Non siamo destinati a essere amici

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Capitolo 20

Pov's Vegeta
Uscì dalla stanza e mi diressi nel giardino del palazzo, non avevo mai trovato del tempo per visitarlo, e dato che non avevo nulla da fare decisi di dirigermi li.

Era abbastanza enorme, era a forma circolare e delimitato da dei cespugli di fiori color celeste con sfumature blu scuro, all'interno si trovavano tanti tipi di piante, talmente tante che non ricordo manco com'erano fatte, il tutto sopra a una montagnetta poco lontana dal villaggio più vicino, compreso il castello.
Era veramente molto bello, eppure non c'era neanche un giardiniere, era molto strano.
Mi distesi sul prato e chiusi gli occhi, il venticello mi accarezzava leggermente i capelli muovendoli lentamente, era così piacevole, così tranquillo.
<Vegeta >
Aprí gli occhi e vidi quell'imbecille di Kakarot in piedi davanti a me.
<ma tu guarda chi si vede, com'è andata?>
<andiamo in camera a parlarne tranquillamente, mi sento in soggezione qua fuori>
<d'accordo>
Feci un balzo e mi alzai in piedi, per poi dirigermi assieme a lui verso la mia camera da letto.

Appena entrammo in stanza chiusimo la porta e ci buttammo sul letto.
<quindi com'è andata?>
Kakarot iniziò a raccontarmi tutta la faccenda, e cazzo, se lei pensava quello di me, non osavo immaginare che cosa pensava il mio popolo.
<mi odiava proprio tanto >
<non importa che cosa pensi. Ormai l'ho lasciata, e finalmente mi sento meglio dopo tanto tempo>
Gli poggiai una mano sulla spalla sorridendo, ero felice per lui.

Rimasimo fermi come dei cretini a fissarci, senza dire nulla.
Aveva degli occhi bellissimi cazzo, e quando dicevo che erano gli occhi più belli dell'universo, non mentivo, erano così neri che mi ci potevo specchiare.
Lentamente, i nostri volti si avvicinarono, e ci diedimo l'ennesimo bacio.
Ma c'era qualcosa di diverso in quel bacio, non era uno dei nostri soliti baci, o no.
Quel bacio era ricolmo di desiderio che non poteva più essere fermato, un desiderio che era stato placato per troppo tempo.
I nostri corpi si desideravano, e in poco tempo mi ritrovai sdraiato con Kakarot su di me che continuava a baciarmi senza mai staccarsi.
Quella sensazione, quella fottuta sensazione, come la potevo descrivere ? No non si poteva descrivere, non si poteva descrivere un sentimento del genere, ricolmo di amore, passione, odio, amicizia, complicità, di tutto.
Non si poteva descrivere quello che eravamo io e Kakarot, ma di una cosa ero sicuro, io e lui non eravamo destinati a essere semplici amici.

<Vegeta>
Finalmente ci staccammo dalle nostre labbra, ma non era abbastanza, rivolevo le sue labbra sulle mie, volevo le sue umide labbra sottili sulle mie e continuare a creare una armonia e una danza perfetta con le nostre lingue, qualcosa che nessun'altro al di fuori di noi poteva assistere.
<dimmi Kakarot>
Non disse niente, ma con le sue mani mi tirò via la parte superiore della tuta, aveva finalmente preso coraggio, finalmente si era deciso a dare sfogo al suo sentimento represso da troppo tempo.
Subito dopo mi levò anche i pantaloni, lasciandomi con un solo indumento a coprirmi la pelle, ed ero sicuro che voleva togliermi anche quello, ma non subito, voleva fare con calma.
<spogliati >
Il ragazzo mi guardò arrossendo.
<fallo tu >
Disse sorridendo e mordendosi il labbro nervosamente.
<come vuoi >
Gli alzai la parte superiore della tuta e gliela tolsi, e poi mi diede una mano a levarsi i pantaloni.

Ora eravamo lì, due coglioni in mutande che si erano desiderati da troppo tempo, e finalmente quel momento era arrivato.
Si avvicinò a me, e i suoi baci umidi andarono sul mio collo, le sue labbra e i suoi denti mi procuravano un piacere che in 14 anni non avevo mai provato veramente.
Alternava i baci ai morsi, sapevo che stava lasciando il segno sul mio collo, e come lo avrei coperto non era un problema in quel momento, ero troppo eccitato per pensare a qualsiasi cosa in quel momento, esistevamo solo io, Kakarot, e il sesso.
Con delicatezza portò una mano sul mio pettorale sinistro, e dopo essersi staccato dal mio collo, inizió lentamente a stimolarmi il capezzolo.
Feci scappare un gemito all'istante, in quel momento Kakarot sussultò leggermente, era una nuova esperienza e potevo immaginare l'imbarazzo.
<continua...>
Il sayan si girò verso di me, per poi riprendere da dove si era interrotto.
Il suo tocco stavolta era più forte di prima, e la cosa mi eccitava un sacco.
Spostai la testa di lato, mi piaceva così tanto che non riuscivo a rimanere fermo, e quel bastardo di Kakarot lo aveva capito, infatti spostò la mano e ci portò le sue labbra.
I miei gemiti divennero più rumorosi, e per Karot era musica, una musica che voleva sentire per ore e ore senza mai fermarsi.

Dopo poco si staccò, e le sue labbra iniziarono a scendere lungo il mio ventre, fino ad arrivare all'erezione.
Il figlio di puttana la schivò e continuò coi baci sulle cosce, non che la cosa mi dispiacesse... PERÒ INSOMMA.
<figlio di p->
Mi tappò la bocca con un bacio, per poi staccarsi a pochi centimetri.
<non parlare se non per gemere, capito?>
Annuì con la testa, era la prima volta in vita mia in cui ero felice di farmi sottomettere in quel modo.
Detto ciò, continuò a guardarmi, mentre portò una mano all'interno dei miei boxer.
Sussultai al suo tocco, le sue mani erano fredde ma delicate, si vedeva che non voleva farmi male e che era un esperienza più che nuova per lui, ma io ero lì per aiutarlo a non sentirsi a disagio, era quello il mio compito.
Con una mano lo aiutai a stringere lentamente la mia erezione.
<è tutto ok, non avere paura>
La terza classe annuì, e poi iniziò a muovere lentamente la mano, e cazzo, cazzo se ero eccitato.
La sua mano mi procurava un sacco di piacere, un piacere veramente indescrivibile, non sapevo come descriverlo, non ricordo nemmeno che cosa pensavo in quel momento.. a dire il vero una cosa me la ricordo, ovvero che in quel momento volevo solamente di più.
<di più >
<ai suoi ordini altezza>
E in quel momento realizzai che essere chiamato altezza o principe a letto mi eccitava come una puttana.
Il sayan obbedì, e incomincio ad andare più veloce, ormai la stanza era piena dei miei gemiti, ma io volevo ancora di più, volevo sentire quel ragazzo gemere, ma non gemere e basta, volevo che gemesse con me.
Lo feci smettere, ma senza che staccasse la mano dalla mia erezione.
<Vegeta?>
<stai zitto e non obiettare >
Dissi per poi sedermi davanti a lui e portare la mano dentro ai suoi boxer.
<voglio che tu gema con me >
<come desideri >
<mh?>
<cosa?>
<come desideri chi?>
<o scusami. Come desideri sua altezza>

I'm not your toy || KakavegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora