Sentivo qualcosa di umido e morbido sotto di me.
Lo tastai con la mano.
Era un...... prato?
Come diamine ci ero finita su un prato?
Cercai di ricordare qualcosa ma nulla.
Non ricordavo niente.
Nemmeno il mio nome.
Benissimo direi, pensai.Aprii gli occhi e mi guardai attorno.
Ero in una specie di radura.
C'erano un edificio sbilenco in legno, un fitto bosco verde, dei recinti con alcuni animali e... delle mura enormi in pietra che circondavano la radura.
A che cosa potevano servire delle mura così grosse in una zona pacifica come una distesa d'erba?
La confusione iniziale, iniziò ad essere sostituita dal panico.
Ero in un posto sconosciuto, in un luogo del mondo ignoto, senza memoria e soprattutto, ero completamente sol-«Cosa caspio significa tutto questo?» disse una voce all'improvviso.
Mi girai, e vidi un ragazzo asiatico di circa quindici anni, intento a guardarsi attorno confuso.
Mi correggo.
Ero in un posto sconosciuto, in un luogo del mondo ignoto, senza memoria, ma almeno ero con qualcuno.«HEY! TU LÌ! PER CASO RICORDI QUALCOSA?» mi urlò il ragazzo.
«NO. TU INVECE?» risposi.
«NADA DE NADA»
Di bene in meglio direi.
Abbassai un attimo lo sguardo e notai due ragazzi, uno biondo e uno di colore, che si stavano alzando dal prato.
«Cosa....» mormorò uno di loro, spaventato.
L'altro rimase in silenzio a scrutare la radura.«Perché non ricordo nulla?» chiese il ragazzo che aveva parlato poco prima.
«Ne sappiamo quanto te, pive» gli fece notare l'asiatico.
«Che vuol dire pive?» chiese il ragazzo di colore.
«E che ne so io»
«Io credo, ma credo ehh, che in questo momento ci siano cose più importanti di cui preoccuparsi pive» esclamai, sottolineando l'ultima parola.
«Ha ragione» concordò il ragazzo di colore.
«Che ne dite di fare un'esplorazione?» propose l'asiatico.
Noi concordammo e ci avviammo, tutti e quattro, verso il centro della radura.
****
Non so quanto tempo dopo, avevamo finito il tour.
Dovevo dire che, tutto sommato, non era male come posto.
Avevamo trovato un orto in cui, non si sa come, arrivava l'acqua per annaffiare le piante che erano già state seminate.
Nei recinti c'erano molti animali, come maiali, polli e pecore.Uno degli edifici in legno, si era scoperto fosse una cucina.
C'erano i fornelli, un fornetto, una dispensa e molti utensili, di cui non ricordavamo l'uso.
Nell'altra costruzione, c'erano un letto, delle 'cassettiere' in legno, qualche sacco a pelo e delle coperte.
Avevamo scoperto anche una specie di 'ascensore' piantata quasi al centro della radura, della quale però non conoscevamo l'uso.
Se avessimo tolto il fattore 'perdita di memoria' e 'mura in pietra', avremmo potuto considerare quel luogo un paradiso terrestre.****
Eravamo seduti tutti e quattro sull'erba, al centro della radura.
Cercavamo in tutti i modi di non farci sopraffare dalla paura, dall'ansia..Mentre due ragazzi parlavano tra loro, io ero concentrata sul biondo davanti a me.
Sentivo uno strano senso di protezione nei suoi confronti.
Come quella che prova una sorella maggiore nei confronti del proprio fratellino.
Continuai a guardarlo.Aveva qualcosa di familiare.
Alzò appena lo sguardo, e per un attimo, ci fissammo dritti negli occhi.
Lì capii.
Si. Ci conoscevamo già.
Ed eravamo più di due semplici amici.
E no. Non in quel senso.
Ero sicura che eravamo tipo fratelli prima che ci cancellassero la memoria.
Quello che mi riportò alla realtà, fu un mormorio, proveniente dal ragazzo di colore.«Cosa?» chiesi.
«Alby.... è il mio nome...» rispose lui.
«Ricordi altro?»
Scosse la testa.«Beh, il nome è già una cosa, no?» chiese l'asiatico.
Annuii.All'improvviso,mi venne un'idea, inutile, ma era una cosa 'carina' da poter fare.
«Ho un'idea ragazzi» annunciai.
I due mi guardarono curiosi.
Avrebbero fatto di tutto per distrarsi.«Che ne dite di incidere i nostri nomi, ovviamente quando ce li ricorderemo, sul quel muro?» indicai una parte delle mura di pietra.
«Così lasceremo un segno. Tutti sapranno che siamo stati qua» continuai.
Vidi un sorriso crearsi sulle labbra dei due ragazzi, e, insieme, andammo a cercare qualcosa con cui incidere i nomi.
****
Circa una decina di minuti più tardi eravamo raggruppati tutti e quattro davanti al muro in pietra, e il ragazzo di colore - Alby -, stava "scrivendo" il suo nome.
«Ecco» esclamò appena finì.
«Ora siamo ufficialmente abitanti di questo luogo.» sorrisi.
L'asiatico mi corresse.«Noi siamo i Radurai. E questa, pive, è la Radura»
__________
Buonasera 😍
Ho aggiornato 😾
Da questo capitolo, la storia è realmente inziata🤪
Eh boh addio👁
-luds
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•Just Remember•
Fanfiction"Non piangere, solo i bambini deboli piangono e tu non lo sei..." ⚠️QUESTA STORIA NON CONTINUERÀ⚠️