"Il margine operativo del 10% ..." Isabella scosse il capo, tracciando una linea rossa sulla frase appena letta. "La crescita del margine operativo, +3% rispetto al semestre precedente" scrisse a margine del foglio prima di riprendere a leggere ad alta voce "Evidenzia come ... Evidenzia come?" commentò tra sé e sé "...riflette ..." annotò di nuovo "...un incremento dei volumi di vendita e una razionalizzazione dei co..." Un leggero bussare la costrinse a sollevare lo sguardo e un sorriso le nacque spontaneo "Si può?" domandò timidamente Chris sulla soglia, ma senza attendere alcun cenno entrò.
"Che ci fai qui?" ribatté piacevolmente sorpresa mentre avanzava verso di lei. "Io e Daniele avevamo una conversazione in sospeso e ho pensato di passare a fare un salutino veloce ..." spiegò, un sorrisetto vago a colorargli le labbra, mentre si appoggiava alla sua scrivania, le gambe a sfiorare il bracciolo della sua sedia.
"Che conversazione?" indagò Isabella, senza lasciarsi distrarre.
Chris sospirò, neanche per un attimo si era illuso di poter scampare al suo interrogatorio. "Daniele sta valutando di internalizzare la funzione legale e mi ha proposto di aiutarlo in questo progetto" le spiegò a sommi capi "... ma ho rifiutato" aggiunse, come a rassicurarla.
"Cosa? Come? Perché?"
Chris sorrise di fronte a quella raffica di domande. "Non posso garantire di agire sempre e comunque nell'interesse dell'azienda ..." le stesse parole pronunciate, poco prima, a un interlocutore diverso.
"Non capisco ..." ammise confusa.
"Credo che essere innamorato del suo braccio destro rientri ampiamente nella descrizione di conflitto d'interessi ..." le spiegò, un po' divertito nel constatare che lei, e non Daniele, aveva avuto necessità di un chiarimento.
"Ma ... ma possiamo lavorare insieme ..." balbettò, lei stessa poco convinta.
Chris sorrise teneramente "Non sarebbe la stessa cosa ... come legale interno, mi occuperei di ogni aspetto legale, dall'assistervi nei vari progetti, al rappresentare la società in qualsiasi causa possa intentare o essere coinvolta, comprese quelle del personale e credo proprio che non sarei mai capace di farti firmare una clausola di non concorrenza di tre anni. Tre, sul serio? Quale pazzo incosciente ti ha suggerito di firmare un accordo del genere?"
Isabella si grattò la testa in imbarazzo "Nessuno? ... Non pensavo potesse essere un problema ..." si giustificò "... almeno fino a ..."
"Fino a quando non hai pensato di licenziarti?" le suggerì.
"Come fai a saperlo?" domandò sorpresa.
"Daniele potrebbe esserselo lasciato sfuggire ..." rimase sul vago.
"Parlate molto tu e Daniele ..." commentò piccata.
"Lo avresti fatto davvero?" chiese incredulo.
"Non lo so ... Suppongo ... di essermi lasciata prendere dal panico ..." confessò.
"Non è da te ..." le fece notare, accarezzandole delicatamente il viso, il primo contatto vero dopo più di quindici ore, non che perdesse tempo a contarle, ovvio. "Daniele credeva facessi sul serio, si è spaventato ..." le confessò.
"Non mi sembrava ..." ricordò Isabella.
"Quella clausola gioca parecchio a suo favore ..." le fece notare "...Un massimo di dodici mesi, mi sembra decisamente più ragionevole ..." aggiunse vago.
"Cosa intendi?" domandò incuriosita.
"Credo che lo scoprirai a breve ..." non si sbottonò oltre.
"Chris?" il tono inquisitore che conosceva ormai bene. "Mi stai forse nascondendo qualcosa?"
"Io?" s'indicò il petto ingenuamente. "Assolutamente no ... Tu invece?" voleva essere una battuta innocente, ma il gelo improvviso che cadde sul volto di Isabella lo sconfortò. Se in tutto quel tempo, vicini e lontani, aveva imparato qualcosa su di lei, era che forzarla a parlare poteva essere solo controproducente, aspettò quindi in silenzio, osservandola prima torturarsi le mani e poi schiarirsi la voce. "Potrei avere giusto un paio di novità ..." si decise a parlare dopo qualche secondo di attesa, meno di quanti, in tutta sincerità, si aspettasse. "Hai presente Lavinia ..." cominciò vaga. Chris annuì, allo stesso tempo, deciso e stranito: era la sua migliore amica e gliela aveva presentata solo la sera prima, come avrebbe potuto dimenticarla? "Ecco ..." si schiarì la voce in imbarazzo "Oggi abbiamo pranzato insieme ..." non che avesse avuto molta scelta in realtà "e..." esitò nuovamente "...le farebbe molto piacere averti a cena da loro una di queste sere ..."
"Ok ..." annuì confuso, non ci vedeva nulla di insolito o imbarazzante ...
"...tipo stasera?" aggiunse frettolosamente.
Chris proruppe in una risata "Non perde tempo ..." commentò divertito, ora capiva perché Daisy non l'avesse mai intimorita davvero. Isabella abbozzò un sorriso teso, dal punto di vista della sua migliore amica, come Lav stessa aveva tenuto a precisare almeno un centinaio di volte in meno di un'ora, erano in ritardo sulla tabella di marcia di almeno sei anni. "D'accordo ..." accettò Chris, togliendola dall'ulteriore imbarazzo di dover formulare quel pensiero a voce alta. "Caso vuole che io sia libero come l'aria questa sera ..."
"Sei sicuro? Davvero non ti devi sentire obbl ..." Chris le impedì di continuare, accarezzandole le labbra con le proprie. "Sicuro" ribadì con un tono che non ammetteva repliche, prima di un altro bacio a fior di labbra. "L'altra?" domandò a bruciapelo, cogliendola un po' di sorpresa. "Un paio di novità ..." le ricordò la sua premessa. Quella volta l'espressione di Isabella non mutò e il sorriso non scomparve dalle sue labbra nemmeno mentre apriva il primo cassetto alla sua sinistra da cui estrasse una busta bianca, ancora perfettamente sigillata che gli porse senza incertezza alcuna. Le pupille di Chris si dilatarono, non appena misero a fuoco il logo di un laboratorio d'analisi. "Lav me l'ha portata a pranzo ..." si affrettò a precisare, come se si sentisse in dovere di giustificarsi per non avergliela consegnata prima.
"Non l'hai aperta ..." commentò l'evidenza.
"È giusto che lo faccia tu ..." si strinse nelle spalle lei, non aveva bisogno di un pezzo di carta per conoscere l'esito di quel test.
"Isabella, io..." avrebbe voluto ribadirle che non gli importava il contenuto di quella busta, che si fidava della sua parola e che nulla avrebbe potuto cambiare le cose tra di loro, ma lo squillo del telefono glielo impedì.
"Certo ... Arrivo subito" sentì Isabella rispondere al suo interlocutore. "Mi aspetti mezz'oretta?" gli domandò con dolcezza "Così mi accompagni a prendere Thomas?" propose e, al suo leggero cenno d'assenso, dopo un bacio all'angolo della bocca, lo lasciò solo. Chris rimase fermo nella sua posizione per secondi o forse minuti interi, si rigirò la busta tra le mani, mentre nella testa i pensieri si rincorrevano veloci, fino a sovrapporsi, poi, come grazie a un'illuminazione, tutto gli fu improvvisamente chiaro. Si mise a sedere al posto di Isabella e sollevò la cornetta, il numero di Rosa subito in evidenza. "Isabella ..." rispose la segretaria dopo appena uno squillo, il tono professionale come sempre.
"Salve Rosa ..." si palesò lui, riuscendo a immaginare l'espressione perplessa della donna all'altro capo. "Sono..."
"Avvocato Rubinato" lo anticipò lei, mantenendo la consueta compostezza.
Chris sorrise prima di continuare "Avrei bisogno di una cortesia da parte sua ..."
"Isabella è lì con lei?" lo interruppe la segretaria.
"Non esattamente, ma..."
"Avvocato, non credo che ..." cercò di mettere rapidamente un punto a quella conversazione.
"Rosa, la prego ... è davvero importante ..." cercò di dissuaderla e, contro ogni pronostico, ci riuscì.
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Scherzi del destino - la storia continua
Romansa[...]"Fammi indovinare!" esclamò "Con uno è solo attrazione fisica, mentre con l'altro è una questione mentale..." "Non credo che siano affari tuoi" ribattè decisa a troncare sul nascere quella conversazione. "Non sono ciò di cui hai bisogno..." con...