Capitolo 14: Those from the Past

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Corsero e corsero come forsennati per quei lunghi corridoi, sconfiggendo qualsiasi cosa parasse loro la strada.
Kira era in uno stato del tutto diverso dall'altro giorno, e Kismet poté notare come si muovesse per proteggere tutti con maestria.
Si era infatti ripromesso che non avrebbe più permesso che qualcuno soffrisse a causa delle sue inadempienze, e che fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto, l'avrebbe fatta pagare a Himmler per tutto, con e senza la falce.
Dopo qualche minuto di corsa, poterono vedere un portone che avrebbe condotto di sicuro al loro bersaglio.
"Ragazzi! Mi sa che ci siamo!" esclamò King.
"Forza, fratello! SFONDIAMO!" Gridò Fox, facendo partire una lama sulla punta di entrambi gli scarponi.
Kismet a sua volta partì assieme a lui in carica, sfondando il portone con un doppio calcio di entrambi.
"Okay, bastardo! Siamo gli esattori venuti a riscuotere!" dichiarò a gran voce Kira...
Per poi interrompere quando lo vide di spalle con le mani poggiate sul terminale, la schiena gobba e il capo chino.
"Ehm... toc toc?" chiese allora Kismet; "Tizio..."
"Perché...continuate a rovinare tutto..." mormorò Himmler con voce rabbiosa.
Da lui provenne poi uno strano miscuglio di riso e pianto.
Kira si girò un dito vicino alla tempia come per segnalare che fosse pazzo.
King alzò le spalle, così come Lucille ne parve intimorita leggermente.
"Mi avete tolto Rebecca un'altra volta... ma se devo morire... vi porterò tutti con me all'inferno!"
Una volta dette quelle parole, lo scienziato mostrò con uno sguardo storpiato dalla follia più pura e rigato dalle lacrime.
"L'ho già sentita, ed il pazzoide che l'ha detto è ridotto a pezzi nel Mar del Giappone." commentò Kismet.
"A nessuno importa!" esclamò Ingram con un passo avanti; "Sorella Nunnaly e Lu non sono una tua proprietà!"
"Kira..." mormorò con un sospiro contento Lucille.
L'ex-criminale estrasse le lame da sotto entrambe le maniche.
"Non mi importa quali cazzo di ragioni tu abbia in quella tua testa da sciroccato, ma i tuoi giorni a fare il gran vendicatore finiscono qui! Morirai, Hans Himmler!"
"Sì, direi che abbiamo azzeccato il termine." commentò Kismet, mettendosi anche lui in posa di guardia assieme a King.
Lui continuò a ridere in maniera deviata.
"Uccidermi? Ma per piacere... non eravate nemmeno in grado di toccarmi, prima! E ho ancora IO la superiorità!"
"Sei sicuro?" chiese Kismet...
Prima che facesse partire una fiammata improvvisa con un calcio, che sembrò mancare il suo avversario...
Solo per colpire la catena con cui K' era legato, in fondo allo stanzone.
Hans spalancò gli occhi e cominciò a imprecare per il casino che gli stava per arrivare addosso.
Il corpo esanime del ragazzo più giovane fu spinto giù dalla forza di gravità, ma Kismet lo prese al volo prima che si sfracellasse.
"Salvo." esclamò, prendendolo al volo; "Ora mancano solo Maxima e Whip, e poi possiamo sloggiare."
"Come sta, Kismet?" gli domandò King, girando intorno a Himmler per coprire le spalle al giovane.
"Se ne è prese, ma respira normalmente." rispose lui , dando degli schiaffi al viso di K' per farlo rinsavire.
Finalmente una reazione:
K' aprì di scatto gli occhi e strinse i denti.
"LA PIANTI, QUATTROCCHI DI MERDA?!"
"Sono io, testa di rapa!" lo riprese Kismet, scuotendolo ancora un po'.
"Merda... sento che sto per vomitare..." mormorò poi con voce strozzata mentre stingeva occhi e denti per il dolore.
"Esagerato... non farlo sulla mia giacca." lo riprese il ragazzo che lo sorreggeva.
"Ehi, prova tu ad essere fustigato da una frusta elettrica ripetutamente fino a svenire! Vediamo come ti senti TU!" gli inveì contro il "fratellino".
"Ehi! Litigate dopo! Abbiamo un problema più grosso per il momento!" li avvertì Kira.
K' sputò a terra.
"Odio ammetterlo, ma non sono proprio in condizioni di combattere adesso... lo lascio a voi... io mi riposo un momento."
"Ci penso io a lui..." li tranquillizzò Lucille.
"Lu... ne sei sicura?" chiese Kira.
"Voglio rendermi utile anche io... non sarò solo un peso... e poi... lo devo alla mia sorellina."
"Va bene allora! Pensaci tu!"
"Perché... perché vuoi difendere quel mostro, Rebecca?! Lo sai che cosa ha fatto, vero?!" gridò con voce instabile Hans.
"Io non sono la sorellina! Mi chiamo Lucille...e Kira mi ha salvato la vita oltre ad essere la persona che amo... avrà il suo carattere, ma nei miei occhi non è un mostro!" rispose lei alle assurdità sparate dallo scienziato.
"E cosa mi dici del K-Prime? Delle sofferenze che mi ha causato?! Non merita di soffrire e morire come il cane che é?!"
"K' ha il diritto di vivere e di essere lasciato in pace, l'unico che deve soffrire in questo momento sei tu! Per il dolore che ci hai provocato!"
"Tu non sei più la mia Rebecca, allora..." ribatté Himmler...
Partendo poi in carica.
"E ALLORA MORITE TUTTI!"
"Attenti! La sua carica é inarrestabile!" Li avvertì Kira, buttandosi di lato.
Seguendo il consiglio di Kira, i presenti si scansarono dalla sua carica.
"Mi dispiace, vecchio!" schernì l'ex-killer; "Scemo sì, ma non così tanto da farmi fregare più volte dalle tue mosse!"
"Tanto ti ammazzerò comunque!" ringhiò lo scienziato, attaccando nuovamente.
"Carino... ma non rubarmi le battute!" gridò Kira, iniziando il suo assalto a base di coltelli da lancio.
Himmler gli schivò senza problemi, per attivare poi il cannone nel braccio generatore di buchi neri.
"Quella tecnica la conosco bene." ribatté Kismet, lasciandosi trascinare verso di lui per il suo famoso doppio pugno caricato di fiamme scure.
Nell'istante in cui Kismet riuscì a colpire il braccio cannone di Himmler, venne percosso da delle scosse e del fumo uscì da quell'arma.
"MALEDETTO! TI FACCIO VEDERE IO!!!"
Pieno di rabbia, Hans si diresse di nuovo contro Kismet, per cercare di colpirlo.
"Ma vai via."
Il ragazzo cominciò uno scambio di pugni e calci contro quest'ultimo, sempre più rapida dopo ogni movimento.
Fece poi un calcio che lo spinse verso King, che si fiondò verso lo scienziato con un Surprise Rose.
La combinazione di calci a delta funzionò e, con un ultimo calcio rotante in volo, la barista lanciò Himmler dritto verso Kira.
"Tempo di provare qualcosa di nuovo!"
Congiunse insieme le due lame alle braccia e si tuffò verso il suo bersaglio, trapassandogli il ventre per poi spalancare le braccia e squarciarlo con una massiccia fuoriuscita di sangue.
"Crepa come un agnello al macello..." mormorò con voce gutturale, mentre il corpo dello scienziato volava in aria, lasciando una scia di sangue.
Gridando per l'agonia, l'uomo cadde violentemente a terra, proprio nello stesso momento in cui arrivarono in quella sala sia Maxima che Whip.
Kira non se ne curò, ma si inginocchiò sul corpo dello scienziato, avvicinando sempre più la lama destra al collo dell'uomo.
"Adesso morirai come il suino che sei!" esclamò, la rabbia al massimo nel suo corpo.
"Kira, fermo!" gridò tuttavia Lucille, stringendo i denti.
"Ma Lu! Non vedi il bordello che ha creato questo individuo!? Deve essere punito!" esclamò lui.
"Non sta a noi farlo... uccidere é un peccato che Dio non perdona..." mormorò lei; "La sorellina non lo vorrebbe..."
Nel sentire quelle parole Kira rimase fermo con la lama al collo di Himmler...
Finché non decise di alzarsi e voltarsi.
"Hai ragione... Nunnaly non lo vorrebbe."
"E Nunnaly non vorrebbe neanche che tu continui a tormentarti per lei, Hans..." intimò lei con voce dolce allo scienziato; "Ti prego... devi lasciarla andare."
"Tu... tu non capisci! Io ho perso tutto... ho perso tutto a causa di quell'uomo! Perché dovrebbe continuare a vivere beato e io no?! PERCHÉ?!" singhiozzava Himmler sbattendo a terra i pugni.
"E vendicandoti risolvi qualcosa?!" lo riprese Kismet; "NESTS mi ha privato di tutto ma ho vinto io lasciandomi tutto alle spalle e ricominciando da capo."
Fissò poi con uno sguardo diretto King e le puntò un dito contro:
"Io e te, chiudiamo la storia. Dimmi giorno, ora e posto. Ti porto sull'altare come da promessa!"
Lei si coprì la bocca con entrambe le mani.
"Oh, Kismet... non stavi bluffando?!"
Kira rimase interdetto da quell'ultimo scambio.
"Sì, tutto bello... ma vi pare il posto e il momento per una dichiarazione di matrimonio? É come quando vidi due farsela in un vicolo ricoperto di piscia!"
"Kira...!" lo riprese Lucille...
Per poi sentire il battito di mani di Maxima, apparso sulla scena assieme a Whip.
"OOOOH... finalmente qualcuno qui si mette comodo tra noi."
"Fa piacere vedere un po' di crescita da queste parti." annuì soddisfatta Whip.
Il suo sguardo poi andò a K', che sbuffò sonoramente.
"Beh SCUSATE se mi piace la mia intimità e la mia libertà!" brontolò, tentando invano di alzarsi.
"No... io mi rifiuto... di vedere VOI bestie... felici! Se io non posso avere la mia felicità, allora andremo tutti all'inferno!"
Dette quelle parole, Himmler tirò fuori un dispositivo di autodistruzione.
"Ah, no! Non lo farai!" gridò Whip, sfoderando la sua fidata Desert Eagle...
E facendo fuoco.
Il colpo centrò il dispositivo, riducendolo in mille pezzettini.
"Sarà meglio tenerlo fermo, altrimenti chissà cosa può tirare fuori d'altro." commentò Maxima, mentre si stava avvicinando a Himmler, intento ad imprecare come un dannato.
"E sta zitto!" sbottò il grosso cyborg...
Per poi colpirlo con un manrovescio talmente forte da fargli perdere i sensi.
"... sorry." mormorò imbarazzato.
"Direi che siamo riusciti a completare la nostra missione di salvataggio." commentò King, soddisfatta.
"Almeno questo... e il torneo?"
"Chi se ne frega del torneo?!" ribatté Kira.
"Sentite, usciamo di qui e basta, questo posto comincia a..."
Maxima si interruppe quando i suoi sensori avvertirono una strana fluttuazione di energia di cui non capiva l'origine.
"Lo sentite anche voi?" chiese K'.
"Sentire cosa?" aggiunse King.
"Io sento... come una voce ultraterrena... che ci chiama..." disse Lucille con voce sommessa.
Kira si era sturato le orecchie, come per dire 'di che state parlando?'.
Ma non ebbe tempo di capire cosa stesse accadendo che videro la realtà come sfaldarsi di fronte a loro e cedere il passo alla luce.
"Che diavolo sta succedendo?! Ma cosa-?!"
K' si sentì risucchiato assieme ai presenti da una sottospecie di portale di qualche tipo, generatosi dal nulla...
Solo perché tutti, dal precedente laboratorio di Hans Himmler, si trovarono davanti ad un enorme portone scavato in una caverna di qualche tipo, pieno di geroglifici e scritture antiche, quasi a testimoniare presenze oscure dell'antichità.
Anche il pavimento in cui stavano era solcato dalle stesse scritte.
Preoccupato da quegli sviluppi, Kira scosse una Lucille mezza stordita che, riprendendosi, domandò all'uomo se fossero finiti nel Limbo.
"Mi auguro di no! Perché non siamo morti vero?" ribatté Ingram.
Maxima si rivolse subito al suo scanner interiore per cercare dati su quella caverna, ma tutto ciò che apparve sul monitor olografico generato da suo occhio bionico fu una schermata con su scritto: "NO MATCHING DATA FOUND".
"Zero riscontri." mormorò il cyborg canadese; "In che genere di posto siamo?"
"Tipo una dimensione diversa?" chiese King.
"Non credo."
Kismet sembrava incredulo davanti a quella situazione...
Finché una fiamma improvvisa si accese alle loro spalle, mostrando qualcuno a loro noto:
Kyo Kusanagi, ma con una pelle completamente scura, occhi rosso fuoco, la sua tipica divisa degli anni passati e un inquietante sorriso sul volto.
"Argh, di tutte le persone che non volevo incontrare..." ringhiò con gli occhi carichi di rabbia K', mentre caricava le fiamme nel guanto sulla mano destra.
"Cos'è? Un altro clone di Kyo?" chiese King, mettendosi in posizione da combattimento assieme al compagno barista.
"Sì... ma che ci farebbe un clone in questa grotta?!" rispose Whip.
"Posso rispondere io..." riecheggiò una voce femminile.
Prima di poter fare qualsiasi cosa, i presenti si videro apparire due figure apparentemente identiche, lunghi capelli neri ed una veste sacra giapponese sul bianco sopra un paio di pantaloni neri attillati.
"Chizuru!" esclamò King; "Chizuru, che ci fai qui?! E... quella alle tue spalle...?"
"Cosa ci faccio qui? Sono venuta a fare il mio dovere... vi presento la mia sorella gemella, Maki." rispose la donna, Chizuru Kagura, inespressiva.
"Maki...?!"
King era come sbiancata:
Sapeva che Maki, la sorella gemella di Chizuru, nonché guardiana originale dello Specchio di Yata, uno dei tre mistici tesori sacri risalenti al primo scontro contro Orochi dei clan Kusanagi, Yasakani e Yata, era morta da anni per mano del Re Celeste di Orochi, Leopold Goenitz.
"Adesso... visto che Goenitz e gli Hakkeshu hanno interferito con il torneo, sarò qui in veste dei veri sponsor per testare la forza delle squadre più forti al mondo... quelle davanti a me!" spiegò Chizuru con la massima calma, sebbene King la trovasse fredda all'inverosimile.
"Frena due secondi, bella! Ma non erano i fratelli Bernstein gli sponsor di questo King Of Fighters!? Adesso sbucano i veri sponsor!?" esclamò Kira, sentendo le parole di Chizuru.
"Il torneo non è altro che un mero specchio riflesso... il vero pericolo è vicino. Ed è per questo che noi, sorelle Kagura, dobbiamo affrontarvi."
Detto ciò, sia Chizuru che la figura a lei somigliante e sorella, Maki, si prepararono a fronteggiare i presenti.
"Kusanagi... attacca per uccidere!"
Il tizio che assomigliava a Kyo decise di attaccare K', con un ghigno di pura malvagità sul volto.
"Ti pareva se non cercasse rotture di coglioni!" esclamò il ragazzo dai capelli platinati, pronto a combattere.
"Uccidervi sarà una bazzecola! Siete deboli! DEBOLI!" gridò l'individuo chiamato Kusanagi, dopo aver rilasciato un proiettile fiammeggiante rasoterra.
"Ma per favore..."
K' si slanciò, buttandosi poi sul clone con un Heat Wave.
Era tuttavia indebolito, e il suo colpo non fu così forte e veloce come al solito, rendendosi parabile da Kusanagi, che contrattaccò con una gomitata allo stomaco.
A causa delle torture precedenti il dolore si stava facendo sentire più del dovuto, ma K' strinse i denti e provò a contraccambiare il colpo ricevuto.
Tuttavia, Kusanagi lo prese per il mento, alzandolo di peso.
"E ora BRUCIA!"
La mano del clone esplose in una fiammata, spedendo indietro il ragazzo.
Prima che potesse fare altro, tuttavia, davanti a lui si parò Whip, che lo allontanò con una violenta frustata.
Kusanagi ringhiò, tremando visibilmente.
"Maledetta! Combatti senza armi, se ci riesci!"
"E rinunciare a uno dei miei aspetti migliori? Sei impazzito?!" ribadì la ragazza, stringendo la frusta e preparandola per un colpo al collo del doppione.
Lui la afferrò, legandosela alla mano...
Per poi cercare di bruciarla.
Venne tuttavia colpito da Maxima con un doppio calcio in volata, facendo andare indietro di qualche metro.
"Stiamo attenti, non ha nulla da perdere!" esclamò il cyborg, rimanendo in posizione di guardia in caso di contrattacchi.
"Chizuru, ascolta! Ferma quest'assurdità. Non dobbiamo combattere!" cercava di farla ragionare King, con lei che pareva ferma e seria sulla propria decisione.
"Ogni parola detta è inutile, combatti o muori a te la scelta."
Nel dire quelle parole, la donna dai capelli corvini insieme a sua sorella Maki decisero di attaccare gli altri presenti.
King abbandonò la posizione di guardia.
Come poteva credere che la sua cara amica Chizuru si fosse indurita tanto?
Non era un atteggiamento da lei!
Anche quando si trattava di Orochi, aveva sempre il massimo riguardo per i suoi amici.
Abbassò la guardia, rendendosi vulnerabile agli attacchi delle due gemelle.
"King!"
Kismet notò l'esitazione della barista e si mise in mezzo nel momento esatto in cui Chizuru caricò del chi nella sua mano per colpire il petto di King.
Il ragazzo si prese il colpo in pieno, andando con la schiena addosso alla donna francese.
I due rotolarono per terra.
"Tutto in ordine lì dietro, King?" chiese mormorando Kismet, cercando di rialzarsi da terra.
Lei non gli rispose, come sotto shock da quegli ultimi eventi.
Era incredula e con gli occhi sbarrati...
Ma le due gemelle non avevano intenzione di perdere tempo e si erano dirette ancora all'attacco di King e Kismet.
Kira e Lucille si lanciarono a loro volta contro le due, ma Maki pareva talmente veloce da duplicarsi, agli occhi loro.
Riprendendosi da un colpo e stringendosi il braccio, Lucille commentò:
"Com'é possibile? Una delle due... non ha anima... è come un'illusione, ma tangibile!"
"Allora colpisci l'altra!" esclamò Kira, puntando a Chizuru.
"È inutile..." commentò la donna, che schivava i colpi di Ingram con grazia...
Finché non rilasciò quello che era a tutti gli effetti un'immagine residua di sé stessa, che sbalzò in alto l'uomo.
"Gwah!" esclamò il poveretto, volando oltre lo strano portone e schiantandosi su di esso.
"Kira!" esclamò Lucille, intenta a tenere occupata Maki.
"King, devi riprenderti! Ci servi qui!" esclamò Kismet, notando come Chizuru si stesse nuovamente girando per affrontare i due ragazzi.
Come se avesse ricevuto dei sali sotto il naso, la biondina si riprese e, notando la situazione, si lanciò all'attacco.
"Tu non sei la Chizuru che conosco! Chi ti controlla!?"
"Io sono colei che impedirá il risorgere del Grande Serpente, in tutti i modi!"
I colpi di Chizuru e King entrarono in contatto, con le due che cominciarono un intenso combattimento...
Mentre Kismet dovette schivare una fiammata rasoterra quando Kusanagi provò a colpire Maxima, fallendo miseramente.
"Beh? Tutto qui quello che sai fare?" chiese K' con fare provocatorio.
"Non avete visto ancora niente! Siete solo rammolliti che combattono in gruppo!" ribatté irritato il clone.
Si servì di una versione più rapida della 108 Orochinagi per colpire in pieno Maxima.
Per poter respingere quel colpo, il cyborg tentò il tutto per tutto:
Si impettì, permettendo ad un portello circolare di aprirsi sul suo torso, rivelando un micidiale cannone a raggi.
"Fire!"
Sparò un raggio dritto in faccia al clone, che finì per essere centrato in pieno...
Prima che Whip non lo prendesse al volo con la frusta con un attacco Boomerang.
Come risultato, il corpo di Kusanagi fu scagliato al suolo con una violenza inaudita mentre la giovane si risistemava rapidamente i capelli.
"Mi auguro che stia a terra, ora..."
Mentre diceva quelle parole, Maxima chiuse il portello del torso.
Si sorprese come gli altri nello scoprire che il corpo di Kusanagi si stesse letteralmente sfaldando sotto forma di fumo.
"Okay... questa mi giunge nuova, ma almeno ci siamo tolti una rottura di scatole." commentò Whip.
Chizuru e King stavano ancora combattendo senza freni, con Kismet che si occupò di tenere Maki lontana come meglio poteva.
"Accetta la sconfitta, King! Ti conosco fin troppo bene perché tu mi possa sconfiggere!" esclamò Kagura, continuando con i suoi attacchi illusori.
"Può darsi... ma se un'amica ha un problema, è mio dovere aiutarla, anche se devo calcare la mano! E tu mi conosci, sono un tipo molto passionale!" rispose la francese, mentre parava e contrattaccava con un Trap Shoot.
Chizuru si smarcò abbastanza da permettere alla barista di partire da una Mirage Dance, la sua serie di calci in sequenza con quattro calci rotanti in aria.
La Kagura fu sbalzata violentemente all'indietro, e fu allora che alle sue spalle, King notò qualcosa:
Un mistico specchio dall'aria antica.
King sapeva bene di cosa si trattasse:
Lo Specchio di Yata.
La figura di Maki stava cominciando a sfaldarsi, segno che il colpo di King aveva sortito qualche effetto.
"Lo specchio, Kismet!" esclamò King, prima che il compagno si lanciasse in un calcio a sforbiciata in avanti, dritto contro il manufatto.
"A... aspetta Kismet! É un artefatto mistico! Hai idea di cosa accadrebbe se lo rompi?" lo richiamò all'ordine Lucille
"Cercherò di limitare la mia forza!" ribatté lui, non riuscendo a fermarsi dall'andare addosso allo specchio di Yata con una pedata.
Il manufatto, incrinatosi, smise di illuminarsi, facendo sparire anche Maki nella stessa maniera della copia di Kusanagi.
Una volta successo questo, sembrò che Chizuru avesse perso qualcosa:
Gridando con gli occhi spalancati, si tenne freneticamente la testa...
Fino a quando non si sentì perdere i sensi lì davanti a tutti, cadendo a terra inerme.
Immediatamente, King corse al capezzale dell'amica per accertarsi che stesse bene. Era tramortita ma respirava, e anche il suo viso era più tranquillo.
"Si può sapere che diavolo sta succedendo? Cos'è tutta questa pagliacciata?!" si lamentò K'; "Prima quel rottinculo di Himmler, ora una svampita che parla di Orochi..."
"Fotte un cazzo... perché stiamo ancora in questo fottutissimo buco di culo, piuttosto?!" gli domandò uno spazientito Kira.
"Primo... calmatevi entrambi, bambinoni." li riprese Whip; "O dovrete assaggiare Voodoo."
"Bambino...?! Ehi, troietta, guarda che sono più grande di te! Porta rispetto!" la minacciò l'ex-killer.
Peccato che ebbe vita breve quando Lucille lo prese per un orecchio, e Kira cominciò ad emettere buffi versi di dolore, abbassandosi in ginocchio.
"Kira... fai il bravo."
"Wow, Lucille... ti sei fatta più decisa, brava!" si complimentò Whip con lei.
Si girò per guardare come una gatta davanti al topolino lo stesso K' e si leccò i baffi, stringendo la sua frusta fra le mani.
"Non pensarci nemmeno, tu..." mugugnò il ragazzo dalla pelle abbronzata e gli occhiali.
"Ora, vediamo di tornare all'ordine. Cerchiamo di capire perché questa dimensione é ancora in piedi!" li richiamò Maxima, controllando l'area circostante.
"Perché...? Pensavo fosse abbastanza semplice da capire..."
Una nuova voce si fece eco:
Una voce femminile, in direzione della porta dagli strani geroglifici.
Apparsa come dal nulla, si trovava lì presente una giovane donna dai corti capelli corvini a scodella, vestita solo di un top color blu e pantaloncini di jeans, oltre che una vistosa sciarpa giallastra e stivali rinforzati.
"E quella chi cazzo é?!" domandò ad alta voce K'.
Invece di rispondere, la donna commentò:
"Avete infranto il mio controllo... peccato, era un così ottimo burattino."
Dalle sue mani partivano dei fili che si recisero per rientrare nella sua carne.
"Burattino...?!" chiese Whip, scioccata.
King ringhiò, incupendo lo sguardo.
"Tu... che cos'hai fatto a Chizuru?!"
"Cosa ho fatto? L'ho semplicemente controllata per aiutarci a sciogliere il sigillo di Orochi... ma ora è un bel casino, oppure no?"
"E tu chi diavolo saresti, in primo luogo? Uno scherzo della natura?" chiese Fox, con le mani in tasca e l'aria annoiata.
"Mi chiamo Botan... siamo coloro che provengono dal passato, con lo scopo di sciogliere il sigillo e liberare il potere del Grande Serpente per donarlo al nostro maestro."
"Dal... cosa?"
"Dal passato, bella questa." borbottò sbuffando K'; "E poi gli unicorni sono reali."
"Io non sto mentendo." rispose sorridendo vistosamente Botan, la ragazza misteriosa e minuta, controllandosi le unghie...
Prima di tornare a fissarli.
"Con il vostro scontro e quanto avvenuto allo stadio del KOF tra i combattenti e gli Hakkeshu del Grande Serpente, il sigillo di Orochi si è indebolito abbastanza. Vi dovremmo ringraziare."
"Quindi sono ritornati anche loro!? Ma sono morti tutti quanti!" esclamò King.
"Un Hakkeshu non può morire, anche se lo volesse." ribatté Botan; "Ma questo è irrilevante... vi abbiamo tenuto d'occhio. E qualcuno qui vuole concedere una possibilità ai più forti umani del mondo..."
Il suo sguardo andò poi verso il portone aperto, che lasciava intravedere un enorme grotta illuminata da torce e decorata con stendardi vari.
Da essa sembrava provenire un'aura di indescrivibile potenza, come se all'interno ci fosse un avversario formidabile, la cui presenza era in grado da sola di opprimere l'atmosfera, rendendo l'aria schiacciante.
"Che diavolo è presente qui dentro?"
Kismet fece un passo all'interno...
Solo per bloccarsi quando si trovò bloccato da qualcosa...
O meglio, qualcuno:
Era molto alto, muscoloso con la pelle grigia, come fatto di roccia, capelli bianchi sparati all'indietro che contrastavano quel particolare.
Indossava solo dei pantaloni lunghi decorati da strani simboli e un paio di polsiere.
"Dunque... voi siete coloro che hanno infranto il controllo mentale di Botan... come supponevo, gli umani sono una forza da non sottovalutare..." disse l'omone, scrutando lui e gli altri a braccia conserte.
"E tu cosa saresti?" chiese K'; "Una montagna?"
"Forse la Cosa." rispose Maxima, analizzando il nuovo arrivato...
Solo per scoprire che i suoi parametri fossero oltre la soglia.
"Il mio nome... è Mukai." rispose il colossale uomo, senza scomporsi; "E sono qui per il sigillo di Orochi, e il potere del Grande Serpente. Pensate, voi piccoli umani, di avere la forza di fermarmi? Anche ora che il sigillo è indebolito dalla vostra follia?"
L'occhio gli andò su Kismet.
"Perché? Tu quanta forza hai, bestione?" chiese il ragazzo in questione .
Aprì le braccia, e la terra sembrò tremare e creparsi sotto i suoi piedi.
"Sei un tantino arrabbiato per lo specchio, immagino." commentò nuovamente Kismet.
"Se romperlo significa sette anni di guai... immagina creparlo."
Mentre diceva quelle parole, Mukai fece segno ai suoi avversari di farsi avanti.
"Quindi... vuoi il potere di Orochi. Per quale motivo?" chiese Lucille, mettendosi in guardia assieme ad altri presenti, con K' che pareva tuttavia troppo stanco per continuare per le lunghe.
"Devo donarlo al mio Signore... ma non intendo andarmene senza aver dato la possibilità a voi di difenderlo."
"La trovo una perdita di tempo... ma se ne sei così sicuro..."
Una nuova voce si poté udire in quella grotta, appartenente ad una ragazza.
"Che?! Altri di voi pazzoidi?" mormorò Kira, beatamente tenendosi le mani in tasca con aria perennemente scazzata.
Difatti, da dietro una delle colonne di roccia, uscì dall'ombra una figura alquanto longilinea e femminile con dei lunghi capelli castani e due ciocche di colore blu sul davanti.
Vestiva una casacca cinese di colore giallo e pantaloni attillati azzurri con delle ballerine di color marrone.
"Cerca di fare in fretta, Mukai... il tempo scorre."
"Ne sono consapevole. Puoi anche riferire che non ci saranno intoppi. Del resto voglio solo vedere coi miei occhi la loro effettiva forza." le rispose Mukai guardando la nuova arrivata di lato.
"Non mi preoccupo troppo di quanto richiesto da Magaki... ma sai bene che non ama chi gli disubbidisce." ribatté la giovane donna, portandosi appresso una lunga lancia decorata.
Mukai fece un mezzo sorriso.
"Riguardo per me? Mi stupisci, Shion..."
"Ho riguardo solo per la missione, quindi sii veloce." rispose lei con uno sguardo tagliente.
"Farò quello che devo."
Poi, ai combattenti:
"Dunque? Chi si fa avanti per primo? Posso anche combattervi tutti insieme, se lo desiderate."
"Vengo io, vuoi sfidare me?" chiese Kismet; "Giuro che ci vado piano."
"Avevo voglia di vedermela con te, stolto giovinotto impulsivo che ha messo a rischio il sigillo di Orochi pur di vincere. Spero tu sia pronto ad affrontare anche le ramificazioni delle tue azioni..."
"Ehi, ho sconfitto un tipaccio peggiore di voi a mani nude... cosa fa pensare voialtri di essere migliori?"
Fece poi cenno con una mano di farsi avanti.
"Magari vuole unirsi la tua amica. "
"Non c'è ne bisogno, Mukai è abbastanza per voi." rispose lei con un sorriso sicuro di sé.
"Non sono messo così male da necessitare di aiuto. Quindi forza, attaccami pure con tutta la potenza che hai..." dichiarò il colosso, in posizione difensiva.
"Non ti lamentare poi dopo!"
Kismet partì in avanti per tentare un calcio caricato dritto contro il viso del gigante.
Lo colpì, ma per il ragazzo fu come colpire un vero e proprio macigno. Fu probabilmente più doloroso per la sua gamba che per il suo sfidante.
"Che diavolo-? Di cosa sei fatto?!" ribatté il ragazzo...
Prima che dovette schivare all'indietro con una capriola quando dal terreno comparve una lapide di pietra gigantesca, proprio nel momento in cui Mukai sbatté a terra un piede.
"Tutto qui ragazzino? Mettici un po' d'impegno!" esclamò l'uomo, mentre si massaggiava la guancia.
"Vuoi più impregno? Guarda che la situazione si scalderà di nero." esclamò Kismet, caricando le sue fiamme scure sulle mani...
Prima di sbattere un pugno a terra, generando una serie di colonne di fiamme innalzarsi verso Mukai.
"Ci voleva un po' di calduccio in questa grotta umida." commentò lui mentre se ne usciva da quelle fiamme come se nulla fosse...
Per prendere poi il viso di Kismet con una mano e sbatterlo a terra con violenza.
Lui si sentì il peso addosso di una montagna solo con quella semplice mossa...
Ma non demorse per nulla:
Caricò nuovamente i pugni per cominciare a colpire da terra il volto del suo avversario, stringendo i denti solo per quanto dolesse alle sue nocche.
"Kismet!" esclamò King che, preoccupata della piega che stava prendendo il combattimento, aveva sparato dei Venom Strike per aiutarlo a uscire da quella situazione.
Quando il proiettile toccò la pelle dell'omone, alla barista parve tuttavia che per quell'istante il suo corpo si fosse tramutato in pietra, respingendolo.
"Che diavolo è questo?!" esclamò Kira, lanciandosi coi suoi coltelli per attaccare a sua volta.
Peccato che le lame, sebbene si conficcassero, scavassero a malapena con la punta, senza fare danni sostanziali.
"Come cazzo-?!"
Kira si interruppe dal parlare quando Mukai lo afferrò con l'altra mano per la testa...
Prima di rilasciare una strana aura da esso, color grigio.
Con una rapidità impressionante, Ingram si pietrificò.
"... Kira...!" sussultò Lucille...
Per poi sparare contro al braccio dell'omone con una mitragliatrice pieghevole da portare nella borsa.
I colpi schioppettarono sul suo braccio, abbastanza da far sì che Mukai mollasse Kira, bloccato come una statua sul posto.
Mormorando il nome del giovane uomo, Lucille le si avvicinò e gli carezzò il volto ormai duro e freddo con la mano.
Non disse nulla, ma la sua era un'espressione di puro e contegnoso dolore.
"Non resterà così per sempre." rassicurò Mukai, lanciando via Kismet nel frattempo; "L'effetto dura molto poco."
Ma lei non lo ascoltò, restando lì con la testa abbassata e le spalle tremanti.
"Vai all'inferno, peccatore!" gridò mantenendo le distanze e continuando a sparare con la mitraglitrice.
"Tutto qui il tuo potenziale, ragazzina?"
Dalla mano, Mukai scagliò una pietra di enormi dimensioni contro Lucille.
Lucille venne salvata in tempo da Whip che l'aveva trasportata in alto grazie alla sua frusta per poi riscendere con la stessa velocità.
"Tutto bene?" chiese lei alla ragazzina.
"... penso di sì... ma Kira..."
"Se la caverà. Ha detto anche lui che non sarebbe durato a lungo." la rassicurò la mercenaria.
"Infatti! Quindi direi di dargli il ben servito!" esclamò Maxima, pronto a colpire il colosso.
Lo fece piantando a terra la nocca e usando il contraccolpo per spararsi in aria e precipitargli addosso come una palla di cannone.
Mukai cadde sulle ginocchia, leggermente stupito dal colpo.
"Questo l'ho sentito! Ma ti tocca riprovare!"
Dette quelle parole, con un sorriso ribaltò Maxima, facendo uscire sotto di lui un altra lapide di pietra.
Il cyborg canadese volò contro il soffitto, schiantandosi a terra proprio nel momento in cui K' lanciò gli occhiali dritto verso Mukai per tentare la sua combo a catena.
"I tuoi movimenti sono rabbiosi e sconnessi. Non andrai lontano!" lo riprese Mukai senza neanche preoccuparsi di parare quei colpi:
Ci pensava già la sua scorza di pietra.
Difatti, K' venne rispedito indietro di qualche centimetro a causa del pestone che fece tremare la terra, ma non era finita per lui:
Mukai, nello stesso momento, aveva evocato diverse lapidi che si stavano avvicinando rapidamente al suo bersaglio.
Colpito più volte, il ragazzo gridò, volando dritto fino all'ingresso della grotta.
Mukai si stiracchiò il collo, dipingendo per un secondo un sorriso a trentadue denti sul volto.
"Come pensavo... devi impegnarti di più!"
Il suo volto si piegò lateralmente quando un calcio lo colpì all'improvviso sulla sua sinistra...
Prima che il gigante si trovasse nuovamente Kismet davanti, che lo intimò di farsi avanti.
"Di nuovo tu? Non ti arrendi mai, vero? Suppongo sia l'indole umana. Più coriacea di uno scarafaggio..." commentò Mukai, massaggiandosi la guancia sinistra.
"Beh, so per certo che non mi sono mai arreso. Questo mi ha aiutato."
Detto ciò, Kismet parve nuovamente pronto a colpirlo...
Solo per passargli quasi attraverso a gran velocità quando Mukai tentò di dargli un pugno a sua volta.
Il gigante parve percepire le sue fiamme nere all'interno del corpo, ed il ragazzo tranquillamente presente alle sue spalle con la mano alzata...
Prima di chiuderla in un pugno.

The King of Fighters: Green FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora