22. Pensieri immorali...

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🫒*

Non eccitatevi all'idea perché è solo l'inizio di una lunga serie, ma mi pareva giusto avvertirvi 🌝

*scene esplicite e linguaggio scurrile

Ryke Hill | POV

«Nanetta, come stai?» domando soffiando sul foglio, per depennare i segni che la gomma ha fruttato quando l'ho raschiata contro la carta ruvida e bianca. I suoi occhi mi sorreggono nel momento in cui mi spalleggia, sprofondando sul legno della sedia rovinata dagli anni.

«Ti ho già detto di non chiamarmi così.» afferma la ragazza con il caschetto nero, accennando un sorriso sfuggito al suo controllo. Josie fa risaltare il rossetto che ha combaciato con il suo golfino, di una sfumatura vicino al vino rosso, quando si appressa poggiando il mento sulle braccia, nel mio territorio.

«E io ti ho già detto che non me ne fotte un cazzo del tuo parere, Nanetta» controbatto, senza timore di colpirla con le parole dure che pronuncio, mentre marco alla perfezione le lettere che ho racimolato.

«Ricky, mi guardi un po'?» chiede gentilmente, articolando graziosamente quel nomignolo sulla sua lingua «Volevo parlarti di una cosa...» ammette, imbucando la testa nella gabbia uniformata dalle sue braccia.

Le scocco un'occhiata di sbieco, che lei coglie completamente nei suoi occhi cioccolato fondente: «Dimmi, Josie».

Non so come mai si esili in quel gruppo, diventando una ragazza dalla sfaccettatura odiosa, quello in cui ci sono la sua amica dalle ciocche come lo zucchero filato e quell'altra che pare essersi data ai voti del silenzio. Dio, si posiziona, fastidiosamente e continuamente, gli occhiali che mi viene l'orticaria solo a vederla.

Ecco perché non le parlo mai in pubblico. L'unica volta che ci ho tentato, miseramente, Josie mi ha risposto come una disgraziata e quell'altra, Aphae, se le avessi concesso di leccarmi le scarpe, lo avrebbe fatto piacevolmente.

«Ho visto che parli spesso con quella ragazza» cantilena, penetrando all'interno delle parole che ho inserito a caso sulla mia lettera privata. Gliela tolgo da dinanzi gli occhi, fulminandola con lo sguardo perché non mi ascolta mai. Le ho già detto di non impicciarsi della mia vita, eppure lei lo fa ugualmente.

«Quale?» domando, non captando il fine di questa conversazione e arraffando la mia calligrafica dall'astuccio nero.

«Quella dai, con i capelli neri e gli occhi blu» specifica in maniera vaga, indirizzando il mio pensiero ad Edelyn, così da farmi puntare gli occhi nei suoi. «Eh, e con questo?» mi informo della questione che ha intenzione di affrontare, Josie però sembra essere sorpresa dalla mia reazione indifferente.

«Cosa c'è tra di voi?» mi interpella, scostando lo sguardo dal mio petto, ornato da una felpa grigia, per condurlo verso la finestra. Lancio uno sguardo al professore, che indisturbato corregge alcune faccende al computer, siccome abbiamo terminato la lezione in anticipo.

Mi inumidisco le labbra, esaminando gli angoli morbidi del suo viso: «Dio Nanetta, sembri gelosa». Sbuffo, abbarbicando le spalle allo schienale della sedia, irritato dall'atteggiamento inappropriato della mia amica.

Pizzico il naso con il pollice e con l'indice, per dimostrarle la frustrazione che provo in casi come questi. «Josie, ficcatelo in testa, siamo semplici amici» sottolineo, attingendo ad entrambe le situazioni, quella mia con lei, e quella mia con Edelyn.

«Lo so!» esclama, tornando al suo posto bruscamente. Assottiglio gli occhi, non smuovendo il mio cipiglio serio dal volto. Quanto non sopporto questi contesti.

Come dalie bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora