23. Biscotti e tifosi...

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Che ve lo dico a fare 😹:

🫒*

* scene esplicite e linguaggio scurrile

Prima di iniziare con il capitolo, vi vorrei chiedere delle sincere scuse per l'assenza prolungata dal blocco, e principalmente per il capitolo, che non è dei miei migliori scritti. Spero che in un lasso di tempo minore della stesura di questo capitolo, io possa pubblicare il 24esimo capitolo. Detto ciò, vi abbandono ad un mini riassuntino💜 che sarà abbastanza semplice, ci vediamo a fine capitolo.

Riassunto dei precedenti capitoli:

Liam, l'ex ragazzo della protagonista - Edelyn - fa sapere alla squadra di Lacrosse scolastica, o meglio al suo migliore amico, in vista della partita alle porte, che non giocherà più. I Clevelands Lions, dunque, si ritrovano senza un capitano e senza riserve in panchina, perciò si deve impegnare agli allenamenti. Ad Edelyn, al contrario, vengono svelate verità celate ai suoi occhi, venendo ferita per l'ennesima volta nella sua breve esistenza.
Paul Dorsey, il cocapitano del gruppo sportivo e nuovo capitano, si prepara a convincere il protagonista maschile della storia, a partecipare ad alcuni alenamenti. Tuttavia, Ryke, pare più impegnato a stuzzicare la sua vicina di casa, in svariati luoghi della scuola, frattanto che lei viene umiliata dal suo professore di storia, che ingiustamente cambia il suo voto, apparentemente risultata impeccabile. Edelyn e Ryke hanno ancora un accordo in sospeso: devono assolutamente visitare la casa dei nonni deceduti della protagonista, per scovare qualche indizio sugli incubi enigmatici della ragazza, siccome quello è il luogo più importante ad eccellenza per lei.

Riusciranno ad fondere i loro problemi, più che i loro corpi, e sciogliere almeno un punto interrogativo in tutto il contesto modellato dalla mente silenziosa di Edelyn?...

A voi scoprire un po' il vero e proprio inizio di tutto 💜.

N.B.: prima capirete che io sono talmente confusa e i miei personaggi lo sono di conseguenza, prima potreste giungere alla soluzione.

Edelyn Brooks | POV

L'aria dissipata si ingarbuglia con le soffici luci, poste sulla testiera in ferro che si dirama a ghirigori alle nostre spalle.

«Ma dai non mi dire!» esclamo io oziando sul rovo di coperte che emana torpore, collocando entrambe le mie mani sulla mia bocca per lo stupore.

Lia si specchia nel suo abito striminzito, che le stringe le gambe lunghe e slanciate, e morbidamente cosparge gli spigoli delle anche.

Un inutile pezzo di stoffa fucsia, che su di lei risplende.

«Smettila di prendermi in giro. Non è stato affatto divertente in quel momento» replica lisciando gli orli che si alzano ad ogni suo movimento, «Leo è un ragazzo apposto, un po' fuori di testa però Leo.» dico gesticolando, alzandomi per cominciare a mettere in ordine la stanza che è un immenso disastro: pantofole qui, briciole lí, l'unica cosa che si salva sono i miei libri ordinati per genere sulla mia libreria.

Le candele poste sulla scrivania, emanano un odore strano e non indentificabile. Sono quelle candele che compri a casaccio dal negozio che vende qualsiasi cosa ad un dollaro.

«So che Paul non ti piace, eppure a me piace» farfuglia perdendosi a giocherellare con il suo telefono, occupando tre quarti del letto per riposare le povere gambe che hanno fatto tre chilometri a piedi; «Non ho nulla contro quel pervertito» mi difendo, raccogliendo da terra un paio di calzini di mio fratello.

Come dalie bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora