Serena
"Ti rendi conto Emma? Questa cosa non doveva succedere, almeno non adesso. Non stiamo nemmeno insieme"
"Sere, tesoro, calmati che così fai solo del male a te stessa. Perché è un problema?"
"Come perché? Ha chiamato papà a Piero, vede lui come suo padre"
Sono le due del pomeriggio.
Io e Alice abbiamo mangiato un piatto di pasta, adesso lei dorme e io ho appena finito di stendere i panni.
Ho chiamato le mie amiche però Annalisa è a lavorare in ospedale quindi non può parlare.
Per fortuna Emma è libera.
Sto impazzendo, da quando Piero mi ha raccontato ciò che è successo non sono riuscita a pensare ad altro.
Ovviamente non c'è persona migliore di Piero per essere il suo papà dopo Marco, forse anche tutta l'atmosfera di famiglia che abbiamo respirato a Palermo con la famiglia di Piero ha fatto pensare a mia figlia di sentirsi a casa quando c'è lui con noi e chiamarlo papà.
Però è così presto. Io e Piero stiamo iniziando a pensare adesso di provare reciprocamente qualcosa l'uno per l'altra.
"Tua figlia è molto intelligente amica mia e ha capito subito che Piero farà parte della famiglia. Ancora è presto per spiegarle chi è il suo vero papà e cosa è successo due anni fa, però Sere, mi hai detto che Piero ne era felice"
"Molto felice"
"E allora? Ne parlerete insieme alla piccola. Può anche essere che Alice non lo definirà più così per altri mesi"
"Non so... vuole così tanto bene al suo Ero" dico poggiando la testa sullo schienale per poi chiudere gli occhi.
"E tu?" risponde Emma dall'altro lato del cellulare
"Io cosa?" rispondo aprendo di nuovo gli occhi
"Tu cosa provi per Ero?"
"Emma..."
"Ti ho fatto una domanda signorina, e alle domande si risponde" dice la mia amica sorridendo
"Provo qualcosa che va oltre il semplice bene, mi piace e provo un'attrazione forte. Quando mi lascia una carezza sul viso vorrei dirgli di portarmi dove vuole lui, di portarmi lontano e di non lasciarmi più. Dove bastiamo solo noi due"
"Wow e meno male che non provavi nulla"
"Non l'ho mai detto... ero solo spaventata"
"E adesso che lo hai ammesso?"
"Adesso non vedo l'ora di dirgli tutto ciò"
"Brava amica mia"
"Grazie per la chiacchierata! Ti voglio così tanto bene"
"Anche io tesoro"
"Si è svegliata Alice, ci sentiamo più tardi?"
"Certo, a dopo"
Chiudo la chiamata e mi dedico alla mia piccolina.
La sera ceniamo con un po' di latte perché Alice non ha fame, questa cosa è abbastanza strana perché lei ha sempre tantissimo appetito e mangia molto volentieri, però non ho voluto insistere, così alle nove abbiamo indossato il pigiama e ci siamo messe a letto.
Lei ha cercato le mie coccole stropicciandosi anche il viso, così ci siamo messe nel lettone per guardare i cartoni animati.
"Mamma, mamma" sento chiamarmi così apro gli occhi di scatto.
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I colori dell'amore
FanfictionSerena ha soli ventitré anni eppure ha già molte responsabilità: una bambina di nome Alice, una casa da pagare, un lavoro da portare avanti. Ventitré anni e così tante responsabilità. Piero ha venticinque anni e ama il mare, l'avventura e i bambini...