Capitolo 21: Errori

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Ci sono sorrisi che nascono e restano, anche quando le labbra smettono di ospitarli, sono quelli che esplodono spontanei e inattesi, che si annidano tra i lineamenti del viso rendendoli più luminosi, più morbidi, sono quei sorrisi che sanno di felicità, d'irrazionalità e Chris ne aveva sentito la mancanza. Aveva perso la cognizione del tempo, forse persino dello spazio, mentre la osservava dormire, esisteva solo il suo profumo immutato, il ritmo dolce del suo respiro, quel suo profilo di porcellana delicato e perfetto; le lasciò un bacio sulla spalla nuda per poi risalire lungo l'incavo del collo, lentamente, assaporando ogni centimetro di pelle. La reazione di Isabella non si fece attendere "Buongiorno ..." le sussurrò all'orecchio.
"Buongiorno" sorrise lei, la voce stropicciata e, le palpebre appena schiuse, le labbra di Chris erano nuovamente sulle sue. "Buongiorno" ripeté, dopo aver gustato appieno quel risveglio. "Buongiorno" si morse inconsciamente il labbro prima di riprendersi la bocca di Chris. Ancora una volta, non esisteva nient'altro che loro, l'incastro naturale dei loro corpi e le loro mille contraddizioni; la tenerezza con cui le mani di Chris le circondavano il viso si contrapponeva alla forza con cui le dita di Isabella erano intrecciate ai suoi capelli, come temesse potesse evaporare all'improvviso. Non appena le loro labbra si separarono Chris provò a parlare, quella volta era lui ad aver bisogno di mettere le cose in chiaro, ma lei gli chiuse la bocca posandovi sopra tre dita "Shhht ..." sussurrò, facendo scivolare il proprio corpo su quello di lui "Non parlare..." ordinò mentre la mano, sotto le coperte, lo guidava dentro di sé "Chiudi gli occhi ..." lo invitò, cominciando a muovere lentamente il bacino. "Lascia che pensi a tutto io ..." A Chris sfuggì un gemito d'assenso, mentre faceva scorrere le mani sulla sua schiena fino a fermarsi sui suoi fianchi morbidi, accettando che fosse lei a condurre il gioco, dopotutto era cosi maledettamente brava a farlo. Isabella aumentò gradualmente il ritmo fino ad appoggiare la mano alla parete in cerca di un sostegno, incoraggiata dai loro respiri affannosamente sincroni, dai suoi occhi addosso; lui aveva sempre amato quei suoi istanti di selvaggio egoismo, alla ricerca quasi disperata di quel piacere che ti spezza il fiato, che ti fa sentire viva e libera. Tremante, si accasciò nell'incavo tra spalla e collo e Chris le lasciò un bacio tra i capelli arruffati "Ti amo" le sussurrò piano e lei sorrise, sapendo di non essere vista. Il mondo sarebbe potuto finire in quel momento, con i loro corpi intrecciati e il loro odore, ma, purtroppo, quella notte il mondo non si era fermato, né, tantomeno, aveva riavvolto il proprio nastro e lo squillo del telefono arrivò puntuale a spezzare la loro magia. "Non rispondo ..." si lagnò Chris.
"Devi ..." gli fece notare Isabella, lasciandogli un bacio sulla spalla e ritraendosi un poco per permettergli di allungarsi e rispondere.
Chris sbuffò ma sapeva che aveva ragione "Sì?" non si preoccupò di nascondere il proprio fastidio.
"Buongiorno avvocato..." la sua segretaria era evidentemente mortificata "Scusi il disturbo ma hanno appena chiamato dalla Jm e sono pronti per la firma ... oggi stesso" aggiunse per giustificarsi. Chris cercò subito lo sguardo stupito d'Isabella che dalla sua posizione, riusciva a sentire tutta la conversazione "Vorrebbero incontravi tra un paio d'ore ..." continuò la segretaria "E..."
"Perfetto!" la interruppe Chris "Pensa a tutto tu, Michelle. A più tardi!" la liquidò, lasciandola non poco perplessa. "Ricordami cosa abbiamo scommesso?" gongolò Chris.
"Non lo abbiamo fatto ..." gli rammentò Isabella, suscitando in lui una smorfia di disappunto. "Devo andare ..." realizzò improvvisamente lei.
"No" protestò Chris, stringendola più forte a sé.
"Devo passare in albergo a cambiarmi, non posso presentarmi con gli stessi abiti di ieri ..." gli fece notare divertita. "Che cosa penserebbero?"
"Che qualcuno è stato molto fortunato questa notte ..." giocò con le punte dei loro nasi.
"Sì, eh?" il suo sarcasmo nascondeva quella punta d'insicurezza fisica che la gravidanza le aveva lasciato addosso e che la relazione con Gabriele non aveva fatto altro che acuire.
"Assolutamente" ribadì e la baciò quasi a voler rafforzare il concetto.
"Chris ..." cercò di sottrarsi ma lui la zittì, posandole l'indice sulle labbra. "Abbiamo tempo ..." la rassicurò "Rilassati ..." soffiò prima di scomparire sotto le coperte, lasciandole baci lungo il busto.
"Chris ..." il suo tentativo di riportarlo all'ordine si spense sul nascere. Il bacino ebbe un piccolo sobbalzo quando la sua bocca la sfiorò, un piccolo assaggio per riprendere la confidenza di un tempo. Non fu gentile Chris, l'avidità era la musa che guidava le sue labbra e sentirla imprecare per la sorpresa e il piacere, non fece altro che incoraggiarlo. Durò poco, pochi intensissimi minuti, poi Chris riemerse dal groviglio di lenzuola "Vado a preparare il caffè" annunciò tutto soddisfatto, dopo averle lasciato un piccolo bacio sulla punta del mento. Isabella si passò una mano tra i capelli, mentre, ancora sconvolta, lo osservava rivestirsi e uscire dalla stanza, le ci vollero ancora alcuni minuti perché il respiro tornasse regolare e riuscisse così a scendere dal letto. Recuperò gli abiti sparsi sul pavimento e andò in bagno; senza pensare si buttò sotto la doccia, lasciò che il getto caldo coccolasse quel corpo che non sembrava più appartenerle, non ricordava più l'ultima volta in cui ogni muscolo era stato così rilassato da sembrare inconsistente, riusciva ancora a percepire le sue mani, il suo respiro, la sua bocca sulla pelle, chiuse gli occhi nel tentativo di darsi un contegno ma le immagini di quella notte le affollarono la mente, era tutto così nitido, tutto così ... "Non è carino da parte tua escludermi ..." la sua voce calda nell'orecchio la fece sobbalzare.
"Mi hai spaventata ..." lo colpì in pieno petto.
"Scusami ..." ridacchiò lui, non poteva pensare davvero che non avrebbe risposto a quel richiamo.
"Non dovresti essere qui ..." gli fece notare Isabella.
"Tu sei qui, Thomas dorme ancora ..." Fu come una secchiata d'acqua gelida, prima il panico poi il senso di colpa: era la prima volta da quando era nato che non era stato il suo primo pensiero "Di sicuro è una caratteristica che non ha preso da te!"
Quella di Chris voleva essere una battuta ma Isabella non sembrò coglierla "Chris ..." soffiò, le parole da dire erano stranamente chiare nella sua mente.
"Non parlare ......" le tappò la bocca con il palmo della mano "Ora ascolta bene quello che succederà ... Quando uscirai da questo bagno, sarai libera di fingere che non sia accaduto nulla, potrai continuare a trattarmi con sufficienza mentre saremo in ufficio a firmare quel contratto, potrai dire al mondo quanto sei sollevata di esserti finalmente sbarazzata della mia presenza, potrai farti mille paranoie, ripeterti all'infinito che non doveva succedere ..." fece una pausa, sapeva che avrebbe avuto bisogno dei suoi tempi per elaborare, che qualsiasi cosa gli avesse detto in quel momento non sarebbe stata definitiva e lui avevo bisogno solo di quello, di una certezza "... Ma questa sera tu tornerai qui, da me e non te ne andrai fino a quando non ti avrò convinta che non c'è nessun altro posto dove tu debba essere ... Questo è quello che succederà ..." concluse, liberandole finalmente la bocca. "Prima però ..."
"Prima però?" lo sfidò lei.
"Hai davvero bisogno che te lo dica?" Isabella annuì con aria innocente, ma a lui sembrava di aver parlato già fin troppo ...

Scherzi del destino - la storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora