30. Marea di confusione...

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T W  E S S E N Z I A L I
per una lettura consapevole:

autolesionismo: descrizione dettagliata di ferite da autolesionismo;
scene di sesso esplicito 🫒.

❝You know I've been hurt before you
Yeah you know the score
And I know you want more
You want me to go out❞

Freeze you out di Sia

Edelyn Brooks | POV

Il tè è una bevanda tipicamente britannica, per via dell'abitudine che hanno coltivato gli inglesi nel berlo nel pomeriggio, e pure cinese, siccome ne consumano a quantità disastrose.

Però, io non sono né britannica né cinese. Infatti, il tè non lo sopporto.

Acqua aromatizzata bollita che ti scotta solamente il palato e la punta della lingua, lasciandoti impressa quella sensazione seccante di ustionato. Percepisco il fastidio.

Invece, la cioccolata calda ti accarezza con la sofficità del cioccolato e del latte, abbracciandoti nel momento in cui ti sfoghi su di essa.

Una serata in cui sorseggiarti una cioccolata calda sul divano sembra la sola via d'uscita.

O anche, in una mattinata come questa, in cui il finimondo si scaglia contro New York.

«Buongiorno» Borbotta con difficoltà mio fratello, dato che parla con un paio di cornetti conficcati nella bocca e un cappuccino nell'altra mano.

Al suo fianco, non sono presenti nessuno dei due fratelli Hill, il che è apparentemente strano.

Sospiro con una smorfia. «Buongiorno, Jem» Rispondo, serpeggiando con lo sguardo sulla moltitudine di neve che sbatte ferocemente sulla vetrata della sala, prima di rimanere più sbalordita dalla moltitudine di cibo che si è procurato Jeremy.

Jeremy mi spinge la tazza di cioccolata calda, ancora fumante e dall'aspetto così gradevole che mi brontola lo stomaco, quando decido ad accomodarmi al tavolo circospetta.

«Non hai fame?» Mi domanda Jem, con la fronte aggrottata. Alzo gli occhi su di lui.

«Non tanta, in realtà» Ammetto, indugiando con il naso sul profumo che proviene dai biscotti e altre robe di pasticcieria, sotto al suo muso. «Forse un po'» Mi correggo.

Il rumore delle sedie che sbattono tra di loro, quello della gente che mangiucchia qualcosa velocemente alla tavola e il chiacchiericcio delle persone che si comunicano qualcosa.

Sono un po' il movimento di cui il mio cervello aveva bisogno per potersi mettere in moto.

Rubo una fragola dalla ciotola di frutta fresca. «Ehi» Mi rimprovera mio fratello, accompagnando il pigolio della sua voce con uno schiaffetto sul dorso della mano, che al contrario non demorde e conduce fino alle mie labbra la fragola.

«Non essere scortese.» Lo sgrido a mia volta, addentando il frutto rossastro.

Jeremy assottiglia gli occhi, poco convinto. «E tu non mi rubare il cibo» Dice di rimando.

Stanotte si è conclusa in una maniera che mi ha mollato un masso sullo stomaco, per bucarlo e provocarmi più fame del solito.

Dopo che Ryke si è rinchiuso per una buona ora all'interno del bagno, ho avvertito il timore sgranocchiarsi le mie ossa.

Ho atteso la prima mezz'ora, camminando furiosa da una parte all'altra della camera, come se potesse aiutarmi a pensare un modo per parlargli.

Successivamente, per quanto non avrei voluto, il sonno ha iniziato a impossessarsi delle mie forze, quindi mi sono coricata e ho aspettato per l'ultima mezz'ora.

Come dalie bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora