(11 anni prima del labirinto)
«Mamma ho paura» dissi, singhiozzando, alla donna davanti a me.
«Sophie, non devi avere paura. Sono sicura che saprai come prenderti cura dei tuoi fratelli.» cercò di tranquillizzarmi lei, ma i suoi occhi lucidi e colmi di terrore la tradivano.
«Ma mamm-» cercai di parlare ma venni interrotta da una voce proveniente da fuori la porta.
«APRITE LA PORTA, FATECI PRENDERE LA BAMBINA E VI LASCEREMO VIVERE IN PACE CON GLI ALTRI DUE» urlò qualcuno.
«Tesoro, promettimi che ti prenderai cura di Lizzy e di tuo fratello a qualsiasi costo.» mi supplicò lei con le lacrime che le rigavano il viso.
«Te lo prometto mamma» sussurrai piangendo e singhiozzando.
«E ricorda.. Non piangere, solo i bambini deboli piangono e tu non lo sei...... Ora va..» disse, per poi intimarmi ad andare al piano di sopra.
Salii le "scale", o ciò che ne restava, e andai dai miei fratellini che si trovavano rannicchiati in un angolo.
Dopo qualche minuto di silenzio, sentii la porta aprirsi di colpo e mia madre gridare di stare indietro.
Poi un sparo... e di nuovo silenzio.
Sentii dei passi farsi sempre più vicini, finché non scorsi tre figure incappucciate avvicinarsi a noi.«Bambini state tranquilli, non vi faremo nulla. Dovete solo seguirci in silenzio» disse la voce di una donna.
Io e mio fratello ci scambiammo qualche sguardo, per poi alzarci e seguire le guardie per le scale, trascinandoci nostra sorella dietro.
Mentre scendevano, sentii le guardie sussurrarsi qualcosa.«Vuoi davvero prendere anche gli altri due?» disse una donna.
«Non possiamo lasciare due bambini di sei e cinque anni, da soli, in una zona piena di spaccati; potranno far parte del Gruppo Di Controllo» rispose un uomo.
Dopodiché non sentii più nulla della conversazione.
Arrivammo al piano di sotto, e la scena che mi si presento davanti, mi fece raggelare il sangue.
Mia madre, Nostra... madre... era stesa a terra, priva di vita, con un foro di proiettile nel bel mezzo della testa, da cui continuavano ad uscire fiumi di sangue.
Sentii un profondo senso di nausea pervadermi, ma non vomitai. Non feci nulla. Non piansi, non parlai.
Continuai solo a seguire le guardie fuori la porta, mentre mi ripetevo l'ultima cosa che mi disse mia madre, prima di essere uccisa.Non piangere, solo i bambini deboli piangono e tu non lo sei...
Quelle parole riecheggiarono nella mia mente, mentre salivo su di una specie di "treno" insieme alle guardie e i miei fratelli.
Ci sedemmo e dopo pochi istanti, che a me parvero interminabili, il treno partì per chissà dove.
Sentii un singhiozzo soffocato e mi girai verso mia sorella, cha aveva iniziato a piangere.«Hey... Lizzy guardami» le dissi dolcemente.
Lei alzò lo sguardo e mi fisso con gli occhi colmi di lacrime.«Non devi piangere... mamma non vorrebbe vederti piangere. Devi essere forte e resistere. Okay? Fallo per mamma e papà» continuai.
Lei annuì e mi abbracciò. Ricambiai ed iniziai ad accarezzarle i capelli biondi.
Spostai un attimo lo sguardo su mio fratello, e lo vidi intento a fissare il vuoto, mentre cercava di trattenere le lacrime.'Non piangere, Sophie. Devi essere forte. Per mamma, per papà, per Lizzy e per tuo fratello. Hai promesso che li avresti protetti ad ogni costo. Ed è quello che farai. Quindi ricaccia indietro quelle lacrime e impara a gestire le situazioni e a non farti sopraffare dalle emozioni.' mi ripetei.
Rivolsi un'occhiata a mia sorella e vidi che si era addormentata, così ne approfittai per cercare di parlare con mio fratello.
Mi girai verso di lui e lo vidi nella stessa posizione di prima.«Hey....» mormorai.
Lui non rispose. Non si mosse.
Allungai le braccia e lo strinsi in un abbraccio.
Lui sembrò uscire dal suo stato temporaneo di trance, poiché ricambiò.
Dopo vari minuti, sciogliemmo l'abbraccio e lui mi fissò per qualche istante: gli potevo leggere negli occhi il desiderio di voler scoppiare a piangere.Dopo non so quanto, il treno si fermò e le guardie ci fecero scendere.
Mi guardai attorno e constatai che l'area era esattamente come l'avevo immaginata: desertica, senza un albero o un fiume. Solo sabbia.
Davanti a noi, c'era una specie di base rettangolare grigia, e appena vidi che le guardie stavano camminando verso di essa, le seguii trascinandomi dietro i miei fratelli.
Arrivati davanti l'ingresso della base, incontrammo altre due guardie, le quali ci intimarono a seguirle all'interno.
Noi facemmo come ci avevano detto e varcammo la soglia di quella base.L'interno era molto diverso da come me lo sarei aspettata.
C'erano milioni di scienziati, medici ed infermieri che camminavano per i mille corridoi bianchi.
C'erano tante stanze, con delle targhette sulle porte, riuscii a leggerne solo un paio.Una con su scritto "Thomas" ed un'altra con su scritto "Teresa".
Camminai per i corridoi insieme alle guardie, finché quest'ultime non si fermarono davanti ad una porta. Bussarono, ed un'infermiera, di si e no ventidue anni, aprì la porta e ci fece entrare; le guardie rimasero fuori.
Noi rimanemmo davanti la porta, mentre ci guardavamo spaesati intorno.«State tranquilli. Non vi faremo nulla di male. Solo qualche piccola puntura, ma non sarà doloroso. Promesso. Io mi chiamo Francis. Voi?» esclamò l'infermiera con tono dolce.
Noi non rispondemmo, ci andammo solo a stendere sul lettino che si trovava nella stanza, uno alla volta.
Dopo una mezz'oretta, Francis finì i test che doveva effettuare e ci fece uscire dall'infermeria. Tornammo dalle guardie, che si fermarono un attimo a parlare con Francis, per poi incamminarsi per i corridoi.
Le due figure davanti, iniziarono a parlare, e io riuscii a sentire un po' della conversazione.«Abbiamo avuto la conferma Jacob.» disse una guardia.
«Lo so Abby, lo so. Ma non potevamo lasciarli lì. E infondo non sono stati contagiati, quindi non saranno un grosso problema.» rispose quello che avevo capito si chiamasse Jacob.
Arrivammo davanti ad una porta azzurra, le guardie la aprirono e ci fecero entrare.
La stanza era molto diversa dai corridoi.
Non era bianca, ma bensì colorata, aveva anche della carta da parati con delle fantasie molto carine su alcune pareti.
C'erano cesti con dei giochi, pennarelli, fogli.
E inoltre c'erano tantissimi bambini che giocavamo spensierati.«Divertitevi bambini.» ci disse Jacob, per poi andarsene con Abby.
Noi tre rimanemmo in piedi davanti la porta ad osservare stupiti la stanza, finché un bambino asiatico ,di si e no sette anni, si avvicinò e ci porse la mano.
«Benvenuti alla Wckd, Novellini. Venite con me, vi faccio conoscere i miei amici.
Io sono Minho comunque»______________
BUONASERA PIVE🤪
QUESTA SARÀ UNA NUOVA STORIA SU "The Maze Runner"😭
ENNIENTE QUESTO È IL PROLOGO.
Ora torno a vedere "La Fuga" su rai 4✋😀
Ci vediamo al prossimo aggiornamento 😜
-luds
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Fanfic"Non piangere, solo i bambini deboli piangono e tu non lo sei..." ⚠️QUESTA STORIA NON CONTINUERÀ⚠️