Quella notte

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                                                                                           Capitolo 12


Pov's Vegeta
<sta zitto Kakarot>
Salí sul letto e mi misi a gattoni su di lui, per poi spostargli leggermente il cuscino, e come immaginavo, aveva un'erezione.
Iniziai a massaggiargliela lentamente, il ragazzo spostò immediatamente la testa di lato e si coprì la bocca con una mano.
Gliela presi delicatamente e gliela spostai, per poi prendergli il mento con due dita e riportare al centro la sua testa
<lo so che lo vuoi, ammettilo>
Avvicinai la mia testa alla sua, ormai i nostri respiri potevamo sentirli solo io e lui, nessun'altro poteva sentirci.
Mi sedetti sul suo bacino e chiusi le tendine del letto, ormai eravamo in un universo dov'eravamo solo io e lui, e nessuno poteva disturbarci.
<Vegeta i-io..>
Gli misi un dito sulle labbra, per poi metterglielo in bocca
<non parlare>
Non feci in tempo a fare qualcos'altro, che si ribaltó la situazione.

Kakarot era su di me, aveva il respiro affannato, sudava, sudava dall'eccitazione, potevo sentirlo, conoscevo quella sensazione, potevano portarmi via dal bordello, ma non potevano portare via il bordello da me.
Sorrisi maliziosamente e alzai la testa, le mie labbra cercavano le sue, e le sue volevano le mie.
Kakarot cercó di trattenersi, chiudendo gli occhi e spostando la testa di lato.
Era spaventato, non sapeva che cosa fare e se fosse moralmente giusto.
<Vegeta io->
Portai una mano sulla sua guancia accarezzandogliela leggermente
<stai facendo la cosa giusta Kakarot, non avere paura>

Quelle parole furono un lampo per lui, e senza più avere paura, le nostre labbra si unirono in un bacio, un bacio lungo e passionale, il bacio più bello che io potessi mai ricevere.
Le nostre lingue danzarono tra di loro, non potevamo nemmeno staccarci per riprendere fiato che subito dovevamo riavvicinarci per avere quel dolce contatto.
Dopo un po' riuscimmo a staccarci, i nostri occhi si guardarono, i miei occhi chiedevano solo una cosa :
Ti prego scopami Kakarot
Era tutto quello che volevo in quel momento, ma il nostro desiderio purtroppo doveva aspettare.

Sentimmo qualcuno bussare alla porta, immediatamente Kakarot si mise dall'altra parte del letto e fece finta di dormire, io invece mi alzai e mi diressi alla porta.
Non appena l'aprí, vidi davanti a me Tarble.
<che cosa vuoi>
<perché sei in mutande>
Cazzo, menomale che non avervi un erezione.
<ho caldo, non posso dormire in mutande?>
Il ragazzino scostò la testa e vide un'altra figura nel mio letto.
<cosa ci fa lì Kakarot >
<è stato cacciato di casa per stanotte e ha bisogno di una casa, problemi?>
Il ragazzo mi squadró dalla testa ai piedi.
<ti incastrerò Vegeta, e il trono sarà mio>
Mi abbassai alla sua altezza , cosa che non avevo mai fatto con nessuno.
<devi solo continuare a sperarci, ora posso tornare a dormire principino?>
<vai all'inferno >
E se ne andò.

Ritornai sul letto, mi coricai sotto le coperte per poi girarmi verso Kakarot.
<se ne andato?>
<si>
<a proposito di prima.. non è successo niente ok?>
Rimasi in silenzio per qualche secondo, e poi risposi.
<si, non è successo niente >
E mi girai di spalle, addormentandomi.

La mattina arrivò in fretta, la prima cosa che vidi appena mi svegliai fu il viso di Kakarot.
Dormiva beatamente, come un angelo indifeso.
<ciao Vegeta>
<oh ciao Kakarot>
Il sayan si alzò dal letto e si stiracchiò.
<a proposito della scorsa notte>
Lo fermai prima che potesse aggiungere qualcos'altro.
<non è successo niente Kakarot>
<giusto.. allora io vado, ci vediamo Vegeta>
<ci vediamo>
Disse per poi lasciare la stanza.

Mi accasciai sul mio letto, senza rendermene conto, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, non potevo più controllarmi, ormai stavo piangendo.
Dannato Kakarot, perché era così idiota, una stupida terza classe così stupida.
Mi sembrava di essere in una specie di gioco, un gioco dove io dovevo far qualsiasi cosa per far sì che quella testa di cazzo capisse che stare con sua moglie non era più salutare per lui.
Mi sembrava di essere un giocattolo, un giocattolo che serviva a capire che cosa volesse, ed era quello che ero sempre stato, ovvero un giocattolo sessuale.
Si fotta, io non ero il suo giocattolo, doveva capire da solo se voleva stare con Celry o no, senza dover giocare coi sentimenti di una puttana che stava cercando di cambiare.

I'm not your toy || KakavegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora