Erano amiche da dieci anni, istante più, istante meno, non era stato semplice farsi spazio tra gli spigoli e le ferite che la vita le aveva cucito addosso, ma ne era valsa la pena. Per un occhio esterno, la loro era un'amicizia improbabile, persino suo marito era rimasto sbalordito quando, quella nuova collega di cui tanto aveva sentito parlare, la compagna di innumerevoli e divertite pause pranzo, aveva finalmente avuto un volto, una voce, un corpo. Le pettegole non avevano perso occasione per malignare anche su questo, ma Silvia le aveva sempre lasciate parlare, loro non avevano idea di chi fosse Isabella, del bellissimo mondo nascosto dietro quel muro così difficile da valicare ma da cui era troppo facile essere rimbalzati fuori, Lavinia ne era l'esempio lampante. Non vi era persona che Isabella tenesse più a cuore, eppure quante ombre le aveva taciuto negli anni, non per vergogna, né per timore di un giudizio, semplicemente per affetto, per non arrecarle altre delusione, non ne valeva la pena, non per una come lei. Per queste ragioni, Silvia era rimasta a lungo in silenzio, parlare avrebbe significato fornire ad Isabella l'assist perfetto per chiudere ogni confidenza sulla sua vita amorosa e in cuor suo sperava che, parlando ad alta voce, avrebbe realizzato da sola quale fosse la cosa migliore da fare, ma ora non poteva più tacere "Tu che cosa?" proruppe Silvia, incredula.
"Ho negato" confermò Isabella senza scomporsi.
"Perché?" insistette, ottenendo in risposta un'indifferente alzata di spalle. "Lo hai detto tu che è come se si fossero riconosciuti!" esclamò, ma Isabella non sembrava prestarle ascolto, troppo impegnata a ribaltare l'armadio alla ricerca dell'abito per la serata con Gabriele. "Pensi davvero che non troverà il modo per scoprirlo da solo?" le fece notare Silvia.
"Non può fare nulla senza il mio consenso ..." la tranquillità di Isabella era surreale, a tratti indisponente. "È mio figlio ..."
"È vostro figlio!" la corresse l'amica, rimediando un'occhiataccia che quella volta non la zittì. "Perché non glielo hai detto?" domandò di nuovo. "Io non ti capisco ..." commentò sconsolata.
"No ..." la interruppe Isabella, ne aveva fin sopra i capelli dei suoi discorsetti sull'importanza di essere felice "Sono io a non capire te, ma da che parte stai? Sembra quasi che tu sia la sua migliore amica, non la mia ..." sbottò. "Per una volta che mi impegno in una relazione seria e matura con un uomo inquadrato, solido e responsabile ..."
"Che non ami ..."
"Imparerò a farlo ... Non è ..."
Silvia scosse il capo. "Ma ti senti?" la interruppe malamente. "No, dico, ti rendi conto delle stronzate che dici?" Isabella la guardò stupita, non era da lei parlare in quel modo "Vuoi farmi credere che all'improvviso sei diventata una di quelle donnine che pur di non stare sole si accontentano del primo che passa? No ..." le impedì di ribattere, non aveva ancora finito. "Su una cosa hai ragione, Bells, Gabriele è perfetto, il genero ideale; è attento, gentile, disponibile ed è un padre fantastico ma ti ricordo che Thomas un padre ce l'ha già ed è l'uomo di cui nonostante tutto tu sei ancora innamorata ..."
"Smettila ... Io non sono affatto innamorata di lui!"
"D'accordo" le concesse. "E allora perché non dirgli la verità? Perché negare a tuo figlio la possibilità di conoscere suo padre? Perché negare ancora una volta a Chris la possibilità di scegliere? Te lo dico io ..." Silvia era un fiume in piena. "Tu hai paura! Hai paura di quello che provi ogni volta che lo vedi, ogni volta che li vedi, tu hai paura che lui resti perché la tua forza di volontà con lui non è più così forte, altrimenti non avreste fatto l'amore, tu hai paura che riesca a convincerti di nuovo che lui ti ama nonostante tu sia così sbagliata ... Perché è questo che continui a ripeterti, vero? Se solo non io fossi così dannatamente sbagliata, se solo non fosse stata con suo padre, se solo non mi fossi innamorata di lui, se solo non fossi stata così stupida ... Lo so, Bells, so che quando hai accettato Tokyo lo hai fatto per lui, so che quando hai scelto il silenzio lo hai fatto per lui e credimi, non sono una fan di Chris perché ho visto, lo vedo, quanto ti ha ferito ma, proprio perché sono la tua migliore amica, preferisco mille volte vederti di nuovo a pezzi per colpa sua che costretta in una relazione con un uomo che non ami e che non amerai mai ..." concluse, riprendendo finalmente fiato.
"Credo dovresti andare ..." disse Isabella "Devo cominciare a prepararmi per questa sera ..." continuò, ignorando le lacrime che bruciavano agli angoli degli occhi e riprendendo a cercare l'abito adatto.
Silvia annuì "Dovresti mettere quello ..." le suggerì, indicando l'abito blu elettrico, accantonato in un angolino nascosto dell'armadio.
"Quello mi va piccolo ..." mentì Isabella, prima che l'amica uscisse da quella stanza, da quella casa ...
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Scherzi del destino - la storia continua
Romance[...]"Fammi indovinare!" esclamò "Con uno è solo attrazione fisica, mentre con l'altro è una questione mentale..." "Non credo che siano affari tuoi" ribattè decisa a troncare sul nascere quella conversazione. "Non sono ciò di cui hai bisogno..." con...