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Alby mi ucciderà.
Mi torturerà e mi ammazzerà.

«Cerca di non urlare, svenire o robe del genere appena entriamo. Alby sarà già scorbutico e antipatico di suo, non ti ci mettere anche tu» raccomandai a Thomas, mentre lui si guardava intorno come se si fosse aspettato di trovare degli zombie incatenati alle pareti in legno.

Il piano superiore del Casolare non era molto diverso da quello di sotto: c'era sempre un grande spazio con i sacchi a pelo per terra per dormire e qualche mobile dalla forma un po' storta per mettere quei pochi cambi che avevamo. In più c'erano un paio di stanze riservate ai malati se, come in quel caso, per qualche problema ci fosse stato il bisogno di spostarli dalla Capanna dei Medicali.

Aprii la prima porta che mi trovai davanti, entrai e mi ritrovai davanti un Alby incaspiato nero, un Newt esasperato e un Minho in preda ad una crisi di sarcasmo. Solita routine, infondo.
Beh, se non fosse stato per Ben che, steso e bloccato da delle cinghie al letto, si dimenava e mormorava cose senza senso. Aveva le solite vene bluastre e violacee che caratterizzavano la Mutazione.
Un processo così brutale, doloroso e traumatico che non augurerei neanche a quelli che ci hanno chiuso qui dentro.
No scherzo, a loro si.

«Ashley» Alby mi lanciò un'occhiata di fuoco, a cui però non reagii poiché abituata.

«Si può sapere che caspio ci faccia lui qui?» sbraitò, indicando Thomas dietro di me, che fissava Ben inorridito.
Sembrava sul punto di vomitare.

L'ho detto che mi avrebbe uccisa.
Dite addio ad Ashley finché siete in tempo, cari miei.

«Sono sicuro che ti ha costretta a portarlo qua perché è una spia di quei bastardi dei Creatori, e vuole scoprire i nostri piani. Non è vero, Thomas?» il modo in cui Alby pronunciò il nome del Fagio mi fece rabbrividire, e mi spinse ad avanzare verso il Leader della Radura per evitare che saltasse alla gola del nuovo arrivato.

Forse non ucciderà me, ma Thomas.
O forse entrambi.

«Alby! Ma si può sapere che ti prende?» esclamai, stupita. Non l'avevo mai visto comportarsi in quel modo con un Fagiolino.
Non dico che di solito fosse gentile, perché quello non era mai stato il suo forte, ma normalmente non sprizzava voglia di ucciderli da tutti i pori.

«Ash, lascia stare. Ora Albino si dà una calmata e parliamo in modo civile» intervenne Minho, guardando Alby in un modo che diceva chiaramente "Stai calmo o ti farò pentire di essere mio amico"

Alby sembrò capire, poiché sospirò, sciolse i pugni che aveva stretto, diede un'occhiata preoccupata a Ben e annuì, per dirci che potevamo iniziare a parlare.

«Cosa facciamo?» chiese Newt, che fino al quel momento era stato in silenzio.

«Riguardo a cosa?»

«A tutto. Ai Dolenti, alla ragazza, alla scatola, al cielo, all'uscita, ai Radurai spaventati e a Ben» elencò Newt, ma si bloccò quando pronunciò l'ultimo nome, come se avesse parlato troppo.

E lo sguardo di Alby che s'indurì all'improvviso confermò l'ipotesi.
Quei due ci stavano nascondendo qualcosa di importante sul nostro amico.

«Ben? Che c'entra Benny adesso?» domandò Minho, dando voce ai miei pensieri e utilizzando il nomignolo che avevamo attribuito io e lui a Ben quando era ancora un Fagiolino spaventato.

«Ragazzi...gli abbiamo dato due fiale di Dolosiero, e non hanno funzionato» rispose Alby, guardando me e l'altro Velocista.
«Sapete già cosa dobbiamo fare in questo caso» continuò.

«No no no no. Non possiamo. Dobbiamo...dobbiamo trovare un altro modo. Non..» iniziai a camminare velocemente su e giù per la stanza.

«Ash, lo sai che non c'è altro modo» cercò di farmi ragionare Newt, ma io non l'ascoltai, e neppure Minho lo fece.

«Possiamo dargli qualche altro giorno...magari ha solo un effetto ritardato su di lui...» disse, infatti, quest'ultimo.

«Sono già passati due giorni da quando gli abbiamo dato l'ultima fiala di Dolosiero. E ora l'unica soluzione è esiliarlo nel Labirinto, come sempre» il tono di voce di Alby non ammetteva repliche.

«Ma...» tentai di protestare, quando si sentì il suono metallico che producevano i Dolenti quando camminavano. Si stavano avvicinando, e noi dovevamo ancora capire cosa fare.

«Ci concentreremo domani mattina su Benny, ora abbiamo una questione di massima importanza di cui parlare: con i Dolenti che si fa?» esclamai poi, anche se l'ultima cosa che volevo fare in quel momento era mettere da parte Ben.

«Restiamo rinchiusi nel Casolare fino a domani mattina?» propose Newt.

«Beh potremmo farlo, ma dobbiamo essere pronti a combattere contro quei cosi schifosi. Potrebbero entrare rompendo qualcosa, visto che il Casolare è fatto completamente di legno e loro di metallo» rispose Minho, e tutti ci trovammo d'accordo con lui.

Stavamo per decidere chi incaricare di portare chi in salvo, e chi potesse restare per affrontare i Dolenti, quando i Radurai dal piano di sotto iniziarono ad urlare e si sentì il rumore del legno che si rompeva e veniva schiacciato da qualcosa di pesante.

I Dolenti erano arrivati al Casolare.
E nessuno dei Radurai, tranne i Velocisti e Alby e Newt, sapeva come fronteggiarli.

Eravamo proprio in una situazione del caspio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 27, 2023 ⏰

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