Ti amo

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                                                                                                         Capitolo 24


Kakarot continuò a spingermi due dita in bocca, mentre io continuavo a succhiarle e leccarle, intanto il suo viso era dietro al mio e mi mordeva il lobo dell'orecchio destro.
Di risposta Incominciai ad ansimare, quel contatto era così eccitante che Dio mio, mi faceva raggiungere il piacere in poco tempo.

Dopo poco mi tolse le dita dalla bocca, per poi girarmi e guardarmi fisso negli occhi.
I nostri occhi neri si guardavano, si desideravano, avevamo il battito a mille e l'adrenalima stava salendo, e così Kakarot mi prese in braccio come un Koala, e mentre continuava a baciarmi, mi fece sdraiare sul letto soffice e candido della mia stanza.
Chiuse le tendine e come unica fonte di luce ebbimo  il bagliore del chiaro di luna che dava dalla mia finestra.
Eravamo lì, io e lui, finalmente pronti ad averci l'un l'altro, a unire i nostri corpi in qualcosa che era effettivamente proibito, ma non c'è ne poteva fregare un cazzo.
Poteva essere anche punibile con la morte, ma a noi non importava, avevamo bisogno di quel fottuto contatto.

Il corvino si levò la tuta, rimanendo anche lui con solo un indumento a coprire la sua nudità, ma poco mi importava, ero certo che di lì a poco, nessuno dei due li avrebbe più avuti.
Karot si abbassò, incominciando a mordermi il collo, procurandomi degli enormi succhiotti su tutto il collo, sembrava quasi che mi avessero strangolato, e invece erano solo un modo per dire "il principe è mio".
Poco alla volta scese coi morsi arrivando al petto, iniziando a procurarmi dei succhiotti anche lì, fino a stimolarmi con le labbra il capezzolo destro.
Di tutta risposta spostai leggermente la testa di lato, iniziai a gemere leggermente, quella sensazione era un qualcosa di magnifico, una fottuta droga a cui non potevo dire di no, ero fottutamente dipendente.
<k-Karot>
La terza classe alzò la testa, e si mise a pochi centimetri dal mio viso.
<mi dica sua altezza>
<p-più giù>
Abbassò lo sguardo, per poi sorridermi, come per dirmi che aveva percepito il messaggio.

Arrivò all'altezza della mia erezione, per poi levarmi l'ultimo indumento che mi copriva la pelle, ero lì, davanti a lui, non ero nudo solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
Tanti uomini mi avevano scopato, ma nessuno di loro mi aveva visto veramente nudo, nessuno aveva visto la mia vera nudità, tranne Kakarot.
Mi aveva visto nudo al 100%, e in quel momento ero del tutto nudo davanti a lui, non ero a disagio, ma nemmeno tranquillo, ero veramente eccitato, l'unica cosa che volevo era che quell'imbecille mi rendesse suo.
Detto ciò, portò il viso vicino alla mia erezione, e dopo aver fatto un leggero lavoro di mano, poggiò la lingua sul glande.
Inarcai la testa dal piccolo piacere che mi stava provocando, sapevo che quel figlio di buona donna voleva farmi soffrire, e cazzo se ci stava riuscendo.
Gli misi una mano sulla nuca, e finalmente capì la mia sofferenza, e iniziò a succhiarmelo.
Se lo mise tutto in bocca di getto, e con l'aiuto della mia mano continuò con più foga.
Di tutta risposta inarcai la schiena dal piacere, l'eccitazione era quasi al massimo, desideravo sempre di più, troppo di più, ma sentire le sue labbra sul mio cazzo mi procuravano un piacere che non volevo fosse fermato.
Poco dopo si staccò, e notai che senza accorgermene mi uscì il pre sperma, sporcandogli il labbro.
Con un dito gli pulì la bocca delicatamente, per poi mettermelo in bocca e inghiottirne il liquido.

<tu sei pazzo>
Mi disse Kakarot sorridendo.
<hai incominciato tu questo gioco proibito, ora voglio che lo porti al termine >
<ai suoi ordini altezza>
Si posizionò sopra di me, e mi fece allacciare le gambe attorno al suo bacino e stringere la coda.
<sei pronto ?>
<l'ho fatto un sacco di volte, sono più che pronto >
Subito dopo, mi penetrò.

Un colpo secco, un colpo che mi fece inarcare la testa all'indietro e farmi cacciare un gemito.
Kakarot me la fece riportare davanti alla sua, e mi guardò.
<voglio che tieni gli occhi aperti mentre ti scopo, intesi?>
Annuì con la testa, e in men che non si dice, iniziò a muovere lentamente il bacino.
Sentire il suo membro dentro di me era una sensazione così... così.... Come descriverla?
Eravamo due cocciuti che per troppo tempo si erano desiderati fin dal primo momento, ma che per un codice morale, non volevano fare niente e mentire a se stessi.
In quel momento potevamo fare qualsiasi cosa, qualcosa di più intelligente, mio padre era venuto a sapere del nostro rapporto, e Kakarot rischiava il posto e io di essere trattato come la delusione della famiglia reale.
Ma poco importava, avevamo troppa adrenalina in corpo da scaricare, e in quel momento esisteva solo un modo per poterla consumare, ed era un atto d'amore proibito per me e lui.
Potevamo essere scoperti da chiunque in qualsiasi momento, e quello aumentava ancora di più l'eccitazione, l'eccitazione di essere scoperti durante un atto carnale proibito, Dio se ci eccitava.
I suoi movimenti aumentarono il ritmo, andando sempre più veloci, avanti e indietro, una specie di danza alla quale il mio corpo non sapeva dire di no.
I miei gemiti aumentarono, in quella stanza si potevano sentire solo i miei gemiti, che poco dopo furono accompagnati da quelli del ragazzo più grande.
Quella stanza era un miscuglio di tante cose, ma l'unica cosa che si poteva era descrivere, era l'odore del sesso che emanava, e il rossore che compariva sulle guance dei soldati che passavano di fianco a quella stanza, troppo imbarazzati per interrompere quell'atto d'amore in modo brusco.

Le sue spinte aumentarono sempre più, i nostri corpi cercavano di avvicinarsi il più possibile l'un l'altro, anche quando erano al loro massimo di contatto.
I miei respiri erano sempre più affannosi, stavo arrivando all'apice del piacere, e così iniziai a chiedere a Karot sempre di più, di più e ancora di più, volevo essere avaro e ricevere ancora quel fottuto piacere che stavo provando.
Arrivai al culmine dell'eccitazione, inarcai ancora una volta la testa all'indietro, e cacciai il mio orgasmo, e poco dopo arrivò anche quello di Kakarot.
Ma non voleva fermarsi, non voleva fermare la danza fino a quando non saremmo veramente arrivati al massimo, e in poco tempo, venimmo entrambi, sporcandoci l'addome di liquido seminale.

Kakarot uscì dal mio corpo, e con un dito mi pulì l'addome, per poi pulirsi il proprio, e cadere tra le mie braccia.
<ti amo>
Dissi senza pensarci due volte, non lo avevo mai detto a nessuno, era un traguardo per me, ero finalmente tornato alla mia civiltà, ero finalmente ritornato a essere un Sayan, e non una puttana da 4 soldi.
<ti amo anche io Vegeta>
E ci concedemmo un lungo bacio morbido e delicato, per poi addormentarci in quel letto sporco e sfatto, abbracciati l'un l'atro a creare un puzzle perfetto che nessuno poteva disfare.

I'm not your toy || KakavegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora