Promettimi che cercherai di capirmi

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Quando mi sveglio mi ritrovo a casa di Cristian, che ci faccio qui? Mi guardo attorno e mi rendo conto di essere in camera da letto con accanto tanti fiori e le mie valige già disfatte, ma che sta succedendo? Prendo la stampella e mi alzo per poi uscire dalla stanza e scendere giù trovandomi tutto deserto, dove sono tutti?

In un tratto sento lo stomaco brontolarmi così vado in cucina dove trovo un biglietto sopra il tavolo.

Sono andato in agenzia, aspettami per favore, dobbiamo parlare.

Annuisco per poi andare verso la dispensa dove trovo un ben di Dio da mangiare, quando finisco non so che fare così decido di farmi un giro.

Wow, c'è questa casa è enorme, chi sa cosa ci farà da solo qui.

Mentre sto camminando una stanza attira la mia attenzione, faccio un respiro profondo per poi cercarla di aprire, ma inutilmente fino a quando sento un rumore di sotto così smetto subito e scendo giù trovandomi davanti Cristian che sorride.

"Ei" dice

"Ei" dico buttando le mie braccia intorno al collo in modo che lui mi lascia un bacio sul collo.

"Come ti senti?" Dice, mi stacco e lo guardo per poi annuire e dire

"Meglio" annuisce e mi aiuta a scendere l'ultimo scalino per poi dire

"Che hai fatto?" non rispondo, ma mi vado a sedere nel divano mentre lui mi guarda accigliato per poi sedersi accanto a me e dire

"Quindi?"

"Ho voluto farmi un giro" annuisce agitato.

"Dobbiamo parlare" Dico, annuisce e dice

"Ma promettimi che cercherai di capirmi" annuisco, prende un respiro profondo e dice

"Io...sono un bos mafioso" mi irrigidisco all'istante, cosa? Lui è un mafioso?

"Tu cosa?" Dico levando la sua mano sulla mia.

"Manila...fammi spiegare" dice, annuisco e dico

"Subito" annuisce.

"Non ero così, prima il mio unico obbiettivo era quello di creare la mia agenzia e ci sono riuscito, ero felice, lo sono sempre stato fino a quando un giorno ho scoperto che mio padre era un bos mafioso, un giorno, quel maledetto giorno che mi ha segnato la vita, tutto è successo 10 anni fa, io ero a scuola e i miei genitori non erano venuti a prendermi così sono rimasto lì fino a quando una professoressa si è offerta di accompagnarmi a casa" dice, si ferma e chiude gli occhi per poi alzarsi e iniziare a fare avanti e indietro dicendo

"Quando sono arrivato ho sentito tante sirene che mi hanno fatto subito spaventare, sono entrata e ho trovato i carabinieri che coprivano il cadavere dei miei genitori" o mio dio, subito mi alzo in piedi e dico

"Cristian..."

"Fammi finire per favore" dice mentre chiude gli occhi per non fare uscire le lacrime.

"Mi hanno cresciuto i miei nonni fino a quando sono cresciuto e anche loro mi hanno lasciato, sono rimasto da solo, ma in tutto questo tempo più crescevo più dentro di me cresceva rabbia e la voglia di vendetta così ho preso l'eredità diventando anche io un boss" dice, annuisco e gli prendo la mano mettendola sulla mia guancia che accarezza.

"Non riesco ad immaginare quello che hai vissuto" dico, mi fa male sapere che lui ha vissuto tutto questo, tutto questo dolore.

"Lei era incinta" dice, oddio.

"Mia madre, era incinta di mia sorella, la dovevamo chiamare Sofia invece...invece..." Dice e si ferma per la voce che si spezza dal pianto, subito l'abbraccio e dico

"Ci sono io qui con te, non sei solo, ci sono io" annuisce e mi dà un bacio a stampo per poi asciugargli le lacrime.

"Ti amo" dico, si irrigidisce all'istante per poi sorridere e dire

"Ti amo anch'io" sorrido e lo bacio.

Siamo nel divano a farcie coccole visto grazie alla mia gamba fasciata non possiamo fare molto, ma ciò non limita carezze sotto la maglietta ecc...

"Cristian" dico, alza lo sguardo e mentre mi accarezza i capelli.

"Mentre mi facevo un giro mi sono resa conto che una stanza era chiusa" Dico, annuisce.

"Non voglio segreti tra noi" annuisce e si alza per poi prendermi la mano e condurmi al piano di sopra portandomi davanti alla porta che gli ho chiesto poco fa.

Fa un respiro profondo per poi mettere la mano in tasca cercando qualcosa uscendo dopo un po' da essa una chiave che mette nella serratura facendo così aprire la porta, entra dentro dove c'è una specie di muro dove mette un codice che non vedo facendo così aprire questo muro.

Si sposta facendomi entrare per prima così lo faccio, ma appena entro mi blocco subito, ma che caz...

Mi giro verso di lui che è un po' aggitato, ma che dice

"Questa è la mia stanza...bhe dai si capisce" annuisco facendo un passo avanti guardandomi attorno, questa stanza è piena di armi.

"Non devi avere paura" dice accarezzandomi il braccio facendomi venire tanti brividi, mi giro di botto e lo guardo negli occhi mentre dico

"Non ne ho" sorride e mi mette una mano sulla guancia per poi dire

"Non ti farei mai del male" annuisco baciando il palmo della sua mano dicendo

"Lo so" sorride e mi tira a sé lasciandomi un bacio a stampo.

"Vivrai qui con me? Tanto già i tuoi vestiti sono nell'armadio della mia che se vuoi diventerà la nostra stanza" dice

"Non pensi di correre un po' troppo?" Dico,vorrei così tanto vivere con lui e stare con lui sia a lavoro che a casa, ma meglio non correre, almeno non ora.

"Manila io ti amo" dice quasi...infastidito?

"Cristian anche io" dico accarezzandogli la guancia che sposta dicendo

"Ma no così tanto da voler abitare con me"

"Cristian sai che non è così" dico scuotendo la testa.

"Non importa più, dimenticalo" dice quando usciamo dalla stanza chiudendola a chiave che si rimette nei pantaloni per poi sparire lasciandomi lì da sola.

CristianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora