Resignation

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Yoongi non riusciva a concentrarsi. Era seduto sopra la sua sedia imbottita, le cuffie sul collo, mentre guardava il display del suo computer, con sguardo spento.

Come era arrivato a dirle tutte quelle cose? A dirle di andarsene? Perché aveva lasciato la rabbia e la gelosia parlare?

Avrebbe dovuto ascoltare Jimin, andarsene, calmarsi e poi parlare.

E fu come se lo avesse chiamato tramite i suoi pensieri. Perché la porta del suo studio, si aprì in quel preciso istante, mostrando il ragazzo.

Yoongi aggrottò le sopracciglia. -E tu come fai a sapere la password?- gli chiese.

Jimin si passò la mano dietro il collo, sorridendogli innocentemente. -Potrei averla chiesta a Jieun- ammise. Mosse dei passi, per potersi sedere accanto all'amico.

Mentre Yoongi sospirava, scuotendo la testa.

-Si può sapere che ti è preso oggi? Sei praticamente esploso-

-Preferirei non parlarne- disse Yoongi, iniziando a smanettare con il mouse.

-Questa volta, devi!- gli disse Jimin, serio.

-Non devo proprio niente- gli rispose con lo stesso tono Yoongi, voltandosi a guardarlo.

-Ti rendi conto che Jieun sta realmente prendendo le sue cose, pronta ad andarsene?-

Yoongi sentì il suo cuore saltare un battito, mentre i suoi occhi si sgranavano. Era vero, era ciò che le aveva detto, ma era stato preso dalla rabbia, non lo intendeva sul serio.

-Cosa?- chiese.

-Non ti rendi proprio conto di quanto tu l'hai ferita oggi?- gli chiese l'amico.

-Sta andando via?- chiese Yoongi alzandosi velocemente dalla sua sedia.

-Sta impacchettando le sue cose- rispose Jimin, e non dovette aggiungere altro, prima di vedere Yoongi muovere dei passi veloci, uscendo dal suo studio.

Il ragazzo aveva iniziato a correre per quei corridoi, senza pensare a nulla, se non al fatto che doveva raggiungere Jieun il prima possibile, fermarla. Il solo pensiero di non averla giorno per giorno che gli gironzolava intorno, con le sue pessime battute, le sue continue sbadatagini, e quella risata che ogni volta lo contagiava. E i suoi post it. Non poteva farcela senza quei messaggi giornalieri, che gli facevano iniziare la giornata con un sorriso sul viso e la consapevolezza che qualcuno lo pensava e in parte lo amava, seppur solo come amico.

Non poteva perderla.

Si fermò davanti agli uffici, osservandone l'interno. Le luci erano spente, a illuminare quella stanza, erano le luci d'emergenza e l'unico computer ancora acceso.

Yoongi entrò, dirigendosi verso di esso. La postazione di Jieun, con una sola scatola li sopra, in cui aveva messo tutti i suoi effetti personali. Intravide la pila di post it colorati, in mezzo a tutto.

Post it girl. // M.YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora