per poi notare un terzo componente:
Alta, capelli biondo-scuro, canotta nera attillata, jeans stretti e scarpe nere stile stivale.
Rispetto alle altre due, che salutavano energicamente il pubblico, lei fece quasi per tirare dritto con gli occhi chiusi e lo sguardo irritato.
"Una nuova arrivata!" fece uno del pubblico
"Ed è proprio carina! Così acerba, complementa bene le altre due!" commentò il suo vicino con un sogghigno.
Al sentire quelle parole, Lea Faieti strinse visibilmente un pugno coperto dai guanti in pelle neri senza dita, sorridendo in maniera quasi minacciosa.
"Acerba... io... ve lo farò vedere."
Mai si avvicinò a Mary e le sussurrò, sorpresa:
"È ancora un tasto dolente, eh?"
"You know, anche quando l'abbiamo portata in vari locali era la stessa cosa... la guardavano tutti come se fosse un maschio." borbottò la poliziotta, alzando le spalle...
Per poi avvicinarsi alle spalle di Lea e, visto che era più alta di Mary, avvinghiarsi ad una delle braccia.
"Say hi to Lea, people!"
Tutto il pubblico l'aveva salutata con foga, facendo venire fuori un vistoso rossore nel viso dell'italiana.
Lei alzò la mano per salutare piano piano.
"L'inizio è un po' sconcertante, ma ti abituerai alle attenzioni, tranquilla!" rispose Mai con l'atteggiamento incoraggiante di una sorella maggiore; "Ora forza! Saluta il pubblico con tutta l'energia che hai!"
"V-Vincerò io! Voglio dire... saremo noi a vincere!" esclamò allora Lea, correggendosi subito dopo.
"Forza! Fatevi valere!" esclamò un ragazzino in mezzo alla folla, per poi conseguire un altra serie di applausi.
"Allora?" le fece la Shiranui con le mani sulle spalle; "Che effetto fa essere al centro della scena?"
Lea tossì con una mano davanti alla bocca...
Per poi imbronciarsi con le braccia incrociate, quasi con aria carina per come avesse gonfiato le gote.
"Bene... suppongo. Ma sono venuta qui per dimostrare la mia forza e lo farò."
"Non ti preoccupare! Avrai tutto il modo di mostrarla!" esclamò Mai con un sorriso.
"Ora c'mon! Lasciamo spazio agli altri. Vale anche per te, miss 'amo stare al centro della scena!'" fece Mary, tirando Mai per il braccio.
Non ci fu una macchina, tuttavia, che si piazzò vicino all'ingresso, e molti di quelli che si trovavano lì presenti per elogiare il nuovo Women Fighters Team...
Prima che uno dei fan non si trovasse spostato brutalmente di lato da una mano coperta da un guanto nero.
Si aprì una voragine di Mosé in mezzo alla folla, e la squadra di Mai si vide arrivare di lato un ragazzone con la camicia rosata, capelli biondi e corti e pelle abbronzata.
"Il King of Fighters non é roba da donnette! Se ci tenete alla cotica, levatevi dalle palle, troie!" disse poi abbassando il pollice con aria minacciosa.
Lea si sentì quasi subito presa in causa dal commento del bestione in camicia rosa e pantaloni neri...
E quasi subito ribatté:
"Non è di certo posto per un presuntuoso che porta una camicia così oscena."
Il commento bastò a far girare il ragazzone dritto verso di lei.
"Che cos'hai detto della mia camicia, brutta troia?! Se vuoi, ti sistemo in questo istante! Almeno te e le tue amichette ve ne ritornate a casa!" esclamò l'uomo con fare arrogante.
"Fatti sotto, pallonaro ossigenato!"
Quasi subito, i due furono sul punto di mettersi in guardia per combattere proprio lì davanti, all'ingresso dell'Hotel...
Quando in mezzo ai due non si mise in mezzo uno strano ragazzetto dai capelli biondi ed i tratti femminei.
Indossava un particolare vestito color rosso e aveva vistose lentiggini sul viso.
"Oh la la, Shen! Vedo che ti sei trovato una fidanzatina, eh? Capisco che sei al settimo cielo, ma non così, davanti a tutti!" commentò sorridendo e con un'aria quasi femminea.
"Non metterti in mezzo, Ash!" esclamò il ragazzone, Shen Woo, indicando Lea con un pollice; "Questa ragazzina crede di poterla passare liscia dopo aver offeso il mio vestiario."
"Non ti ha mai fermato, prima d'ora. Anche quando lo facevo io. Suvvia!" fece il ragazzino lentigginoso, facendogli pat pat sulla testa come a un cagnolino; "A tempo debito, mostrerai a questa dolce mademoiselle cosa sai fare!"
"Va bene! Va bene! Rimango fermo!" esclamò con fare seccato Shen Woo...
Per poi guardarsi in giro.
"Dove è finito l'altro!?"
La persona in questione, Duo Lon, emerse dal pavimento come un'ombra, le sue vesti scure e la lunga treccia mosse da una forza invisibile mentre se ne stava con le braccia incrociate e gli occhi chiusi.
"Ci sono persone in arrivo che mi daranno parecchie grane..." commentò l'uomo con fare pensieroso, mentre teneva gli occhi chiusi come per captare qualche presenza.
Il pubblico fu diviso in due riguardo all'uomo:
C'era una parte che lo trovava bello, tenebroso e affascinante, un'altra che ne era addirittura terrorizzata.
"Attenzione, arrivano i campioni!" gridò una voce dalla folla, attirando le attenzioni di quelle due squadre:
Dalla strada arrivarono, infatti, il trio formato da Kismet, vestito di una camicia blu, jeans e guanti neri; King nella sua abituale divisa violetta elegante; e magicamente Kira.
Il pubblico incominciò ad applaudire con gran foga verso la squadra appena arrivata.
"Siete mitici!" esclamò una ragazza.
"Fateci sognare!" aggiunse un bambino tutto sorridente.
Kismet sospirò.
"Due anni... il tempo passa."
"Ricorda che non siamo qui per divertirci. Lu rischia la pelle, se non la troviamo il prima possibile." ribatté Kira.
Dei tre, quest'ultimo era insolitamente taciturno, anche più di quanto fossse abitualmente Kismet, concentrato com'era sull'incolumità della sua piccola amica.
"Capisco come ti senti, Kira, ma la fretta non porterà a nulla... bisogna sperare che chi sappiamo noi faccia la sua mossa." commentò King, tenendo per una mano il giovane Jan, che seguiva il trio.
"Io... non mi farò scrupoli... vincerò questo torneo... e trasformerò quel pezzo di merda di Himmler in un affettato... lo farò fuori..."
Un sorriso minaccioso prese forma sul viso dell'uomo.

The King of Fighters: Green FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora