Capitolo 9: Happy BDay!

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Era un ragazzo fortunato, su questo non c'era alcun dubbio; era evidente quanto Isabella fosse fuori dalla sua portata, non era così sprovveduto da non rendersene conto ... Poteva avere tutti gli uomini che voleva con un semplice schiocco delle dita; uomini della buona società, più stabili e più ricchi di quanto lui sarebbe mai stato in tutta la sua vita. Era ovvio che non avesse nulla da offrirle che non potesse prendersi da sola, nulla più di rotolarsi tra le lenzuola di una mansarda a pezzo stracciato. Certo, anche lui, aveva i suoi meriti, modestia a parte, era un amatore di tutto rispetto, ma alla lunga questo non poteva bastarle, a quale donna sulla faccia della terra sarebbe mai bastato? Perciò si godeva il momento, fin quando non si fosse annoiata, sempre che non lo fosse già ... "Qui qualcuno si starebbe impegnando!" le fece notare Ema, allontanando le labbra dalle sue e poggiando il mento sul suo bacino.
"Scusa ..." gli accarezzò i capelli "... ho la testa da un'altra parte" ammise.
"Non me ne ero accorto ..." commentò tra sé e sé il suo ego ammaccato.
"Forse è meglio che vada ..." continuò
Pessima idea. "Oppure ... potresti dirmi cosa ti turba ... " propose, stupendo persino se stesso.
"È una sciocchezza ..." si schermì Isabella, sorpresa dalla svolta presa della conversazione "Non vorrei annoiarti ..."
"Mettimi alla prova..." la incoraggiò, scivolando fuori dalle sue gambe e sdraiandosi al suo fianco.
Isabella lo guardò leggermente stranita ma Ema, appoggiato sul gomito, la osservava in attesa "Ok ..." si arrese lei. "Domani pomeriggio ci sarebbe la festa di compleanno di mio figlio ..." cominciò titubante, non era esattamente uno di quegli argomenti da trattare con l'uomo che ti scopi ... O sì? Ad ogni modo, Emanuele non sembrava per niente turbato "Avevo ingaggiato un mago fantastico, ma mi ha appena dato buca stamattina: si è preso la varicella!" A quarant'anni suonati, se quella non era sfiga! "Dove cavolo lo trovo un mago in meno di ventiquattro ore?" Ecco la domanda che le frullava per le testa, Thomas lo aveva già detto a tutti i suoi amichetti.
Emanuele sorrise divertito: "Un mago?" si schiarì la voce. Ecco, aveva appena fatto la figura della stupida, cosa poteva interessargli a lui dei suoi problemi di mamma? "Eccolo qua!" esclamò, cogliendo il suo crescente imbarazzo.
"Come?" Isabella corrugò la fronte.
"Ho passato estati intere come animatore nei villaggi... " le spiegò. "In confronto a me, Harry Potter é un dilettante!"
"Davvero?" domandò perplessa.
"Non mi credi?" si accigliò. Isabella arricciò il naso. "D'accordo... " incassò "... Vediamo ... " si mise a sedere sul letto e si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa che potesse essergli utile. "Potrebbe andare ... " commentò afferrando una bustina di preservativo, non era una moneta ma ..."Ora c'è ... " la mostrò a Isabella, prima di chiudere il pugno "... E ora non c'è" riaprì il palmo della mano vuoto.
"Fossi in te, non mi azzarderei a farla uscire da nessuna parte di me" lo avvisò. Emanuele sorrise e con un gesto altrettanto rapido la fece ricomparire nella mano. "Non ci credo ... " scosse il capo Isabella.
"Posso considerarmi assunto?" domandò, sdraiandosi nuovamente al suo fianco.
"Lo faresti sul serio?" chiese ancora incredula.
"Sì ... " rispose lui senza alcuna esitazione. "Non ho niente di meglio da fare e ... Sono più che sicuro, troveremo un accordo sulle modalità di pagamento ... " aggiunse languidamente.
"Non mi dire... " sorrise con malizia, spostandosi cavalcioni su di lui. "In effetti, avrei già qualche idea ... " lo informò.
"Sentiamo... " la incoraggiò.
"Pensavo di optare per delle rate... " sussurrò al suo orecchio "... anticipate ..." gli mordicchiò il mento "... in natura" concluse sulle sue labbra.
"Affare fatto ... " concordò Emanuele, prima di ribaltare nuovamente la situazione.

***
Aprì gli occhi lentamente, impiegò alcuni secondi prima di mettere a fuoco il viso di Lydia che, la testa leggermente inclinata, dall'alto dei suoi quindici mesi, lo osservava incuriosita, ma non appena i loro sguardi s'incrociarono, la piccola sgambettò via. Chris si passò una mano tra i capelli arruffati e si mise a sedere sul divano bianco. "Bambine ... É ora di andare!" la voce di Daisy riecheggiò nel salotto "Salutate papà" invitò le figlie, prima di farlo lei stessa con un bacio veloce "Ti chiamo più tardi" augurò al marito. "Ciao, Chris!" aggiunse svogliatamente, mentre lanciava a Nick un'occhiata eloquente.
"Caffè?" l'amico gli porse una tazza fumante, prendendo posto sul tavolino di fronte  a lui.
"Discorsetto in arrivo" commentò sarcastico Chris, accettando l'offerta dell'amico: conosceva Daisy come le sue tasche.
"Sai com'è fatta ..." cercò di giustificarla il marito "È preoccupata per te, Chris, lo siamo entrambi. Guardati, sei ..." allungò il palmo verso di lui: il volto scavato dalle occhiaie, la barba incolta, la camicia stropicciata del giorno prima "Non puoi andare avanti così ... Sono settimane ormai che Jasmine se n'è andata ... Se solo provassi a..."
"Non mi va di parlarne ..." tagliò corto Chris "E poi Jas avrà già raccontato a Daisy ogni dettaglio o sbaglio?" Nick non si sforzò neanche di negare: le loro mogli avevano legato moltissimo, fin dal primo incontro. "Appunto" commentò indispettito "Quindi dimmi quello che devi e facciamola finita ..." non poteva essere nulla che non si fosse rimproverato da solo.
"In realtà, non é di questo che ti volevo parlare ..." spiegò Nick "Sai bene come la penso ..." ...

Scherzi del destino - la storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora