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Ormai erano passati due anni da quel giorno, e le cose non erano più le stesse nella Radura.
Newt non confessò mai cos'era successo davvero, ci disse solo che "era stato attaccato da un dolente" anche se sapeva benissimo che io e Minho non gli credevamo per nulla.

Purtroppo però, non potè più fare il Velocista, a causa di, da quello che avevo capito quando Jeff e Clint avevano cercato di spiegarlo in modo, a detta loro semplice e comprensibile
una frattura guarita male ad una gamba, cosa che gli aveva regalato una bellissima andatura zoppicante.
Fatto sta che sa quando era accaduto ciò, sembrava aver perso completamente le speranze di uscire vivo da quel luogo.
Ma non era l'unico.

Infondo, dopo tre anni, tutti avevamo iniziato a pensare che non ci fosse un'uscita.
La cosa divertente sapete qual era?
La tanto cercata via d'uscita, non c'era.
Ma questo era un segreto, lo sapevamo solo io, i Velocisti e Alby.

A Newt, pur essendo diventato il secondo in comando, non lo avevamo detto perché lo vedevamo già abbastanza depresso di suo.
Ormai, ogni giorno ripercorrevamo sempre gli stessi corridoi, le mappe erano uguali ogni volta, non cambiava nulla.
Ma, bisognava continuare a sperare.
La speranza, è l'ultima a morire... no?

«Hey Ashley» mi salutò Chuck.

«Hey Chuckieee. Sei emozionato? Questa sarà la prima volta che vedrai l'arrivo di un Fagiolino» domandai, sorridendo.

Chuck era il più piccolo della Radura.
Aveva si e no tredici anni, ed era arrivato esattamente un mese prima.

«Si, tantissimo» rispose lui, eccitato all'idea di non essere più definito il "Fagio della situazione"

Stavo per parlare di nuovo, quando sentii la sirena della Scatola suonare.
Era il momento.

Sinceramente non capivo perché, ma ogni volta che doveva arrivare uno nuovo, ero sempre, forse un po' troppo, emozionata.
Ma ora, torniamo al presente.

La Scatola era ormai salita, aspettava solo di essere aperta.
Come non detto, il "tetto" era già spalancato, e Gally era entrato per far uscire il nuovo arrivato.
O la nuova arrivata, non si sa mai.

«Allora Gally? È una ragazza?» chiesi, sperando di poter avere finalmente un'amica con cui parlare di cose femminili, diciamo così.

«Aspetta e spera Ash, è maschio» rispose lui, disintegrando ogni mia speranza.

«Tiralo fuori e facciamola finita» disse Alby, comparendo all'improvviso, facendomi quasi morire d'infarto.

«Alby? Ma non dovresti essere da Ben con Jeff e Clint?» domandai.
Ben era stato da poco punto da un Dolente, ed era nel bel mezzo della Mutazione.

«Dovrei»

«Ma volevo assicurarmi che questi pive non spaventassero a morte il nuovo arrivato.» rispose lui.

«Se devi andare dagli altri, il tour, al Fagiolino, glielo faccio fare io, così sei sicuro che non gli mettano idee assurde e strane in testa» proposi.

«Sicura?»

«Sicurissima.»

«Va bene allora, mi fido di te Ash» disse, per poi andarsene.

Nel frattempo, Gally aveva tirato fuori il novellino che aveva iniziato a fare un milione di domande.

«Pive tornate tutti a lavoro, qua ci penso io.
Ordini di Alby, non miei»
Tutti fecero come avevo chiesto.
Wow, basta poco per sottomettere più di cinquanta ragazzi.

Una volta che se ne furono andati tutti, mi avvicinai al Fagiolino.

«Hey Fagio. Sono Ashley, piacere» mi presentai, e lui si allontanò di qualche passo, impaurito.

«Non devi avere paura, vieni ti faccio vedere il posto e ti spiego tutto. Ci stai?»
Lui annuì titubante, e ci incamminammo.

«Allooora» iniziai.

«Questa è la Radura, lì c'è il Casolare, dove tutti dormono, quella è la Cucina, quello è l'Orto...» gli illustrai tutti i luoghi, ma lui sembrava non ascoltarmi. Aveva gli occhi fissi sul Labirinto.

«Oi? Radura chiama Fagio, ripeto, Radura chiama Fagio.»

«Si scusa, è che non capisco perché non ricordo nulla.» si giustificò.

«Tranquillo, è normale, nessuno di noi ricorda qualcosa, eccetto i nostri nomi. Tu per caso te lo ricordi?» domandai.
Fece di no con la testa.

Continuammo il tour.
Gli illustrai i vari lavori, gli spiegai le regole e tutto ciò che bisognava sapere, ma c'era qualcosa di strano in lui.
Sembrava molto meno spaesato e spaventato rispetto a tutti gli altri, quasi conoscesse già la Radura.
Inoltre, mi sembrava di averlo già visto da qualche parte.
Anzi, mi sembrava proprio di conoscerlo.
No, non sembrava, lo conoscevo, al cento per cento.

Era passata circa un'oretta da quando avevamo finito il tour, ed ora eravamo seduti davanti alle porte del Labirinto.

«Ashley» mi chiamò lui all'improvviso, un brivido mi percorse la schiena quando pronunciò il mio nome.

«Ricordo come mi chiamo»
Sorrisi, felice e allo stesso tempo stupita che l'avesse ricordato così in fretta.
Lo intimai con lo sguardo a continuare.
Lui sembrò capire.

«Thomas. Mi chiamo Thomas»

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we fantastica gente.
come va? spero bene.
vedete alla fine sono riuscita ad aggiornare entro metà mese :) (più o meno)
spero vi piaccia questo capitolo (scritto in parte nello studio dell'oculista), e che la storia non vi stia annoiando.
detto questo, ci vediamo al prossimo aggiornamento ;))
-luds

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