Avvolta nell'accappatoio bianco, i capelli bagnati sferzati dal vento di fine inverno, seduta sul terrazzino della loro camera, Isabella si godeva quei pochi attimi di solitudine. Quando Gabriele le aveva proposto quella piccola fuga domenicale, aveva accettato su due piedi, Aurora nelle mani dei nonni, Thomas affidato alle cure di Ivana (la babysitter si era prodigata in così tante scuse per averla piantata in asso che Isabella aveva compreso di non poterla incolpare per aver colto un'occasione al volo). Isabella pensava che lontano dai bambini, dalla curiosità di parenti e amici, dallo scetticismo di Silvia, sarebbe finalmente scattato quel quid in più. Si sbagliava. Il programma dettagliato che Gabriele le aveva illustrato nel viaggio d'andata non era un tentativo carino di mascherare il motivo della gita, era il motivo della gita. Era stata una bella giornata, Isabella non poteva negarlo, passeggiare mano nella mano per le strade del piccolo borgo, il pranzo tipico, le risate, le cantine, la cena a lume di candela, ma non poteva negare che quando erano, finalmente, tornati in albergo, un senso di delusione si era confuso alla stanchezza e le parole di Silvia, ormai sempre più grillo parlante, avevano invaso i suoi pensieri "Stai facendo una cazzata! Ti vuoi davvero accontentare? Sei andata a letto con un altro quattro ore dopo la vostra prima volta! Forse, forse, c'è qualcosa che non ha funzionato? ..." Non si accorse che Gabriele l'aveva seguita in bagno. Il bacio passionale che le diede era tutto ciò che stava aspettando da quando era passato a prenderla quella mattina; senza darle il tempo di dire qualcosa, cominciò a spogliarla e, per un attimo, Isabella aveva sperato, la prendesse lì, appoggiata al lavandino, ma Gabriele non aveva tardato a ribadire l'ovvio: avevano una concezione del sesso totalmente opposta; per lui era una sorta di rituale con tempi, spazi e modi adatti, per lei, pura improvvisazione. Quelle piccole attenzioni, che, la prima volta, le erano sembrate speciali, nelle settimane, erano diventate stucchevoli, Isabella aveva provato a giocare a suo modo, a prendere le redini ma, tra le lenzuola, Gabriele si era dimostrato molto, troppo, tradizionalista. Non poteva certo lamentarsi, lo sentiva, però, finito il momento, era come se le mancasse sempre qualcosa, come se si fermasse sempre un attimo prima di quanto, lei desiderasse. Gabriele si godeva un sonno soddisfatto, mentre una strana inquietudine la attanagliava su quel terrazzo; era la consapevolezza che Silvia aveva ragione, ma forse era la giusta punizione per la sua vita libertina, prima lo avesse accettato, meglio sarebbe stato per il continuo della loro relazione ...
... La camera dava sulla spiaggia, dalla porta finestra, lasciata aperta, una brezza tiepida animava le tende bianco latte "Smettila!" una risata smorzata le sfuggì mentre cercava di divincolarsi dalle sue carezze.
"Cosa?" domandò ma quel suo tono ingenuo non era per niente credibile.
"Rischiamo di perdere il volo..." gli fece presente Isabella, riuscendo a bloccare e allontanare la mano che sotto il lenzuolo aveva quasi raggiunto l'interno coscia.
Chris sbuffò come un bambino a cui era appena stato confiscato il giocattolo prediletto "Guastafeste ..." la appellò, richiamando i tentacoli dietro la testa prima di sdraiarsi nuovamente al suo fianco. "Non voglio tornare a casa ..." confidò con lo sguardo rivolto al soffitto. "Perché non possiamo restare qui per sempre?"
Isabella si puntellò sul gomito per riuscire a incrociare il suo sguardo: era serio. "Non si può stare in vacanza per sempre ..." rispose con dolcezza, sfiorandogli i pettorali con la punta dei polpastrelli.
"Chi ce lo vieta?"
"Il buon senso ..."
"Non mi è mai piaciuto quel tipo ..." bofonchiò imbronciato.
"Non c'è nulla qui, che non possiamo fare anche a casa ..."
Chris ci pensò su qualche secondo" A casa non abbiamo il baldacchino ..." le fece notare, strappandole una risata.
"Non sapevo fossi un fan del genere ..."
"Non lo ero ... Fino a cinque giorni fa ..." aggiunse con malizia, intrecciando le dita a quelle di lei. Avevano vissuto in una bolla, lontani dal mondo, dai telefoni, dal lavoro, da Daisy e i suoi consigli non richiesti, dai Demi e i suoi problemi di adolescente delusa dall'amore. "Non voglio ricominciare a dividerti con il resto del mondo ..." Era egoista da parte sua, lo sapeva bene, ma voleva continuare a fare l'amore con lei a ogni ora del giorno e della notte, senza preoccuparsi del tempo, voleva continuare a rincorrersi sulla sabbia come due bambini, a baciarla al tramonto, a osservarla mentre tornava da lui, tra le mani due mojiti ghiacciati e sulle labbra un sorriso spensierato.
"Sai cosa pensavo l'altro giorno?" Chris scosse lentamente il capo. "Potremmo aprire una piccola pensione su una delle isolette sperdute qui intorno, tu ti occuperesti degli ospiti, delle escursioni ed io potrei cucinare piatti tipici e una miriade di dolci ..." raccontò con aria sognante "E nei periodi di bassa stagione mettere in cantiere qualche piccolo surfista ..." A Chris non sembrò vero, era la prima volta che toccava il discorso bambini, ovviamente Isabella fraintese il suo silenzio "è solo uno stupido sogno ..." si schermì velocemente.
"Facciamolo!" esclamò lui con impeto.
Isabella scosse il capo divertita "Non possiamo mica mollare tutto da un giorno all'altro ... Non si può" Non c'era voluto molto perché tornasse a più miti consigli.
"Possiamo fare qualsiasi cosa insieme, tu ed io ..." ribatté con convinzione.
Isabella sorrise in imbarazzo e distolse lo sguardo, che lui riportò verso di sé con dolcezza "Potrei crederti ..." sussurrò intimorita.
Chris sorrise, sistemandole i capelli dietro l'orecchio "Ti amo..." bisbigliò, avvicinando le labbra alle sue.
Il volo avrebbe potuto attendere ...
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Scherzi del destino - la storia continua
Romance[...]"Fammi indovinare!" esclamò "Con uno è solo attrazione fisica, mentre con l'altro è una questione mentale..." "Non credo che siano affari tuoi" ribattè decisa a troncare sul nascere quella conversazione. "Non sono ciò di cui hai bisogno..." con...