Come dalie blu

05. Oblio...

Edelyn Brooks | POV

«Basta Leonard, lo abbiamo già guardato venticinque volte» lo guardo con uno sguardo omicida. È venerdì sera. Questo significa una sola cosa.

«Edelyn Rose Brooks non si permetta di fiatare.» mi redarguisce. Gli prendo dalle mani il telecomando e inizio a correre arrivando alla parte dell'isola mentre lui sta dall'altra parte, vicino al divano.

«Leo ti prego. È bello "How I met your mother" ma voglio guardare anche qualcosa di diverso.» affermo affannata.

Ho corso per qualche secondo e mi sembra di aver eseguito la maratona. Un sorriso beffardo compare sul suo volto e con le unghie, alterna fastidiosamente un leggero tintinnio. Appoggio i polsi sul marmo chiaro del mobile e chiudo in due fessure i miei occhi.

«E sentiamo Signorina Diversa cosa vuole vedere di bello?» chiede stringendo le braccia al petto, evidenziando i muscoli che si sono formati negli anni. Faccio un passo indietro e mi appoggio con la schiena al bancone, che a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire.

«The vampire diaries» pronuncio tutto d'un fiato e aspetto la sua reazione

«Quella specie di teen romance dove ci sono vampiri? Vampiri che mordono, e una ragazzina che si innamora di due fratelli?» domanda quasi con disgusto.

Un piccolo colpo al cuore mi colpisce e faccio la teatrale poggiando una mano sul cuore.

«Allora Chicago Med» sorrido sotto i baffi perché so che gli disgusta vedere ogni specie di sangue o parte del corpo sottoposta ad interventi o malori. Una smorfia disgustata compare sul suo volto e scuote la testa ripetutamente «Non se ne parla.» garantisce quindi scopro la mia ultima carta disponibile.

«Teen Wolf.» ribatto e la sua faccia sbianca.

«Sei ossessionata dal sovrannaturale oppure l'hai optata per Dylan O'Brien?» domanda cambiando posizione. Si appoggia con i gomiti sull'isola e tiene il mento sul palmo di una sua mano. Incurvo le mie labbra in una cosa simile ad un sorriso iniziando a camminare con la vittoria in mano.

«Entrambe ma, mi dispiace che tu ti debba vedere delle scene che non ti piacciono» serro le labbra in una riga e lo guardo attentamente. Vedo che nei suoi occhi mi sta mentendo e questa cosa mi dà fastidio, ma colgo la palla al balzo.

«E chi ti ha detto che lo guarderò?» mi bleffa e io lo raggiungo. «Io.» gli lascio qualche pacca sulla spalla destra e poi mi inoltro per sedermi sul divano. Lo sento sbuffare ma darmela vinta perché sa che se voglio qualcosa finché non la ho farò la finta tonta.

Avvicino le ginocchia al mio petto mentre Leo mi passa una coperta. La afferro e intanto cerco nella home di Netflix la serie tv che ho scelto di guardare.

«Manca qualcosa» assicuro schiacciando il play del primo episodio ma lo fermo al primo secondo. «È casa mia non si scomodi Signorina Brooks» replica sarcasticamente alzandosi. Ridacchio mentre osservo la sua figura insinuarsi verso la cucina dietro di noi e prelevare il gelato al cocco dal freezer.

Il cocco riporta me e Leo a nonna Penelope quando ancora eravamo piccoli e lei amava portarci a casa sua per vedere un film e mangiare qualcosa...

Guardai verso l'altro lato della strada, la figura esile di Leonard stava appassendo dentro il suo giubbotto. Era freddo, le temperature stavano iniziando a scendere mentre nonna Penelope considerava l'inverno la stagione più bella. Per lei qualsiasi cosa era oggetto d'oro da preservare. A natale, prima di mangiare mi accompagnava sulla piccola collinetta che affiancava casa sua e mi aiutava a creare un pupazzetto di neve. Le mie forze non erano delle migliori e le sue ancor meno, quindi con quelle che ci rimanevano creavamo qualcosa di minuto ma che si portava dietro un pezzo di noi. Amava fare dei biscotti e portarli ai vicini in modo da augurare loro un buon natale e un buon anno. Lei amava andare d'accordo con tutti e sicuramente non aveva mai discusso con qualcuno. Dietro di lei lasciava scie di pace e serenità. Attraversai la strada e raggiunsi il mio amico.