"Ti rendi conto?" sbottò, riprendendo finalmente fiato.
"Sì ..." sorrise serafica "... Mi rendo conto che se continui a fare avanti e indietro in questo modo mi farai un buco nel parquet! Perché non ti siedi?" indicò il divano con un gesto accomodante.
"Non sono uno dei tuoi pazienti ..." le ricordò risentito.
"Dovresti farci un pensierino ..." lo prese in giro "Il mio conto in banca apprezzerebbe ... ".
"Ahahah"
"É arrabbiata, Chris, e onestamente non potevi sperare in qualcosa di meglio ...".
"Ah sì?" il suo scetticismo era evidente.
Carlotta sorrise con la stessa tenerezza che si usa di fronte ad un bambino ancora troppo ingenuo per capire: "Se c'é una cosa che voi uomini non riuscite proprio a mettervi in testa é che non é la rabbia di una donna che vi deve spaventare ma la sua indifferenza ... " lo ripeteva almeno quindici volte al giorno. "C'é ancora speranza ..." le sue labbra si aprirono in un sorriso gentile. Quasi stordito da quelle parole, Chris si mise finalmente a sedere. "Non riesci a vederlo?" Carlotta ne approfittò per continuare "Da quello che mi hai raccontato, é, esattamente, così che é cominciata la vostra storia ... Tu che fai il geloso, voi che litigate, lei che ti sfida ... " Doveva ammettere che trovava affascinante il modo in cui funzionava la mente di Isabella. "L'unica differenza è che questa volta te ne sei andato ... Perché?"
"Me lo avrebbe rinfacciato a vita... "
"Dai per scontato che ci sarebbe stata ... " gli fece notare Carlotta. Chris si fermò a guardarla come se quel banale commento aprisse nuovi scenari. "La vera domanda é: cosa farai ora?"
"Non lo so ..." si passò una mano sulla testa "Ci devo pensare ..." ...... "La devi smettere di rinfacciarmi le tue insicurezze ...".
"Io cosa?" strabuzzò gli occhi.
"Lo sai benissimo ... Non possiamo continuare ad andare avanti così in eterno!"
"Quella è la porta ..." la indicò senza scomporsi.
"Lo vedi?" odiava quella sua ostenta compostezza "Io non so più cosa fare per farti capire che non me ne vado da nessuna parte ..." Era esasperante. "Se ti dico che ti amo, non mi credi; se mi avvicino, mi rinfacci che voglio solo scopare ...".
"E non è forse vero?"
"Io non ..." balbettò, preso in contropiede e Isabella sorrise vittoriosa. "Sai che c'è? Non è colpa mia se mi tira ogni volta che ti vedo, o sento la tua voce o il tuo profumo!".
"Quindi sarebbe colpa mia?" come sempre, del resto.
"Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto ..." s'irrigidì "Sì, lo ammetto ..." allargò le braccia "... Se solo potessi passare il resto della mia vita chiuso in una stanza a fare l'amore con te, lo farei e lo odio! Odio che tu sia così bella e sensuale e provocante, odio leggerlo negli occhi di ogni uomo che incrociamo per strada ...".
"Ed io che ho sempre pensato che il tuo ego ne fosse ringalluzzito ..." godeva proprio a irritarlo.
"Oh, lo era ... Era così gratificante la consapevolezza che solo io potessi toccarti, baciarti, averti ... Ma tu non sei mia, Isabella, tu sei di tutti!" esclamò "E di nessuno" aggiunse prima di rischiare la vita. "Sei così abituata ad avere gli occhi addosso che non ti accorgi degli sguardi, dei commenti ..." ma lui sì "E non posso fingere che non ti basti alzare la testa per trovare qualcuno di più importante, più potente, più ricco ."
"E questo cosa vorrebbe dire?"
"Un surfista squattrinato ..." era quella la vita che aveva scelto.
"Non mi pare te la cavi così male ... " gli fece notare.
"É questo allora? Vado bene perché possono mantenere un appartamento come questo?".
"Non mi sembra che sia tu a pagare l'affitto ..." il suo tono era tagliente.
"Neanche tu ..." alluse a uno dei tanti benefit previsti dalla società.
"Sarei perfettamente in grado di farlo ... Non ho bisogno di qualcuno che mi mantenga!"
Sapeva che era un nervo scoperto "Non intendevo ..." cercò di rimediare Chris.
"Non intendi mai, eppure ..." Riusciva sempre a dire l'unica cosa che potesse ferirla. "Lo odio sai, odio che tu abbia tutto questo potere su di me ed io invece ..." Era solo una povera cretina.
"Tu riesci a trasformare una pessima giornata nella migliore e la migliore nella peggiore solo con una parola ... Da quando ti ho conosciuto, il tuo umore è il metronomo della mia vita ..." se quello non era potere, non sapeva cosa lo fosse "Riesci a farmi uscire di testa ... Non ricordo neppure perché abbiamo cominciato a discutere ... " andava sempre a finire così. "Perché non puoi semplicemente fidarti di me, Isabella, perché non riesci a fidarti di noi?"
"Non è così semplice ..."
"No ..." scosse il capo "Sei tu che lo rendi complicato ..." si lasciò cadere sulla sedia, sconsolato. Attimi di silenzio, poi Isabella si alzò e si spostò sulle sue gambe. "Che stai facendo?" chiese confuso.
"Sei così buffo ..." spiegò "... con questa piccola vena che si gonfia ..." i polpastrelli picchiettavano sulla tempia destra con estrema delicatezza.
"Sei così contraddittoria ..." sospirò Chris.
"È il motivo per cui ti piaccio ..."
Scosse il capo "È una delle tante ragioni che mi hanno fatto innamorare di te ...".
Isabella sorrise, continuando ad accarezzargli la nuca con dolcezza "Lo pensi davvero?" chiese "Pensi che per me ci possa essere qualcosa di meglio di te?"
"Per la metà del tempo" confermò
"E per l'altra metà?"
"Mi chiedo come faccio a sopportarti ... " sorrise teneramente, raccogliendole una ciocca dietro l'orecchio.
"Mi dispiace" sussurrò.
"Di cosa?"
"Di non essere una brava fidanzata ..."
"Tu non ..." lei lo zittì, appoggiando l'indice sulla sua bocca.
"Mi dispiace non riuscire a dimostrarti quanto mi sento tua. Mi dispiace non riuscire a dirti più spesso quanto di amo ..." la voce s'incrinò. "Ci sto provando, davvero, ma non è facile, per me, cambiare ...".
"Non devi cambiare, amore mio, non é quello che voglio ... Devi solo lasciarti amare, così come sei ..."...
***
Sparito. Chris era sparito da due settimane, non che la cosa la sorprendesse, lanciare il sasso e nascondere la mano era la sua specialità ... Non che le importasse, sia chiaro, era solo un interesse puramente professionale: poteva anche degnarsi di darle un feedback più costruttivo dei monosilabbi con cui rispondeva alle sue mail! Soprattutto dopo averle rinfacciato di aver fatto un pessimo lavoro! Aveva già così tanti pensieri per la testa da non avere tempo per i suoi giochetti; le cose con Gabriele andavano avanti, con discrezione e calma. Uscita dopo uscita, Isabella si rendeva conto che con lui stava costruendo qualcosa di diverso, totalmente nuovo, per questo aveva deciso di chiudere con Emanuele o almeno ci avevo provato. Più volte, si era presentata da lui con un'idea ben precisa in testa per finire poi nel suo letto, un'altra volta. Forse doveva ammettere che tutta quella questione del sesso la turbava forse più del necessario; sapeva che Silvia aveva ragione, che andare a letto con Gabriele aveva inevitabilmente un peso specifico diverso da qualsiasi sveltina con Ema, perché era un padre, il padre della amichetta preferita di suo figlio e perché era uscito dalla separazione dalla moglie con le ossa rotte, ma non era il temporeggiare che la lasciava perplessa, lo stava facendo anche lei, era l'assenza di tensione tra loro. Non percepiva in lui la necessità di trattenersi dallo spingersi oltre, né quella lotta eterna tra istinto e ragione, sembrava che lui non ci pensasse neanche, il pensiero che fosse semplicemente bravo a non darlo vedere non la sfiorava nemmeno ... "Si può?" Daniele bussò sullo stipite della porta lasciata aperta.
Isabella lo accolse con un sorriso, si prospettava una giornata tranquilla tra quelle mura e lei non aveva voglia di escludersi dal mondo "Posso fare qualcosa per te?" chiese, Daniele non entrava mai nel suo ufficio a caso.
"A dire il vero,sì" confessò, prendendo posto nel mini salottino, invitandola, implicitamente,a fare lo stesso.
Isabella uscì da dietro la scrivania per raggiungerlo: più Daniele tendeva ad essere informale, più scomodo era l'argomento da trattare. "Come ti vanno le cose, Isabella?" non era incoraggiante come inizio "É un periodo in cui sei molto carica o sbaglio?"
"Il lavoro non manca ... Per fortuna" aggiunse, se l'erano vista brutta ma Daniele si era dimostrato all'altezza.
"Già ..." sorrise imbarazzato.
"C'é qualche problema?" lo incoraggiò Isabella, rischiavano di tirarla per le lunghe.
"No ... Cioé ieri ero a cena con Christian ..." lei s'accigliò immediatamente "... L'avvocato Rubinato" precisò, pensando di rispondere così all'espressione confusa di Isabella "Voleva fare un punto sul progetto ... Le cose non stanno andando esattamente come speravamo ..."
"Ci sto lavorando da appena un mese, é presto per tirare le somme..." si difese Isabella.
"La tua idea non gli é piaciuta..."
"Lo so, ho già cambiato rotta..."
"Non é da te..." le fece notare.
"Ho commesso un errore di valutazione" ammise, l'avvocato Rubinato non aveva tutti i torti. "Non si ripeterà..." lo rassicurò, ma Daniele non sembrava convinto.
"Forse non avrei dovuto affidarti questo incarico..." fece mea culpa "Mi avevi avvertito... é evidente che tu e Christian avete un passato e..."
"Eh?" Sbarrò gli occhi. "Te l'ha detto lui?" l'accusò.
"L'ho immaginato..." scagionò il poveretto. "Non ti avevo mai vista così furiosa..." Era stata la sua stessa reazione a tradirla. "D'ora in poi potrei occuparmene io..." suggerì.
"Mi stai tagliando fuori?" domandò allibita.
"Non vorrei farlo Isabella, ma... é fondamentale per noi che vada tutto il verso giusto ..."
"Posso farcela" lo interruppe, ferita nell'orgoglio: non le avevano mai tolto un progetto, mai.
"Non lo metto in dubbio, Isabella. Sei la migliore qui dentro, lo sai ma...ti ho messo in una posizione scomoda, ancora una volta ..."
"Posso farcela..." ribadì Isabella.
"Non devi dimostrarmi niente, Isabella"
"Lo so. Lascia che me ne occupi io, per favore..."
Daniele non si sforzò neanche di opporre resistenza. "Promettimi solo che se la situazione dovesse sfuggirti di mano... "
"Lo farò..." lo interrompe "... Ma non ce ne sarà bisogno"
Daniele sorrise "Papà aveva ragione..." sospirò, alzandosi in piedi. "Sei persino più testarda di lui..." sorrise, poi uscì dal suo ufficio.
Isabella scattò in piedi come una molla, raggiunse la scrivania e digitò velocemente il numero interno "Rosa, ho bisogno che mi trovi l'indirizzo dell'avvocato Rubinato."
"Antonio?" chiese incerta, la segretaria.
"No" rispose con risolutezza: non gliela avrebbe fatta passare liscia.
"Non penso che sia..." tentò.
"Non sei pagata per pensare..." la zittì Isabella con una durezza che non le apparteneva e che non meritava. "Ne ho bisogno il prima possibile" aggiunse prima di sbattere giù la cornetta.
***
Iscriversi in palestra sarebbe stata la scelta più saggia, ma aveva da sempre un'avversione per quegli ambienti, per questo motivo preferiva arrangiarsi in quella sottospecie di salotto di quel suo minuscolo appartamento. Le casse diffondevano una musica leggera per non disturbare i nuovi vicini, una coppia di turisti asiatici che non perdevano l'occasione di lamentarsi, Chris si stava dedicando alla sua sessione giornaliera di addominali quando sentì bussare con veemenza alla porta. Imprecò in silenzio, mentre raccoglieva l'asciugamano dallo sgabello e, asciugandosi la fronte, si avviò ad aprire.
"Che cazzo ti sei messo in testa?" lo spinse oltre la soglia per crearsi lo spazio sufficiente a entrare.
"Prego, accomodati pure ..." si finse infastidito: non pensava ci avrebbe messo così poco tempo.
Isabella lo fulminò con lo sguardo, ma lui la ignorò, passandole a fianco per raggiungere il frigorifero. Solo in quel momento Isabella fece caso alle condizioni in cui si trovava: qualche gocciolina di sudore correva sul suo petto nudo, i capelli erano arruffati, la barba di un paio di giorni, fu costretta a distogliere gli occhi, mentre lui apriva una bottiglietta d'acqua ghiacciata. "Sei avevi un problema dovevi parlarne con me, non con Daniele ..." riprese Isabella.
"Ci ho provato ... " le fece notare prima di bere un sorso, non c'era bisogno di ricordarle com'era andata a finire "Dovresti ringraziarmi ..." aggiunse.
"E perché mai?" incrociò le braccia al petto.
"Volevano togliervi il mandato, ho dovuto insistere parecchio per convincerli".
"Forse non avresti dovuto farlo ... "
"Daniele non era dello stesso avviso ... " Per poco non gli saltava al collo per la gratitudine ...
"Non avresti dovuto scavalcarmi ..." ribadì lei.
"Non l'ho fatto ..." rispose con tranquillità "Daniele é il tuo capo, mi sono comportato come avrei fatto con qualsiasi altro collaboratore" spiegò "Non é forse questo che vuoi?" aggiunse in tono provocatorio.
"Sì" rispose lei con esasperata fermezza e Chris alzò divertito il sopracciglio: qual era il suo problema, allora? "La mia soluzione non era poi così pessima... " si risentì.
"Evidentemente non era quello che si aspettavano da te ... " fece una piccola pausa, indeciso sul da farsi "sai cominciano a sospettare che la maternità ti abbia rammollito ... ".
"Vaffanculo ... " sputò lei.
"Riferirò ... " annotò su un taccuino immaginario "Ma non credo che questo li aiuterà a darvi una seconda chance, anzi... ".
"Pensavo avessi detto di averli convinti ... " gli fece notare Isabella.
"Quasi ... Con Daniele abbiamo pensato di fissare una videocall per oggi stesso, a questo punto la sua presenza non é più necessaria."
"Posso occuparmene io ..." confermò Isabella.
"Perfetto ... È programmata per le quindici".
"Perfetto... " accettò Isabella, replicando il suo tono piccato.
"Ora di Los Angeles... " precisò Chris.
"Mezzanotte ... Certo" commentò, dopo un calcolo istantaneo.
"Qualche problema?" poteva almeno fingere di non trovare quella situazione divertente.
"Affatto ... Ci penso io, manda tutti i dettagli a Rosa ... Domani avrai un resoconto dettagliato ...".
Chris sorrise divertito. "Non ce ne sarà bisogno. Sarò presente anch'io... "
"Come?"
"Sono il loro rappresentante legale... " le ricordò. "La cosa ti crea qualche problema?"
"Non vedo perché dovrebbe... " disse a denti stretti.
"Perfetto... nel tuo ufficio per le venti? Abbiamo molto lavoro da fare... "
"Perfetto " ringhiò Isabella prima di sbattersi la porta alle spalle. Loro due, di notte, in un ufficio deserto: non prometteva di nulla buono ...
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Scherzi del destino - la storia continua
Romance[...]"Fammi indovinare!" esclamò "Con uno è solo attrazione fisica, mentre con l'altro è una questione mentale..." "Non credo che siano affari tuoi" ribattè decisa a troncare sul nascere quella conversazione. "Non sono ciò di cui hai bisogno..." con...