Capitolo 6

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ALEX POV

È passata una settimana, Emanuele è tornato ieri e oggi è il compleanno del padre. Io e lui non ci siamo ancora visti, so solo che stasera mi aspetta al liberatorio.

Sono le 9 di sera e decido di avviarmi con la speranza ti trovarlo là senza lacrime agli occhi. Arrivo lì e vado direttamente nella mensa dove lo vedo seduto sul pavimento.

E: << mi sei mancato >> dice venendo verso di me a braccia aperte

Mi stringe a se.

A: << anche tu mi sei mancato >>

Ci stacchiamo e ci sediamo per terra.

A: << lo hai detto a tuo padre? >> dico guardandolo

E: << si >>


E: << come previsto non mi accetta, e mi ha cacciato di casa >>

A: << e perché hai il sorriso stampato in faccia? >>

E: << perché ho giurato che non avrei più pianto per mio padre >>

A: << bravo lele >>



A: << quindi vieni da me? >>

E: << si piccol- Ale >>

A: << ci sta piccolo Ale >>

Mi sorride.

Ci alziamo e andiamo vicino ad una finestra per guardare la luna piena. Mentre fissiamo il vuoto avvicina lentamente la sua mano alla mia, mi guarda negli occhi e incrocia le sue dita con le mie.

E: << posso dirti una cosa? >>

A: << si >>

E: << ho giurato che non avrei più pianto per mio padre grazie a te, sei tu la ragione >>

A: << vuol dire che ti faccio stare bene? >>

E: << si >>




E: << vuol dire anche che mi sono innamorato di te >> dice guardandomi negli occhi

Il mio sguardo passa dalle sue labbra ai suoi occhi, lui lentamente si avvicina a me senza lasciare la mia mano. Lo guardo negli occhi e poggio le mie labbra sulle sue. Sorride su di essere e lascia la mia mano per metterla sui miei fianchi. Muove le labbra lentamente e le punte delle nostre lingue si accarezzano.

Mi prende in braccio e mi mette su un vecchio tavolo della mensa, approfondisce il bacio mettendo la lingua e con una mano mi sbottona i jeans.


Mentre lo fa sento un rumore assordante, apro gli occhi e vedo mio padre sulla soglia della porta abbastanza incazzato.

P: << sono 3 ore che urlo, pensavo fossi morto >>

A: << papà, mi sale la voglia di staccarti i capelli >>

P: << perché? >>

Non rispondo, ma appena ripercorro le scene del mio sogno, un sorriso si stampa sul mio volto.

P: << Ale >>

A: << niente niente, perché mi hai svegliato? >>

P: << dobbiamo andare al negozio, cretino >>

A: << giusto >> dico alzandomi dal letto

Vado in bagno, mi lavo il viso e i denti e indosso gli stessi vestiti di ieri. Faccio colazione e vado in macchina dove già mi aspetta mio padre.

Quei fottuti occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora