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Entrai nel dormitorio, e, vedendo che tutte le bambine stavano ancora dormendo, mi buttai a peso morto sul letto e cercai di addormentarmi.
Per fortuna ci riuscii.

****

Mi svegliai circa tre ore dopo. Guardai l'orologio.
"3:50"

Tentai di riaddormentarmi, pensando a quanto mi mancasse passare una buona notte di sonno.
Quando stavo per entrare nel mondo dei sogni, il rumore della porta del dormitorio che si apriva, mi fece perdere le speranze di poter dormire in santa pace.

«Soggetto B9, deve venire con noi. Immediatamente» disse una voce, poco distante da me.

«Mh? Cosa? Perché!?» chiese un'altra voce. Ero sicura che fosse una delle bambine più piccole.

«Ordini della Paige. Ora ci segua.» continuò quella che avevo capito essere una guardia.

Ebbi un flashback
"Bene. Ora accompagnate i soggetti nei loro dormitori. E domani voglio il soggetto B9 nel laboratorio'C', alle quattro in punto; intesi?"
B9...

La sorella di Thomas..
Quella bambina doveva essere Katherine.
La voce della guardia mi riportò alla realtà, e continuai ad ascoltare la 'conversazione'.

«Soggetto B9 è inuti-»

«Mi chiamo Katherine. Non Soggetto B9.» lo interruppe la bambina.

«Soggett- Katherine. Vieni con me di tua spontanea volontà e non ti succederà nulla. Promesso» disse la guardia, cercando di essere il più convincente possibile.

«Promesso?»

"Promesso Katherine." la prese per mano, e uscirono dal dormitorio.

Visto che il sonno mi aveva abbandonata già da un po', iniziai a pensare a ciò che era appena successo.
Chissà cosa avrebbero fatto a quella povera bambina...

Perché infondo sapevo che quella ''promessa'', non era altro che un modo per convincerla ad andare con loro.
Iniziai seriamente a preoccuparmi,anche se non capivo bene il perché. Infondo, nemmeno la conoscevo Katherine.

Decisi di stendermi e di addormentarmi, e, per mia grande fortuna, ci riuscii, per la seconda volta in una sola notte.

****

Mi svegliai e guardai l'orologio.
"5:37"
Ma perché dovevo svegliarmi sempre così presto?
Mi misi a sedere sul letto, e iniziai a contemplare il silenzio che regnava nella stanza, immaginando un cielo stellato, al posto del bianco soffitto.

Ebbi un altro flashback.
C'ero io, seduta su di un materasso. Era notte e stavo fissando il cielo stellato della Zona Bruciata.
I miei genitori e i miei fratelli stavano dormendo, e intorno a me regnava il silenzio assoluto.
"L'appartamento" dove vivevamo era illuminato dalla debole luce della luna. Ma bastava per darmi un grande senso di sicurezza.
Continuai a fissare il cielo... finché non sentii una voce..
"Sono bellissime, non è vero?" disse.
Mi girai di scatto, e trovai mio padre seduto sul suo "letto".
"Vieni. Ti porto in un posto." continuò lui alzandosi.
"Dove andiamo papà?" chiesi, seguendolo.
"Aspetta e vedrai Phie" disse lui.
Arrivammo davanti una grande vetrata, mezza rotta, dalla quale si poteva vedere benissimo il cielo in tutta la sua immensità e bellezza.
Rimasi a bocca aperta.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto." mi sussurrò mio padre.
"È...è stupendo... papà" mormorai, abbracciandolo.
Lui mi sollevò e mi diede un bacino.
"Ti voglio bene Phie... Ricordalo sempre.." disse sorridendo..

Sentii una lacrima calda scivolare sulla mia guancia.
Avevo appena ricordato uno degli ultimi bei momenti passati con mio padre, prima che l'eruzione lo portasse via per sempre...
Ricordavo benissimo quel giorno.
La giornata più brutta della mia vita...
Ricordavo ogni singolo particolare...

A partire da quando mi svegliai, andai in "cucina" insieme ai miei fratelli, e trovammo tantissimo sangue sul pavimento.
Davanti alla dispensa c'era nostro padre, in piedi, sembrava stesse bene, ma quando si girò verso di noi, pieno di ferite sanguinanti, e riuscii a guardarlo negli occhi, capii.
Nostro padre non esisteva più.
I suoi occhi erano due pozze nere. Un abisso scuro e vuoto.
Quella piccola scintilla di allegria e positività, era sparita.
Nostro padre era sparito. Divorato da un virus, che lo aveva trasformato in una creatura senza vita. Senza sentimenti, che non era in grado di riconoscere la sua stessa famiglia.
Quelle persone a cui aveva voluto bene, per le quali avrebbe dato la vita.
Nostro padre... era... era morto..

Altre lacrime minacciarono di uscire.. ma io le ricacciai indietro.
Non potevo farmi prendere dall'emozioni proprio in quel momento.
Mentre cercavo di ricompormi, sentii un singhiozzo soffocato provenire da un angolo della stanza.
Scesi dal letto, mi avvicinai all'angolino del dormitorio e scorsi una figura rannicchiata su se stessa.

«Hey..» sussurrai.

«Uhm..? C-chi s-sei?» chiese la figura singhiozzando.

«Mi chiamo Ashley.. Tu invece?» chiesi dolcemente.

«K-Katherine...» rispose.

«Cosa ti è successo Kath? Perché stai piangendo?» le chiesi.

«Stamattina... mi hanno portata in un laboratorio e.. e lì... lì mi hanno... fatta stendere su un lettino... mi hanno... dato qualcosa per p-paralizzarmi credo... e hanno iniziato a... a come dicevano loro... 'testare la mia soglia di sopportazione del dolore'» disse per poi iniziate a piangere di nuovo.

«Hey... hey... Kath non piangere.. vieni qui..» la abbracciai.

La strinsi forte a me e lei mi strinse a sua volta.

«Ashley..?» disse all'improvviso.

«Dimmi»

«So che può sembrare una domanda strana ma..per caso... hai mai visto un bambino di circa sei anni, di nome Thomas?» chiese.

«In realtà si.. l'ho visto stanotte insieme ad altri bambini. Come mai?» dissi.

«Ehm... È mio fratello.. e non lo vedo da quando ci hanno portato qua... Sta bene?» domandò.

«Si sta tranquilla..» la strinsi di più a me.

«Che ne dici di andare a provare a dormire un pochino?» proposi.

Lei annuì, ci stendemmo sul suo letto e lei si addormentò abbracciata a me, sussurrando un "Grazie Ash"

Mi ricordava tantissimo quando vivevo ancora a casa mia nella Zona Bruciata.
Era passato un giorno da quando papà se n'era andato di casa, in preda all'eruzione, e ci aveva lasciati soli con mamma.
Eravamo tutti stesi nei nostri "letti", mamma stranamene dormiva, mentre teneva Lizzy stretta a se, anche lei dormiva.
Io ero stesa sul mio "letto" e non riuscivo a chiudere occhio.
Ad un certo punto, vidi mio fratello avvicinarsi al materasso.
"Posso dormire con te? Per favore..." mi supplicò. Ovviamente io acconsentì.
Si stese vicino a me e mi abbracciò. Io iniziai ad accarezzargli i capelli biondi, come ero solita fare quando dovevamo rassicuraci entrambi.
Mi strinse un pochino di più a se, e prima di addormentarsi, sussurrò..'Grazie Soph'

Non mi accorsi nemmeno di aver iniziato a piangere.
Cercai di trattenermi, ma questa volta non ci riuscii.
Iniziai a piangere silenziosamente, ricordando i bei momenti passati insieme alla mia famiglia, prima che l'eruzione portasse via mio padre, e che la wckd uccidesse mia madre portandoci via dal luogo in cui eravamo cresciuti ad avevamo vissuto per anni.
Rivolsi lo sguardo verso Katherine e la vidi dormire beatamente. Sorrisi. Almeno lei riusciva a dormire in pace.

Poco dopo, iniziai a sentirmi stanchissima, le palpebre si fecero pensati, e decisi di abbandonarmi al mondo dei sogni...

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