Edelyn Brooks | POV
I «5 Seconds of Summer» echeggiano nel mio cranio come un disco rotto, saranno oramai ore che mi sono imbottigliata in questo luogo, per ripetere le materie che l'indomani mi verranno proposte come da orario scolastico prestabilito.
Mordicchio la mia matita, meditabonda su uno dei problemi che la Professoressa Lopez, ci ha donato per questa settimana. Percepisco la mia maglietta superficiale, incastrata nei jeans per mantenere il mio calore corporeo, insieme alla felpa abituale dalla quale non mi scollo, praticamente mai; appiccicarsi al mio corpo, come le lacrime dolci che scendono sulle vetrate della biblioteca.
Le mie dita, sono strette in un pugno, cadendo direttamente sui taglietti che mi sono rimasti impressi quando mi si sono sdrucciolati i piatti di mano. Non accuso un minimo dolore, neppure nel momento in cui ci addosso il mio mento sopra, stanca. Terribilmente stanca.
I miei ciuffi corvini, piombano delicatamente sulle mie tempie, riempendo quei margini spigolosi dei miei zigomi. La molletta, ha cessato di imprimere la propria forza sui miei capelli indomabili. Mi sono svegliata con dei capelli alla pari dei nidi per corvi, sparati in aria come se qualcuno durante il sonno mi avesse puntato elettricità allo stato puro su di essi.
Stanotte Leo ha ubicato nel mio letto prepotentemente. Mi ha altalenato per un bel pezzo di serata, perché le mie lacrime non terminavano di scorrere come scrosci sulle mie gote, zeppe di pizzicori causati dalla salinità dell'acqua trattenuta prudevano su di queste.
Non finché, con i capelli uniti alla fronte per l'umidità che ho attratto sul materiale soffice della maglia di Leonard, i miei occhi dopo un paio di settimane, hanno giurato sonno profondo e poco tormentato. Graziandomi di un patto di pace per una serata.
Non lo ringrazierò mai abbastanza per esserci.
Liam continuava a viaggiare nella mia mente, ieri sera, oziando negligentemente nei miei pensieri, senza neanche pagare l'affitto.
O forse quello lo dovrebbe pagare Ryke, che ieri ha sostato con i polpastrelli sulle mie cosce, sui miei fianchi, sulla mia schiena, tra i miei capelli. Dappertutto.
Capto ancora le sue dita affusolate intrecciarsi fluentemente, nei nodi neri della mia chioma, per slegare la crocca disordinata, destinata ad essere libera; e immediatamente arrossisco per il sapore di menta e tabacco, impresso sul mio palato, accompagnato a quello delle sue labbra fuse con le mie.
Presumo che il primo posto nel mio cervello, sia occupato proprio da lui. Ryke con le sue maledette mosse fluide, che susseguivano i marchi invisibili abbandonati in maniera casuale sul mio collo.
Muovo un palmo sul mio viso, per distendere la tensione che mi attornia, come quella degli altri miei coetanei.
Solamente che la loro è incentrata su esami e test che devono superare, la mia su un ragazzo dal profumo aggrumato con qualche nota di tabacco. E da uno a cui piace la propria migliore amica, quanto vorrei che non fosse finita così male.
Detesto quando non riesco a tenere le cose sotto il mio controllo, perché se no cado nella voglia impulsiva di assumere cibo.
I movimenti secchi di una persona, smuovono la mia attenzione verso di questa.
Un libro di filosofia, giace in maniera ordinata e lineare sulla scrivania in legno, longilinea dove la maggior parte degli studenti si appoggia per studiare, susseguiti da abat-jour caldi, che ti sciolgono.
Questa persona, abbranca un blocco di appunti accartocciato e trattato disgustosamente, al libro sistemandolo in modo che si sia allineato perfettamente ai bordi. È come se questa persona vivesse tutta la sua vita su quell'ammasso di carta, mentre sui libri tenga soltanto quello che riguarda la scuola.
STAI LEGGENDO
Come dalie blu
Romance«Riconoscerei le sue iridi bluastre tra tante altre, ma le confonderei in un campo di dalie blu.» 🕺🏻🕺🏻🕺🏻 "How I met your mother" è una serie televisiva americana, che tratta della storia di cinque amici...