Capitolo 22 : Negare Sempre

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Era una scena abbastanza surreale, le valigie erano abbandonate in un angolo accanto alla porta, Thomas, rannicchiato al centro del tavolino, disegnava con aria cupa e concentrata, mentre, seduta alla propria scrivania, Isabella lavorava tracciando con foga immeritati segni rossi su relazioni indifese. "Allora è vero ..." commentò Silvia, le voci delle pettegole, mai come quella volta, le erano sembrate prive di fondamento. "Vieni direttamente dall'aeroporto?" chiese, nonostante la risposta fosse ovvia.
"Avevo del lavoro da sbrigare ..." s'illuse di liquidarla in fretta.
"Capisco ..." sussurrò l'amica. "Ciao, piccolo ..." gli scompigliò i capelli, ottenendo in cambio un sorriso privo di entusiasmo. "Pensavo saresti rimasta più a lungo, che ne avresti approfittato per passare un po' di tempo con Emma ..." Non aveva alcun senso logico aver trascinato Thomas fino in America per rimanerci effettivamente solo un paio di giorni, non era da Isabella, almeno non dalla mamma Isabella.
"L'accordo è chiuso e, te l'ho detto, ho molto lavoro da sbrigare ..." ripeté, infastidita da quella insistenza.
"Capisco ..." commentò Silvia che, ovviamente, non aveva mangiato la foglia. "Bells ..." richiamò la sua attenzione.
"Mmh ..." rispose senza alzare gli occhi dal foglio, riconoscendo nel suo tono la stessa comprensione che le aveva riservato Emma e si costrinse a ricacciare indietro le lacrime, di nuovo.
"Stai bene?" le domandò.
"Certo" sorrise, ma i suoi occhi lucidi urlavano tutta la sua confusione.
"Cos'è successo?" la incoraggiò Silvia.
"Niente ... Niente di importante" si corresse immediatamente.
"Ti va di parlarne?" Isabella scrollò la testa. "Forse ti farebbe sentire meglio ..." insistette.
"Sto bene ..."
"Da quant'è che non ti guardi allo specchio?" chiese, strappandole un sorriso amaro. "Avanti ..." la invitò dolcemente l'amica, aveva bisogno di parlare con qualcuno, ce l'aveva scritto in faccia.
Isabella esitò ma forse un giudizio severo era quello di cui aveva bisogno in quel momento. "Siamo stati insieme ..." confessò.
"Insieme, insieme?" domandò Silvia. "Oh!" esclamò stupita, conoscendola non pensava si sarebbe spinta così avanti, un bacio, una dichiarazione di Chris ma ... "Com'è successo?"
"Vuoi davvero i dettagli?"
"No, certo che no, io ..." si affannò nel tentativo di dimostrare la totale assenza di morbosità in quella sua domanda.
"Non lo so" Isabella la tolse subito dall'imbarazzo. "Non sarebbe dovuto accadere ..." era stato così incosciente da parte sua. "Io non lo so ...Forse è stata la situazione, forse lui che dice di amarmi ..." si passò le mani sugli occhi. "Non lo so, è che lui riesce a toccare corde che nessuno ..." provò a giustificarsi "È sempre stato così, come se riuscisse a leggermi dentro ma poi ..." lasciò la frase a metà. Era una cosa che Isabella non riusciva a capire, quando era ripiombato nella sua vita aveva visto il suo castello di bugie sgretolarsi al suolo ma, invece, Chris nulla, come se quella notte per lui non fosse mai esistita, come se Thomas non fosse la sua copia in miniatura. "Stavo per dirglielo, sai ..." confidò all'amica.
"Perché non l'hai fatto?"
"Me l'ha impedito ... Sapeva che qualsiasi cosa gli avessi detto in quel momento me ne sarei pentita poco dopo ..."
"Non aveva tutti i torti ..." le fece notare. Isabella abbozzò un sorriso colpevole. "Sei salita sul primo volo senza dirgli nulla?" chiese conferma dei suoi sospetti.
"Più o meno ..."si strinse nelle spalle Isabella.
"Perché?" sospirò Silvia.
"Ho fatto la mia scelta anni fa ..."
"Si può cambiare idea nella vita ..."
"Non questa volta, no ..."
"Io non ti capisco, Bells ..." ammise in tutta sincerità; per quante scelte poco condivisibili avesse fatto l'amica, Silvia era sempre riuscita a comprendere il suo punto di vista ma in questo caso ... "Forse ..." azzardò "...È solo arrivato il momento di ammettere che sei ancora innamorata di lui ..."
"No ..." la sua improvvisa risolutezza era quasi ammirevole. "Ti sbagli, non è così ..."
Negare sempre, sempre negare.

***

Era atterrato in tanti aeroporti, a tante ore del giorno e della notte, ma non si era mai sentito in quel modo; era una sensazione strana da spiegare, era la consapevolezza di esser esattamente nel posto in cui doveva essere, disposto a mettere in discussione ogni cosa, a rivoluzionare la propria vita, se necessario, pur di averla, di averli. Averli, proprio così. Non si trattava più solo di Isabella, né della forzatura di prendere il pacchetto completo; si era innamorato di Thomas ogni minuto un po' di più e non solo perché era una parte di lei, ma perché era impossibile non amare quel furbetto dagli occhi vispi e trasparenti, così curioso e divertito da ogni minima cosa intorno a lui. Nemmeno il suo migliore amico era riuscito a comprenderlo fino in fondo, ma dopo aver passato gli ultimi anni all'affannata ricerca di qualcosa che non sapeva neanche lui cosa fosse, sentiva di averlo trovato e non aveva alcuna intenzione di lasciarseli scappare, anche se le premesse lasciavano presagire una missione suicida ... "Tu ci fai qui?" Chris strabuzzò gli occhi, trovandosi davanti la sua sorellina.
"Mi ha avvertita Nick, ho pensato avessi bisogno di un passaggio ..." lui scosse il capo, sorridendo, avrebbe dovuto immaginarselo. "Mamma e papà sono fuori città per una delle loro interpretazioni della famigliola felice, puoi fermarti da noi stanotte ..."
"Io non credo che ..."
"Sono sicura che quel residence pidocchioso avrà un posto per te anche domattina" il suo tono era divertito e disteso ma risoluto, in fondo avevano molto di cui parlare.

Scherzi del destino - la storia continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora