Capitolo 22: The Lion returns

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Ricky guardò il gruppo che si dissipava, e notò che Shion si era fatto pensieroso.
"Ahi-ahi... dubito che un dottore possa aiutare la ragazza, per quanto bravo. Non credo abbiano capito che non è un problema fisico, ma mentale..."
"Solo il tempo ci potrà dire se si rimetterà in piedi o no." disse Tara con fare serio.
"Ritroverà la sua bussola! D'altronde, anche il mare più scosso ritrova la sua serenità! Basta saper tener duro e non far spezzare l'albero maestro!" esclamò tutta convinta Katelyne.
"Beh... suppongo che qui lasceremo fare alle autorità." commentò Vinny, guardandosi attorno; "Orochi fermato una seconda volta e pazzoide del vento seccato nuovamente."
Senza dire altro, tutti si allontanarono da lì, con Shen che segretamente andò a sgattaiolare di corsa dietro al gruppo diretto verso la Sky Noah.
"Ehi! Aspettatemi! Non vi azzardate a-!"
Prima che la nave volante potesse partire, vi si aggrappò al bordo della porta laterale con tutto il peso, volando come una bandiera nel tenersi.
Fu Rose la prima ad accorgersi che qualcosa avesse cozzato contro la nave, domandandosi se fosse stato un uccello in volo. Decise allora di controllare con gli strumenti di cosa si trattasse.
La sua espressione divenne una maschera di sorpresa e spavento nel notare il cinese arrampicarsi peggio di una tarantola sul lato della nave.
Le cadde letteralmente la borsa del ghiaccio dalla testa.
"Ma è scemo... completamente matto..." piagnucolò la biondina, domandandosi se farlo entrare o più semplicemente cercare di fargli mollare la presa facendolo precipitare di sotto.
Il suo primo istinto fu di optare per la seconda opzione, ma poi si ricordò di come il fratello l'avesse avvertita che fosse un'azione vile e malvagia, e di come avessero deciso di abbandonare la via del male per aiutare il prossimo - una cosa di cui, dopo il modo in cui era stata trattata dal padre... da quel padre che lei rispettava più di chiunque altro... si stava lentamente rendendo conto.
Alla fine, eccola che cominciò a correre reggendosi la parte inferiore dell'abito lungo fino alla zona per l'attracco, dove Shen era appiccicato come una formica al vetro, continuando a battere un pugno.
"OK, OK, ti faccio entrare, ma smetti di ungere il vetro col tuo puzzo di sudore e il tuo grasso corporeo!" fece lei, non sapendo se ridere o arrabbiarsi per la situazione assurda in cui si trovava il cinese.
Reggendosi ad una trave lì vicino, aprì la porta per l'esterno dello Sky Noah, e Shen Woo finì risucchiato all'interno, andando a rotolare fino ad un paio di scatole in fondo alla stanza con una sorda imprecazione.
Adel gli andò vicino per chiedergli se stava bene, e perché non gli aveva detto di voler salire anche lui.
"Ehi, Shen Woo, il Dio della Guerra di Shanghai, non chiede favori a nessuno! Shen Woo conquista quello che vuole con la sua forza e basta!" rispose il cinese, cercando di apparire forte e sicuro nonostante fosse ancora palesemente stordito da quell'impatto dovuto all'improvviso risucchio.
"Guarda te che tipo..." mormorò il biondo facendo spallucce, per poi aiutarlo a rimettersi in piedi.
"Che cosa sei venuto a fare sulla Sky Noah?! Guarda che mica andiamo in Cina. Siamo diretti in Kenya!" commentò Blue Mary, mentre Angela ridacchiava con un leggero rossore.
"Magari vuoi dirmi qualcosa, splendore?"
Shen fece una buffa espressione imbarazzata, con le guance rosse, gli occhi spalancati e la bocca tirata, per poi distogliere lo sguardo, corrucciato, bofonchiando qualcosa di incomprensibile sottovoce.
Angela fu intenerita da quella reazione del cinese.
"Non è adorabile? Adoro questo ragazzone..."
"Sentite! Voglio assicurarmi che la ragazza si rialzi in piedi, altrimenti sarebbe uno spreco." rispose il cinese, incrociando le braccia; "Dov'è ora?"
"In una delle stanze... Elena la sta sorvegliando." ammise Adel.
"E tu non sei lì per quale cazzo di motivo?!" replicò Shen pestando il piede e inarcando la schiena verso il ragazzo.
"Stavo impostando la rotta da seguire per raggiungere il villaggio di Elena nella Sala Comandi." rispose lui, mettendosi le mani avanti.
"Bene, allora! Io vi seguo! E nessuno! E Ripeto, NESSUNO! mi farà cambiare il mio fottuto pensiero!" esclamò Shen con fare determinato, davanti a tutti.
"Nessuno vuole fartelo cambiare..." pensò Adel con un sorriso imbarazzato, deciso poi a fargli strada verso la stanza di Lea, avvertendolo tuttavia che non sarebbe stato un bel vedere, quindi di tenersi pronto al peggio.
Quando arrivarono, trovarono la ragazza seduta su una sedia, completamente immobile, la testa abbassata e lo sguardo rimuginante.
Seduta lì accanto, vi era Elena, tutta intenta a consolarla.
Ignorando completamente l'atmosfera o il posto in cui si trovava, Shen irruppe nella stanza con passi pesanti e rumorosi, chiamando la ragazza italiana per nome ad alta voce, e costringendo la principessa keniota a girarsi, sorpresa.
Lea non lo considerò per quanto fosse un disastro emotivo, mentre Elena andò un attimo dal cinese per salutarlo affettuosamente.
Lui nemmeno le badò:
Era troppo concentrato su Lea, fissandola con le sopracciglia aggrottate e i pugni talmente stretti da tremare. Elena stessa fu sorpresa dall'aura di pura rabbia che emanava.
"Lea... che cazzo significa... che cazzo fai, Lea..." mormorò lui, andando poi vicino alla Faieti e prendendola per le spalle.
"Smettila di scherzare, troia! Questa non sei tu! Da quando in qua sei così debole mentalmente?! EH?! RISPONDI!"
"Shen, lasciala stare! Non vedi che è scossa?!" lo riprese Adel, cercando di fermarlo.
"Sta zitto! Sto parlando con lei!" ribatté con più collera lui...
Prima che non sentisse una mano di Lea afferrargli debolmente una delle sue.
"Shen..."
Il cinese si interruppe di colpo, girandosi di scatto verso di lei.
"Lea...!"
Anche gli altri furono sorpresi dall'improvvisa reazione della ragazza, fino ad allora sempre stata catatonica.
"Shen... non guardarmi..." mormorò stancamente, l'unico movimento quello delle sue mani; le gambe, fredde e bloccate al loro posto, non ebbero il minimo cenno di movimento.
Lo shock attraversò il viso di Shen, una maschera di sentimenti contrastanti:
Rabbia, sconcerto, tristezza...
Questo poco prima che digrignasse i denti e, a malincuore, non lasciò andare la ragazza, e le diede le spalle, non guardando in faccia nessuno dei presenti.
In un primo momento, Lea tese una mano verso di lui...
Solo per lasciarla cadere sul bracciolo della poltrona quando lo vide uscire velocemente dalla stanza.
"Ah, Shen-!" lo chiamò Elena, una mano protesa verso di lui e un passo verso l'uscita. ma Adel la fermò.
"Lascialo. Ha bisogno di tempo per somatizzare quanto accaduto. E anche tu, Elena, dovresti prenderti un po' di tempo per te stessa. Le sei stata accanto incessabilmente da quando siamo qui, riposati un po'. Ci resto io, con Lea."
Lei si girò un secondo per guardare l'italiana, e poi di nuovo Adel...
Prima di annuire.
"Fa attenzione... mi è parso che la sua aura volesse spegnersi un secondo... qualunque cosa capiti, dobbiamo raggiungere mio padre ed il mio villaggio."
Lui annuì come risposta.
"Non la lascerò, stai tranquilla. Non permetterò che la sua fiamma si spenga." disse poggiando una mano su una di Lea.
"Can I stay too?" domandò Mary; "Almeno così tengo informata Mai... purtroppo, visto che sta male il piccolo Hokutomaru di nuovo, è dovuta tornare in Giappone."
"Certamente, non ci vedo nessun tipo di problema." disse Adel con un cenno positivo della testa.
Per poter cercare di alleviare la tensione, l'americana iniziò a raccontare aneddoti leggeri e alquanto divertenti sulle vicissitudini dei suoi amici di South Town, molti che avevano soprattutto a che vedere con i ragazzi, come la volta che Rock svenne in preda alla pressione alta dopo che Hotaru Futaba, una giovane combattente sua amica e (stando a diverse indagini) sorella minore del temibile Gato, non gli sfiorò la mano una volta uscendo tutti insieme al luna park, o di quando Joe concupì una bellissima ragazza in spiaggia solo per scoprire che era in realtà un uomo.
Senza contare quella volta che Terry ci mancò poco che venisse linciato per molestie sessuali dopo aver schiaffeggiato il sedere a una cameriera in un bar.
"Se l'è cavata col MIO aiuto, ma believe me, gli ho fatto vedere i sorci verdi!"

The King of Fighters: Green FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora