Capitolo 24: Queen

11 0 0
                                    

Otto mesi dopo

Ad Angel Acres, un'allegra e soleggiata mattinata di Primavera venne segnata da un'evento decisamente improvviso e, seppur gioioso, imprevisto per molti:
Zero dovette interrompere il suo raccolto improvviso per far uscire tutti i bambini dalla casa quando si sentirono le grida di gioia di Nunnaly dall'interno che chiamavano il marito.
"E' il momento, Zero! Ragazzi! Lucille!"
Un po' più in là, nei campi di pomodori, Kira e Krizalid erano occupati ad innaffiare, quando sentirono la vocina di Lucille che andava a chiamarli.
"Venite, presto!" li chiamò con un sorriso pacato la biondina; "E' il momento. Le si sono rotte le acque!"
L'ex-criminale si girò verso di lei, asciugandosi il sudore con l'avambraccio.
"Eh? E che cazzo vuoi che facciamo, noi? Le ha rotte tua sorella, le ricomprasse lei!"
Krizalid, dopo un attimo si sorpresa, fissò Kira con aria da perfetto imbecille.
"Ma cos'hai capito, tu?! C'è King che è entrata in travaglio!"
"Embé?! Cazzi suo-!"
Il pomodoro in mano a Kira cadde di colpo dalle mani mentre nella sua testa entrarono mille pensieri in testa.
"Oh!"
Lucille gli prese la mano fra le sue e lo tirò gentilmente fuori dal campo.
"Andiamo, dobbiamo dare una mano."
"Spe... spe...! Dare una mano, dici... ma COME? Che ti aspetti che facciamo?!" stridette il suo compagno, iniziando a sudare freddo con un sorrisetto tirato.
"Preparare il necessario e dare supporto alla futura madre per la nascita della bambina."
"E scusa... ma chi cacchio pensi che dovrà fare tutto?!"
"Ci pensa mia sorella." gli ricordò lei; "Forza... ora c'è bisogno dell'aiuto di tutti."
"Eh, ma... tutti chi?" chiese Krizalid con una risatina dettata dal panico del momento.
"Tutti vuol dire tutti. Anche la signorina Whip sta facendo la sua parte."
L'uomo rimase interdetto da quella rivelazione.
"... Seirah?"
"Esatto. Anche Angel si è già mobilitata... mancate voi due." li avvertì nuovamente Lucille; "Kira, preparami una bacinella d'acqua calda. Krizalid, vai in cappella e prendi dei panni puliti."
I due fecero il saluto militare e scattarono in direzioni opposte, completamente in preda al panico.
Lucille fece un sospiro nel vederli così agitati, ma in fondo poteva capirli:
Non tutti i giorni possono capitare eventi del genere.
Fece quindi per andare di nuovo in casa.
Quando lo fece, schivò al volo la figura di Kismet, che venne letteralmente lanciato fuori dopo essersi preso in pieno petto un mezzo Trap Shot da King mentre veniva trasportata rapidamente in una delle stanze da Nunnaly, Foxy e Diana.
"Volaaaaah!" esclamò cantilenante una ben nota ragazza dai capelli argentati con tanto di frangione sull'occhio, lo sguardo sornione ed un vistoso abbigliamento scollacciato da motociclista.
Il povero ispanico rotolò vari metri nel giardino, prima di fare un simpatico effetto strike centrando il pollaio in fondo, con le galline che volarono dappertutto come per mandargli accidenti su accidenti.
Si sporcò lui stesso con piume e fieno che si stavano appiccicando su tutto il corpo.
"Un altro che ha fatto il volo, nessuno si è salvato... vuoi una mano?" commentò una voce maschile fredda e diretta che Kismet conosceva bene.
Voltandosi, vide un noto giovane uomo di bell'aspetto con i capelli rossi e un ciuffo bianco, con occhiali da sole rossi e un vestiario composto da giacca di pelle rossa e completo da motociclista nero sotto con stivali rossi.
"Alba... Meira?" si sorprese lui, sebbene ancora mezzo intontito per il colpo ricevuto; "Ahi... maledizione King... potrai essere nel momento, ma cazzo sei fai male."
"Ti riprenderai. Per donne così, certe cose sono prevedibili... e questo è il minimo" gli disse con naturalezza dopo essersi inginocchiato vicino a lui.
"Ed io che ho cercato di aiutarla a reggersi in piedi...
Alla faccia, se mi è arrivato secca, la botta." mormorò lui, cercando di farsi aiutare per rialzarsi in piedi e spolverarsi la giacca di cuoio argentata.
"Ritieniti fortunato che si sia limitata ad un Trap Shot." tagliò corto Meira con una punta di amarezza, per poi risistemarsi gli occhiali da sole.
"Perché? A te è andata peggio?" mormorò lui con un mezzo sospiro...
Prima di notare sia Jan che Kula arrivare di corsa, con una Zaki meno trafelata che li accompagnava.
Alba ne approfittò per rialzarsi e andare da loro.
"Non parliamo di queste cose. Non è il momento."
"Immaginavo-"
"Fratellone! Tutto a posto?! Kula si è preoccupata!"
Ecco che la piccola Diamond arrivò in scivolata coi suoi pattini, così come Jan gli si appiccicò all'altra spalla.
Kismet si sorprese ancora di quanto fosse cresciuto precocemente nel fisico in un anno.
Tra un po', raggiungeva sua sorella!
"Si può sapere che cavolo ci fai, qua fuori?! Dovresti andare lì dentro a sostenere tua moglie, non star qui a fare salotto! Avanti! FILA!" lo riprese severamente la Sukeban mentre tambureggiava col piede.
"Se non mi butta di nuovo fuori con un calcio, mi sta anche be-!"
"KISMEEEEET!"
Il grido rabbioso di suo padre arrivò prima ancora di poter finire di parlare.
"Kyaosmeeeeet~" lo chiamò più soavemente Angel.
Lui abbassò lo sguardo e andò a grandi passi all'interno.
"ARRIVO, E CHE DIAMINE!"
Jan ridacchiò, grattandosi il naso con l'indice.
"Ahi, ahi, ahi. Quando lo zietto Zero grida, vuol dire che è meglio fare i bravi e non contrariarlo."
"Già! Conviene andare! Altrimenti ci perdiamo la parte più bella!" aggiunse Kula tutta sorridente, cominciando ad incamminarsi verso la casa in cui King stava per dare alla luce la loro figlia.
Zaki, tuttavia, la fermò.
"No, Kula. L'hai sentita la tua tata - tu e Jan restate fuori:
Non siete pronti per vedere queste cose."
"Eeeeeh?! Ma come?! Kula vuole sapere come si fanno i bebé." ribatté la piccoletta...
Prima che da dentro una squillante voce femminile non la riprese:
"Non sono cose che dovresti dire! Non dirmi che te le ha insegnate K' queste cose!"
"No, Seirah! Una volta zio Maxima me l'ha insegnato con la storia dell'ape!"
"QUEL SACRILEGO!" si sentì gridare da dentro la casa.
Kula tuttavia la ignorò, e iniziò a spiegare a Jan con aria saputa una storiella su un ape e un fiore che si incontrano per giocare nonostante il fiore amasse l'ape ma l'ape non si sentisse pronta a contraccambiare.
Zaki si schiaffò una mano sulla fronte, non accorgendosi di come Angel fosse sbucata con la testa fuori per comunicare:
"Guarda che quella storia è una burla per non dire che i bambini li portano le cicogne."
"Aspetta... la cicogna? Davvero?!" si sorprese Kula.
La ragazza dai capelli argentati le fece la linguaccia.
"No! E' ovvio! Ma la grande Angel si sente generosa, e ti spiegherà tutto su come si fanno i bambini, nya!"
"Davvero-?"
"NO! ANGEL!" la ripresero un paio di voci all'interno, con quest'ultima che ridacchiò malignamente ma in maniera molto spiritosa.
"Okay, resta un segreto federale."
Kula si imbronciò nell'essere rimasta a bocca asciutta.
"Mph! Va bene! Rimango qui!"
Alba le pattò con un leggero colpo di tosse la testa.
"E' per il tuo bene. Sei ancora troppo piccola."
"Dov'è?! Dove si trova il pupo?!"
Ecco che dalla macchina che aveva parcheggiato all'ingresso della fattoria arrivò di corsa Angela Belti, con gran sorpresa di Zaki.
"Ma tu non eri in Africa ad addestrare leoni col tuo ragazzo?!"
"E' stata Kurenai ad avvertirmi dell'evento! Non potevo mancare di certo alla forma più alta di amore esistente sulla terra!" esclamò Angela con tono gioioso.
"E lei dov'è?"
"In macchina a sistemare la piccola." rispose semplicemente Alba, mettendosi a posto gli occhiali; "Assieme alla sua zietta preferita."
"Vi hanno già dato il permesso di portare la bambina in volo?" domandò Jan ad Alba.
"Siamo venuti in nave, tecnicamente. Altrimenti la macchina non la lasciavo mica di là. Abitudine..."
Jean si imbronciò.
"Assomigli al fratellone Kismet. Entrambi affezionati alle macchine e alle moto."
"Ognuno il suo." rispose semplicemente lui...
Finché non viderò arrivare Kurenai con un vestiario più moderno rispetto a quello di cui erano abituati:
Giaccone di pelle nera aperto con due stemmi di draghi cinesi sulle spalle, un completo di pelle nera che finiva sulla parte superiore con un motivo di pelle di serpente viola con linee rosse, stivali neri fin sotto al ginocchio e guanti dello stesso colore senza copertura alle dita.
Aveva una bella bambina tra le braccia con un vestitino di colore bianco, mentre al suo fianco c'era una donna dall'aspetto quasi mistico, pelle chiara, capelli lunghi e argentati con al fianco due fermagli che ricordavano le ali di una farfalla di colore azzurro, occhi azzurri e un vestiario di colore nero e azzurro con dettagli bianchi che ricordava una presenza mistica.
"Avevate proprio ragione su questo posto... dona una pace interiore che oramai è rara." commentò la seconda con aria pacata e un sorriso sul volto.
I presenti furono come incantati da quella bellezza, che aveva un qualcosa di non umano, per certi versi simile ad una fata.
Jan stesso non rimase immune al suo fascino, rimanendo a bocca aperta e costringendo Zaki a richiudergliela.
"Okay, chi sarebbe lei?" chiese la Sukeban con un sopracciglio alzato.
"Il mio nome è Luise Meyrink, piacere di conoscervi." rispose lei in diverse lingue per farsi comprendere ai vari presenti, tenendo sempre un fare cordiale e un sorriso sul viso.
"Ah, la ragazza comparsa all'improvviso durante il torneo scorso!" batté le mani il giovane francese; "Mi ero scordato di una bellezza simile. Come ho potu- AAAAAHI!"
Ecco che Jan si maledì quando sentì Zaki prenderlo per un orecchio, come in una sorta di gelosia malcontenuta.
"Ricorda, pischelletto... alle donne non piacciono i marpioni, quindi vedi di tenerti la lingua in bocca e pulirti la bava che ti cola dal mento!" lo riprese.
"Lo giuro, Zaki, ho solo occhi per te!" cercò di scusarsi lui, le mane giunte in preghiera...
Tanto che la ragazza fece un: "Hmph!" monocorde ad occhi chiusi, arrossita sulle gote.
"Oooh, già fate le liti fra innamorati? Che bello!" si gongolò la Belti con le mani sulle guance.
"IO NON SONO GELOSA!" urlò Zaki con fare rabbioso.
"Ceeeerrrrrttttooooo, come no!" rispose Kurenai con fare spiritoso, con la bambina che aveva fatto una risatina di gioia, battendo le mani per la scenetta buffa.
Sentirono poi un secco rumore di qualcosa ribaltarsi all'interno della casa, seguito poi da un grido di rabbia e dolore uscito dalla bocca di King, a cui seguì un lamento di dolore misto tra Kira e Kismet.
"Ma cos'abbiamo fatto?!"
"L'acqua è troppo calda, signor Fox! La vuoi mettere nel forno, la piccolina, appena nasce?!" ribatté irritata la voce di Diana.
Angel ridacchiò dalla finestra e andò a rimbucarsi nella scena per andare a vedere tutto.
Entrò in una stanza da letto tranquillamente dove stava avvenendo tutta la scena:
King era stesa su un letto, coperta e sotto forti dolori mentre Kismet si reggeva al contempo la testa dopo una seconda botta subita e con l'altra reggeva la mano della moglie.
Uno strano rigonfiamento si notava in mezzo alle gambe della barista mentre il busto di Nunnaly sbucava per darle le indicazioni.
Si vide arrivare vicino Kira che si massaggiava la guancia, borbottando come una pentola di fagioli.
"Ma che vuole, quella capelli di ananas?! Mi dice 'acqua calda', e poi si lamenta che è troppo calda..."
"Calda non vuol dire 'bollente', signor Fox!" ribadì Diana.
"E HO SENTITO quello che hai detto!"
"A QUANTO PARE NON ABBASTANZA!" rispose lei a tono mentre lo fissava malamente.
"Chiederei un minimo di calma. Grazie." li avvertì Nunnaly, sbucando leggermente con la testa fuori dalle lenzuola, prima di rimetterle dentro; "Okay, tesoro... la creatura del Signore è quasi fuori... prendi un bel respiro che adesso escono le spalle."
King emise un grido, che alle loro orecchie parve quasi un ruggito.
Tutti i presenti, tranne sorella Nunnaly, ne furono intimiditi, mentre lei continuava pacatamente ad aiutare King nel suo travaglio.
Il grido della donna fu poi sostituito da un altro rumore:
Un timido e quasi sommesso vagire che durò circa due secondi.
"Signor Fox... signor Krizalid. La bacinella, grazie." esortò Rebecca.
Non appena l'uomo dai corti capelli argentati le passò il panno, la suora sbucò da sotto al lenzuolo con un fagotto da una pelle leggermente abbronzata e un cenno di capelli biondi, gli occhi ancora chiusi ed il cordone ombelicale tagliato.
"Ecco qui la nuova arrivata di casa." cantilenò Rebecca, mostrandola a tutti.
"E' stupenda, sorella. Mi può dare un momento?" chiese sorridendo Kira con il dito indice alzato.
Subito dopo, lo videro cadere all'indietro senza cambiare né posa né espressione, anche quando si schiantò al suolo di schiena.
"Oh..." mormorò Lucille; "Kira non ha retto alla pressione. Crisi del cognato..."
Diana sorrise commossa...
Prima di rendersi conto di come Foxy stesse letteralmente sul punto di piangere per la felicità.
"E' troppo bella...!"
"Oh! Attenta! Così formi le cascate!"
"Non posso farci niente! E' uno dei momenti più belli per una donna! Cosa non darei per poterlo fare io!" frignò l'altra, seppellendosi il viso nel fazzoletto.
Zero diede un forte colpo di tosse nel sentire quelle parole, finchè non arrivo lo stesso fratello di King ad ammirare la nuova arrivata con gioia immensa.
Andò a guardarla più da vicino, notando come si coprisse timidamente gli occhi con quei piccoli pugnetti che aveva...
E strinse i denti per la commozione.
"Che fai? Piangi? Un uomo accetta tutto senza fermarsi davanti a momenti simili." lo riprese Zaki, sebbene si fosse tolta la maschera e sorridesse alla piccola neonata mentre Nunnaly la poggiava tra le braccia di Kismet, rimasto del tutto basito ancora da quella creatura.
Si girò con quella pargoletta che vagiva silenziosamente tra le sue braccia, prima di porgerla ad una stremata King.
"Eccola qui..."
King, completamente sfatta e sudata, girò lentamente la testa verso i due e sorrise fra un respiro e l'altro.
"Oh... baby... è bellissima... la più bella di tutte, non trovi?" gli chiese con una risatina sfinita.
"Bella come te." sorrise Kismet.
Whip, rimasta in disparte fino a quel momento per contenere le lacrime nella stanza accanto e 'contattare qualcuno con insistenza', si avvicinò con le mani dietro alla schiena, fissando quel visetto così pacifico e soave.
"Allora? Il nome ce lo fate sapere?"
I due sorrisero a quella domanda, finchè non fu la stessa King a rispondere:
"Abbiamo deciso di chiamarla Queen."
"Queen..." mormorò Lucille, inginocchiandosi vicino al letto per guardare meglio a sua volta il volto della piccola.
Si accorsero poi dopo dell'ingresso nella stanza anche degli altri invitati, con Angela che sorrideva con vistose lacrime, frignando come una bambina a sua volta.
"Congratulazioni! E' la cosa più bella che abbia mai visto nel mondo!"
Persino Angel non ne rimase indifferente da come si era a sua volta piegata per fissare la piccoletta.
"Ma questa diventerà bella come entrambi. Bella... e speriamo un po' più femminile-"
"Come prego...?"
King girò gli occhi verso di lei, le sue energie quasi ripristinate a quel commento.
"Intendevo dire che lo sarà di sicuro! Bella e femminya~!" ribatté Angel, correggendo le ultime parole.
Nunnaly diede poi un colpetto sulla schiena di Zero, come per dirgli di andare a vedere la nipote come nonno e capofamiglia che era.
Lui andò con passi lenti e decisi verso la bambina, fissandola intensamente...
Finché non fu la stessa bambina a muovere le mani verso di lui, come se volesse farsi prendere in braccio.
La reazione dell'uomo fu di alzare le sopracciglia, spalancare lentamente gli occhi e far tremare vistosamente il labbro inferiore per poi tendere le braccia verso di lei con una palese titubanza...
Poi le ritirò e guardò Nunnaly per cercare il suo parere.
"Rebecca..." mormorò.
"Prendila in braccio. Non morde! E' tua nipote, e vuole conoscere il nonnino." sorrise lei, pattandogli il fianco dolcemente.
"Nonnino..." ripeté lui con una risatina sconfitta, per poi protendersi per prendere in braccio la piccola, ma con una vistosa paura di farle male o spaventarla.

The King of Fighters: Green FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora