Mi prenderó cura di te

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                                                                                                      Capitolo 16

Kakarot non disse nulla, non aveva il coraggio per rispondermi o di fare qualcosa.
<l'importante è che tu ora sia qui>
Disse suo fratello.
<e ancora una volta non abbiamo preso Bella... chissà se riuscirò mai a farle vivere una vita normale, non si merita tutto quello schifo>
<Vegeta..>
Mi girai di scatto verso la terza classe.
<stai zitto. Non parlarmi. Non guardarmi. Non toccarmi. Appena scendiamo fammi stare da solo in camera mia.>
Non disse nulla e nessuno aggiunse niente, gli ultimi minuti del viaggio furono molto tesi.

I ragazzi mi diedero una tuta pulita per coprirmi e mi diedero qualcosa da mangiare, per poi riatterrare nuovamente su Vegeta 6.
Appena atterrati mio padre stava per venirmi incontro, ma lo scansai violentemente, senza neanche guardarlo in faccia.
<Vegeta che ti prende?>
Continuai a camminare senza dire una singola parola, non volevo parlargli.
<ma tu guarda chi si vede>
Ci mancava solo mio fratello.
<ti mancava proprio essere scopato come una zoccola mh?>
Mi fermai ma senza voltarmi.
<Tarble. Chiudi quella cazzo di bocca. Tu sei nato come seconda scelta, e lo rimarrai fino alla morte. Lasciami in pace adesso>
E me ne andai.

Pov's Kakarot
Appena scesi dalla navicella il Re si diresse da me.
<cosa gli è successo>
Sa non ho scopato suo figlio perché ero troppo codardo e non sa quanto volevo farlo in quel momento
No che non potevo dirglielo, mi avrebbe ucciso.
Ero pietrificato, non riuscivo a dire una singola parola o a fare un qualsiasi movimento, ma per fortuna riuscì a pararmi il culo.
<non lo so sire>
L'unica cosa che riuscì a dire, non sapevo cosa dire ne come, ero stanco, troppo stanco per pensare a una frase sensata.
Senza dire nient'altro, entrammo nel castello a compilare dei documenti.

Pov's Vegeta
Ero di nuovo nella mia camera.
Mi sdraiai sul soffice letto, e anche se per poco,  mi era mancata quella morbidezza.
Mi levai la tuta e le mutande, avevo bisogno di stare libero e tranquillo senza nessuno, avevo bisogno di pensare a me stesso senza avere un intimo aderente addosso che mi comprimeva il cazzo.
Chiusi le tendine del letto e mi sdraiai sotto le coperte, erano così morbide e calde che mi davano tranquillità.

Perché Kakarot non voleva ammettere a se stesso che il rapporto con sua moglie era ormai andato a puttane? Perché non voleva ammettere a se stesso che si era innamorato del principe dei Sayan? Perché non voleva ammettere a se stesso che desiderava scoparmi come non so cosa? Avevo sbagliato qualcosa? Dove avevo sbagliato ?

<Vegeta>
Qualcuno era alla porta, ero così stanco che non riuscivo a riconoscere nemmeno a chi apparteneva, a malapena riuscivo a muovermi o a fare qualcosa.
<avanti>
La mia voce era veramente debole, ma non ne capivo nemmeno il motivo.
Lentamente iniziai a vedere tutto sfocato, non riuscivo a respirare, non riuscivo più a fare niente, fino a quando non chiusi gli occhi, e non vidi più nulla,

Pov's Kakarot
Entrai nella camera di Vegeta, la sua risposta fu molto debole, e stavo iniziando a preoccuparmi.
Mi chiusi la porta alle spalle e mi diressi al letto di Vegeta, le tendine erano chiuse e non si vedeva nessuno.
Aprí le tende e trovai Vegeta sdraiato su un fianco, aveva gli occhi mezzi aperti e aveva dei respiri pesanti.
<Vegeta? Stai bene?>
Non riusciva a rispondere.
Gli presi la testa tra le mie mani, era distrutto.
Non riusciva a respirare e non riusciva a parlare, gli portai una mano sulla fronte, e come immaginai, scottava.
Si era ammalato in quel postaccio, non osai immaginare quante volte abbia preso la febbre senza aver ricevuto le giuste cure.
Senza rendermene conto, chiuse gli occhi e si addormentò tra le mie mani, dovevo fare qualcosa.
Lo riappoggiai sul letto e andai dal Re a chiedergli delle cure.

<Re Vegeta >
Il re si girò verso di me.
<dimmi Kakarot >
<Vegeta ha la febbre, ora è nel suo letto sotto le coperte, ho bisogno delle medicine>
<posso affidarti mio figlio in questi giorni? Dato che sei preoccupato e devi rimediare al tuo errore>
<d'accordo..>
Mi diede le medicine assieme a una lista di cose da fare, e senza battere ciglio ritornai nella stanza di Vegeta.

Mi sedetti difianco a lui, gli preparai un bicchiere con acqua e medicina in polvere che avrebbe bevuto appena si sarebbe risvegliato, nel frattempo gli misi un asciugamano caldo e umido sulla testa, così che non prendesse freddo.
Rimasi al suo fianco per tutto il tempo senza mai distrarmi, ero lì per lui, e non avrei prestato attenzione a nessun'altro.
Dovevo riparare al mio errore, l'errore di non avergli detto subito quello che provavo, quanto mi odiavo per quello che avevo fatto, lo avevo trattato come un giocattolino, non si meritava tutto quello.
Mi ero deciso, appena sarebbe guarito e sarei tornato da Celry l'avrei lasciata e ci saremmo tenuti entrambi il bambino, o almeno speravo.

Vegeta continuava a dormire, gli tolsi l'asciugamano dalla testa e poi abbassai le tapparelle, entrava troppa luce e gli avrebbe dato fastidio.
Accesi una candela e la appoggiai sul comodino, c'era luce solo per vedere i nostri volti e le nostre ombre.
Dopo un po' notai che iniziava a spostare la testa, e a fare dei mugugni di lamento.
Mi misi più vicino a lui e continuai a guardarlo, fino a quando non iniziò ad agitarsi nel sonno e iniziò quasi ad urlare.
Senza pensarci due volte gli presi il volto con le mani
<ci sono io con te, non ti preoccupare >
Dopo poco riuscì a calmarsi, e aprí gli occhi.

Pov's Vegeta
La prima cosa che vidi appena aprí gli occhi fu il volto di quell'imbecille.
<che succede?>
La mia voce era molto debole, la mia stanza era buia, e Kakarot era difianco a me.
<sei svenuto e sei ammalato, ti ho portato una medicina, ma prima mangia questo>
Disse per poi porgermi un frutto.
<wow delle cure, non le ho mai ricevute, ma hey... grazie>
Mi sedetti con la coperta che mi copriva l'addome, mangiai il frutto e poi a Kakarot mi diede una mano a bere la medicina.
<tra un po' ti sentirai meglio>
Sorrisi leggermente, ero felice che quel pirla si fosse preoccupato di me.
<più tardi avrò bisogno di lavarmi>
<ti accompagno io in bagno non ti preoccupare >
Appena ci guardammo notammo le nostre guance diventare di un colorito rosso, io non sapevo come faceva ancora negare a se stesso quello che provava.

Continuammo a guardarci come degli idioti, i nostri volti erano sempre più vicini e i nostri respiri sempre più affannosi.
I nostri sguardi non si staccavano tra di loro, ci desideravamo, anche se non ero nelle migliori condizioni.
Eravamo a pochissimi centimetri l'uno dall'altro, e alla fine, le nostre labbra si riunirono in un bacio.

I'm not your toy || KakavegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora